Ars, dopo i Giuda ecco i NOMI dei ‘favoreggiatori’ (o animelle)

14 luglio 2016

Analizzando il voto d’Aula sull’infame accordo Stato-Regione, ci accorgiamo che dieci deputati della maggioranza non hanno votato, invece di dire chiaramente NO. Molto ambiguo e di grande aiuto per il Governo è stato il PSI di Antonio Venturino. Che in teoria è all’opposizione, in pratica è tra i correi dello sfregio alla Sicilia…

 

A due giorni da una delle pagine più vergognose scritte da quel che resta del nostro Parlamento siciliano – con 43 ascari Doc che hanno votato sì all’infame accordo Stato-Regione, qui i nomi e gli altri dettagli – torniamo a ragionare su quanto è accaduto cercando di coglierne gli aspetti più ‘politici’.

Innanzitutto va ribadito un fatto: i partiti di opposizione, va da sé, non avrebbero avuto i numeri per ribaltare il voto d’Aula (se così fosse non sarebbero opposizione). Lo ribadiamo perché alcuni commentatori di fatti politici hanno fatto il seguente conto: 43 hanno votato sì, e gli altri 47?

Ebbene, questi 47 non possono essere considerati un unico blocco. Perché non lo sono. Si tratta di storie e partiti diversi con ruoli non comparabili. Ma vediamo nel dettaglio i numeri dei gruppi parlamentari per trarne le conseguenze.

Partiamo dall’opposizione: il Movimento 5 Stelle ha 14 deputati. Forza Italia ne ha 8, Grande Sud- PID ne ha 4. Lista Musumeci ne conta 3. Il Mpa ne conta 4. E stop. Questa è l’opposizione e il totale è di 33 deputati. All’opposizione ci dovrebbe essere, secondo alcune dichiarazioni dei suoi esponenti, pure il PSI che ha 4 deputati. Se pure così fosse,non cambierebbe di molto il totale e, in ogni caso, nei fatti, questo gruppo, come vedremo, è stato molto ambiguo ed uno solo si è astenuto dal voto.

Alla luce di ciò, la decisione dell’opposizione di non partecipare al voto sembra del tutto logica: non abbiamo i numeri per fermarvi – il ragionamento seguito – allora questa vergogna votatevela voi. Liscio come l’olio. 

A meritare una riflessione è quello che è accaduto dalle parti della maggioranza. Che, sulla carta, potrebbe contare su almeno 50 voti (di più se inseriamo il PSI) e che invece ne ha raccolti 43. Nel dettaglio: il PD ha 23 deputati, l’UDC ne ha 9, NCD ne conta 7, Sicilia Democratica 4 e nel PDR (Patto delle riforme) ne troviamo altri 7. Il totale dei partiti di maggioranza è quindi di 50 parlamentari senza contare i 4 del PSI. 

Domanda: se il Governo Crocetta può contare su 50 deputati, come mai a votare l’accordo-vergogna- sono stati solo in 43? Di certo possiamo dire, anche se non è di nessuna consolazione, che questa ampia condivisione sull’ accordo che calpesta le prerogative dei Siciliani, non c’è stata. E che il Governo Crocetta continua a camminare su stampelle di fortuna.

Cosa è successo dunque dentro la maggioranza? Ad occhio e croce, non tutti hanno voluto essere annoverati tra i traditori della Sicilia. E se la sono dati a gambe. Ora, che alcuni non abbiano condiviso il testo è comprensibile. Un po’ di meno lo è la loro decisione di non dirlo apertamente e di non votare contro.

Probabilmente, ci troviamo dinnanzi a personaggi che le favole classiche descriverebbero come chi ha un cuore di leone e uno d’asino. Sanno cioè di trovarsi dinnanzi a qualcosa che richiederebbe coraggio, ma alla fine optano per la fuga. Forse per non inimicarsi le segreterie, forse semplicemente per non finire nell’elenco degli ascari – il nostro articolo con l’elenco dei 43 ascari sta registrando migliaia di lettori – ma ciò non li esime dalle responsabilità.

