Così l’ex Ministro Calogero Mannino confonde il PD per la DC… E dimentica il Sud!

17 novembre 2019

Con tutta la buona volontà, non riusciamo a comprendere il senso dell’intervista dell’ex Ministro Calogero Mannino a ‘Il Sussidiario’, almeno per la parte che riguarda l’acciaieria ex ILVA di Taranto e il Sud. Taranto dovrebbe tenere aperta l’acciaieria per tutelare gli interessi del Centro Nord Italia, compresi gli interessi di quell’Emilia Romagna che vuole la ‘Secessione dei ricchi’ contro il Sud? E perché? 

L’ex Ministro democristiano Calogero Mannino è sempre lucidissimo. Ma questa volta, nell’intervista rilasciata al Sussidiario.net, a nostro modesto avviso, sopravvaluta il Partito Democratico. E lo fa somigliare un po’ troppo alla Democrazia Cristiana. Il problema è che la vecchia DC aveva una classe dirigente – del quale lo stesso Mannino era autorevole esponente – mentre il PD, oggi più che mai, sembra un vuoto a perdere, dove – nella migliore delle ipotesi – operano le terze e quarte file di DC e Pci, più personale raccolto qua e là non si capisce come e dove.

E’ giusto che i nostri lettori si facciano una propria idea sul ragionamento politico di Mannino. Quello che a noi non convince, dell’intervista dell’ex Ministro, è la già accennata sopravvalutazione della classe dirigente del PD e la sua posizione sull’acciaieria ILVA o ex ILVA di Taranto e, in generale, sul Sud.

Dice Mannino:

“Il rischio mortale, che già stiamo correndo con il caso Ilva, è di dare un colpo fatale alla nostra credibilità, già oggi ridotta al lumicino. In secondo luogo, c’è un intero settore dell’industria italiana che, fermandosi Taranto, si può bloccare: dalla siderurgia minore alla metallurgia fino alla lavorazione delle leghe. Cioè da Piombino a un pezzo di Liguria, da tutta l’Emilia Romagna a Brescia, da Padova a Udine, si ferma un pezzo dell’economia italiana?”.

Ci chiediamo e chiediamo all’ex Ministro Mannino: ma da quando in qua a Piombino, in Liguria, nell’Emilia Romagna, a Padova e a Udine si sarebbero occupati del Sud?

Se non ricordiamo male, una commessa che sarebbe dovuta andare ai Cantieri Navali di Palermo è finita a Piombino. Mentre l’Emilia Romagna è una delle tre Regioni ‘intelligenti’ che ha chiesto l’Autonomia differenziata, detta altrimenti ‘Secessione dei ricchi’.

E i tarantini si dovrebbero sacrificare per tutela l’economia dell’Emilia Romagna? E perché? Anzi, questo è un altro buon motivo per chiudere l’acciaieria di Taranto. L’Emilia Romagna, la Liguria, Piombino, Padova e Udine hanno bisogno dell’acciaio? Bene: che se lo producano loro, magari utilizzando le modalità inquinanti che sono andate in scena a Taranto: così magari si rendono conto di quante sofferenze hanno inflitto a Taranto in tutti questi decenni!   

Con molta probabilità, l’ex Ministro democristiano ha ancora gli occhi pieni del Sud nella Prima Repubblica: e Mannino è stato un protagonista della Prima Repubblica, anche come Ministro del Mezzogiorno. Allora del Meridione ci si occupava: non a caso, sempre durante gli anni della Prima Repubblica, il divario tra Nord e Sud si è ridotto.

Ma Mannino non può ignorare che, dalla Seconda Repubblica in poi il Sud Italia è stato abbandonato a te stesso, come ricorda ogni anno la SVIMEZ.

Nell’analisi dell’ex Ministro Mannino sull’inquinante acciaieria di Taranto, insomma, non c’è il minimo accenno al dramma degli abitanti di una città martoriata dai veleni e dalle malattie, tumori in primo luogo: cosa, questa, che ci amareggia un po’, se è vero che l’ex Ministro è un uomo del Sud.

Detto questo, Mannino, come accennato all’inizio di questo articolo, sopravvaluta il PD: il fatto che in questa forza politica siano finiti esponenti della sinistra DC non significa che il Partito Democratico, oggi, abbia a disposizione le intelligenze politiche della sinistra democristiana: e si vede.

Oggi, il PD, è un partito che risponde agli interessi del liberismo dominante nell’Europa dell’euro: non a caso al Ministero dell’Economia è stato chiamato Roberto Gualtieri, uno dei personaggi legati alle ‘gesta’ non esattamente esaltanti della UE, dal Fiscal Compact al MES, come potete leggere in questo articolo. 

E non è un caso che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e lo stesso Ministro Gualtieri stiano gestendo le modifiche del MES in grande silenzio: come se queste modifiche non riguardassero la vita di tutti gli italiani!

 

QUI L’INTERVISTA DE IL SUSSIDIARIO A CALOGERO MANNINO  

Foto tratta da Antimafia Duemila

 

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