Il Sole 24 Ore: “Boom di stranieri che acquistano case in Sicilia”. Se lo diciamo noi siamo ‘complottisti’/ MATTINALE 344

21 luglio 2019

Da qualche anno scriviamo che è in corso una manovra per completare la ‘colonizzazione’ della Sicilia. Risultato: siamo ‘complottisti’. Ora ci sono due dati ufficiali: migliaia di giovani laureati che ogni anno lasciano la Sicilia e il boom di soggetti esteri che acquistano le abitazioni dei siciliani. La crisi dell’agricoltura e gli interessi di alcuni gruppi non siciliani nel mettere le mani sui grani antichi della Sicilia. Le miniere di sali potassici e la Grande distribuzione organizzata targata Germania. Non è il Grand Tour, ma shopping speculativo ai danni della Sicilia 

“Stranieri che comprano case in Italia, boom in Sicilia”, titola Il Sole 24 Ore. Per il giornale della Confindustria, l’Italia in vendita sembra essere un fatto positivo. Del resto, se tante imprese italiane dopo essere state fatte a ‘sprezzatino’ sono state vendute all’estero (COME POTETE LEGGERE QUI), perché la stessa cosa non deve avvenire con le case?

“Americani, tedeschi e inglesi sono i più numerosi a voler comprare casa in Italia – leggiamo nell’articolo de Il Sole 24 Ore – per una domanda da parte degli stranieri che è aumentata in media dell’1,3% nel primo semestre di quest’anno. Ai primi posti tra le regioni più richieste sempre la Toscana e la Puglia, ma si è registrato un boom di richieste per la Sicilia”.

Il Sole 24 Ore riporta i dati del report di Gate-away.com, il portale immobiliare italiano esclusivamente dedicato agli stranieri che vogliono acquistare abitazioni in Italia.

Rispetto ai primi dei mesi del 2018, la Sicilia, con il 43,9%, è in ‘testa’ in questa particolare classifica: in parole semplici, è la Regione che registra la maggior percentuale di richieste di acquisto di case da parte di soggetti stranieri. 

Perché sta avvenendo tutto questo? Il giornale della Confindustria non si pone questa domanda: noi, invece, sì. Le abitazioni dei siciliani sono, in questo momento, le più richieste dagli stranieri perché la Sicilia è bella, perché le strade e le autostrade sono tenute benissimo, perché gli ospedali pubblici funzionano e, in generale, perché tutto, nella nostra Isola, va bene?

O, forse, le abitazioni dei siciliani sono le più richieste perché la Sicilia è l’ultima Regione italiana in tutto, perché lo Stato, dal 2014 ad oggi, ha rubato alla Regione siciliana, ai Comuni e alle Province della nostra Isola tutto quello che poteva rubare, insomma, perché i siciliani sono sempre più poveri, perché i giovani laureati se ne vanno all’estero in cerca di fortuna e, quindi, perché la Sicilia è diventata terra di conquista per pochi spiccioli?

Quando scriviamo che è in corso una manovra per completare la ‘colonizzazione’ della Sicilia c’è chi ci prende per complottisti. A chi non crede a quanto scriviamo risponde, oggi, l’inchiesta de Il Sole 24 Ore. Certo, lo ribadiamo, la cosa viene presentata bene, come un fatto positivo: ma il dato oggettivo c’è e non può essere negato: è in atto una manovra per togliere le case agli italiani (QUI UN NOSTRO ARTICOLO) e in ‘testa’, in questa classifica di abitazioni finite già ad acquirenti esteri, come già ricordato, c’è la Sicilia!

Ribadiamo ancora una volta: la cosa viene presentata bene, quasi come una ‘crescita’ economica e culturale della Sicilia che si internazionalizza. Peccato che la Sicilia è internazionale dai tempi del Grand Tour, quando la formazione culturale dei giovani europei passava per un viaggio in Sicilia.

La nostra tesi è che di ‘culturale’, in questa corsa all’acquisto delle abitazioni dei siciliani, non ci sia proprio nulla! Il mercato, nel folle mondo dell’economia globalizzata, non sa che farsene della cultura. Contano solo denaro e profitti.

Chi investe in Sicilia acquistando case – e, come vedremo adesso, a breve anche aziende agricole e magari anche i grani antichi della Sicilia – lo fa con un obiettivo preciso: fare soldi, speculare, guadagnare.

