Il PD e Renzi lavorano per lasciare al futuro Governo siciliano solo macerie. Bisogna reagire

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Questa è la strategia del Partito Democratico. I cui dirigenti sono perfettamente coscienti di avere fallito su tutta la linea in otto anni di Governo della Regione. Così hanno deciso di distruggere tutto: economia, finanza, società della Sicilia. Per lasciare solo macerie al prossimo Governo regionale che verrà. Facendo pagare un prezzo altissimo a 5 milioni di Siciliani. A questo serve il ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta che il Senato ratificherà questa settimana. Che fare? Un rimedio c’è: informare tutti i Siciliani nei territori. Con l’obiettivo di fare scendere il PD siciliano sotto il 5%, lasciandolo fuori dalla nuova Assemblea regionale siciliana che eleggeremo il prossimo anno

Questa settimana, a meno di improbabili colpi di scena, il Senato della Repubblica dovrebbe ratificare il ‘Patto scellerato’ firmato da Renzi e Crocetta e già approvato dalla Camera dei deputati. In cambio di incredibili penalizzazioni a carico dei Siciliani e della rinuncia a contenziosi finanziari con lo Stato, la Regione incasserà – non si capisce quando – un prestito di 500 milioni di Euro. Il PD e Renzi speravano che questo ‘Patto’ che danneggia il presente e, soprattutto, il futuro di 5 milioni di Siciliani restasse nascosto ai più. Ma almeno in questo si sono sbagliati.

Certo, la cosiddetta ‘grande stampa’ – per quello che vale oggi in un Paese dove si leggono sempre meno giornali cartacei – e la Tv non ha dedicato ampi spazi a tale argomento. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, la notizia è stata ignorata. Ma sulla rete la notizia è passata. Così, oggi – contrariamente alle speranze di Renzi e del suo PD – sono tanti, tantissimi i Siciliani che sanno che il Governo nazionale sta derubando la Sicilia. O meglio: sta derubando il futuro alle giovani generazioni della nostra Isola.

Sono in tanti, oggi, a chiedersi perché Crocetta e quello che resta del PD siciliano stanno facendo tutto questo a 5 milioni di Siciliani. La risposta a questa domanda la stanno dando Roma e alcuni dei Comuni che sono passati da amministrazioni del PD al Movimento 5 Stelle.

Prima di andare via, ‘cacciati’ dagli elettori, gli amministratori del PD di queste città hanno disseminato di ‘mine’ economiche, finanziarie e sociali in tali territori.

Se ci fate caso, da alcuni giorni, i dirigenti e i militanti del PD sono impegnati a rinfacciare al sindaco di Roma, Virginia Raggi, l’immondizia per le strade di Roma. In alcuni casi, addirittura, anticipando i problemi. Ed è anche logico: essendo stati loro a crearli, sanno quando tali problemi devono esplodere: e ne anticipano gli scenari.

Virginia Raggi non amministra da due anni – questo il tempo che ci vuole a Roma per riorganizzare un servizio delicato come quello della raccolta e del trattamento dei rifiuti – ma per il PD è già ‘colpevole’ di non saper risolvere il problema rifiuti. Magari con servizi dei Tg nazionali che, ogni giorno, invece di raccontare quello che il PD ha combinato e sta combinando in Sicilia in materia di rifiuti dopo otto anni di governo della Regione, ci raccontano quello che non ha fatto l’Amministrazione comunale Raggi in due mesi!

Questa è l’Italia: questa è l’Italia di Renzi e del suo PD. Ma l’argomento di questo articolo non è Roma, bensì la Sicilia. Oggi proveremo a raccontare ai nostri lettori perché il Partito Democratico sta penalizzando in modo così assurdo 5 milioni di Siciliani.

E il perché ve l’anticipiamo subito: i dirigenti del PD siciliano, che amministrano la Regione siciliana dal 2008, sanno di avere fallito su tutta la linea. Sono perfettamente coscienti delle proprie incapacità politiche e amministrative. Ma prima di mollare l’osso, hanno deciso, scientemente, due cose.

Primo: di ‘spolpare’ la Regione fino all’ultimo.

Secondo: dare la possibilità al Governo nazionale di Renzi di penalizzare fino all’inverosimile la Regione siciliana.

Insomma, chi tra un anno erediterà la gestione dell’Amministrazione regionale dovrà trovare solo macerie.

