Ma come funziona il voto in Sicilia quando c’è di mezzo la vecchia politica?

2 dicembre 2019

Un avviso di garanzia è stato recapitato al parlamentare regionale Luca Sammartino. Questa vicenda ci offre l’occasione per ricordare e riflettere sulle tante, troppe anomalie che da qualche tempo caratterizzano sempre più spesso il momento elettorale in Sicilia 

Non sappiamo come finirà l’indagine avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania sulle elezioni politiche del marzo 2018. Vicenda che coinvolge anche il parlamentare regionale, Luca Sammartino, già esponente del PD, oggi uomo di punta in Sicilia di Italia Viva, il nuovo soggetto politico fondato da Matteo Renzi.

In quell’occasione, Sammartino – che qualche mese prima era stato rieletto all’Assemblea regionale siciliana – era candidato alle elezioni politiche nazionali (per la cronaca, non è stato eletto).

Sammartino – politico noto per il gran numero di consensi che raccoglie a Catania e provincia – non sembra preoccupato:

“Anche questa volta – leggiamo su Live Sicilia – sono sereno del mio operato e dimostrerò la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati nelle sedi competenti. Sono fiducioso nel lavoro della magistratura a cui va il mio rispetto per la funzione che svolge all’interno delle istituzioni democratiche. Affronto con assoluta tranquillità questa vicenda”.

Noi vogliamo commentare i fatti andando al di là di questa vicenda specifica. Per sottolineare che, in Sicilia, il momento elettorale sta diventando un po’ troppo problematico.

Come dimenticare il Video de Le Iene che raccontava di una possibile compravendita dei voti in occasione delle elezioni regionali siciliane del Novembre 2017?  

Poi la vicenda è stata chiusa: ma il dubbio rimane.

Noi ci siamo occupati del voto di scambio in un’inchiesta in tre puntate.

Abbiamo puntato i riflettori sul possibile monitoraggio delle sezioni elettorali:

“Volete che chi organizza questo sistema non sappia che esistono le sezioni elettorali? Lo sa benissimo: verosimilmente, quando acquista il voto si informa: ‘In quale sezione voti?’, è probabile che chieda a chi vende il proprio voto (e, magari, quello dei familiari). Così può avere il riscontro finale: sa da una sezione ha acquistato, per ipotesi, 50 voti, da quella sezione debbono venire fuori almeno 50 voti: di più sì, meno no”.

Ci siamo occupati degli elettori che tengono in piedi il sistema della vecchia politica siciliana.  

Ed anche della Sicilia che non va a votare: cittadini che, senza volerlo, non contribuiscono certo a cambiare in meglio la politica siciliana. 

Ci siamo anche occupati delle degenerazioni provocate da qualche elemento della Giustizia amministrativa, con riferimento alle elezioni regionali suppletive celebrate nel 2014 in alcune sezioni della provincia di Siracusa. 

Su Siracusa città, poi, pesano tanti dubbi sulle ultime elezioni comunali, dove si registra addirittura la scomparsa di voti! 

Non parliamo, poi, di come si svolgono le elezioni comunali a Palermo, se è vero che lo spoglio delle schede, alle ultime elezioni del Giugno 2016 è durato un mese! Noi, con più articoli, abbiamo documentato tante, troppo anomalie!

Chiudiamo questa carrellata con quello che abbiamo documentato in occasione delle ultime elezioni regionali siciliane. In un nostro articolo abbiamo scritto, senza mezzi termini di “Gravissime irregolarità”. 

Ogni vicenda che abbiamo illustrato fa storia a sé. Però se tutte queste elezioni le analizziamo e le studiamo in un quadro d’insieme sorge spontaneo il dubbio che in Sicilia c’è qualche cosa che non va.

Troppa arroganza da parte della politica – che poi, se ci riflettiamo, è tutta vecchia politica – quasi che tutto avvenga nell’olimpica certezza, da parte dei politici siciliani, che tutto sia consentito, perché nulla succederà.

Foto tratta da ZOOMsud.it 

 

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