Sicilia ‘incaprettata’: i veri responsabili sono i parlamentari e i dirigenti del PD siciliano

29 giugno 2016

Sbagliato prendersela con Crocetta che, per la seconda volta in due anni, ha firmato un ‘Patto’ con Renzi che ‘incapretta’ 5 milioni di Siciliani. I veri responsabili sono i parlamentari nazionali del PD eletti in Sicilia. E i deputati regionali di questo partito. E i dirigenti. Sono loro che stanno rubando il futuro ai Siciliani che non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Perché queste penalizzazioni colpiscono, soprattutto, le generazioni future. Se ne ricordino i Siciliani quando andranno a votare alle elezioni politiche nazionali e regionali. Si ricordino i nomi e i cognomi dei parlamentari e dei dirigenti del Partito Democratico siciliano…

 

Il dibattito sul nuovo ‘Patto’ finanziario tra Stato e Regione, che poi è solo un volgare ‘incaprettamento’ di 5 milioni di Siciliani ad opera non di Rosario Crocetta – che è la vittima sacrificale di questa e di altre storie – ma del PD romano e siciliano riprenderà oggi pomeriggio a Sala d’Ercole. Ieri, durante la seduta del Parlamento dell’Isola, sono intervenuti in tanti. E altrettanti ne interverranno nella seduta convocata oggi.

Insomma, se la presidenza dell’Ars non fosse intervenuta per rinviare ad oggi i lavori, i nostri parlamentari avrebbero fatto notte. Così il dibattito su come Roma abbia, ancora una volta, penalizzato i Siciliani durerà due giorni.

Non sappiamo che effetti sortirà questo dibattito. Ci sono, però, alcuni elementi che sono già chiari in questa fase. Proviamo a sottolinearli.

Il primo elemento – la profonda scorrettezza dello Stato nei confronti della nostra Regione – lo sta illustrando il dottore Franco Busalacchi, che iniziato una sorta di ‘viaggio’ nei tormentati rapporti finanziari tra Stato e Regione (la prima puntata di questo ‘viaggio’ la potete leggere qui).

Il secondo elemento riguarda il PD: il Partito Democratico, ad onta del proprio nome, sta utilizzando l’inadeguatezza del presidente della Regione, Rosario Crocetta, per penalizzare 5 milioni di Siciliani.

Si tratta, a conti fatti, dello stesso gioco sporco che il Governo Renzi ha praticato con ‘successo’ esattamente due anni fa – era il Giugno del 2014 – quando ha fatto firmare al presidente Crocetta un ‘Patto’ in forza del quale il governatore dell’Isola ha rinunciato, a nome di 5 milioni di Siciliani, agli effetti positivi di una sentenza della Corte Costituzionale in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regione.

Firmando quel ‘Patto scellerato’, il presidente Crocetta ha rinunciato a oltre 5 miliardi di Euro. Soldi dei Siciliani finiti nelle ‘casse’ dello Stato.

La stessa storia, con qualche variazione sul tema, si è verificata qualche giorno fa. In cambio di 500 milioni di Euro (che peraltro sono soldi della Regione) da erogare alla Sicilia non si capisce quando (di certo non subito), Crocetta ha accollato alla Sicilia una serie di pesanti penalizzazioni che, nei prossimi anni, colpiranno le tasche degli ignari Siciliani.

Ma la parte veramente squallida di questa storia è la rinuncia della Regione siciliana ai contenziosi finanziari con lo Stato per il periodo compreso tra il 2014 e il 2016. 

Questo passaggio – che è la replica di quanto avvenuto nel Giugno del 2014 – ci dice alcune cose.

Il dottore Franco Busalacchi, come già ricordato, ha iniziato a ripercorrere i rapporti finanziari tra Stato e Regione. E già nella prima puntata del suo ‘viaggio’ ha segnalato la scorrettezza dello Stato, che non ne vuole sapere di riconoscere alla Regione ciò che la Legge prevede.

Quello che il Governo e le burocrazie ministeriali (queste ultime, per la cronaca, osteggiano l’Autonomia siciliana sin dai tempi di Einaudi) si rifiutano di riconoscere alla Regione, lo va riconoscendo, piano piano, ma inesorabilmente, la Corte Costituzionale.

Abbiamo già detto dei pronunciamenti della Consulta del 2014. In questa fase non ci serve entrare nel merito di tali provvedimenti. Lo farà, con maggiore competenza, il dottore Busalacchi. A noi, in questa fase, interessa sottolineare il dato che è culturale e politico insieme.

La Corte Costituzionale – che alla Regione siciliana non ha mai fatto sconti – riconosce, da qualche anno a questa parte, che lo Stato si comporta in modo non leale con la Regione siciliana. Mancanza di lealtà nei riguardi della Regione da parte dello Stato centrale che, lo ricordiamo, è stata segnalata anche dai giudici della Corte dei Conti.

Ebbene, di fronte a chiari pronunciamenti della Corte Costituzionale su materie finanziarie – pronunciamenti favorevoli alla Sicilia – lo Stato, o meglio, il Governo Renzi, non ha trovato di meglio, per ben due volte, che utilizzare il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, facendogli firmare la rinuncia a pronunciamenti favorevoli a 5 milioni di Siciliani.

