Luigi Di Maio spariglia le carte. Un ‘siluro’ a Conte, ma anche il terrore del Movimento 24 agosto di Pino Aprile/ MATTINALE 386

31 agosto 2019

Anche se i commentatori politici snobbano l’iniziativa Movimento 24 agosto – che non è solo di Pino Aprile, ma di tanti Movimenti culturali, politici, sociali ed economici del Sud (lungimirante la mossa di Pino Aprile di non personalizzare il nuovo soggetto politico) – è al Sud, storico serbatoio di voti del Movimento 5 Stelle, che Di Maio guarda. Il ‘colpo di coda’, insomma, è contro Conte, PD, UE e Quirinale, ma è anche il tentativo di coprirsi politicamente al Sud. I 20 punti di Di Maio 

In queste ore c’è tanta paura da parte di chi sta provando a far nascere il Governo tra Movimento 5 Stelle e PD. Luigi di Maio – che Nicola Zingaretti, Matteo Renzi, Giuseppe Conte  le alte sfere istituzionali del nostro Paese pensavano di avere messo all’angolo e, magari, fuori dallo stesso Governo – ha dato quello che, a nostro modesto avviso, è il primo dei tanti colpi di coda che seguiranno se lo stesso Governo vedrà la luce: ha consegnato al Presidente del Consiglio incaricato, il citato Giuseppe Conte, una lista con venti punti e ha fatto sapere al PD che tali punti non sono trattabili.

Ecco i venti punti:

1) Taglio del numero dei parlamentari. Manca un solo voto per completare la riforma, che deve essere un obiettivo di questa legislatura e tra le priorità del calendario in aula.
2) Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.
3) Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile. Dobbiamo realizzare un Green New Deal che nei prossimi decenni porti l’Italia verso l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia al 100 per cento. Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente, la questione dei cambiamenti climatici e la nascita di nuove
imprese legate a questo settore. Basta con inceneritori e trivelle, sì all’economia circolare e alla eco-innovazione. Norme contro l’obsolescenza programmata. Una legge su rifiutizero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile.
4) Una seria legge sul conflitto di interessi e una riforma del sistema radiotelevisivo.
5) Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: noi abbiamo pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva.
6) Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre Regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un
serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.
7) Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. È necessario intervenire per tutelare i cittadini onesti, colpendo innanzitutto i grandi evasori con il carcere. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del
Regolamento di Dublino.
8) Un piano straordinario di investimenti per il Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.
9) Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti da banche commerciali.
10) Tutela dei beni comuni. La scuola pubblica è un bene comune: serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti. L’acqua è un bene comune: bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica. La nostra sanità va difesa dalle dinamiche di partito spezzando il legame tra politica regionale e sanità valorizzando il merito. Le nostre infrastrutture sono beni pubblici ed è per questo che va
avviata la revisione delle concessioni autostradali. La cittadinanza digitale va
riconosciuta ad ogni cittadino italiano dalla nascita per favorire l’accesso alla
partecipazione democratica, all’informazione e per favorire la trasformazione tecnologica.
11) Politiche di genere in attuazione dei diritti costituzionali della persona, in conformità ai principi dell’Unione europea; superamento della disparità retributiva, conciliazione vita-lavoro.
12) Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni, lotta alla dispersione scolastica e al bullismo.
13) Porre fine alla vendita degli armamenti ai Paesi belligeranti, incentivando i processi di riconversione industriale e maggiore tutela e valorizzazione del personale della difesa, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco.
14) Politiche espansive con una quota di investimenti in infrastrutture, in ambiente e in cultura da scomputare dai parametri di Maastricht.
15) Giovani e futuro: innovazione digitale, sviluppo delle imprese e promozione delle eccellenze del Made in Italy, crowdfunding, semplificazione apertura nuove attività, fondo previdenziale integrativo pubblico.
16) Ricerca, università ed alta formazione artistica e musicale: riforma dei sistemi di reclutamento e dell’accesso universitario con ingenti investimenti per garantire pari opportunità di diritto allo studio, di sviluppo e formazione su tutto il territorio nazionale.
17) Tutela del cittadino: del consumatore, del lavoratore, dell’utente dei servizi; il potenziamento della sicurezza sul lavoro e delle infrastrutture e della protezione dalle calamità naturali, con particolare riguardo ad un testo unico per le post emergenze e per la ricostruzione del tessuto infrastrutturale, economico e sociale. Provvedimenti volti alla
tutela dei cittadini italiani all’estero e riforma dell’AIRE.
18) Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e riforma del percorso formativo medico: integrazione ospedale-territorio, l’adeguamento del FSN e l’attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico Nazionale. Contrasto al gioco d’azzardo.
19) Tutela degli animali: misure per garantire il rispetto degli animali. Contrasto alle violenze e al maltrattamento, tutela della biodiversità e lotta al bracconaggio.
20) Sostegno ai piani di settore e alle filiere agricole e promozione di pratiche agronomiche e colturali sostenibili e a difesa del suolo.

In parte è una mezza marcia indietro rispetto agli accori con il PD? Forse sì. E sono punti che il PD non può accettare: a cominciare dal punto 1: il taglio del numero dei parlamentari. Già solo questo fa saltare il banco.

Ma non è solo questo punto a rendere ‘indigesta’ a Renzi e Zigaretti – di fatto leader di ‘due PD diversi’ – la mossa di Di Maio.

Il salario minimo e lo stop agli inceneritori di rifiuti e alle trivelle crea problemi seri a tutti. Soprattutto il riferimento alle trivelle a caccia di idrocarburi, potrebbe essere devastante.

