Schegge di storia 15/ L’inquietante figura di Albert Pike, il ‘Papa della massoneria’ che nel 1871 scriveva di tre guerre mondiali…

20 luglio 2019

Sembra incredibile, ma in una lettera che Alber Pike scrisse a Giuseppe Mazzini nel 1871, non solo prevede la Prima e la Seconda Guerra mondiale (spiegando anche le ragioni di tali Guerre!), ma prevede anche la Terza Guerra mondiale che “dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico”. Chi era questo inquietante personaggio? Non c’è un legame con quello che succede oggi nel mondo e, in particolare, in Europa?  

di Giovanni Maduli
componente della Confederazione Siculo-Napolitana e vice presidente del Parlamento delle Due Sicilie-Parlamento del Sud Associazione culturale

Nelle prime dieci puntate di questa rubrica abbiamo appurato, seppure in maniera estremamente concisa e certamente insufficiente, alcune innegabili verità relative alle violenze, alle torture, agli stupri, alle illegalità attraverso le quali furono aggredite e annesse la Sicilia ed il Sud. Verità che, come abbiamo scritto, non possono andare soggette ad “interpretazioni” di sorta. Verità che testimoniano inequivocabilmente cosa veramente fu quello che ancora, con un falso e subdolo eufemismo, viene indicato come “risorgimento”.

Nelle successive abbiamo visto “chi” volle, e perché, mettere fine ad un regno che, contrariamente a quanto ci si è voluto far credere, con le sue equilibrate politiche sociali ed economiche caratterizzate da uno spiccato senso di solidarietà, rappresentava certamente un ostacolo all’affermarsi di quella borghesia di stampo capitalistico che, attraverso quelle atroci violenze, si impadronì del potere politico ed economico mortificando mortalmente le naturali e legittime aspirazioni del suo popolo.

In particolare, in questa puntata vedremo nei dettagli chi, quando e dove diede il via alle “spontanee” rivoluzioni del 1848 in tutta Europa, iniziando dalla Sicilia; quale era il “pensiero” del Mazzini; il ruolo e gli scopi della massoneria internazionale e gli strascichi che ancora oggi si trascinano secondo il parere diversi autori.


Per una prudenza tutta esteriore almeno fin verso il 1840, le massonerie, apparentemente rispettose dell’ordine stabilito, si contentano di sostenere dappertutto il liberalismo specialmente nelle classi borghesi ed aristocratiche che forniscono loro una buona parte della migliore clientela (…).

Non fa parte del nostro argomento entrare nei particolari delle sollevazioni che esse (le massonerie, n.d.r.), tramano nel corso dei trenta anni che dividono il Congresso di Vienna dalla rivoluzione del 1848.
(…)
Ma la più importante, la più diffusa, la più impenetrabile di queste società segrete è, incontestabilmente, la Carboneria divisa in “Vendite” sovrapposte le une alle altre alla maniera massonica, e dalla sommità delle quali l’ “Alta Vendita” internazionale, molto selezionata, dirige tutta la carboneria. Essa è palesemente in rapporto con i Supremi Consigli e il rito scozzese, di cui fa parte il F … Mazzini, e con i Grandi orienti. Ma il suo reclutamento nello stesso tempo aristocratico, cosmopolita e popolare non tarda a provocare nel suo seno dei conflitti tra i fautori della rivoluzione invisibile e corruttrice e quelli del partito d’azione violenta e immediata, alla testa dei quali si trova Mazzini. Dietro di lui e del F…Kossuth, l’agitatore ungherese, manovra segretamente l’alto F…Palmerston, ministro di Sua Maestà britannica.
Il partito dell’azione sommerge ben presto l’ “Alta Vendita”. Oltre alla sua missione più immediata, la caduta del potere temporale del Papa e l’unità italiana, Mazzini infiamma gli elementi più giovani per la rivoluzione totale. A Marsiglia egli fonda la “Giovane Italia”, un po’ più tardi lancia la “Giovane Germania”, poi la “Giovane Europa”.
Dunque cova il fuoco di una rivoluzione dalle dimensioni europee, la quale farà leva qui sul nazionalismo per l’indipendenza, come in Ungheria con Luigi Kossuth, là sullo stabilimento d’una costituzione liberale, che nel pensiero dei capi, speranzosi del pieno successo dell’impresa, spazzerà via i troni ed instaurerà dovunque la Repubblica o almeno il regime della Democrazia universale.
Questa è la ragione per cui si tiene a Strasburgo nel 1847 il famoso Convegno internazionale delle massonerie (grassetto d. scr.), che darà il segnale dell’operazione. Si conosce il seguito. Nel 1848 le rivoluzioni scoppiano dappertutto simultaneamente, come una scia di polvere.
(…)
Ma per prima cosa bisognava procedere all’unificazione dell’Italia, sotto la Casa di Savoia, ed abbattere il potere temporale del Papa. Quanto alla Francia, altra grande potenza cattolica, non ancora decristianizzata, una intesa cordiale con l’Inghilterra doveva dapprima neutralizzarla per assicurare, con la complicità di Napoleone III, la disfatta austriaca ed il successo della questione italiana, prima di lasciarla, isolata, in balìa dei colpi della Prussia.
Pierre Virion, Il Governo Mondiale e la Contro Chiesa, Controcorrente Edizioni, pag. 31, 32, 33, 37.