Il riferimento non è soltanto al ‘Patto scellerato’ firmato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, con Renzi, ma a tanti atti amministrativi che stanno distruggendo l’Amministrazione regionale, impoverendo la Sicilia e i Siciliani.

Il ‘Patto’ è importante perché è insensato. Ma ricordiamoci che prima di rinunciare ai contenziosi finanziari con lo Stato, relativi al periodo che va dal 2014 ai nostri giorni, Crocetta ha firmato un primo ‘Patto scellerato’ nel Giugno del 2014, rinunciando a contenziosi finanziari con lo Stato precedenti.

Il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Alessio Villarosa, conti alla mano, ha calcolato che lo Stato italiano, dai primi anni del 2000 ad oggi, ha derubato alla Regione siciliana 30 miliardi di Euro di sola IRPEF!

Lo ribadiamo, i ‘Patti’ Crocetta-Renzi che ‘incaprettano’ 5 milioni di Siciliani sono importanti. Ma c’è dell’altro.

Non dobbiamo dimenticare il ‘riaccertamento’ dei residui attivi previsto dal Decreto 118 del 2011. Si tratta dei crediti che la Regione vantava verso lo Stato e verso altri soggetti. 10 miliardi di Euro di crediti che sono stati incredibilmente fatti passare per ‘crediti inesigibili’. Cosa non vera per la maggior parte di questi soldi!

Pensiamo alla Formazione professionale della Sicilia. Su 8 mila dipendenti, ne sono rimasti 4 mila. Questi ultimi – i 4 mila rimasti – avrebbero dovuto lavorare quest’anno. Ma i corsi inizieranno a Ottobre, forse a Novembre.

Di fatto, il Governo regionale, di rinvio in rinvio, ha ‘risparmiato’ un anno di Formazione professionale sulla pelle dei Siciliani, ovvero 120 milioni di Euro circa.

E’ importante sottolineare che i fondi per la Formazione professionale siciliana non sono regionali e, quindi, non dipendono dal Bilancio della Regione che, a causa degli scippi del Governo Renzi, è pieno di ‘buchi’.

Per la Formazione siciliana ci sono le risorse finanziarie del Fondo Sociale Europeo. Dunque non c’era motivo per ritardare di un anno l’avvio dei corsi. O meglio, il motivo per il PD c’è: scippare un anno di Formazione professionale alla Sicilia.

Questi 120 milioni di Euro non verranno più spesi in Sicilia: tra qualche anno, proprio perché “la Regione siciliana ha ritardato a spenderli”, finiranno tra le risorse PAC e verranno dirottati nelle Regioni del Centro Nord Italia. 

Le risorse finanziarie PAC dovrebbero essere spese nelle Regioni del Sud. Ma se ci sono ‘ritardi’ vanno in altre direzioni.

Vi sembra un’assurdità? No, è già avvenuto: il Governo Renzi ha già utilizzato fondi PAC nel Centro Nord Italia per finanziare il fallimentare Jobs Act proprio perché il Sud ha tardato a spenderli. Scelta ‘benedetta’ dalla Corte Costituzionale che ha dato ragione al Governo Renzi!

Questa è l’Italia, signori!

Osserviamo quello che sta succedendo in Sicilia con i rifiuti. I Comuni dell’Isola sono quasi tutti amministrati dal PD o dal centrosinistra. Tra questi Comuni, sono pochissimi quelli che hanno avviato la raccolta differenziata dei rifiuti (il 4, forse il 5% e non il 12% come cercano di farci credere!). Mentre la Regione siciliana – a propria volta amministrata dal PD – si è arrogata, in materia di rifiuti, competenze che non ha.

Questo gioco ha condannato la Sicilia alle discariche. Impianti che inquinano l’ambiente e che sono, nella grande maggioranza dei casi, nelle mani dei privati (e fuori legge).

Già, le discariche: opzione che dobbiamo a una Regione che non avrebbe alcuna competenza. Ma tant’è.

Non sappiamo come finirà quest’anno con i rifiuti in Sicilia. Perché a furia di ‘giocare’ con le discariche – che in parte sono state chiuse perché fuori legge, o per le proteste degli abitanti dei centri vicini – in Sicilia è esplosa un’emergenza rifiuti gravissima.

Quello che possiamo dire con certezza è che, il prossimo Governo ragionale, si ritroverà sul groppone una Sicilia che – unico esempio in Italia! – sotterra ancora il 95% circa dei propri rifiuti nelle discariche!

