In arrivo nel porto di Pozzallo una bella nave carica di grano!/ MATTINALE 509

20 gennaio 2020

La notizia ci è arrivata da Giuseppe Scarlata, titolare di un’azienda agricola in Sicilia. Che grano ci porteranno questa volta? Insomma: limoni dalla Turchia, olio d’oliva dalla Tunisia, il solito grano via mare. Lenticchie canadesi. Mandorle americane. Ma cos’è diventata la Sicilia? Il porto di mare di tutti i prodotti agricoli dell’universo mondo? 

Tra oggi e domani, nel porto di Pozzallo, dovrebbe arrivare l’ennesima nave carica di grano estero. A darci la notizia è Giuseppe Scarlata (nella foto sotto) agricoltore, titolare di un’azienda cerealicola in Sicilia e allevatore. Scarlata, per la cronaca, è stato uno dei protagonisti del Movimento dei Forconi siciliani nel Gennaio del 2012.

Considerato che siamo in Sicilia, dovrebbe trattarsi di grano duro. Provenienza? Questo non lo sappiamo. Del resto, cosa sappiamo noi del via vai dei prodotti agricoli, freschi e trasformati che partono e arrivano in Sicilia?

“Sappiamo – ci dice Scarlata – che in Sicilia non se ne può più del grano duro estero, soprattutto canadese, che arriva con le navi. Tutti siamo convinti che la nostra Isola deve valorizzare il proprio grano duro. però il grano esterno continua ad arrivare con le navi”.

La Regione siciliana farà qualcosa? “Questo non lo so – ci risponde Scarlata -. Mi auguro di sì. Anche perché, da notizia in mio possesso, sarebbe bene controllare la salubrità del grano che dovrebbe arrivare nelle prossime ore nel porto di Pozzallo”.

Ribadiamo: cosa sappiamo noi delle derrate alimentari che arrivano in Sicilia dall’universo mondo? Poco o nulla!

Sappiamo, ad esempio, che a Siracusa e dintorni si producono tra i migliori limoni del mondo e che questi limoni vengono esportati. Ma sappiamo anche che a Siracusa si importano limoni di pessima qualità, come la partita di limoni arrivati dalla Turchia sequestrata nei giorni scorsi.

Sappiamo che la Tunisia, nell’autunno dello scorso anno, ha avuto una produzione record di olive e che, di conseguenza, quest’anno, mezzo mondo verrà invaso dall’olio d’oliva tunisino.

La Sicilia è una Regione che – anche per una questione di prossimità – importa tanto olio d’oliva tunisino: prodotto, così ci dicono, che arriva in Sicilia per essere esportato negli Stati Uniti d’America e in Asia. C’è da crederci? Ma cosa sappiamo, noi, dell’olio tunisino che arriva nella nostra Isola?

Quello che sappiamo è che, qualche giorno fa, il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia, ha presentato un’interrogazione – rivolta ovviamente al Governo siciliano e, in particolare, all’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera – per avere notizie di un carico di 700 tonnellate di olio d’oliva tunisino arrivate in Sicilia. Il Governo regionale risponderà? Siamo in attesa della risposta a Sala d’Ercole, sede del Governo della nostra Isola.

Sui giornali continuiamo a leggere dell’importanza della Dieta Mediterranea, di quanto faccia bene alla salute e bla bla bla. Ma si fa finta di non sapere che la Dieta Mediterranea, oggi, è stata piegata alle esigenze di business della globalizzazione dell’economia: pomodoro e passata di pomodoro cinese, lenticchie e, in generale, legumi canadesi, pasta e pane al glifosato e via continuando.

Forse, oggi, la Dieta Mediterranea riescono a praticarla coloro i quali – nell’area mediterranea – riescono a portare in tavola solo prodotti a Km zero. Ma quante sono queste persone che godono di questa fortuna?

In Sicilia ci saranno, certo. Ma in Sicilia, tantissime persone, anche se non lo sanno, portano sulle proprie tavole prodotti ‘mediterranei’ che di mediterraneo non hanno proprio nulla: a cominciare dal pane, dalla pasta, dalle pizze prodotte con il grano che arriva con le navi, magari grano duro canadese!

Foto tratta da Radio Rtm

 

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