Il Mazzini intanto, per ricordare i doveri degli adepti suoi, in ottobre di quello stesso anno 1846, mandava scritto così: “Il cammino del genere umano è sempre tracciato da ruine; chi teme le ruine non comprende la vita. L’Italia oggi deve uscire dalla sua prigione, rompere i legami dei papi e degli imperatori; e purché si compiano suoi destini corran pure fiumi di sangue, le città si rovescine l’une sulle altre, e battaglie ad incendii, incendii a battaglie succedano. Non importa! Se l’Italia non dev’essere nostra, val meglio preparare la distruzione, e tale che ogni disfatta sia catastrofe finale. Però esortiamo popoli e soldati a seguir questo disegno, che nessuna città si lasci ritta al vincitore, e ch’esso trovi morte ad ogni passo. In tal guerra non si ceda, si distrugga. Sarà terribile; tutta la vita d’un popolo non sarà che un’opera di rivoluzione. Combattiamo dunque, e sterminiamo…”. Così questo Maometto del socialismo si lascia addietro gli Attila e i Genserichi, gridando civiltà e progresso. E i nostri governanti credevan sapienza il sopprimer coteste infamie, che rese pubbliche avriano a molti dissuggellati gli occhi.
Giacinto de’ Sivo, Storia delle Due Sicilie, Grimaldi & C Editori, Vol. 1^. pag. 85.


