Quando Aldo Moro finanziò 500 miliardi di lire di opere pubbliche con la cartamoneta da 500 lire

9 maggio 2022
  • Nel giorno in cui ricorre l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro vogliamo ricordare il grande leader politico come lo statista che si oppose alla prepotenza del sistema ‘bancocratico’ oggi dominante  
  • … e alle 500 lire di metallo si aggiunsero le 500 lire di carta che non indebitavano gli italiani
  • Sono stati soprattutto i democristiani – e soprattutto la sinistra democristiana – a condannare l’Italia a un debito pubblico crescente. Un’operazione dal sapore massonico necessaria per infognare il nostro Paese nella ‘trappola’ della moneta unica europea a debito. Gli unici a dissentire, i Socialisti di Craxi 

Nel giorno in cui ricorre l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro vogliamo ricordare il grande leader politico come lo statista che si oppose alla prepotenza del sistema ‘bancocratico’ oggi dominante  

Oggi ricorre l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Ci sono tanti modi per ricordare un grande leader politico. Noi lo vogliamo ricordare come lo statista che in Italia ha provato con grande coraggio ad affermare il primato della politica sull’economia e, in particolare, nella gestione della moneta. Teniamo conto che, oggi, sulla moneta – e precisamente sul ruolo del dollaro – si sta consumando uno scontro senza esclusione di colpi. Ricordiamoci che la moneta è un mezzo di scambio. La moneta ha un valore solo se è accettata e se consente di acquisire beni e servizi (prima del 1971 poteva anche essere scambiata con l’oro, ma questa è un’altra storia). Se una moneta viene utilizzata poco negli scambi – per esempio negli scambi internazionali – perde di importanza: e, automaticamente, perdono importanza il gruppo di Paesi che usano tale moneta. Abbiamo già scritto un articolo che lega la guerra in Ucraina con la questione monetaria: “La guerra in Ucraina vista da un’altra angolazione: ovvero la risposta USA all’attacco di Cina e Russia all’area del dollaro“. Oggi proveremo a riassumere un’azione politica molto importante condotta da Aldo Moro nella seconda metà degli anni ’60 del secolo passato.

… e alle 500 lire di metallo si aggiunsero le 500 lire di carta che non indebitavano gli italiani

Correva l’anno 1966. Moro era allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Aveva l’esigenza di finanziare spese statali per 500 miliardi di lire. Un grande investimento. Ma c’erano problemi con la Banca d’Italia. A questo punto il capo del Governo decise di finanziare la spesa con l’emissione di cartamoneta  da 500 lire. Allora c’erano le 500 lire di metallo (che peraltro erano molto belle). Moro decise di ricorrere a una moneta di Stato. Per la precisione, biglietto di Stato a corso legale. La prima emissione si materializzò con il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) del 20 Giugno 1966 e del 20 Ottobre del 1967. La firma sul DPR era quella dell’allora capo dello Stato, Giuseppe Saragat. La seconda emissione si materializzò con il DPR del 14 Febbraio del 1974. Con la firma dell’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Moro dimostrò che si poteva emettere denaro senza indebitare lo Stato. Soldi che servivano per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario non indebitava l’Italia (l’esatto contrario di quello che avviene oggi).

Sono stati soprattutto i democristiani – e soprattutto la sinistra democristiana – a condannare l’Italia a un debito pubblico crescente. Un’operazione dal sapore massonico necessaria per infognare il nostro Paese nella ‘trappola’ della moneta unica europea a debito. Gli unici a dissentire, i Socialisti di Craxi 

Ovviamente, questo sistema non piaceva molto al sistema ‘bancocratico’. Moro morirà dopo un rapimento durato 55 giorni il 9 Maggio del 1978. Non vogliamo entrare nella diatriba tra chi era favorevole alla trattativa con i brigatisti che avevano rapito il leader democristiano e chi era contrario. Quello che sappiamo è che dopo l’omicidio Moro e le dimissioni anticipate di Leone l’Italia non ha più emesso moneta di Stato. Moro era stato – di fatto la storia dice questo – un baluardo, nella Democrazia Cristiana, contro lo strapotere del sistema ‘bancocratico’. E sarà proprio la DC, in combutta con la Banca d’Italia, a infilare l’Italia nella spirale del debito pubblico. Passaggio necessario per consentire, nel 1992, con il Trattato di Maastricht, di infognare l’Italia nella truffaldina e massonica Unione europea dell’euro. Tutta la Democrazia Cristiana al gran completo, nel 1981, è responsabile della fine della libertà economica dell’Italia, insieme con gli altri partiti politici italiani, ad eccezione del Partito Socialista di Bettino Craxi. Quando, nel 1981 – tre anni dopo l’omicidio di Aldo Moro – l’allora Ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, esponente di rango della sinistra democristiana, insieme con l’allora Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, optarono per il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro, condannando l’Italia a un debito pubblico che sarebbe stato inevitabilmente crescente, solo la voce dei Socialisti si levò contro un’operazione di stampo massonico, totalmente contraria agli interessi dell’Italia (ma questa è un’altra storia che trovate qui). L’Italia, oggi, pur essendo finita nella truffa dell’euro, potrebbe optare per una moneta di Stato senza indebitare ulteriormente gl’italiani? Sì (lo abbiamo raccontato in questa inchiesta). Ma ci vorrebbe un Governo in grado di fare gli interessi dell’Italia…

Foto tratta da Meteoweb

 

 

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