…e i grillini si svegliarono e dissero a Renzi, a Zingaretti e a Prodi: “Ehi, cuccia!” / MATTINALE 387

1 settembre 2019

Quando i cani diventano troppo discoli e si prendono la mano con tutto il braccio, i padroni, per ripristinare l’ordine, sono soliti dire: “Ehi, cuccia!”. E la stessa cosa hanno fatto i grillini di Luigi Di Maio con i vari Renzi, Zingaretti, Prodi e via continuando con il PD: “Tornate subito al vostro posto che qui le carte le diamo noi!”. E i piddini (ma anche le alte sfere istituzionali e la UE) sono subito tornati mansueti…  

Sin dall’inizio di questa difficile crisi di Governo abbiamo espresso la nostra posizione, che è stata piuttosto criticata da una parte dei nostri lettori. Abbiamo scritto che, a nostro avviso, da meridionali, un Governo senza la Lega di Matteo Salvini sarebbe stato migliore di un Governo con la Lega di Salvini. L’abbiamo scritto subito dopo l’apertura della crisi e lo confermiamo oggi: per noi non è cambiato nulla: senza i leghisti, va bene qualsiasi Governo.

Ciò significa che siamo favorevoli a un Governo con il PD? Se il PD, come dire?, può essere ‘usato’ per arginare la Lega, va bene anche il PD.

Ma su un punto bisogna intendersi: deve essere il Movimento 5 Stelle – che fino a priva contraria è il partito di maggioranza relativa – a tenere le redini del nuovo possibile Governo; invece, fino a prima dei venti punti programmatici che, molto opportunamente, Luigi Di Maio ha sbattuto in faccia ai dirigenti del PD, sembrava che fosse questi ultimi – e soprattutto Matteo Renzi e Romano Prodi – a reggere le fila del gioco e, quindi, del futuro, possibile Governo.

Per fortuna non sono passati sei anni, ma un paio di settimane da quando è stata aperta la crisi di Governo. E nessuno avrà dimenticato il ritorno, dalle nebbie del passato, dei citati Renzi e Prodi, che forse avrebbero fatto meglio a tacere.

Renzi – che all’inizio di questa legislatura ha ‘stoppato’ il Governo grillini-PD – è venuto fuori con interviste a destra e a manca sponsorizzando il Governo con il Movimento 5 Stelle. Per ora Renzi controlla il 70 per cento e forse più dei parlamentari del PD di Camera e Senato; se si dovesse andare al voto verrebbe ridimensionato.

E’ solo questo il motivo per il quale Renzi vuole l’accordo con i grillini? No. Il vero motivo l’ha illustrato con estrema chiarezza l’ex Ministro Calogero Mannino: Renzi, ha detto Mannino, sta strumentalizzando l’alleanza con i grillini: un’alleanza – e quindi un Governo con Di Maio e compagni – che gli serve per ‘sfilare’ il PD al segretario Nicola Zingaretti.

E’ evidente che, per un paio di settimane, la gestione della crisi di Governo – finita più nelle mani dell’Unione Europea e del Quirinale, piuttosto che nelle naturali sedi dei partiti – ha perso il senso della misura.

Un partito – il PD – che partiva dal 40% dei voti del 2014, passato quattro anni dopo al 18%, è diventato i protagonista della crisi.

Mentre i grillini – che, non dimentichiamolo, sono i vincitori delle elezioni politiche del 2018 – con il loro 32% e oltre sono stati relegati al ruolo di chi si deve limitare a prendere ordini!

Con la solita prosopopea e la solita spocchia che li contraddistingue, i dirigenti del PD e i mezzi d’informazione legati a questo partito politico di falliti hanno cominciato a pontificare a dettare lo spartito della possibile soluzione della crisi di Governo. Citiamo alcuni esempi.

Il Decreto Sicurezza? Va smantellato subito!

Il Ministero degli Interni? Va senz’altro assegnato al PD che ha ‘esperienza’ in materia.

Il Ministero dell’Economia? I grillini sono inadeguati: anche in questo caso, va assegnato al PD, partito ‘europeista’ e, quindi, in linea con le ‘intelligenti’ politiche economiche imposte alla UE dalla Germania: politiche che hanno portato la stessa Germania alla recessione economica (e questa, a nostro avviso, è una notizia grandiosa: prima affonderà la Germania, prima ci libereremo di quel lager chiamato Unione Europea dell’euro).

Il Ministero delle Infrastrutture? Anche questo va assegnato al PD: riuscite a immaginare il PD al Governo senza il controllo dei grandi appalti? Non scherziamo!