Ribadiamo: il problema non è Crocetta, che è di certo inadeguato al ruolo che è stato chiamato a svolgere (e forse è proprio per questo che è stato messo lì): il protagonista vero, in questa vicenda, è il Partito Democratico.

E’ il PD – tutto il PD, non solo i renziani – che ha deciso che alla Sicilia non possono e non debbono essere riconosciuti i benefici finanziari sanciti da sentenze della Corte Costituzionale. E’ questo partito politico che sta massacrando la Sicilia. 

Questo passaggio è importante per svelare a 5 milioni di Siciliani la determinazione con la quale il PD romano sta colpendo al cuore la Regione siciliana (e, soprattutto, il portafogli di 5 milioni di Siciliani, impoverendoli). Ma anche – anzi, soprattutto – la malafede e l’ipocrisia dei dirigenti del PD siciliano che fanno finta di essere contro Crocetta, ma che, nei fatti, sono perfettamente allineati al PD romano.

Siamo arrivati al cuore del problema. Gli oltre 5 miliardi di Euro che, nel 2014, lo Stato ha scippato alla Regione siciliana non sono il semplice frutto della firma di Crocetta al ‘Patto scelletato’ con il Governo Renzi. Sono il frutto della volontà di tutto il PD di vanificare l’Autonomia siciliana. I dirigenti del PD della nostra Isola sapevano tutto di questo ‘Patto’ e l’hanno avallato.

Facendolo firmare a Crocetta hanno solo provato a ingannare 5 milioni di Siciliani.

Non sfugge all’intelligenza dei nostri lettori l’atteggiamento dei parlamentari e, in generale, dei dirigenti del PD siciliano. Che, a parole, dicono di mal sopportare Crocetta, ma poi, quando a Sala d’Ercole si materializza la mozione di sfiducia, sono i primi a corre in aiuto al presidente Crocetta.

I deputati e i dirigenti del PD siciliano pensano, con questa pagliacciata, di ingannare 5 milioni di Siciliani. Ma i Siciliani sanno benissimo che il ‘distacco’ tra il PD siciliano e Crocetta è solo una sceneggiata.

Il sottosegretario Davide Faraone, per accreditarsi, spara a zero su Crocetta. Ma si tratta, per l’appunto, di una sceneggiata. Faraone – personaggio di piccolo cabotaggio politico, peraltro molto spregiudicato (come dimenticare la puntata di Striscia la notizia che l’ha fatto a pezzi, non certo per fatti secondari: anzi…) – attacca Crocetta perché s’illude di ingannare gli elettori Siciliani. I quali sanno benissimo che la sua è solo una recita.

Abbiamo parlato di Faraone: ma non è il solo dirigente del PD siciliano ad essere responsabile delle penalizzazioni finanziarie che il Partito Democratico sta infliggendo a 5 milioni di Siciliani.

Le cronache politiche provano a raccontare delle tante ‘anime’ del PD siciliano. Che ci possano essere sensibilità diverse, in questo partito, non ci sono dubbi. Ma va detto che sugli affari e sulla Malasignoria che colpisce la Sicilia, i parlamentari nazionali e regionali e i dirigenti del PD siciliano sono tutti ‘cugini’.

Tutti – parlamentari nazionali e regionali del PD e dirigenti di questo partito in Sicilia – sanno perfettamente come stanno le cose. Sanno che il Governo Renzi sta rubando il futuro a 5 milioni di Siciliani, soprattutto alle giovani generazioni.

Gli scippi finanziari operati dal Governo Renzi alla Regione siciliana – con le penalizzazioni finanziarie e con la doppia rinuncia agli effetti positivi di sentenze della Corte Costituzionale – colpiscono soprattutto i Siciliani che oggi non hanno raggiunto la maggiore età.

Alla fine i precari, i forestali e le altre categorie sociali troveranno soluzioni per sopravvivere.

Ma il vero delitto il Governo nazionale lo sta consumando ai danni dei Siciliani che oggi non hanno ancora compiuto i diciotto anni. Saranno i giovani Siciliani, nei prossimi anni, a pagare un prezzo carissimo delle scelte sconsiderate che il PD tutto – con in testa parlamentari e dirigenti del PD siciliano – sta adottando contro la nostra Regione.

Se oggi emigrano mille giovani Siciliani, domani, a causa di queste scelte sconsiderate volute dal PD, saranno centomila i giovani Siciliani costretti a lasciare la Sicilia.  

Se ne ricordino gli elettori siciliani quando si troveranno – alle prossime elezioni politiche nazionali e regionali – davanti alla scheda elettorale. Inutile prendersela solo con Crocetta che, lo ricordiamo ancora una volta, è solo mezzo con il quale il PD sta massacrando la Sicilia.

Sono tanti, i responsabili politici di quello che sta succedendo oggi in Sicilia: Davide Faraone, Fausto Raciti, Antonello Cracolici, Bruno Marziano, Giovanni Panepinto che ieri in Aula ha difeso l’accordo, per citarne solo alcuni. Sono i parlamentari regionali e nazionali di questo partito i veri responsabili. Ricordatevi i loro nomi, cari Siciliani, quando sarete chiamati a votare.

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