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GAL Madonie: inserire nelle mense scolastiche i prodotti del territorio

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“Da una stima effettuata, risulta che le mense scolastiche generano sul territorio madonita un flusso economico pari a circa 2 milioni di euro, di cui circa il 50% è rappresentato dal valore dei prodotti”. Ci sembra molto interessante utilizzare questo milione di euro per acquistare cibi prodotti nell’area delle Madonie

E’ con grande piacere che diamo notizia di un’iniziativa molto interessante che punta a valorizzare i prodotti agricoli, freschi e trasformati del comprensorio delle Madonie. Il progetto è stato voluto dal GAL ISC MADONIE. I GAL (Gruppi di Azione Locale), per la cronaca, sono società consortili che vedono insieme soggetti pubblici e privati. Obiettivo: favorire lo sviluppo locale di un’area rurale.

Il GAL ISC Madonie opera, per l’appunto, nell’area delle Madonie, una dorsale montuosa che si distende nella parte settentrionale della Sicilia. Nell’area delle Madonie troviamo i Comuni di Alimena, Blufi, Bompietro, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Gangi, Geraci Siculo,  Gratteri,  Isnello,  Lascari, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni.

Un comunicato annuncia la costituzione di un “albo dei produttori agricoli, dei trasformatori e dei commercianti di prodotti agroalimentari delle Madonie”. Si tratta del “secondo step per l’avvio del Piano del cibo coordinato dal GAL ISC MADONIE”.

“La costituzione dell’albo – leggiamo sempre nel comunicato – è funzionale all’avvio di progetti pilota che prevedono l’inserimento nelle mense scolastiche di prodotti del territorio. Esso rientra nel manifesto programmatico predisposto dal GAL Madonie per l’attuazione del Piano del Cibo le cui finalità sono quelle di promuovere una educazione alimentare equilibrata e corretta utilizzando le produzioni agroalimentari del territorio. Tra gli obiettivi del Piano, anche quello di creare e sviluppare filiere corte e mercati locali, come previsto dal P.A.L. Comunità Rurali Resilienti”.

“Questo speciale registro dei produttori agricoli, dei trasformatori e dei commercianti di prodotti agroalimentari della Madonie  – leggiamo sempre nel comunicato – è una delle prime azioni operative dopo la fase di studio, attuata con focus e incontri con amministratori locali e operatori del settore, propedeutica alla stesura del Piano stesso. I fornitori devono appartenere alle categorie merceologiche delle filiere ortofrutticola, cerealicola, delle piante officinali, dell’olio, dei prodotti zootecnici e delle produzioni biologiche o integrate (es: pasta, pane, formaggi, carni, pesci, salse, acqua minerale, sale etc). A questo speciale albo si potranno iscrivere, oltre ai produttori e trasformatori, anche gli operatori che intendono commercializzare i prodotti appartenenti alle filiere interessate. Requisito imprescindibile per accedere all’albo è quello di avere la sede operativa della propria ditta in uno dei trentaquattro Comuni che fanno parte del GAL ISC Madonie”.

Confessiamo di non aver mai seguito con interesse i GAL. Per un motivo semplice: perché abbiamo avuto sempre la sensazione che, piuttosto che occuparsi dello sviluppo locale, queste organizzazioni, avendo accesso ai fondi europei ed essendo spesso legati alla vecchia politica siciliana, si occupino di altro…

Forse l’unica esperienza dei GAL che abbiamo seguito con un certo interesse è quella portava avanti da Michele Germanà, personaggio eclettico che, avendo come obiettivo lo sviluppo economico locale, è sempre stato visto come un mezzo marziano da quella vecchia politica siciliana che, nei GAL, vede più lo ‘sviluppo’ dei voti…

Noi ci auguriamo che questa iniziativa sia valida e avvicini i prodotti delle Madonie ai cittadini siciliani. E il fatto che siano coinvolti 34 Comuni (che sono un po’ di più dei Comuni madoniti) lascia ben sperare.

“Con questa iniziativa – afferma la vice presidente, Enza Pisa – il GAL conferma il suo ruolo di promotore della cultura del mangiare sano, valorizzando al contempo le eccellenze prodotte nel territorio. Importante è l’impatto economico che potrebbe scaturire da questa strategia, se si creano le giuste sinergie tra produttori, istituzioni locali e GAL. Da una stima effettuata, risulta che le mense scolastiche generano sul territorio madonita un flusso economico pari a circa 2 milioni di euro, di cui circa il 50% è rappresentato dal valore dei prodotti. Con vari progetti, soprattutto nelle scuole, il GAL ha già avviato un percorso di sensibilizzazione rivolto agli studenti ed alle loro famiglie, per creare quel cambiamento culturale necessario a favorire la diffusione della Dieta mediterranea, come stile di vita. Appare altresì fondamentale il contributo delle mense tipiche di qualità all’interno della strategia più complessiva del Piano del Cibo che, speriamo, possa traguardare obiettivi più ambiziosi, connessi all’attività del DISTRETTO DEL CIBO al quale come GAL abbiamo dato un impulso importante”.

“Il termine ultimo per la presentazione delle domande per la costituzione del primo albo fornitori è fissato al 26 agosto prossimo – leggiamo sempre nel comunicato -. Successivamente, l’albo sarà aggiornato con cadenza periodica, al fine di favorire i nuovi inserimenti. L’avviso con tutte le informazioni e i modelli da utilizzare per l’iscrizione all’albo dei produttori agricoli, dei trasformatori e dei commercianti di prodotti agricoli madoniti è pubblicato nei siti istituzionali del GAL (www.madoniegal.it) e dei Comuni soci”.

Far mangiare agli studenti dei Comuni coinvolti nell’iniziativa il cibo prodotto nelle Madonie ci sembra una cosa molto importante. Bisogna vedere come reagiranno i partito politici nazionali, che in Sicilia, storicamente, lavorano contro la Sicilia e contro i siciliani.

Staremo a vedere.

Questa iniziativa la possiamo considerare collaterale a Compra SUD? E’ presto per dirlo. Anche se la valorizzazione dei prodotti delle Madonie e l’inserimento nelle mense scolastiche sembra vada in questa direzione.

Però non dobbiamo dimenticare – lo ribadiamo ancora una volta – che i Comuni siciliani sono comunque influenzati dai partiti politici nazionali che nella nostra Isola, in molti casi, sono rappresentati da ‘ascari’ che pensano alle proprie carriere personali, non certo al benessere della Sicilia e dei siciliani.

Altro problema è legato alla massiccia presenza, in Sicilia, sia di grano duro canadese, sia di olio d’oliva tunisino.

Giustamente, oggi, su Facebook, un agricoltore allevatore siciliano, Giuseppe Scarlata, fa notare che in Sicilia non ci sono solo molini che mescolano grano canadese e grano siciliano, ma ci sono anche molini che lavorano solo il grano siciliano. Verissimo. Ma ci sono anche i molini che ‘miscelano’… Come si fa a distinguerli? I problema è serio e, spesso, le etichette e i vari marchi, pur se importanti, non sono affatto risolutivi.

Lo stesso discorso vale per l’olio extra vergine d’oliva: in Sicilia sono in tanti a vendere vero olio d’oliva extra vergine: ma in Sicilia, come già ricordato, arriva una caterva di olio d’oliva tunisino…

In ogni caso, pur in presenza di tanti problemi, il fatto che un GAL si ponga l’obiettivo di valorizzare le produzioni agricole di un’area – in questo caso le Madonie – è molto, ma molto importante.

Nella foto tratta da YouTube un’immagine di Petralia Soprana

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