Alluvione in Emilia Romagna: la pioggia c’è ma se esondano 21 fiumi c’è il dubbio che il territorio sia stato abbandonato

17 maggio 2023
  • La spiegazione del professore Silvano Riggio sulla grande pioggia che ha colpito la Sicilia nel 2018 può spiegare quanto avvenuto in Emilia Romagna in queste ore? 
  • I cambiamenti climatici sono in corso, ma in Italia una pioggia di entità medio-alta provoca lutti e disastri alle città e all’agricoltura perché il territorio è stato abbandonato. Le responsabilità della politica di cialtroni che ha infognato l’Italia dentro una Ue di affaristi e strozzini 
  • Le considerazioni del segretario generale del SIFUS CONFALI Maurizio Grosso 

La spiegazione del professore Silvano Riggio sulla grande pioggia che ha colpito la Sicilia nel 2018 può spiegare quanto avvenuto in Emilia Romagna in queste ore?

In Emilia Romagna è di nuovo emergenza piogge. Fino a questo momento si contano nove morti, tredicimila sfollati e centinaia di persone isolate tra Ravenna e Cesena. Sono 21 tra fiumi e corsi d’acqua che hanno rotto gli argini. Come i lettori fedeli de I Nuovi Vespri sanno, scriviamo dei cambiamenti climatici dal 2018. Si era in Autunno e a Palermo una pioggia creò enormi problemi. Abbiamo chiesto una spiegazione a Silvano Riggio, docente universitario di Ecologia. La sua spiegazione è valida ancora oggi: “La spiegazione non è semplice. Per semplificare partiamo da una constatazione che avranno notato in tanti: il clima torrido registrato in Sicilia negli ultimi due anni. In pratica, la desertificazione. Quest’anno il clima è cambiato. La spiegazione potrebbe essere la seguente: a un certo punto, quando il riscaldamento termina, il mare cede il calore all’atmosfera. Poi arriva l’aria fredda. L’incontro tra il caldo ceduto dal mare all’atmosfera e l’area fredda genera queste piogge intense” (qui il nostro articolo del Novembre 2018 per esteso). Questa interpretazione dei fatti funziona per il Nord Italia e, in particolare, per l’Emilia Romagna, che viene fuori da un lungo periodo di siccità. Poi improvvisamente è cambiato il clima, se è vero che in questi giorni – siamo verso la fine della seconda decade di Maggio – è arrivato il freddo. L’incontro tra il caldo umido ceduo dal mare e il freddo potrebbe avere generato le piogge intense di queste ore.

 

I cambiamenti climatici sono in corso, ma in Italia una pioggia di entità medio-alta provoca lutti e disastri alle città e all’agricoltura perché il territorio è stato abbandonato. Le responsabilità della politica di cialtroni che ha infognato l’Italia dentro una Ue di affaristi e strozzini

Detto questo, bisognerebbe capire se in queste ore, in Emilia Romagna, c’è stato un diluvio universale e se i problemi legati alla pioggia – sicuramente intensa – sono stati accentuati da una cattiva gestione del territorio. Ebbene, 21 tra fiumi e corsi d’acqua che esondano non sono pochi. Siamo sicuri che erano stati effettuati gli interventi di manutenzione? Ce lo chiediamo perché, in Italia, da quando siamo finiti dentro un’Unione europea di affaristi, massoni e banditi, l’Italia ha subito salassi senza fine tra imposizione dell’Avanzo primario (sono circa 25 anni di Avanzo primario!) e pagamento delle ‘rate’ del debito pubblico che, da quando siamo nel sistema monetario a strozzinaggio della Ue, è aumentato spaventosamente. L’Italia paga una Seconda Repubblica a maggioranza politica cialtronesca con svendita di asset strategici a soggetti esteri con la scusa delle privatizzazioni (tra un po’ i tedeschi controlleranno i trasporti aerei italiani e stanno in tutti i modi cercando di prendersi anche la gestione delle spiagge del nostro Paese, utilizzando in modo strumentale leggi e giurisprudenza italiane) e abbandono del territorio per mancanza di risorse. Buona parte delle tasse e delle imposte pagate dagli italiani se ne vanno per mantenere una fallimentare Unione europea. Così sono state sacrificate la sanità pubblica, la scuola e, soprattutto, la tutela ambientale. I cambiamenti climatici sono in corso, ma in Italia una pioggia di entità medio-alta provoca lutti e disastri alle città e all’agricoltura perché il territorio è stato abbandonato. E’ successo in Sicilia due anni fa e quest’anno si sta verificando in Emilia Romagna. Ribadiamo: le piogge ci sono e sono forti e dirompenti, ma l’ambiente è mezzo abbandonato. Siamo sicuri che in Emilia Romagna erano stati effettuati gli interventi di sistemazione degli argini nei fiumi e corsi d’acqua che sono esondati? la nostra è una domanda. L’abbandono del territorio italiano è una realtà. Del resto, che in Emilia Romagna e, in generale, nel Nord Italia non c’è molto amore per l’ambiente lo dimostra l’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi.

 

Le considerazioni del segretario generale del SIFUS CONFALI Maurizio Grosso

Interessante la riflessione di Maurizio Grosso, Segretario Generale SiFUS CONFALI: “Lo Stato – dice – deve imparare a spendere i soldi per realizzare opere di prevenzione e quindi, la manutenzione del territorio, l’ assestamento e il consolidamento idrogeologico del territorio, la sistemazione degli argini dei fiumi e dei torrenti e loro pulizia, la piantumazione, la pulizia delle catoie e dei tombini. E’ pressapochismo che si continuino a mettere in campo opere di emergenza al verificarsi di eventi climatologici estremi e disastrosi. Questa tipologia di interventi post disastri costano un botto e non risolvono nulla. Attraverso la manutenzione preventiva del territorio – aggiunge Grosso – i disastri possono essere ridotti (la sistemazione degli argini e la pulizia dei letti dei fiumi evitano gli effetti bomba e quindi esondazioni ed inondazioni) al minimo se non addirittura evitati. Per queste ragioni respingiamo le recenti prese di posizione del Ministro alla Protezione Civile, Nello Musumeci, che per l’Emilia Romagna sostiene che le popolazioni devono imparare a convivere con i cambiamenti climatici. Per mettere in sicurezza il territorio – conclude Grosso – si può iniziare con l’utilizzo a tempo indeterminato delle professionalità e delle esperienze provenienti da tutti gli operai forestali, dei Consorzi di bonifica, dell’Esa, dei Saap in forza delle Regioni”. Grosso dice, in buona sostanza, quello che scriviamo noi a proposito della mancata manutenzione del territorio. Quanto al Ministro Musumeci, beh, dopo la sua gestione fallimentare della regione siciliana in materia di tutela del territorio della nostra Isola… Insomma, lasciamo perdere che è meglio!

Foto tratta da Il Riformista 

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