Il Ministero della Giustizia? Sono noti i rapporti ‘storici’ tra sinistra italiana e Giustizia (leggere ‘sconti per comitive’ assicurate da sempre a questa parte politica). Anche questo Ministero va dato al PD e, soprattutto, va tolto dalle mani del grillino Alfonso Bonafede che ha provato – addirittura! – a riformare la Giustizia, magari rivedendo, se non eliminando la prescrizione, senza la ‘benedizione’ della sinistra. Ma siamo matti?

In tutto questo si è ‘infilato’ un personaggio apparentemente ininfluente che si chiama Giuseppe Conte. Chiamato a Palazzo Chigi per mediare tra grillini e Lega, Conte è riuscito per oltre un anno a tenere un profilo basso. Con molta intelligenza ha fatto capire di essere finito lì per caso.

I primi a non capire il vero ruolo di Conte sono stati gli esponenti di centrosinistra e centrodestra. Che hanno cominciato ad ironizzare sul personaggio. Il massimo della volgarità istituzionale centrosinistra e centrodestra l’hanno toccato in Sicilia quando, nel settembre del 2018, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, Conte è venuto a Palermo in una scuola di Brancaccio.

Ebbene, in quell’occasione, benché invitati, né il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, né il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, si sono presentati all’appuntamento con Conte: ribadiamo: benché invitati!

Politici un po’ più avveduti di Musumeci e Orlando avrebbero dovuto pensare che, di solito, non si arriva a Palazzo Chigi per la legge della caduta dei gravi: ma questa è una riflessione politica che non si addice a chi, della politica, conosce solo il piccolo cabotaggio: non a caso Musumeci – che volendo non è un pessimo amministratore della cosa pubblica – guida una Regione semi-fallita, mentre Orlando è il sindaco di una città sempre più ciabattona che sprofonda, giorno dopo giorno, nel baratro.

In politica i risultati sono sempre lo specchio fedele dei personaggi che la incarnano…

Conte, invece, è molto più intelligente di quanto sembri. A quanto pare, sarebbe stato tra i protagonisti dell’elezione della presidente dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, dove i 14 europarlamentati del Movimeto5 Stelle sono stati determinanti.

Un’elezione, quella di Ursula von der Leyen, delfina della signora Merkel, che rappresenta il tradimento dei valori del Movimento 5 Stelle rispetto all’Europa: da euroscettici e fautori di un referendum sull’euro, il Movimento di Beppe Grillo è diventato, addirittura!, la stampella dei liberisti europei che, senza i grillini, avrebbero dovuto cedere la presidenza della Commissione UE a i Verdi! 

Anche se bravo a tenere un profilo bassissimo, pure Conte ha commesso un errore a non smentire subito i soliti commentatori della solita demenziale ‘sinistra’ italiana che l’hanno dipinto come l’uomo che si stava sbarazzando di Luigi Di Maio!

E’ in questo scenario che sono maturati i venti punti del programma che Di Maio, due giorni fa, ha sbattuto in faccia ai dirigenti del PD. Con l’avvertimento: o così o si va alle elezioni.

In questo passaggio politico si coglie tutta la dabbenaggine politica della ‘presunta’ sinistra italiana a ‘trazione’ PD: pensando di avere tutto il ‘gioco’ in mano, Renzi, Prodi e Zingaretti si sono ritrovati improvvisamente messi all’angolo. E all’angolo sono finiti pure il Quirinale e la Commissione Europea della signora Ursula von der Leyen.

Infatti, chissà perché, nessuno ha fatto caso che, già da una settimana, l’Italia avrebbe dovuto comunicare alla signora Ursula von der Leyen il nome del Commissario europeo: ma questo nome ancora non c’è e non ci sarà prima della soluzione, ancora di là da venire, della crisi politica italiana.

Non solo. Qualche ora dopo i venti punti del programma che Di Maio ha sbattuto in faccia al PD, sempre dagli ambienti della solita, fallimentare ‘presunta’ sinistra a ‘trazione’ PD si vociferava che Grillo e Casaleggio sarebbero intervenuti per smentire Di Maio, che sarebbe finito fuori dal Governo, per tornare a casa sua al mestiere di ‘bibitato’.

Ma ieri non solo non c’è stata la smentita contro Di Maio e il contestuale ‘siluramento’ dello stesso Di Maio, ma i presidenti dei gruppi parlamentari grillini di Camera e Senato hanno confermato che il Movimento è unito su Di Maio e che la linea politica non cambia.

I grillini, che si erano un po’ ‘addormentati’, si sono improvvisamente svegliati: e hanno deciso non solo di non farsi ‘usare’ da Renzi che si vuole riprendere il PD, ma di ‘usare’ Renzi, il PD, il Quirinale e la stessa UE, facendo valere, nel nuovo, possibile Governo i numeri.

Il PD, in Parlamento, ha la metà dei parlamentari dei grillini? E avrà, nel Governo, in proporzione, i posti che gli spettano in quantità e, soprattutto, in ‘qualità’.

