Cosa succederà al Sud e in Sicilia nel 2020? Azzardiamo qualche previsione/ MATTINALE 492

1 gennaio 2020

Purtroppo le nostre previsioni per il Sud e per la Sicilia non sono buone. A cominciare dall’Autonomia differenziata, che verrà applicata senza i Lep, scippando al Sud una barca di soldi! L’unico modo per sovvertire le nostre previsioni negative – che si basano su dati oggettivi – risiede nell’avvio di una santa protesta sociale 

Cosa succederà nel Sud Italia in questo 2020? E cosa succederà in Sicilia? Solo i maghi sono in grado di prevedere il futuro. Gli analisti e i commentatori del 1972 – come potete osservare nella foto sopra – non sono stati tanto bravi.

Nel 1972 c’era la Cassa per il Mezzogiorno ed era iniziata la fase due della stessa Cassa: alle grandi infrastrutture da realizzare nel Sud, progettate direttamente da Roma, si erano aggiunti i ‘Poli di sviluppo’, tutti industriali.

L’euforia era tanta. Pensate che, in Sicilia, gli abitanti di Priolo e Melilli da una parte e gli abitanti di Noto dall’altra parte litigavano per accaparrarsi gli investimenti industriali.

I risultati ottenuti a Taranto con l’acciaieria Italsider (oggi ex ILVA) e in provincia di Siracusa tra Priolo, Melilli e Augusta sono sotto gli occhi di tutti: poca occupazione, inquinamento senza regole, malati e morti, morti, morti…

Non solo. Se nel 1972, a ventidue anni dall’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud segnava una tendenziale riduzione, oggi il divario è in aumento, perché lo Stato italiano non ha abbandonato il Sud: lo ha massacrato e continua a massacrarlo!

Ma andiamo ai nostri giorni.

La prima notizia, che riguarda tutto il Sud – e quindi anche la Sicilia – non è bella. La notizia è che, a prescindere dal risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna, le Regioni del Nord applicheranno l’Autonomia differenziata senza il preventivo calcolo dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA SENZA LEP – Ciò significherà che alle Regioni del Sud Italia – già rese povere dagli scippi dello Stato centrale che vanno avanti dal 1860 – verranno tolti altri 62 miliardi di euro circa all’anno! Ciò, in primo luogo, significherà meno soldi per la sanità pubblica (che è già un mezzo delirio), meno soldi per la scuola e, quello che non vi dicono, meno soldi per i Comuni del Mezzogiorno già ridotti all’osso!

Non date retta a quelli che vi dicono:

“Tranquilli, abitanti del Sud Italia: se in Emilia Romagna, alle elezioni regionali, vincerà il centrosinistra, cioè il PD, il Governo Conte bis bloccherà tutto e non ci sarà l’Autonomia differenziata senza Lep”.

Ora, a parte il fatto che il PD, in Emilia Romagna, ha promesso ai propri elettori l’Autonomia differenziata, a parte il fatto che potrebbe non vincere le elezioni, ma anche se dovesse vincere il PD, il centrosinistra di questa Regione avrebbe sul collo il fiato della Lega di Salvini e non potrebbe certo rimangiarsi l’impegno con i propri elettori, come hanno fatto i grillini che, infatti, stanno scomparendo.

Morale: sia che le elezioni regionali in Emilia Romagna le vinca il centrosinistra, sia che le vinca la Lega di Salvini, l’Autonomia differenziata senza i Lep verrà applicata e per il Sud sarà una nuova tragedia sociale.

TARANTO? L’INQUINAMENTO NON SI FERMERA’ – Abbiamo brutte notizie anche per Taranto e per i suoi cittadini. Sia che rimanga il gruppo imprenditoriale ArcelorMittal, sia che subentri lo Stato italiano, gli impianti inquinanti per la produzione di acciaio resteranno in funzione e continueranno a inquinare la città.

Questo avverrà per un motivo semplice: perché sul piatto della bilancia ci sono, da una parte, gli interessi economici del Nord; e, dall’altra parte, i veri interessi di Taranto: questi ultimi non riguardano solo la salute dei suoi cittadini (cosa già di per sé importantissima), ma la possibilità, per questa città, di ripensare a uno sviluppo economico senza l’inquinamento dell’acciaieria.

