Ars: 43 ascari doc. E gli altri 47 dove erano?

13 luglio 2016

Se lo chiedono Massimo Costa e Giuseppe Pizzino. Secondo il quali si è trattato di un gioco delle partI e secondo i quali uno sforzo in più andava fatto

Che l’attuale classe politica siciliana sia marcia, ormai, lo sappiamo. E, d’altronde, non stupisce che la Sicilia si sia ritrovata sommersa dai rifiuti come neanche un Paese del terzo mondo sa fare. Ognuno eccelle nel campo che gli è più congeniale.

Così come non stupisce l’approvazione ieri in Aula dell’accordo truffa Stato-Regione: qui potete leggere tutti i nomi degli ascari ( e i partiti di appartenenza) che hanno detto sì – sono in 43 come potete vedere anche dal verbale che riportiamo sotto- e i commenti dell’opposizione.

Assodato che questi sono gli ascari doc (ovvero i mercenari della politica), in giro ci si chiede anche come mai gli altri 47 non si siano coalizzati per il bene della Sicilia. Ieri, come abbiamo già avuto modo di dirvi, a votare sono stati in 48. Gli altri assenti (astenuti o in congedo). 

Vero è che non si sono macchiati direttamente del voto infame contro gli interessi dei Siciliani, ma vero è anche che questa situazione richiedeva uno sforzo in più e non una opposizione in ordine sparso.

Su questo aspetto si soffermano, ad esempio, Massimo Costa leader di Siciliani Liberi e Giuseppe Pizzino di Progetto Sicilia. 

Il primo parla di alto tradimento: “I deputati del PD, dell’UDC/CDU e cespuglietti vari – dice Costa- hanno letteralmente venduto la Sicilia all’Italia per un piatto di lenticchie (cioè per la loro carriera politica personale) macchiandosi delle peggiori delle colpe: alto tradimento nei confronti del Popolo Siciliano”.
“L’accordo è fuori dalla Costituzione, dallo Statuto, dalle norme attuative, nonché dalle procedure per emanare norme attuative. Esso non è soltanto sbilanciato spaventosamente a favore dello Stato, di cui si mallevano tutti i furti, ma anche vistosamente illegittimo e incostituzionale”.
“Ma- aggiunge Costa- non parliamo più solo di Crocetta, del suo assessore toscano, della sua Giunta. Ora oltre a loro, la responsabilità si allarga anche alla inutilissima deputazione siciliana: 43 ascari hanno venduto la Sicilia, ma non erano ancora la maggioranza assoluta dell’Assemblea. Resta da comprendere perché gli altri 47, tra contrari e assenti, non hanno avuto il coraggio di coordinarsi, di presenziare e di votare contro”.

Anche Pizzino ci va giù duro: “Il provvedimento è stato approvato come volevano sia maggioranza che minoranza, ovvero la falsa opposizione. E’ pure inutile aggiungere che poteva essere richiesta la verifica del numero legale considerando che della maggioranza erano presenti solo in 43 ma nessuno aveva voglia di fare opposizione a un provvedimento che poteva determinare lo scioglimento dell’Assemblea”. Pizzino fa anche notare che, in caso di mancata approvazione dell’accordo truffa, a rischiare la poltrona sarebbe stato lo stesso Crocetta e, quindi, anche i deputati. Da qui tutti i ‘giochetti’ messi in atto per salvare il loro scranno. Tanto pagano i Siciliani.

Insomma, la verità è che, se è vero che non tutti hanno votato il provvedimento infame, è anche vero che non è stato fatto abbastanza per fermarlo. 
Sotto questa luce, dunque, anche gli assenti- che non c’erano o che si sono astenuti- hanno una loro parte di responsabilità.

Ma è chiaro che l’opposizione da sola non avrebbe potuto fermare il provvedimento. Piuttosto c’è da chiedersi- e lo faremo nel prossimo post- perché i pezzi di maggioranza che si sono assentati non hanno avuto il coraggio di votare contro. 

AGGIORNAMENTO, L’ANALISI: 

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vERBALE 2

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