I grillini hanno deciso di non regalare alla Lega i temi della sicurezza: quindi il Decreto Sicurezza (che, del resto, i grillini hanno votato) resterà in vigore.

Va da sé che, se il Decreto Sicurezza resterà in vigore, i grillini non potranno mai cedere il Ministero degli Interi al PD. Già hanno commesso questo gravissimo errore con la Lega di Salvini: sarebbe veramente assurdo se dovessero ripetere l’errore con Renzi, Prodi e Zingaretti!

Lo stesso discorso vale per il Ministero della Giustizia: la riforma di questo settore è stata avversata dalla Lega e dal PD: cedere questo Ministero al PD significherebbe smentire l’operato di un proprio autorevole esponente.

I TG italiani, che sono sempre informatissimi, dicono che martedì prossimo, al massimo mercoledì Conte varerà il nuovo Governo. Ne debbono sapere più di noi che analizziamo le cose da Palermo.

Noi, anche se siamo a Palermo, abbiamo invece l’impressione che la crisi di Governo andrà ancora per le lunghe. Perché i ‘capi’ del PD – che come abbiamo visto sono tanti: Renzi (che conta molto di più di Zngaretti), lo stesso Zingaretti, Prodi – insisteranno per avere più Ministeri, sostenuti sicuramente dalla ormai proverbiale non-imparzialità di alte cariche dello Stato e dalla stessa UE.

Come finirà? Per carità: i grillini ci hanno abituato ad alti e bassi: non è detto che non cadano in altri tranelli. Non sembrerebbe, ma non si può mai dire. In ogni caso, se cederanno i Ministeri degli Interni e della Giustizia al PD commetteranno due errori gravissimi.

Che dire, in conclusione? Che grazie anche alla ‘presunta’ sinistra che ha adottato Conte – dipinto come un quasi dirigente mancato del PD – lo stesso Conte ora esce indebolito, se è vero che la sua forza stava nella sua sobrietà.

Così si è scoperto che Conte conterà poco in un futuro Governo e, soprattutto, che non conta niente nel Movimento 5 Stelle.

Quanto al PD, si potrebbe pensare a un rigurgito di amor proprio, a una prova d’orgoglio: della serie: “Basta, a queste condizioni non ci stiamo, andiamo al voto!”.

Ma da un partito che ha svenduto all’Europa dell’euro (cioè ai liberisti!) le ragioni culturali prima che politiche della sinistra – dall’attacco allo Statuto dei lavoratori al Jobs Act – è impossibile anche ipotizzare una svolta politica di alto valore morale. E allora? Si adegueranno, arraffando le poltrone di Governo che gli verranno proposte: non si può essere ciò che non si è.

Ultima notazione per gli amici meridionalisti del Movimento 24 agosto di Pino Aprile e compagni. Giusta l’esigenza di mandare fuori dal Governo la Lega: tesi che abbiamo sempre condiviso e che continuiamo a condividere.

Non condividiamo, invece, la paura per la prospettiva di elezioni anticipate. Noi, infatti, non siamo affatto convinti che, se si andrà al voto, vinceranno Lega e centrodestra.

Certo, senza un partito meridionalista vincerebbero a ‘redini basse’ Lega e centrodestra. Ma se nel Sud si materializzerà una forza politica autonoma – e il Movimento 24 agosto è nato per questo – la partita si riaprirà.

Nel Sud vivono circa 20 milioni di persone. Chi di questi andrà a votare – e secondo noi in tanti in presenza di un nuovo soggetto politico del Sud – ha perfettamente capito che chiunque va al Governo dell’Italia, centrodestra o centrosinistra, deruba sistematicamente il Sud.

Non sappiamo se si andrà alle elezioni anticipate. Ma se si andrà al voto e ci sarà il nuovo soggetto politico del Sud, intanto ci riprenderemo i voti che la Lega di Salvini ha preso indebitamente al Sud alle ultime elezioni europee: sono, infatti, voti di meridionali stanchi di sostenere centrodestra e centrosinistra e che, sbagliando, hanno pensato di cambiare il corso delle cose sostenendo Salvini.

I voti che ha preso Salvini nel Sud sono voti nostri: sono voti del Sud che andranno al nuovo soggetto politico del Sud.

Se si andrà alle elezioni anticipate – e noi non ci crediamo perché riteniamo impossibile uno scatto di orgoglio dei poltronisti del PD – come si usa dire in Sicilia, i vari Salvini, Berlusconi, Renzi, Zingaretti e via continuando si potranno cogghiri ‘i rubi pi ghirisinni a casa… 

Insomma, al Sud, con il nuovo soggetto politico del Sud, non ce ne sarà per nessuno!

 

 

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