Non va meglio in agricoltura. Nei giorni scorsi c’è stata la clamorosa protesta dei produttori di grano italiani (ne abbiamo parlato in questo articolo). Ebbene, il Governo regionale della Sicilia non ha fatto l’unica cosa che avrebbe dovuto fare subito: la richiesta, al Governo nazionale, dello stato di crisi.

Stato di crisi significa blocco dei pagamenti delle cambiali agrarie e blocco delle azioni da parte di Equitalia. Ma questo significherebbe minori introiti per lo Stato, che invece deve vessare gli agricoltori siciliani. E questo per il PD non va bene. E infatti il Governo regionale si è ben guardato dal chiedere al Governo nazionale lo stato di crisi per i produttori di grano siciliani. Meglio continuare a prenderli in giro.

Tant’è vero che un noto produttore di grano della Sicilia, Cosimo Gioia – come racconteremo in un post che pubblicheremo nel pomeriggio – ha proposto una strategia per liberare gli agricoltori siciliani dall’inerzia delle organizzazioni agricole.

Detto questo, che fare rispetto alla strategia del PD, che sta rendendo la Sicilia un cumulo di macerie? Un rimedio ci sarebbe. Abbiamo detto che la notizia degli scippi finanziari del Governo Renzi ai danni della Regione siciliana è passata sulla rete. Ma non tutti i Siciliani sanno come stanno effettivamente le cose. Perché non tutti i Siciliani vanno sulla rete. E allora?

Ieri abbiamo scritto che in Sicilia, in vista delle elezioni regionali siciliane previste per il prossimo anno, centrosinistra e centrodestra, anche se per motivi diversi, si stanno mettendo in fuori gioco (come potete leggere qui).

La crisi di questi due schieramenti politici apre grandi spazi agli Autonomisti-Indipendentisti della Sicilia e al Movimento 5 Stelle. Ebbene, dovrebbero essere i protagonisti di questi due schieramenti politici a organizzare una capillare rete di informazione in ognuno dei circa 400 Comuni della Sicilia. Per spiegare ai cittadini quello che hanno combinato Crocetta e il PD con i due ‘Patti scellerati’, quello dei 2014 e quello di quest’anno.

La rete va bene e sta funzionando. Ma c’è la necessità di recarsi in ogni Comune, organizzando incontri a tutti i livelli, per spiegare, per filo e per segno, come Crocetta e il PD hanno compromesso il futuro di tutti i giovani della Sicilia.

Con una campagna capillare di informazione nel territorio si potrebbe raggiungere un risultato politico importante: la riduzione drastica – e magari l’eliminazione – degli ‘ascari’ dal Parlamento siciliano che verrà eletto il prossimo anno.

Com’è noto, nella prossima legislatura, nel Parlamento siciliano, si passerà da 90 a 70 deputati. Informando in modo capillare i cittadini sui ‘Patti scellerati’, si potrebbe raggiungere l’obiettivo di portare, ad esempio, il PD siciliano sotto la soglia del 5%, impedendo a questo partito di avere rappresentanti nella prossima Assemblea regionale siciliana, evitando così che producano altri danni.

Raccontando ad ogni cittadino siciliano che i primi ad essere coscienti dei danni che han no prodotto alla Sicilia sono proprio gli esponenti del PD. Basterebbe fare leggere a tutti i Siciliani l’intervista rilasciata al settimanale L’Espresso dall’assessore renziano al Bilancio, Alessandro Baccei, che ammette che lo Stato scippa alla Regione siciliana 7 miliardi di Euro all’anno. E le dichiarazioni dell’ex presidente della Regione siciliana, Angelo Capodicasa, autorevole parlamentare nazionale del PD, che ha criticato il secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta.

Questo lavoro non è facile. Ma va fatto. Perché gli ‘sciacalli’ del PD siciliano, che hanno distrutto la Regione e che stanno continuando a distruggerla, sono pronti, quando si insedierà il nuovo Governo regionale, a segnalare le cose che non funzioneranno, facendo finta di dimenticare – come stanno facendo oggi a Roma – che sono loro i responsabili dello sfascio.

Almeno proviamo a lasciarli fuori dalla prossima Assemblea regionale siciliana. Lavoriamo tutti insieme per raggiungere questo obiettivo.

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