5G al Comune di Alcamo: arriva la richiesta di accesso agli atti per il sindaco grillino Domenico Surdi

27 maggio 2020

Come a Palermo, dove si attende che il Comune risponda alla richiesta di accesso agli atti sulle oltre 50 antenne del 5G installate, anche ad Alcamo – Comune che esprime un sindaco del Movimento 5 Stelle, Domenico Surdi – è stata presentata una richiesta di accesso agli atti sul 5G. Che delusione questi grillini! 

Tutto potevamo immaginare, ma non che a un sindaco del Movimento 5 Stelle – soggetto politico nato all’insegna delle battaglie civiche – venisse notificata una richiesta di accesso agli atti! Eppure succede ad Alcamo, dove il sindaco è proprio un grillino, Domenico Surdi (nella foto sopra, a destra, con l’europarlaentare grillini Ignazio Corrao), eletto nel 2016.

Eh sì, quando c’è di mezzo la tecnologia 5G tutto cambia. Proprio stamattina ci siamo interrogati sul silenzio dei parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle a proposito delle oltre 50 antenne del 5G spuntate a Palermo. 

Ma, a quanto pare, ci sono problemi con il 5G anche ad Alcamo che, così, tanto per ricordarlo, è la cittadina siciliana dov’è nato il parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao.

Eh sì, anche nella città di Ignazio Corrao, per fare luce sul 5G, bisogna che un nutrito gruppo di cittadini presentino tramite un avvocato, la richiesta di accesso agli atti!

Il legale che ha formulato la richiesta di accesso agli atti è lo stesso che ha presentato la richiesta di accesso agli atti al Comune di Palermo: si tratta dell’avvocato Giuseppe Cannizzo, cittadino con la schiena dritta.

La richiesta di accesso agli atti, oltre che al sindaco di Alcamo, è stata presentata al Consiglio comunale di Alcamo, all’Avvocatura comunale di questa cittadina, ad altri uffici di questo Comune e all’ARPA Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale).

Dopo la premessa, l’avvocato Giuseppe Cannizzo ricorda “che nel 2005 è stato adottato dall’Unione Europea, il Principio di Precauzione secondo cui “Quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno”.

Il legale cita la sentenza del TAR Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale) n. 500 del 15 gennaio 2019 che “ha imposto l’obbligo di procedere a campagne di informazione ed educazione ambientale previste dall’articolo 10 comma 1 della Legge 36/2001, condannando i Ministeri Ambiente, Salute e Istruzione ad ottemperare”.

“Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – scrive sempre l’avvocato Cannizzo – circa il 3% della popolazione è affetta da problemi di elettrosensibilità (per l’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna gli elettrosensibili arrivano al 5% degli elvetici mentre in Svezia studi indicano tale valore nel 10%).

“Il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Commissione Europea – scrive sempre il legale – afferma come il ‘5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche’ ed ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, sopratutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G”.

Cannizzo ricorda inoltre “che è stato dimostrato in quattro studi (Rea 1991 Havas 2006, 2010, McCarty et al. 2011) che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che questi soggetti sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli”; e che “altri studi dimostrano che ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con Elettrosensibilità e che due studi (De Luca, Raskovic, Pacifico, Thai, Korkina 2011 e Irigaray, Caccamo, Belpomme 2018) hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica”.

“Il Parlamento Europeo – scrive sempre il legale – nella Risoluzione del 2009 e I° Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011 hanno richiamato gli Stati membri a riconoscere l’Elettrosensibilità come una disabilità, al fine di dare pari opportunità alle persone che ne sono colpite”. Mentre il già citato TAR Lazio, il 15 Gennaio 2019, “ha condannato i Ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa ‘avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile’, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino-cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Llyoid’s non coprono più il danno”.

A questo punto la richiesta di accesso agli atti entra nel vivo della questione:

“premesso che i gestori di telefonia mobile stanno provvedendo alla richiesta di rilascio di autorizzazione per l’installazione di nuovi impianti di telefonia mobile ai sensi del D.Lgs 259/2003 e ss.mm.ii., con tecnologia 5G;

che il 5G è una tecnologia altamente pericolosa – come già evidenziato da studi e verifiche scientifiche da parte dell’Istituto Ramazzini di Bologna (Dott.ssa Fiorella Belpoggi ), dal CNR di Bologna (Prof. Fiorenzo Marinelli), dalla SIMA (Prof.Ernesto Burgio), dal Nuovo Saline ONLUS (Dott. Gianluca Milillo) – poiché si basa su microonde ( c.d. onde millimetriche) a frequenze più elevate delle precedenti con maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani);

che gli studi sugli effetti biologici di questo tipo di radiazione elettromagnetica sono appena agli inizi e indicazioni preliminari (le sperimentano in Russia per le terapie del dolore) paiono mostrare effetti sulle terminazioni nervose periferiche (stanchezza, sonnolenza e parestesia);

che proprio per il carattere di novità, sperimentazioni del genere dovrebbero valutare l’impatto SULLA SALUTE UMANA E SULL’AMBIENTE e prendere in considerazione il rischio attribuibile a tale intervento prima che lo stesso sia realizzato, potendo fare ancora valutazioni ex-ante sul se e come realizzarlo;

che malgrado la sperimentazione del 5G sia già stata avviata, non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, escludano e/o valutino il rischio sanitario per l’uomo e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi a quelle esistenti”.