Come minimo, siamo dinnanzi a quelli che il codice penale definirebbe correi, che potrebbero essere accusati di favoreggiamento. 

Chi sono i deputati della maggioranza di centrosinistra con un cuore d’asino e un cuore di leone? Cominciamo col PD. Nel momento della votazione risultavano assenti: Mario Alloro, Emanuele Di Pasquale, Bruno Marziano, Luca Sammartino, Giovanni Panepinto e Concetta Raia.

Alcuni di questi dal verbale risultano contemporaneamente in congedo (come se non si fossero presentati alla seduta dell’Ars) e assenti nel momento di voto. Cambia poco. Tranne eventi tragici che non auguriamo a nessuno, per un voto così importante nessun congedo può essere giustificato.Cari deputati del PD, non eravate d’accordo col vostro partito che ha svenduto la Sicilia con questo accordo? Non basta essere in disaccordo. La politica è azione e la coerenza un valore, così come la difesa dei diritti dei Siciliani. Siete pagati per questo. Un voto contrario avrebbe avuto un senso e sarebbe stato apprezzato, la fuga parla di altro.

Lo stesso vale per NCD, partito che continua ad annunciare una sua presa di distanza dl Governo Crocetta, ma in cui, evidentemente, a dettare la linea sono quelli che con Crocetta vogliono continuare a banchettare. Di questo partito non hanno partecipato al voto Francesco Cascio e Vincenzo Fontana. Anche per loro vale quanto detto per il PD: non basta il dissenso se poi tale dissenso non si traduce in fatti consequenziali.

Anche Sicilia Democratica (ridotto ad un cespuglietto di confusi dopo la morte di Lino Leanza) ha registrato un astenuto dalle votazioni: Carmelo Currenti.

Lo stesso vale per PDR (il movimento indefinito e indefinibile dell’ex autonomista ed ex tante altre cose, Michele Cimino). A scappare dall’Aula al momento del voto sull’accordo infame (o a non presentarsi proprio) è stato Giuseppe Picciolo. 

Veniamo al PSI che evidentemente è spaccato. Antonio Malafarina, infatti, non ha votato. Mentre il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino ha votato sì insieme con Giovanni Di Giacinto e Salvatore Oddo.

Ricapitoliamo: 10 deputati (Alloro, Di Pasquale, Raia, Panepinto, Sammartino, Marziano, Cascio, Fontana, Picciolo, Currenti) della maggioranza conosciuta non hanno votato, più Malafarina del PSI.

Se questi 11 avessero votato No insieme col resto dell’opposizione saremmo arrivati a 44 voti, un voto in più di quanto ottenuto dall’accordo truffa. Se a questi ipotetici 44 voti contrari aggiungessimo quello di Malafarina, l’Ars avrebbe salvato la Sicilia e mostrato una grande dignità. Se poi si fossero uniti anche gli altri tre deputati del PSI che, invece, hanno votato a favore, il più antico Parlamento d’Europa, avrebbe reso fieri i Siciliani con una vittoria schiacciante.

Per inciso, al congresso provinciale del PSI, andato in scena lo scorso 8 Luglio, Giovanni Di Giacinto declamava i seguenti versi: “Non siamo nella maggioranza del governo Crocetta”. Si è visto, onorevole Di Giacinto…

Va da sé che sarebbe toccato a questi 11 + PSI assicurare il voto contrario al resto dell’opposizione. Non lo hanno fatto. Non lasciando altra scelta a M5S, Forza Italia, Grande Sud e Mpa, se non quella di non votare (eccezione fatta per Musumeci, Ciaccio, Palmeri e Giannuso che non avrebbero fatto in tempo ad estrarre i tesserini per non essere contati).

Ma se la loro decisione si comprende, questa opposizione dentro la maggioranza rimasta teoria risulta del tutto indigeribile. E inutile.

 

vERBALE 2

 

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