Naro: dal sindaco “No” al 5 G. Sì invece di Palermo e Catania. I cittadini lo sanno?

29 aprile 2020

Ce lo chiediamo perché il senatore Saverio De Bonis ha sollevato dubbi su una possibile correlazione tra diffusione del Coronavirus e la presenza delle antenne del 5 G. In ogni caso – visto che siamo ancora in democrazia – sarebbe bene sapere cosa pensano i cittadini di Palermo e Catania. Cosa pensano nel capoluogo siciliano i ‘compagni’ di Rifondazione comunista? L’elenco di tutti i Comuni siciliani che hanno bloccato il 5 G 

Il Comune di Naro – piccolo centro alle porte di Agrigento – ha bloccato la sperimentazione del 5 G. Lo ha deciso il sindaco, Maria Grazia Bandara, con propria determinazione.

Naro è il primo Comune della provincia di Agrigento (e speriamo che non sia il solo) a bloccare l’uso di una tecnologia della quale si conosce poco o nulla. Le ‘autorità’ nazionali e internazionali dicono che il 5 G non fa male alla salute: e questo è un ottimo motivo per bloccare tutto!

Il ragionamento della sindaca Maria Grazia Bandara non fa una grinza. La prima cittadina di Naro – come hanno già fatto oltre 200 sindaci italiani – si sta limitando ad applicare il Principio di precauzione. Quando si dimostrerà, con i fatti, che la tecnologie 5 G non nuoce alla salute delle persone la sindaca eliminerà il divieto.

In Sicilia cresce il numero dei Comuni che dicono “No” al 5 G. Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia del blocco del 5 G deciso dal sindaco di Messina, Cateno De Luca. 

Un “No” è arrivato anche dal Comune di Palazzolo Acreide, provincia di Siracusa.

Pure Cefalù ha detto “No” al 5 G.

Anche il Comune di Rosolini, sempre provincia di Siracusa, ha detto “No” al 5 G.

Anche Collesano, provincia di Palermo, ha detto “No” al 5 G.

Stop al 5 G anche nel Comune di Tremestieri Etneo.

Stop al 5 G anche a Pedimonte Etneo.

Qui di seguito l’elenco completo dei Comuni siciliani che hanno bloccato il 5 G:

Castelmola
Delia
Cefalù
Giardini Naxos
Modica
Nicosia
Palazzolo Acreide
Polizzi Generosa
Rosolini
Troina
Siracusa
Piedimonte Etneo

Messina
Novara di Sicilia
Naro
Patti
Tremestieri Etneo
Collesano

Leggiamo che sta per arrivare il 5 G a Palermo e a Catania.

Chiediamo ai sindaci di Palermo e di Catania, Leoluca Orlando e Salvo Pogliese: avete ascoltato cosa pensano i cittadini di questa nuova tecnologia? Sono d’accordo?

Ancora: i Consigli comunali di Palermo e Catania si sono pronunciati?

Su Palermo chiediamo a Sinistra Comune: ‘compagni’ di Rifondazione comunista e ‘compagni’ vari: anche voi siete d’accordo per il 5 G? Risponderete, o farete come i grillini, che ancora non hanno spiegato cos’hanno combinato con l’articolo 82 del Decreto Cura Italia?

Poniamo questa domanda anche alla luce di quanto ha scritto il senatore Saverio De Bonis su una possibile correlazione tra 5 G e diffusione del Coronavirus:

“Dopo due anni dalle nostre battaglie per salvaguardare la salute e l’ambiente, apprendiamo da un consigliere di Palazzo Chigi (Gunter Pauli) che ci possa essere una correlazione tra 5G e diffusione del #Covid-19. Riporto le sue dichiarazioni su Twitter:

‘La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta nel 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia’. Sul 5G abbiamo più volte invocato la precauzione e la moratoria, ma abbiamo ricevuto le risposte tranquillizzanti della Deputata e sottosegretaria Liuzzi che ha sempre incoraggiato questo innovativo 5G tanto da farlo installare pure a Matera, Capitale europea della Cultura 2019”.

(Qui per esteso l’intervento di Saverio De Bonis)

Ricordiamo che il dibattito sul 5 G va avanti da tempo.

Ricordiamo la presa di posizione del Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori):

“Con un esposto inviato alla Procure della Repubblica di Catania, Palermo, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, Trapani, Enna, Messina e Agrigento il Codacons ha chiesto alla magistratura di aprire approfondite indagini sul 5G, anche a seguito della decisione di alcuni paesi di limitare la diffusione della nuova tecnologia. Il fenomeno dell’ inquinamento elettromagnetico, sempre più diffuso nelle città, desta una crescente preoccupazione per i rischi che possono derivare alla salute umana e alla salubrità dell’ ambiente – spiega il Codacons – L’ impossibilità, ad oggi, di valutare le emissioni delle antenne che utilizzano la tecnologia 5G, vista la mancanza di informazioni tecniche e in assenza delle garanzie necessarie circa il rispetto degli standard sulle emissioni, impone di avviare approfondite indagini a tutela della salute dei cittadini. A riprova della assoluta mancanza di evidenze tecnico-scientifiche che garantirebbero la sicurezza della nuova tecnologia 5G, si evidenzia come il ministro dell’ Ambiente della regione di Bruxelles abbia bloccato la tecnologia 5G; decisioni analoghe sono state adottate anche da alcune città degli Stati Uniti. Quindi è necessario assumere un atteggiamento responsabile, che induca all’ applicazione del principio di precauzione, attraverso la fissazione a livello legislativo di norme di sicurezza e di limiti di esposizione per tutelare la salute e l’ ambiente – afferma ancora il Codacons. Per tali motivi il Codacons ha chiesto alle Procure siciliane “di predisporre tutti i controlli necessari per lo svolgimento di rigorose verifiche volte ad accertare se il sistema 5G possa rappresentare un serio rischio per la salute umana e ambientale”, aprendo indagini sul territorio per “pericolo per la sicurezza e l’ incolumità pubblica, oltre alla possibilità di configurarsi di fattispecie quali violazione dell’ art. 32 della Costituzione e concorso nei suddetti reati, danno ambientale, art. 328 c.p. e ogni fattispecie criminosa che venisse individuata dalla s.v.”

Foto tratta da Wikipedia

Elenco dei Comuni siciliani No 5 G in aggiornamento

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