Coronavirus: utilizziamo la zona arancione della Sicilia per sostenere le imprese e chi non è a reddito fisso/ MATTINALE 488

6 novembre 2020

Proviamo a mettere da parte le polemiche sulla zona arancione appioppata indebitamente alla Sicilia e sfruttiamo le opportunità che offre, perché ci sono. Abbiamo la sensazione che il sole d’Autunno nasconda le possibili insidie dell’Inverno. Poiché la situazione si aggrava di giorno in giorno e poiché non sappiamo quello che ci aspetterà in Inverno, cominciamo a ragionare su come aiutare imprese e famiglie in difficoltà 

Il Coronavirus è ormai l’argomento del giorno. Speriamo di sbagliarci, ma abbiamo la sensazione che sarà così fino al mese di Marzo del prossimo anno. Come abbiamo già scritto, siamo i primi a riconoscere che aver classificato la Sicilia come zona arancione creerà un sacco di problemi ai tanti titolari di attività economiche della nostra Isola. E siamo i primi a riconoscere che la situazione, in Sicilia, almeno sulla carta, è meno grave rispetto ad altre Regioni del Centro Nord Italia.

Detto questo, proviamo a guardare la situazione da un’altra angolazione. Tanto per cominciare, togliamo subito di mezzo il paragone con la Campania. Se in Campania – e soprattutto a Napoli e dintorni – 80 persone su 100 per vivere (e, in alcuni casi, per sopravvivere) hanno bisogno di uscire di casa per inventarsi ogni giorno la vita, in Sicilia questa situazione riguarda non più di 10-15 persone su 100.

Il paragone tra Sicilia e Campania non regge. Lasciamo in pace napoletani e campani, che hanno già i loro problemi. Non non ce lo auguriamo proprio, ma la Campania, nei prossimi mesi, potrebbe diventare la Caporetto del Governo nazionale e del Governo di questa Regione.

Andiamo alla Sicilia. Noi non sappiamo, oggi, quale sia la situazione reale. Sappiamo però che appena si effettuano i tamponi, una percentuale che oscilla da 5 al 10% risulta positivo. In questo scenario la zona arancione appioppata alla Sicilia potrebbe diventare un’opportunità. 

Invitiamo tutti a una semplice riflessione. Cosa conosciamo, oggi, di questo virus? Ammettiamolo: poco o nulla. Al di là dell’ironia – che magari ci sta e ci mette pure di buon umore in un momento difficile – il fatto che persone che si occupano da decenni di microbiologia e di virus siamo arrivate a conclusioni opposte, oltre che a farci sorridere, ci deve pure fare preoccupare.

Proviamo allora ad attenerci ai comportamenti da tenere in presenza di malattie provocate da agenti invisibili. Sono cognizioni che Palermo, ad esempio, conosce dalla fine del ‘500, grazie al medico Gian Filippo Ingrassia al quale, non a caso, il capoluogo della Sicilia ha dedicato un ospedale.

Se è vero che in Sicilia il virus è già molto diffuso, cerchiamo di contenerlo. E l’istituzione della zona arancione ci aiuta. Invitiamo il Governo regionale siciliano di Nello Musumeci a mettere da parte le polemiche – per carità, legittime – sull’istituzione di questa zona gialla e a lavorare per aiutare le categorie sociali ed economiche in difficoltà.

Invitiamo l’attuale Governo regionale – e in particolare gli assessori all’Economia e alle Attività produttive – a istituire un tavolo permanente con i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali (Confesercenti, Confcommercio, le organizzazioni degli artigiani, i rappresentanti dei titolari delle partite IVA e via continuando) per organizzare il sostegno alle imprese in difficoltà e, in generale, per il sostegno a chi non ha un reddito fisso. Questo perché nei prossimi mesi la situazione, già grave, potrebbe peggiorare.

Il Governo nazionale con il Decreto ristoro ha stanziato non sappiamo quanti miliardi di euro e ne sta stanziando altri con un altro provvedimento? Bene. E’ su questo tema che va incalzato il Governo nazionale. Vediamo quante risorse arriveranno da Roma a sostegno della Sicilia.

Il Governo nazionale prima ha detto alla politica siciliana di inserire nella legge regionale di stabilità 2020 i fondi POC e poi li ha bloccati. Il risultato è che nei conti della Regione mancano all’appello 1,4 miliardi di euro circa. Noi abbiamo provato a illustrare come stanno le cose: di certo il Governo regionale ha più strumenti di noi per spiegarlo meglio.

Nascondere la polvere sotto il tappeto, su un argomento così delicato, non serve a niente! Anche sulla mancata riprogrammazione di questi fondi POC il Governo regionale incalzi il Governo nazionale: poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità davanti a 5 milioni di siciliani.

In questo momento l’obiettivo del Governo regionale siciliano non è quello di polemizzare con Roma, ma di trovare risorse per aiutare i Siciliani in difficoltà, il cui numero, nei prossimi mesi, potrebbe anche aumentare e non di poco.

Cerchiamo di guardare alla realtà per quella che è. Al di là di quello che dicono gli scienziati, ci sono dati inconfutabili. Da quando siamo passati dall’Estate all’Autunno il numero di positivi, di malati e di ricoverati nei reparti di terapia intensiva è cresciuto. E con l’arrivo dell’Inverno potrebbe aumentare considerevolmente.

Mettiamo da parte anche le polemiche sui reparti di terapia intensiva che non sono stati istituiti. E partiamo dal presupposto – assolutamente razionale – che anche i mille e più reparti di terapia intensiva che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha meritevolmente istituito in un paio di mesi, nel caso in cui la malattia dovesse schizzare all’insù, non servirebbero a nulla.

Non è con i reparti di terapia intensiva che si fronteggerà un’eventuale esplosione di questa malattia virale: bisogna invece evitare che tale malattia esploda. Oggi le polemiche sulla sanità siciliana sollevate da PD e grillini sono sterili e inutili. Il Governo regionale e il Parlamento siciliano lascino perdere i rappresentanti di queste due vacue e fatue forze politiche per occuparsi di cose più serie.

Guardiamo alla realtà. Da qualche giorno siamo entrati nel secondo mese d’Autunno: e già la situazione, in tutta l’Italia, è problematica. Purtroppo il trend è crescente. Abbiamo davanti il completamento del secondo mese d’Autunno, il terzo mese d’Autunno e i tre mesi d’Inverno. Quello che potrebbe succedere non lo sappiamo: ma dobbiamo mettere nel conto il peggio.

In questo scenario – lo ribadiamo – la zona arancione è un’opportunità. Cerchiamo di tenere comportamenti razionali, discostandoci da un Governo nazionale che non sta mettendo nel conto il possibile peggioramento della situazione sanitaria: altrimenti non avrebbe aperto le scuole e non continuerebbe a ‘imbarcare’ migranti dal Nord Africa dove il virus è già ampiamente diffuso (in Tunisia, da oltre un mese, proprio per l’emergenza Coronavirus, vige il ‘coprifuoco’, ma il Governo nazionale fa finta di non saperlo e Lampedusa in queste ore è piena di migranti che arrivano proprio da quelle parti!).

Non invidiamo le Regioni del Centro Nord Italia che sono state lasciate senza prescrizioni. In Sicilia abbiamo ancora a disposizione un altro mese di estate di San Martino. Utilizziamolo bene.

 

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