Renzi: prima ha ‘saccheggiato’ la Sicilia, ora torna a ‘liberarla’. C’è da ridere o da piangere?

11 novembre 2019

Il nostro non è pessimismo: è la dimostrazione oggettiva di una politica siciliana che ormai ha perso la bussola. Renzi da segretario del PD è stato ferocemente antimeridionale e ferocemente antisiciliano. Ed ecco che quattro deputati regionali siciliani sono pronti ad andare con lui insieme con uno stuolo di consiglieri comunali. Il Sud e la Sicilia che vanno con Renzi sono una contraddizione in termini. Come definire chi passa sotto le bandiere dei propri aguzzini?

Indro Montanelli diceva che “l’Italia è un Paese di contemporanei”. Gli italiani, secondo il grande giornalista, non conoscono la propria storia. Sotto questo profilo, i siciliani – politici e normali cittadini – che si accingono a passare, armi e bagagli, sotto le bandiere di Italia Viva di Matteo Renzi debbono essere sì molto italiani, ma in salsa siciliana. Perché in salsa siciliana? Perché evidentemente non conoscono la storia della politica siciliana degli ultimi cinque anni.

Lo Stato italiano non ha mai trattato bene la Sicilia. E’ stato così dopo la ‘presunta’ unificazione, poi con Giolitti, poi con il fascismo. Con l’avvento della Repubblica, nel 1948, le cose non sono migliorate: Luigi Einaudi, ad esempio, da buon piemontese, detestava la Sicilia e la sua Autonomia e ha fatto carte false per impoverire la Sicilia e il Sud.

La situazione, per il Sud Italia e per la Sicilia è un po’ migliorata negli anni della Prima Repubblica. Ma a partire dalla Seconda Repubblica il divario tra Centro Nord e Sud i tornato a crescere: e la tendenza non cambia, come documenta ormai da anni la SVIMEZ.

Detto questo, mai il Sud e la Sicilia hanno trovato un Governo più anti meridionale e antisiciliano del Governo Renzi.

Con Renzi a Palazzo Chigi il disinteresse verso il Sud è stato pressoché totale. Non solo i Governi di Renzi hanno praticamente azzerato l’intervento ordinario nel Sud con la scusa che tanto il Sud ha in fondi europei (cosa che non si può fare, perché i fondi strutturali europei debbono essere aggiuntivi e non sostitutivi rispetti a quelli dello Stato), ma – quando hanno potuto – hanno scippato al Sud risorse che erano del Sud.

Eclatante quello che ha fatto l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che trovò del tutto normale – era l’Ottobre del 2015 – scippare al Sud i fondi per le ferrovie perché, diceva, al Sud c’erano troppe rocce! L’anno successivo arrivò l’incidente ferroviario in Puglia, frutto degli scarsi interventi da parte dello Stato.

E si scoprì che il Governo Renzi aveva assegnato 4 miliardi e mezzo di euro alla rete ferroviaria del Centro Nord Italia e solo 60 milioni di euro per tutto il Sud!

Attenzione: questi sono dati ufficiali, che dovrebbero fare riflettere politici e cittadini del Sud che stanno schierando o si che vogliono schierare con Renzi.

Nel 2018 noi abbiamo documentato i tagli operati dal Governo Renzi alle nove Province siciliane. E lo abbiamo fatto dando la parola al vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta. Sono penalizzazioni incredibili che hanno colpito i cittadini siciliani.

Le strade provinciali abbandonate sono il frutto dei tagli alle Province siciliane voluti dal Governo Renzi.

Abbiamo documentato con un’inchiesta – facendo parlare le ‘carte’ – i tagli alla Regione siciliana voluti dal Governo Renzi e approvati dal Parlamento nazionale e dal Parlamento siciliano (nella passata legislatura erano a maggioranza di centrosinistra Camera, Senato e Assemblea regionale siciliana).

