Un’inondazione ha colpito la Sicilia orientale come due anni fa. Le piogge diventano mortali, ma la politica ha altro a cui pensare

25 ottobre 2021
  • Il clima nel mondo sta cambiando. Gli eventi estremi – siccità tremenda e piogge torrenziali e distruttive – vanno diventando la regola
  • L’ecologo Silvano Riggio quattro anni fa: “Nella parte orientale dell’Isola piove un po’ di più. Anche se, sempre più spesso, si tratta di piogge torrenziali, che creano altri problemi”. I “problemi” sono le inondazioni
  • Ancora Silvano Riggio: “Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”
  • Maurizio Grosso, SIFUS CONFALI due anni fa: “La messa in sicurezza del territorio attraverso l’assestamento e il consolidamento idrogeologico dello stesso e soprattutto, la pulizia dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua, ecc, non è più rinviabile” 

Il clima nel mondo sta cambiando. Gli eventi estremi – siccità tremenda e piogge torrenziali e distruttive – vanno diventando la regola

Stamattina abbiamo fatto il punto della situazione sul grano nel mondo. E inevitabilmente abbiamo sottolineato che i cambiamenti climatici non sono capricci meteorologici, ma problemi che vanno diventando strutturali. La siccità che ha provocato danni enormi in mezzo mondo, riducendo la produzione di grano (e anche di altre colture) persiste. E persistono le piogge torrenziali che provocano inondazioni. Insomma, i cambiamenti climatici si presentano anche – e forse soprattutto – in forme estreme: temperature sopra i 40 gradi centigradi (e in alcune zone nel Pianeta anche intorno a 50 gradi centigradi com’è accaduto in Canada) e piogge torrenziali come quelle che, la scorsa Estate, hanno colpito la Francia, la Germania e, in generale, parte del Nord Europa. Piogge violente e persistenti che in queste ore hanno funestato la Sicilia orientale, seminando morte, inondazioni, disperazione e distruzione di coltivazioni.

L’ecologo Silvano Riggio quattro anni fa: “Nella parte orientale dell’Isola piove un po’ di più. Anche se, sempre più spesso, si tratta di piogge torrenziali, che creano altri problemi”. I “problemi” sono le inondazioni

Quanto accaduto non è una novità. Ormai in Sicilia le inondazioni, se non sono ancora all’ordine del giorno, ci manca poco. Un tempo le piogge creavano problemi, ma non erano quasi mai drammatiche. Oggi, invece, quando la Protezione civile annuncia l’arrivo del brutto si comincia a tremare. Sì, oggi le piogge cominciano a fare paura. Così come in Estate fa paura il caldo asfissiante che solo un Governo regionale inadeguato ha snobbato, ‘regalando’ alla Sicilia quasi 80 mila ettari di boschi inceneriti. Oggi il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha chiesto la dichiarazione dello stato di calamità. Eh sì, nella nostra Isola ormai la politica ha la richiesta di stato di calamità facile. Si poteva fare qualcosa per prevenire i danni delle piogge di queste ore? Se dobbiamo essere sinceri, no. Mentre per il fuoco che la scorsa Estate ha distrutto i boschi della Sicilia le responsabilità dell’attuale Governo regionale sono evidenti, per le piogge i può solo provare a limitare i danni con la regimazione dei corsi d’acqua: ma non si fa nemmeno questo. Il clima sta cambiando. Il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia all’università di Palermo, lo dice da tanti anni. Lo ha ribadito a I Nuovi Vespri in un’intervista che ci ha rilasciato nel Luglio di quattro anni fa. Una parte dell’intervista, riletta oggi, sembra profetica: “Nella parte orientale dell’Isola piove un po’ di più. Anche se, sempre più spesso, si tratta di piogge torrenziali, che creano altri problemi”. I problemi sono quelli che si registrano a Catania, a Palagonia e in qualche altro centro. Inondazioni, morti, dispersi. Drammi.

Ancora Silvano Riggio: “Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”

Ancora Riggio: “L’ho detto e lo ripeto: il clima è cambiato. E non è vero che la scienza non ha previsto quello che sta succedendo. L’effetto serra è stato ipotizzato nei primi del secolo passato da Svante August Arrhenius… Penso a quello che è successo in Siria. Anche se si parla della Siria solo per la guerra, va detto che in questo Paese ci sono state vere e proprie carestie dovute alla desertificazione. Milioni di persone hanno abbandonato le zone agricole colpite dalla siccità per riversarsi nelle città. In Sicilia il fenomeno è già in atto. Ma a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”. Noi seguiamo l’agricoltura e in queste settimane abbiamo raccontato e continuiamo a raccontare i danni che la siccità ha provocato in agricoltura e, segnatamente, al grano. Ci volevano i cambiamenti climatici per far capire all’uomo che l’agricoltura è centrale per la vita sulla Terra. Il professore Riggio ha citato il caso della Siria, ma la politica continua a ignorare gli effetti dirompenti che potrebbero provocare i cambiamenti climatici. Abbiamo già citato l’incoscienza dell’attuale Governo regionale che la scorsa Estate ha capito quello che stava succedendo solo dopo che le fiamme si stavano ‘mangiano’ migliaia e migliaia di ettari di boschi.