Alla fine, come sempre, prevarranno gli interessi economici del Nord Italia, anche perché il Governo Conte bis è nato per continuare ad affossare il Sud e per fare i soli interessi del Nord Italia; se qualcuno pensa che il Governo Conte bis tutelerà i veri interessi di Taranto e dei suoi cittadini si dovrà ricredere.

IL 34% DI INVESTIMENTI AL SUD? CAMPA CAVALLO! – Terza notizia per il Sud: contrariamente a quello che hanno promesso, Governo Conte bis e Parlamento non garantiranno il 34% degli investimenti del Bilancio dello Stato al Sud. Questa prescrizione risale agli anni del Governo di Massimo D’Alema – fine anni ’90 del secolo passato – e non è mai stata rispettata.

Da pugliese, D’Alema, allora Presidente del Consiglio, non esitò ad introdurre questa clausola. Ma poi non se n’è fatto nulla.

L’unica speranza, per fare applicare questa previsione di legge fino ad oggi ignorata, è legata all’Unione europea. Deve essere la Ue a chiedere al Governo nazionale italiano di turno l’applicazione del principio di addizionalità, facendo capire allo Stato italiano che, nel Sud Italia, i fondi strutturali europei non possono sostituire l’intervento ordinario dello Stato.

Ma, per fare questo, Bruxelles non ha che un mezzo: ‘bocciare’ la rendicontazione dei fondi europei di quelle Regioni – Sicilia in testa – che utilizzano le risorse del FERS (Fondo Europeo Regionale di Sviluppo) al posto dei soldi che dovrebbero essere tirati fuori, per esempio, dall’ANAS e dalle Ferrovie.

Noi ci auguriamo – tanto per essere chiari – che la Ue impugni la rendicontazione di oltre 470 milioni di euro chiusa ieri dalla Regione siciliana, almeno per la parte che riguarda ANAS, Ferrovie e Vigili del fuoco: la Regione siciliana, infatti, non può utilizzare i fondi europei in sostituzione dei fondi dello Stato!

BUONE NOTIZIE PER IL GRANO DURO – Una buona notizia, per il Sud, riguarda il grano duro. Se le previsioni di Mario Pagliaro sono esatte – e fino ad ora lo sono state – quest’anno, nel mondo, ci sarà una riduzione della produzione di grano duro. Questo, nonostante la speculazione al ribasso del prezzo del grano duro del Sud – speculazione al ribasso che i Governi italiani che si sono succeduti dal 2016 ad oggi non hanno mai bloccato – provocherà un aumento del prezzo di questo cereale.

Un motivo in più, per gli agricoltori del Sud Italia, per non sottoscrivere contratti di filiera con le industrie della pasta: tenetevi il grano duro per voi e, soprattutto, aiutateci a denunciare l’invasione di grano estero – grano canadese in testa – che arriva in Italia con le navi!

OLIO D’OLIVA EXTRA VERGINE? SEMPRE PIU’ GIU’ – Brutte notizie, invece, per l’olio d’oliva extra vergine del Sud: la speculazione per affossare questo prodotto continuerà: ci saranno sempre l’olio d’oliva tunisino e l’olio d’oliva deodorato. L’obiettivo è quello di far fallire i produttori di olio d’oliva extra vergine del Sud per togliergli i terreni.

Gli interessi  sono elevatissimi: con molta probabilità, dietro, ci sono gruppi internazionali.

Una buona notizia per il Sud – come leggete, alterniamo una notizia buona e una cattiva – è la crisi della Grande distribuzione organizzata, che si accentuerà. Eliminare questa stortura, che sta desertificando le nostre città, facendo chiudere migliaia di negozi artigianali, dipende anche da noi: fin dove possiamo, noi meridionali dobbiamo acquistare i prodotti del Sud (CompraSud) presso i negozi artigianali, presso i mercati locali o presso le aziende agricole. Proviamo a frequentare sempre meno i Centri commerciali!

PUGLIA E CALABRIA: O LA PADELLA O LA BRACE – Brutte notizie per la Puglia e la Calabria. In queste due Regioni si celebreranno le elezioni regionali. Stringi stringi, si è capito che non ci sarà alcuna novità: in tutt’e due le Regioni si fronteggeranno centrosinistra e centrodestra.

Risultato: pugliesi e calabresi dovranno scegliere tra la padella del PD (centrosinistra che in Puglia ha il volto di Michele Emiliano e in Calabria il volto di Pippo Callipo) e la brace del centrodestra che, in entrambe le Regioni, avrà il volto di Matteo Salvini.