Mazzini intratteneva una fitta corrispondenza col Pike (1): ai fini del nostro studio sono ben significative due lettere in particolare: quella che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870 e quella del Pike a Mazzini datata 15 agosto 1871. Jean Lombard annota che questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede del Rito Scozzese di Washington, ma off limits, cioè di consultazione vietata; pur tuttavia la lettera di Albert Pike, scritta il 15 agosto 1871, venne una volta esposta al BritishMuseum Library di Londra. Là un ufficiale di marina canadese, il commodoro William Guy Carr (presente in veste di consulente per gli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945) potè prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro citato Pawns in the Game.
Il documento è curiosamente profetico e precorritore della sinistra triade “crisi – guerra – rivoluzione”, che ha tormentato il XX secolo. Ecco in che forma lo presenta il Carr:
“[…] La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli “Illuminati” di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli “Illuminati” fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni.
La Seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza fra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico, onde consentire lo stabilimento in Palestina dello stato sovrano d’Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale si doveva costituire un’Internazionale Comunista altrettanto forte dell’intera Cristianità. A questo punto quest’ultima doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale ”.
Può una persona informata negare che Roosevelt e Churchill hanno realizzato questa politica?
“La Terza Guerra mondiale dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere orientata in modo che Islam (incluso lo Stato d’Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte fra loro, saranno in tal frangente forzate a combattersi fra loro fino al competo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed economico”.
[…] Il 15 agosto 1871 Pike disse a Mazzini che alla fine della terza Guerra Mondiale coloro che aspirano al Governo Mondiale provocheranno il più grande cataclisma sociale mai visto. Si citano qui le parole scritte dallo stesso Pike nella lettera che si dice catalogata presso la biblioteca del BritishMuseum di Londra:
“Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l’effetto dell’ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno privi di orientamento alla ricerca di un ideale, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo! “
“Quando Mazzini morì nel 1872 – prosegue ancora il Carr – nominò suo successore un altro capo rivoluzionario, Adriano Lemmi. A Lemmi più tardi sarebbero succeduti Lenin e Trotzki. Le attività rivoluzionarie di tutti costoro vennero finanziate da banchieri inglesi, francesi, tedeschi e americani. Il lettore deve avere presente che i banchieri internazionali di oggi, al pari dei cambiavalute dei tempi di Cristo, sono solo strumenti e agenti degli Illuminati. Mentre al grande pubblico era lasciato credere che il Comunismo è un movimento di lavoratori per distruggere il Capitalismo, gli ufficiali dei Servizi di Informazione inglesi e americani erano in possesso di autentici documenti comprovanti che capitalisti internazionali operanti attraverso i loro istituti bancari avevano finanziato entrambe le parti in ogni guerra e rivoluzione combattute dal 1776 ”.
Epiphanius, Massoneria e sette segrete, Controcorrente Edizioni, pag. 163, 164, 165, 166.

(1) Albert Pike è stato un generale, avvocato, scrittore, massone statunitense, chiamato da molti il «papa della massoneria». Pubblicò numerosi opuscoli per incitare alla battaglia contro il cattolicesimo romano ed il papato e portare avanti gli ideali della rivoluzione francese in Europa e nel mondo.


Anche dopo l’Unità, la massoneria fu presente nel contesto politico – economico dell’Italia, specialmente attraverso il gran maestro del Grande Oriente Adriano Lemmi, che fu amico di diversi personaggi importanti dell’epoca, compreso Francesco Crispi.
Lo stesso Lemmi, in una tavola del 1886, scriveva:” E’ necessario che gli uomini messi al governo degli Stati o siano nostri Fratelli o perdano il potere… Le logge massoniche… debbono anzitutto scendere in campo e apertamente lavorare per il più rapido conseguimento dei nostri ideali. Il pretesto per avviare una potente campagna di delegittimazione delle persone non appartenenti alla massoneria era quello di contrastare il potere del Vaticano, nascondendo che si trattava di estromettere il popolo e di creare un sistema controllato da pochi.
Per fare in modo che la massoneria avesse più potere, si parlò, in alcuni casi, di “rigenerazione della massoneria”. Ne parlò il maestro massone Giovanni Bovio a proposito delle Logge del Mezzogiorno d’Italia. Egli, nel 1888, illustrò in un documento le otto commissioni da creare per il “rilancio della massoneria”. Fate dunque che il popolo senta l’influsso di una mano fraterna, che opera non veduta, e tanto più la senta benefica, quanto meno visibile”.
Lemmi fu coinvolto nello scandalo finanziario della Banca Romana (1892 – 1893), causato dalla Loggia Propaganda. La Loggia Propaganda era stata istituita nel 1877 dal gran maestro Giuseppe Mazzoli e successivamente rafforzata dal banchiere Adriano Lemmi, che aveva attirato non pochi banchieri ed esponenti importanti del mondo politico ed economico dell’epoca. Dopo lo scandalo finanziario, che svelava come i massoni
saccheggiassero in vari modi per arricchirsi e per organizzare atti loschi, la loggia sarà marginalizzata e ritornerà forte a partire dal secondo dopoguerra, col nome di loggia Propaganda Due.
Antonella Randazzo, Dissimulazioni massoniche, Espavo edizioni, pag. 106, 107. 

Foto tratta da Altaterradilavoro.com

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