Maurizio Grosso, SIFUS CONFALI due anni fa: “La messa in sicurezza del territorio attraverso l’assestamento e il consolidamento idrogeologico dello stesso e soprattutto, la pulizia dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua, ecc, non è più rinviabile” 

Sarà così anche con le piogge? Due anni fa, davanti all’inondazione che ha colpito la Sicilia orientale, il segretario del SIFUS CONFALI – il battagliero sindacato dei forestali della Sicilia – lanciava l’allarme: “Basta chiacchiere pro-tragedie, ci vogliono i fatti. Il Governo Musumecimetta subito in sicurezza il territorio attraverso l’utilizzo in economia
diretta degli operai della Forestale e dei Consorzi. Invece di andare a visitare le zone alluvionate del sud-est siciliano, battendosi la mano sul petto, il Presidente della Regione, On. Musumeci, avrebbe fatto meglio ad andare a ricercare nei meandri del bilancio regionale, nei finanziamenti europei, in dure rivendicazioni contro il Governo nazionale le risorse economiche necessarie per mettere in sicurezza il territorio e ridurre al minimo quindi, i rischi di disastri e di conseguenza, vittime e lutti. Quanto registratosi nel sud-est della Sicilia in questi ultimi giorni – scrive sempre Grosso – rappresenta, infatti, il drammatico epilogo che potrebbe verificarsi in qualsiasi parte della Sicilia a causa del dissesto idrogeologico con cui la nostra terra convive (270 Comuni su 390 sono a rischio dissesto idrogeologico) e delle ampie aree (zone rosse) che, all’aumentare delle precipitazioni meteorologiche, sono assoggettate ad evidente rischio alluvioni come emerge dalle indicazioni dello stesso piano regionale elaborato dal Governo. Inoltre migliaia sono le frane attive accertate (a cosa sono servite le frane di Saponara e Giampilieri?) e la cementificazione selvaggia (ricordate nel 2019 i morti a Casteldaccia, a Corleone e nell’Agrigentino? ) rappresenta la ciliegina sulla torta di un territorio che assume sempre più le sembianze di una bomba ad orologeria. La messa in sicurezza del territorio attraverso l’assestamento e il consolidamento idrogeologico dello stesso e soprattutto, la pulizia dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, dei corsi d’acqua, ecc, non è più rinviabile. Gli ‘interventi’ nel territorio che la classe politica blatera in occasione del verificarsi delle tragedie devono essere opere quotidiane di manutenzione straordinaria e poi ordinaria che vanno programmate e praticate, per realizzarsi in economia diretta (ciò consente l’abbattimento dei costi di circa il 40%), attraverso l’utilizzo, a tempo indeterminato, degli operai forestali e dei Consorzi di bonifica”. Rispetto a due anni fa il Governo regionale ha fatto qualcosa? Lo chiederemo a Grosso.

Ancora Maurizio Grosso in queste ore: “Il 7 Ottobre scorso avevamo inviato l’ennesima missiva ai Presidenti di tutte le Regioni d’Italia e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi con la quale rappresentavano in maniera analitica come dal Piemonte alla Liguria, dal Veneto alla Campania, dalla Basilicata alla Sicilia , il territorio italiano si è praticamente ‘tropicizzato’ alternando periodi più o meno lunghi di siccità a violente precipitazioni meteorologiche che distruggono, senza alcuno sconto, sia il contesto agricolo che quello cittadino. Esondazioni, inondazioni, sradicamento di alberi, frane, smottamenti, allagamenti, rotture di condutture, ecc, ecc, stanno caratterizzando il fenomeno che si chiama ‘cambiamento climatico’. In queste circostanze si è fortunati quando non ci scappa il morto, fermo restando che, purtroppo, di vittime, come come sciaguratamente oggi a Scordia, se ne registrano fin troppe. I Governi delle varie Regioni, da Sud a Nord e il Governo Draghi non possono più continuare a attendere i disastri causati da questi ‘fenomeni’ in silenzio poiché non si tratta di fatti emergenziali, ma ordinari. È necessario che il Governo Draghi e i Governi regionali rinuncino alle lacrime di coccodrillo davanti le devastazioni di città e campagne ed intervengano immediatamente per mettere in sicurezza il territorio utilizzando, da un lato, risorse nazionali ed extraregionali, a partire da quelle che arriveranno attraverso i ‘Recovery’ dall’Europa e dall’altro, tutti gli operai idraulico forestali a tempo indeterminato. Chi meglio di loro può occuparsi della pulizia dei letti dei fiumi, dei torrenti, dei laghi? Chi meglio di loro può occuparsi dell’assestamento e consolidamento idrogeologico del territorio? Chi meglio di loro può eseguire lavori che frenano gli smottamenti e le frane anche attraverso una significativa ripiantumazione degli alberi? Certo, non potranno occuparsi dell’ abbattimento della cementificazione selvaggia che rappresenta una delle maggiori cause dei danni, ma su tanti aspetti, la loro professionalità ed esperienza può consentire un contributo non indifferente alla riduzione dei danni”.

Foto di prima pagina tratta da Il meteo  

 

 

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