Fondi POC/ ‘Buco’ di quasi un miliardo e 400 milioni di euro per la Regione siciliana. Difficoltà per i Comuni

4 novembre 2020

Questi soldi – fondi POC – erano stati inseriti nella legge di stabilità regionale 2020. Sono fondi europei che non si ‘materializzeranno’. Tagli pesantissimi per i Comuni, per la scuola e per il turismo. Le responsabilità dei passati Governi di centrosinistra. E l’errore del Governo Musumeci, nel Gennaio del 2018, quando ha avallato lo scippo dell’IVA da parte dello Stato 

Niente soldi per i Comuni siciliani. Niente soldi per le scuole. Niente soldi all’IRFIS che dovrebbe sostenere le imprese siciliane. Niente soldi per le attività turistiche. Niente soldi per gli artigiani. E via continuando. Sono i fondi del POC (Programma Operativo Complementare) – quasi un miliardo e 400 milioni di euro – che sono stati inseriti nella legge di stabilità regionale 2020, ma che non arriveranno, perché è stato impossibile riprogrammarli.

La notizia non è nuova, perché i dubbi su questi fondi POC ci sono sempre stati. Nei giorni scorsi il parlamentare regionale Danilo Lo Giudice ha messo in evidenza l’emergere di alcune “contraddizioni importanti, prima fra tutte l’impossibilità di coprire i 115 milioni inerenti il Fondo Investimenti degli enti locali, tramite l’impiego dei fondi POC; infatti nella seduta del 20 ottobre 2020 della Conferenza Regione – Autonomie Locali in relazione al Fondo investimenti dei Comuni di cui al comma 5 dell’art.6 della legge regionale 5/2014, viene evidenziato che – secondo quanto comunicato dal Dipartimento regionale della Programmazione – risulterebbe impossibile finanziarlo con le risorse del POC come previsto con la legge di bilancio regionale (L.r. n.10/2020)”.

Insomma, anche se non se ne parla molto, i fondi POC non ci sono: e per gli enti locali siciliani vengono meno circa 300 milioni di euro e, tra questi, i 115 milioni di euro che servono agli stessi Comuni per pagare le rate dei mutui.

“Queste risorse – continua Lo Giudice – sono state chiaramente inserite nei bilanci degli enti locali, e una mancata erogazione rappresenterebbe una criticità non superabile; se a questo aggiungiamo un’altra paventata ipotesi, ovvero quella di trasferire le risorse del fondo perequativo non come entrata corrente, bensì in conto capitale, questo tecnicismo determinerebbe uno squilibrio di bilancio impossibile da sanare”.

Traduzione: siccome non ci sono i soldi del POC si fa finta che si tratta di investimenti da spendere negli anni successivi e il gioco è fatto. O quasi. Perché intanto bisognerebbe capire quando spunteranno questi soldi per gli investimenti. E poi – cosa forse più pressante – bisogna trovare i soldi dei capitoli della Finanziaria regionale 2020 rimasti vuoti!

Vediamo adesso di illustrare, per grandi linee, i capitoli della Finanziaria regionale 2020 che sono stati finanziati con i soldi del POC che non ci sono.

Nel complesso, come già ricordato, mancano all’appello quasi un miliardo e 400 milioni di euro.

La voce più grossa riguarda gli enti locali dell’Isola, per lo più i Comuni e qualcosa per le ex Province: 300 milioni di euro che provocheranno serissimi problemi di bilancio ai Comuni che avevano inserito questi fondi nei propri bilanci!

Brutte notizie per il bonus Sicilia: mancano 150 milioni di euro.

Non ci sono i 140 milioni di euro che l’IRFIS avrebbe dovuto utilizzare per sostenere operatori economici e professionisti.

All’IRFIS vengono a mancare anche altri 100 milioni di euro per il sostegno alle famiglie.

Poi c’è un ‘buco’ di altri 100 milioni di euro che fa riferimento al comma 2 dell’articolo 9 della legge regionale di stabilità.

Brutto il ‘buco’ di 75 milioni di euro per le attività turistiche siciliane in un momento in cui questi soldi sarebbero serviti, visto che l’emergenza Coronavirus ha di fatto bloccato il turismo.

Brutte notizie per il mondo della Formazione professionale siciliana: saltano i 15 milioni di euro per il Fondo di garanzia e altri 10 milioni di euro per l’aggiornamento.

Nella scuola saltano 15 milioni di euro per la Didattica a distanza (proprio quando servirebbero alla luce del DPCM di queste ore); saltano 25 milioni di euro per il potenziamento delle sedi didattiche delle scuole e 20 milioni di euro per contenere la dispersione scolastica; saltano 5 milioni di euro per il potenziamento delle scuole; saltano 5 milioni di euro per l’alloggio degli studenti; saltano 6 milioni di euro di benefici per gli studenti universitari; saltano 8 milioni di euro per le borse e i dottorati in Medicina; e addio anche ai 4 milioni di euro per il contributo una tantum per gli studenti universitari.

Addio anche ai 40 milioni per il Fondo artigiani.

Addio ai 15 milioni di euro per le cooperative.

Le aziende agricole perdono 50 milioni di euro.

I pescatori perdono 30 milioni di euro.

Le società partecipare perdono 30 milioni di euro.

Riscossione Sicilia perde 25 milioni di euro.

Immobili demaniali e privati perdono 50 milioni di euro a testa.

Insomma, un disastro!

Tanto per gradire, mettiamola così, il parlamentare Lo Giudice ricorda anche la mancata erogazione del 70% del fondo per i “buoni spesa per le famiglie disagiate, di cui ad oggi non vi è certezza, così come anche le risorse destinate alle imprese che sono caduti in un assordante silenzio non più tollerabile”.

Di chi è la responsabilità di tutto questo? Viene da lontano.

Ci sono i due ‘Patti scellerati’ firmati nel 2014 e nel 2016 dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con l’allora presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

Ci sono i circa 10 miliardi di euro di crediti vantati dalla Regione siciliana cancellati nel 2015. E questo riguarda il centrosinistra.

E poi ci sono gli scippi dell’IVA alla Regione avallati nel Gennaio del 2018 dal Governo di Nello Musumeci.

Risultato: il disastro!

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