Lampi di dignità nel PD: Capodicasa contro l’accordo truffa Stato-Regione

6 luglio 2016

E’ l’unico parlamentare del PD ad essersi schierato contro la truffa del nuovo accordo Renzi-Crocetta. Lo fa avallando l’iniziativa di Forza Italia che in Commissione Bilancio della Camera ha duramente contestato l’intesa. Onore al merito…

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. In questi giorni vi abbiamo parlato molto dell’accordo truffa Stato-Regione firmato dall’ingnavo Rosario Crocetta su input dell’assessore-commissario, Alessandro Baccei mandato in Sicilia per garantire a Roma gli scippi di risorse siciliane (a proposito, ieri la Corte dei Conti è tornata a bacchettare la Capitale per i continui drenaggi di risorse siciliane, come potete leggere qui).

Accordo che, come quello precedente sulla rinuncia ai contenziosi, lascia la Sicilia senza un euro. Ci siamo chiesti di chi fosse la responsabilità e abbiamo indicato i parlamentari nazionali eletti in Sicilia tra i maggiori responsabili, in quanto a Roma nessuno difende la nostra terra da questi furti continuati.

Ebbene, c’è un aggiornamento, anzi più di uno. Partiamo da quello più significativo, dal punto di vista politico, che riguarda Angelo Capodicasa, ex Presidente della Regione e deputato del PD che su questo tema-  come su altri a dire il vero (si è astenuto nel voto allo Sblocca Italia che ha dato il via alle trivelle nei nostri mari)- ha preso le distanze dal suo partito mostrando una dignità rarissima da quelle parti. Dignità completamente sconosciuta ai deputati regionali del PD, come vi abbiamo detto qua. 

Onore al merito. A dargli il la è stata una iniziativa di Forza Italia. Che ha portato in audizione alla Camera, in Commissione Bilancio, gli avvocati Gaetano Armao (leader di Sicilia nazione) e Andrea Piraino, i quali hanno duramente criticato l’accordo tacciandolo come incostituzionale. Da qui le dichiarazioni di Stefania Prestigiacomo: “Ignoranza costituzionale. Solo a questo si può addurre l’accordo siglato tra Stato e Regione Sicilia, riportato nell’articolo 11 del Ddl enti locali, che di fatto svende l’autonomia della Regione. Se l’articolo 11 venisse approvato così come è stato redatto e presentato, la Sicilia sarebbe di fatto commissariata ed il suo statuto modificato” ha detto la parlamentare di Forza Italia.

E ancora, aggiunge Marco Falcone capogruppo di FI all’Ars: “Sul trasferimento dei 500 milioni di euro da Palazzo Chigi alla Sicilia la posizione di Forza Italia è assolutamente chiara. Il presidente del Consiglio deve infatti mantenere l’impegno assunto, ma senza pensare di violare, con un semplice accordo, le norme di attuazione del 1965. Respingiamo con forza ogni tentativo di predeterminare una percentuale, in questo caso i 5,61 decimi del gettito Irpef, in quanto ribadiamo spetta interamente alla Sicilia. Renzi e Baccei non possono pensare di dare con una mano e di sottrarre molto di più con l’altra. Riconoscano il contributo secco di 500 milioni e poi si proceda con la riderterminazione delle norme di attuazione”.

Una premessa: sappiamo bene che siamo in campagna elettorale e sappiamo pure che quando Forza Italia era al Governo non ha fatto nulla per salvare l’Autonomia finanziaria della Regione. Questo però non può impedirci di considerare valida questa iniziativa: per una volta, qualche parlamentare eletto in Sicilia, si è occupato di difendere gli interessi dei Siciliani a Roma e questa è, inconfutabilmente, una notizia.

Ma se è stato facile per Forza Italia fare rumore a Roma, non lo sarà stato altrettanto per Capodicasa che, di fatto, si mette di traverso al suo stesso partito, per difendere la Sicilia: “Associandomi alle dichiarazioni della collega Prestigiacomo – dice Capodicasa – ritengo  che per evitare un precedente errore andrebbe individuata una modalità normativa alternativa per raggiungere la stessa finalità.  Ho chiesto ai costituzionalisti se è percorribile la strada di un emendamento che sopprima il riferimento all’esecuzione dell’accordo tra Stato e Regione, salvando lo stanziamento dei 500 milioni. Mi è stato risposto con un’apertura”. 

Onorevole Capodicasa, potrebbe convincere i suoi colleghi di partito ad essere meno ascari di quanto sono e convincerli anche del fatto che svendere la Sicilia non li porterà da nessuna parte? Già alle ultime elezioni sono stati bastonati, manca solo la ciliegina sulla torta.

Va da sé che Baccei – il quale finora ha mostrato quella sicumera tipica dei proconsoli romani – è andato su tutte le furie. E va dicendo che se salta l’accordo, i 500 milioni da Roma non arriveranno.

Ora, a parte che sono mesi che se ne parla e che non sono mai arrivati, ci troviamo dinnanzi al solito ricatto e alla solite bugie: l’accordo, infatti, dice che questi soldi “sono accreditati in un sottoconto infruttifero della contabilità speciale di tesoreria unica intestata alla Regione”. E che “nel corso del 2016 la Regione non può utilizzare le predette risorse che restano depositate sulla contabilità speciale se non in carenza di altra liquidità disponibile per esigenze indifferibili legate al pagamento delle competenze fisse al personale dipendente…

Questo significa che lo Stato non ci dà un bel niente, si tratta di anticipazioni vincolate e, fatto ancora più paradossale, di soldi che per diritto sarebbero nostri senza tutte queste elucubrazioni volte solo a non fare capire niente.
Qui gli approfondimenti:

Regione/ Il nuovo ‘Patto’ Renzi-Crocetta è frutto di circonvenzione di incapace

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