In ogni caso, pugliesi e calabresi non avranno speranza: o il PD finirà di affossarli, o li affosserà la Lega di Salvini.

Dispiace scrivere questo: ma infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi non serve!

Andiamo alla Sicilia. La prima notizia-previsione che vi diamo è che, dopo le vacanze natalizie, dovrebbe esplodere una santa protesta. Ricordatevi che il Governo della tasse – al secolo il Governo Conte bis – ha previsto, tra le tante nuove tasse, anche un aumento del costo del diesel.

LA PROTESTA DEGLI AUTOTRASPORTATORI? – Il prezzo del diesel per gli autotrasportatori aumenterà. E, da oggi, aumenterà anche il costo del carburante delle navi. E siccome la Sicilia, fino a prova contraria, è ancora un’Isola nella quale i trasporti delle merci avvengono tutti su mezzi gommati, gli autotrasportatori siciliani saranno presi da due fuochi:

da una parte l’aumento del costo del diesel;

dall’altra parte gli armatori delle navi che, con molta probabilità, scaricheranno sui cittadini-utenti – e quindi anche sugli autotrasportatori – gli aumenti del costo del carburante delle navi, aumentando il prezzo dei biglietti.

In queste ore tutti si chiedono il perché dell’arresto di Nicoletta Dosio, storica pasionaria No TAV. Il perché è semplice: il Governo nazionale Conte bis, che massacrerà il Sud con la citata Autonomia differenziata senza Lep e che sta riempendo di nuove tasse gli italiani, sta mettendo le mani avanti. 

Il messaggio è chiaro: cari meridionali, vi stiamo bastonando, ma voi non vi dovete ribellare:

i tarantini si debbono tenere l’acciaieria e non debbono scendere in piazza a protestare;

gli autotrasportatori della Sicilia e, in generale, tutti gli autotrasportatori (in Sicilia questa categoria è doppiamente penalizzata, ma anche gli autotrasportatori del Nord subiranno l’aumento del prezzo del gasolio e, se verranno in Sicilia, dovendo attraversare lo Stretto di Messina, pagheranno anche loro gli eventuali costi del trasporto via nave maggiorati) non debbono scendere in piazza per protestare;

i pastori sardi – ai quali hanno fatto promesse che non sono state mantenute – non debbono scendere in piazza per protestare;

e via continuando.

Non è impossibile che, alla protesta degli autotrasportatori, si uniscano anche gli agricoltori siciliani.

I COMUNI SICILIANI E LA DISGRAZIA CHIAMATA PD – Per la Sicilia le nostre previsioni sono negative. I sindaci siciliani, ad esempio, forse un po’ troppo distratti (o, forse, in maggioranza, un po’ troppo legati a quella disgrazia di partito antimeridionale che va sotto il nome di PD), a quanto pare sono gli unici a non sapere che, nelle scorse settimane, tra il fuggi-fuggi dei presidenti delle Regioni meridionali, la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera alla citata Autonomia differenziata senza Lep.

Lo scorso 27 Dicembre i sindaci siciliani – sotto l’egida dell’ANCI Sicilia – si sono riuniti a Palermo per affrontare la pesantissima situazione finanziaria. Ma siccome non erano molto informati su Autonomia differenziata e Governo nazionale, come ha osservato il nostro amico Giuseppe Scarlata, si sono limitati a farsi gli auguri…

Un’assemblea sul nulla, quella dei sindaci a Palermo. Forse anche i sindaci – ma noi non ci crediamo perché, ribadiamo, molti di loro sono legati al PD – dovrebbero cominciare a protestare. Lo faranno?

Contratti di filiera per il grano duro: il senatore De Bonis attacca il gruppo Barilla e la Ministra Teresa Bellanova

Olé: altra nave con 300 mila quintali di grano a Bari. E il ‘Buon Capodanno’ dei canadesi! 

In Sicilia Grande distribuzione organizzata in crisi: tutto previsto da Domenico Iannantuoni

Nuova tegola sulle imprese siciliane, soprattutto agricole: aumento del costo per il trasporto merci (+25%?) 

L’assemblea dell’ANCI di Palermo? Un fallimento pressoché totale!

Foto tratta da CityNow

 

 

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