Quello che potete leggere in questi tre articoli – tagli e penalizzazioni a carico della Regione siciliana – sono atti ufficiali.

Dopo tutto quello che Renzi e i renziani hanno combinato alla Sicilia leggiamo che quattro parlamentari di Sala d’Ercole – Luca Sammartino, Giovanni Cafeo, Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo – si sono già dichiarati seguaci di Renzi in Sicilia. E che il 16 novembre, a Catania, Renzi si presenterà nella Sicilia che ha ‘saccheggiato’ come il politico pronto a difendere gli interessi della Sicilia!

Dicono che sarà un bagno di folla: che ci saranno 4 mila, 5 mila forse 10 mila siciliani ad applaudirlo!

Leggiamo che, in tutta la Sicilia, ci sono sindaci, assessori e consiglieri comunali che hanno aderito o si accingono ad aderire al Italia Viva di Renzi. Solo a Palermo, leggiamo sul giornale ilSitodiSicilia, ci sono già otto consiglieri comunali pronti ad aderire al nuovo partito di Renzi:

“Il gruppo di Italia Viva a palazzo delle Aquile sarà composto da quattro consiglieri comunali, Francesco Bertolino, Dario Chinnici, Carlo Di Pisa e Sandro Terrani, mentre il gruppo di ‘Sicilia Futura’ si rinominerà ‘Sicilia Futura per Italia Viva’ e sarà formato da Gianluca Inzerillo, Caterina Meli, Giuseppina Russa e Ottavio Zacco.

Noi non contestiamo che Renzi abbia lasciato il PD per posizionarsi al centro dello schieramento politico italiano. Così come non ci stupirà la probabile alleanza – o forse la fusione – dei renziani con Forza Italia (cosa che potrebbe avvenire prima delle elezioni regionali in Emilia Romagna).

Quello che noi non comprendiamo sono i meridionali in generale e i siciliani in particolare che aderiscono al nuovo partito di Renzi.

Renzi, da capo del Governo italiano, ha penalizzato scientificamente il Sud e, soprattutto, ha massacrato le finanze regionali. Se oggi, nella nostra Isola, intere categorie sociali sono penalizzate, se oggi tanti Comuni della nostra Isola sono senza soldi, se oggi, come già ricordato, le ex Province pagano solo gli stipendi ai dipendenti senza riuscire ad occuparsi delle strade provinciali e degli edifici scolastici, ebbene, se succede questo ed altro per problemi finanziari gravissimi, la responsabilità è del Governo Renzi.

I deputati regionali, i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali della Sicilia non sono a conoscenza di quello che ha combinato Renzi in Sicilia? O forse lo sanno e, appunto per questo, stanno abbracciando la fede renziana?

Ci torna in mente una riflessione di Attilio Castrogiovanni, uno dei padri nobili del Separatismo siciliano del secondo dopoguerra:

“Noi, come classe dirigente, eravamo pochi, perché pochi sono coloro che hanno in animo di dare senza prendere. Gli altri, quelli dei partiti, erano molti, perché molti sono coloro disposti a prendere senza dare. Questi ultimi hanno per patria chi li paga e la Sicilia non paga, laddove i partiti pagano lautamente e promettono ancora più generosamente, creando grandi masse di clienti che mangiano e, quando non possono, lo fanno, aspettano e sperano di mangiare. In simili condizioni tutta la classe politica dirigenziale Siciliana era ed è contro di noi ed è da domandarsi quale colpa possa avere il Siciliano medio se è indotto a seguire la grande massa di fanfaroni che lo ingannano, anziché i pochi che gli indicano la via del giusto e del bene”.

Abbiamo il dovere di avvertire i neo-renziani – non tanto gli eletti, quanto i cittadini siciliani che intendono andare dietro a questi signori – che le condizioni del Bilancio della Regione siciliana sono drammatiche proprio grazie al Governo Renzi. Insomma, da prendere, in Sicilia non c’è proprio nulla…

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