Di fatto il Governo del ‘Contratto tra M5S e Lega’ ha sì detto “No” a nuove autorizzazioni, ma non ha bloccato l’enorme numero di trivelle autorizzate dal passato Governo Renzi. La Sicilia e la Basilicata, ad esempio, sono letteralmente massacrate sai cercatori di gas e petrolio (n Sicilia l’assalto dei petrolieri avviene in mare e in terra!).

Tutti i commentatori, ieri, hanno letto la mossa di Di Maio come il tentativo di quest’ultimo di non farsi togliere la leadership del Movimento 5 Stelle da Giuseppe Conte. In parte è così, ma c’è dell’altro. E “l’altro” è rappresentato proprio da quello che c’è dietro le trivelle.

Di fatto, è nato il partito politico del Mezzogiorno che, in questa fase, si chiama Movimento 24 agosto. E’ chiaro che, in Basilicata e in Sicilia, il Movimento 24 agosto, dove Pino Aprile e i suoi compagni di strada stanno mettendo insieme tutte le vivaci realtà culturali, politiche, economiche e sociali del Sud, non farà certo sconti sulle trivelle.

Tanto più che il senatore della Basilicata, Saverio De Bonis – già grillino ma messo fuori dal Movimento 5 Stelle per eccesso di indipendenza di pensiero e di giudizio – conduce da tempo una battaglia contro l’inquinamento provocato nella sua Regione dai petrolieri. E De Bonis è tra i fondatori del Movimento 24 agosto: ‘rogne’ serie per i grillini in Basilicata e, in generale, in tutto il Sud.

Non a caso, in Sicilia, terrorizzati dalla nascita di un nuovo soggetto politico del Sud, la vecchia politica siciliana sta provando a presentarsi come “meridionalista” e tutti, ma proprio tutti i vecchi politici siciliani adesso rispolverano la magica parola “Sud”…  

In tutto questo il filosofo e commentatore marxista, Diego Fusaro, che è sempre stato vicino a certe posizioni populiste grilline, non solo ha criticato l’accordo politico tra Movimento 5 Stelle e PD, ma ha deciso di dare vita a un nuovo soggetto politico “duramente populista e sovranista” e anti-euro (oltre che filosofo, Fusaro è anche un raffinato linguista e ha spiegato che la parola “populista”, che certi media utilizzano in termini offensivi, è in realtà un termine positivo: non a caso Fusaro la sta utilizzando per caratterizzare la sua nuova formazione politica che vedrà la luce a Roma il prossimo 14 settembre).

Il Movimento 24 agosto da una parte con Pino Aprile e i suoi amici da una parte, Diego Fusaro dall’altra parte: ce n’è abbastanza per provocare il timore di dare troppo spazio alle nuove formazioni politiche.

Quasi tutti i commentatori ‘strapazzano’ Di Maio (alcuni anche con termini offensivi: si sa, in Italia chi ‘lecca’ i potenti qualche volta esagera…) che, quasi quasi, nella testa di qualcuno, tra qualche ora dovrebbe essere smentito da Beppe Grillo e da Casaleggio, che dovrebbero appoggiare Conte e mollare Di Maio (non calcolando che Grillo e Casaleggio potrebbero essere d’accordo con Di Maio per ‘bruciare’ Conte e la sua smodata svolta europeista).

A nostro avviso le cose stanno diversamente. Se è vero che Grillo e Casaleggio hanno appoggiato Conte e la sua mediazione al ribasso con l’Unione Europea dell’euro e con il Quirinale, è altrettanto vero che la mossa di Di Maio getta nello scompiglio UE, Conte, Grillo, Casaleggio e lo stesso Quirinale.

Questi ultimi – UE, Conte, Grillo, Casaleggio e lo stesso Quirinale – potrebbero forzare mettendo da parte Di Maio e dicendo a Conte di proseguire nella trattativa – solo che poi bisognerebbe vedere quanti quanti senatori e deputati seguiranno Conte (che, nel Movimento 5 Stelle, rappresenta a malapena se stesso) e quanti seguirebbero non tanto Di Maio, ma la linea politica populista e anti-euro, che è la vera cifra del Movimento 5 Stelle!

Anche il punto 4 – la legge sul conflitto di interessi – è una ‘bomba’: nessuno, dal 1994 ad oggi, si è mai permesso di mettere in discussione il sistema di potere consociativo (e di altro genere…) di Berlusconi. Qui il ‘siluro’ non è solo al gruppo Mediaset, ma a tutto il mondo che, in un modo o nell’altro, gira attorno al sistema televisivo berlusconiano.

Che faranno, adesso, i signori della UE dell’euro, Conte, Zingaretti, Renzi e il Quirinale? La risposta a questa domanda non è semplice. perché da questo passaggio politico – se Di Maio terrà la barra dritta – usciranno molto logorati il PD e soprattutto Conte, ormai delegittimato dal Movimento che pensava di aver messo sotto controllo.

Chi ne esce male è anche il PD. I ‘capi’ di questo partito, prima di mettere la faccia in questo scomodo abbraccio on i grillini, avrebbero fatto meglio a riflettere un po’ di più. Il fatto che da questa fase politica siano ‘risorti’ personaggi come Renzi e Romano Prodi rende sempre più problematico l’eventuale Governo grillini-PD: Renzi, infatti, è il ‘nemico’ numero uno dei grillini (e come dice l’ex Ministro Calogero Mannino, sta solo cercando di strumentalizzare i grillini per ‘sfilare’ il PD a Zingaretti), mentre Prodi è il simbolo del fallimento della moneta unica europea in Italia: moneta unica che, nel nostro Paese, ha creato e continua a creare danni enormi all’economia e ai cittadini.

Davvero una brutta idea, quella di rilanciare Renzi e Prodi. Anche al quirinale forse i conti li hanno fatti un po’ troppo precipitosamente…

 

 

 

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