Gli investitori che acquistano abitazioni in Sicilia, e che decidono di venire a vivere nella nostra Isola – di fatto sostituendosi ai tanti giovani siciliani che ogni anno sono costretti ad emigrare – sanno benissimo che la sanità pubblica siciliana è un delirio.

E infatti non è un caso che hanno preteso e ottenuto che un ospedale privato – guarda caso americano – abbia messo radici in Sicilia.

Con la scusa che tale ospedale privato cura anche i siciliani (in realtà solo i siciliani ‘importanti’, non certo i comuni mortali: questi ultimi vanno a fare le fila per intere giornate nei Pronto Soccorso), la stragrande maggioranza dei costi annuali di tale ospedale privato li pagano i siciliani. Quanto? Circa 100 milioni di euro all’anno, cifra ben nascosta nel sempre più illeggibile e indecifrabile Bilancio regionale (e se ve lo diciamo noi che il Bilancio della Regione siciliana è sempre più indecifrabile ci dovete credere, visto che leggiamo e studiamo i Bilanci della Regione dalla seconda metà degli anni ’80 del secolo passato).

Ma gli ‘investitori’ esteri non sono solo interessati alle abitazioni dei siciliani (a proposito, se approfondirete, scoprirete che le abitazioni più richieste dai soggetti esteri sono quelle o a prezzi medio bassi, o a prezzi molto elevati).

Oltre alle case, a cosa sono interessati? Questo ancora non ce lo dicono, ma proviamo a intuirlo noi: sono interessati a valorizzare quello che hanno già acquisito in Sicilia (si pensi agli interessi dei tedeschi della Grande distribuzione organizzata: otto punti vendita della Lidl solo a Palermo o, ancora, ai Pantani della Sicilia sud orientale, acquisiti sempre dai tedeschi COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI), a confermare le opzioni su alcuni beni (per esempio, le Terme di Sciacca, COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI) o i giacimenti di sali potassici, i giacimenti di zolfo altro ancora (COME VI AVVIAMO RACCONTATO QUI).

Ma, in particolare, gli ‘investitori esteri’ (che in alcuni casi non sono esattamente esteri, ma del Centro Nord Italia), vogliono mettere le mani sull’agricoltura siciliana e, segnatamente, sui grani antichi della nostra Isola. 

Già si sono presi – monopolizzandola – la varietà di grano duro Senatore Cappelli (COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI). Ma adesso vogliono mettere le mani sulle altre varietà di grani antichi che, se utilizzate bene, sotto il segno del profitto, possono diventare fonti di guadagni a nove zeri.

Già nell’ottobre del 2017 segnalavamo l’interesse di gruppi non siciliani verso i grani antichi siciliani (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Qualche mese prima di noi ci aveva pensato Mario Di Mauro, di TerreeliberAzione (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

Cosa vogliamo dire? Semplice: che all’attivismo, raccontato da Il Sole 24 Ore, circa l’acquisto di case in Sicilia da parte di soggetti esteri si accompagna la profonda crisi dell’agricoltura siciliana. L’invasione – perché di questo si tratta – di prodotti agricoli che arrivano da mezzo mondo, a prezzi stracciati, sta letteralmente distruggendo buona parte delle aziende agricole siciliane.

In Sicilia, storicamente – chi ha studiato Economia e Politica agraria queste cose le sa – c’è una prevalenza della piccola proprietà contadina: e gli ‘attacchi’, a norma di legge (leggere esecuzioni immobiliari), alle proprietà (abitazioni, ma anche terreni) ai piccoli agricoltori siciliani sono all’ordine del giorno già da tempo.

Proprio partendo dalla crisi dei piccoli agricoltori, nel gennaio del 2012, in Sicilia, è esplosa la rivolta dei Forconi. La rivolta pacifica è stata repressa, ma non è certo finita la crisi.

Sul grano duro siciliano, poi, insiste, da almeno tre anni, una speculazione al ribasso del prezzo. Solo in questi ultimi giorni, a causa delle condizioni climatiche avverse che hanno colpito molte aree cerealicole degli Stati Uniti e del Canada, il prezzo del grano duro del Sud Italia, come segnalato da Mario Pagliaro, sta lievemente aumentando: ma è un caso (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

E allora, Sicilia in vendita al migliore offerente?

 

QUI L’ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE SULLE CASE ITALIANE – SPECIALMENTE SICILIANE – FINITE AD ACQUIRENTI ESTERI 

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