“Ritenuto – scrive sempre l’avvocato Cannizzo – che spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario, che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale;

che spetta al Sindaco, nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al Principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3-ter del D. Lgs. n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibile per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione;

che nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che il l° novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». Precisando che trattasi ancora a situazioni connesse a 2G e 3G, mentre ora il progetto delle compagnie è quello di introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G;

che nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni) che ha verificato aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata;

che sui rischi si è espresso anche il noto epidemiologo ed epigenista di fama internazionale Dott. Ernesto Burgio – già Presidente del Comitato Scientifico SIMA – che ha manifestato profonde preoccupazioni dichiarando che “non si dovrebbe consentire l’esperimento “in vivo” su milioni di persone di qualcosa che non è mai stata verificata”;

che il Prof. Fiorenzo Marinelli, ricercatore presso l’istituto di genetica molecolare presso il CNR di Bologna, ha confermato le evidenze sugli effetti biologici importanti determinati dalla tecnologia 5G che dovrebbero imporre il Principio di precauzione. Medesime indagini epidemiologiche, che hanno evidenziato danni preoccupanti, sono state anche eseguite dal Dott. Gianluca Milillo, Presidente del Nuovo Saline ONLUS e dalla Dott.ssa Sharon Golderg;

che il Ministro Regionale di Bruxelles, Celine Fremault, ha bloccato la sperimentazione del 5G dichiarando che “servono standard di sicurezza” e “non si può vendere la salute del cittadino”;

che più di duecento Sindaci di Comuni italiani hanno bloccato la sperimentazione del 5G fino a quando non si provveda ad una verifica della tecnologia prima dell’installazione;

che con una sentenza dell’11.10.2018 anche il Tribunale di Newcastle, Inghilterra, si è espresso nel senso che “ci sono prove sufficienti per concludere che i nuovi array 5G intelligenti messi sulla parte superiore dei nuovi lampioni a LED emettono frequenze di radiazione cancerogene di Classe 1, ovvero certezza cancro e dovrebbero essere considerati un pericolo pubblico”.

“Tutto ciò premesso, ritenuto e considerato” l’avvocato Giuseppe Cannizzo
chiede “di sapere se sono state inoltrate al Comune di Alcamo richieste, da parte di compagnie telefoniche, riguardanti l’installazione di impianti e/o antenne con tecnologia 5 o se, attualmente, sono state installate antenne con tale tecnologia”; in tal caso si chiede, ai sensi dell’art. 22 e ss. della L. n. 241/90 e ss.mm.ii. di potere esercitare il diritto d’accesso ai documenti amministrativi, mediante rilascio di copia di:

tutti gli atti relativi e conseguenti ad ogni istanza e/o progetto riguardante il Comune di Alcamo che preveda l’impiego della tecnologia 5G, nonché ogni altro atto ad essi connesso e/o collegato;

di tutti gli atti relativi all’eventuale installazione delle antenne telefoniche per l’implementazione della tecnologia 5G ivi incluse le autorizzazioni ad oggi rilasciate ai sensi del D. Lgs. n. 259/2003, nonché ogni altro atto ad essi connesso e/o collegato;

di ogni eventuale parere tecnico e scientifico relativo all’implementazione della tecnologia 5G nel territorio del Comune di Alcamo”.

L’avvocato Cannizzo chiede di ricevere i documenti a mezzo posta elettronica certificata… e dichiara ai sensi del comma 1, lett. b), dell’art. 22 della L. n. 241/90, “che sussiste in capo ai richiedenti, in qualità di cittadini, un interesse diretto, concreto e attuale inerente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti ai quali è chiesto l’accesso, individuabile: (i) nel controllo sulla correttezza del procedimento istruttorio condotto dalla pubblica amministrazione su eventuali progetti e/o istanze riguardanti la tecnologia 5G nel Comune di Alcamo e degli atti ad esso conseguenti, anche alla luce del diritto alla salute costituzionalmente garantito all’art. 32 Cost. e del Principio di precauzione sancito dal diritto europeo e riversato nell’art. 3-ter D.Lgs. n. 152/2006, nonché (ii) nella verifica della legittimità del procedimento amministrativo con riferimento ai permessi rilasciati, tra l’altro e in particolare ai sensi del D.Lgs. n. 259/2003, per l’installazione delle antenne eventualmente già posizionate nel Comune di Alcamo”.

“Al contempo – scrive sempre l’avvocato Cannizzo – si diffida il Comune di Alcamo, nella persona del Sindaco pro tempore, nelle more di verifiche scientifiche che valutino l’impatto ed i rischi di tale tecnologia 5G sulla salute umana e sull’ambiente, a non autorizzare l’installazione di antenne o impianti con tecnologia 5G nonché all’immediata sospensione ed interruzione della sperimentazione della suddetta tecnologia eventualmente intrapresa nel Comune di Alcamo”.  e si

“Decorsi infruttuosamente gg. 30 dalla presente – conclude la richiesta di accesso agli atti – si vedrà costretto ad adire l’autorità giudiziaria, in tutte le competenti sedi, a tutela degli interessi e dei diritti dei propri assistiti. La presente vale quale atto di costituzione in mora ad ogni effetto di legge”.

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