I lavoratori marittimi italiani si lamentano di essere sfruttati? E noi prendiamo gli extracomunitari!/ MATTINALE 910

5 maggio 2023
  • Si sta verificando, a norma di legge, quanto il filosofo marxista Diego Fusaro ripete da anni: e cioè che il sistema ultra-liberista e globalista, pur di fare profitti, non esita a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Utilizzando anche i Governi. In questo caso utilizzando l’attuale Governo italiano. Che, nel Decreto Lavoro, nel settore dei lavoratori marittimi, ‘imbarca’ i lavoratori comunitari a scapito di quelli italiani!
  • L’articolo 31 del Decreto Lavoro: un ‘capolavoro’ di sfruttamento a norma di legge! 
  • Lavoratori marittimi sfruttati in tutto il mondo 
  • Una delle poche organizzazioni sindacali che in Italia difende i lavoratori marittimi è l’ORSA. Un sindacato che viene visto come fumo negli occhi, soprattutto dalle organizzazioni sindacali tradizionali asservite al padronato marittimo 

Si sta verificando, a norma di legge, quanto il filosofo marxista Diego Fusaro ripete da anni: e cioè che il sistema ultra-liberista e globalista, pur di fare profitti, non esita a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Utilizzando anche i Governi. In questo caso utilizzando l’attuale Governo italiano. Che, nel Decreto Lavoro, nel settore dei lavoratori marittimi, ‘imbarca’ i lavoratori comunitari a scapito di quelli italiani!

“Tenetelo bene a mente. L’obiettivo del mondialismo e dei suoi agenti non è integrare i migranti, ma disintegrare i cittadini. Non è rendere i migranti come noi, ma noi come i migranti: senza diritti, sradicati, con salari da fame. È questa la funzione dell’immigrazione di massa”. Queste parole il filosofo marxista Diego Fusaro le ripete da anni. Ebbene, nel silenzio quasi generale – con i sindacati tradizionali che fanno finta di niente – l’attuale Governo nazionale, in materia di trasporti marittimi, sta ‘pilotando’ un’operazione in favore degli armatori che penalizza i lavoratori marittimi italiani utilizzando i lavoratori stranieri che, questo va da sé, verranno pagati meno. Nulla di nuovo, sia chiaro, sul fronte del lavoro. Siamo sempre davanti al Governo che sta smantellando il Reddito di cittadinanza che, pur con tutti i limiti legati a un’errata interpretazione e applicazione di tale provvedimento, aveva comunque strappato allo sfruttamento tantissime persone che adesso, gli piaccia o no, saranno costrette ad accettare condizioni di lavoro con salari da fame per “sostenere le imprese”, secondo l’aberrante logica del liberismo e del globalismo voluto dalla fallimentare Unione europea ‘scendiletto’ delle multinazionali in economia e ‘scendiletto’ degli Stati Uniti d’America nella guerra in Ucraina. Ebbene, la stessa logica l’attuale Governo italiano la sta applicando ai lavoratori marittimi: siccome tali lavoratori si sono ribellati alle condizioni di lavoro assurde imposte oggi dagli armatori (nelle navi si lavora anche 16 ore al giorno!), ecco che l’esecutivo viene incontro agli armatori dandogli ‘in pasto’, per tre mesi (ma non si esclude la proroga), i lavoratori extracomunitari da pagare meno!

 

L’articolo 31 del Decreto Lavoro: un ‘capolavoro’ di sfruttamento a norma di legge! 

Qui torniamo al filosofo Diego Fusaro, che da anni illustra il significato degli scontri sociali “orizzontali”: i lavoratori marittimi italiani, che si battono per i propri diritti, per non essere sfruttati fino all’inverosimile, per tre mesi estivi, vengono praticamente fatti fuori a norma di legge, sostituiti da lavoratori che si accontentano di essere pagati meno! Così assistiamo ai lavoratori marittimi italiani di fatto penalizzati dai lavoratori marittimi extracomunitari che prendono il posto degli stessi lavoratori italiani. Un capolavoro! Una trovata ‘geniale’ dell’attuale Governo italiano di Giorgia Meloni, che aveva promesso una svolta, e che invece si adegua supinamente alla logica ultra-liberista e globalista, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri per consentire alle imprese di aumentare i profitti riducendo il costo del lavoro! E infatti questo provvedimento ‘intelligente’ è contenuto nel tanto celebrato Decreto Lavoro’ approvato l’1 Maggio dal Governo. In questo provvedimento, in relazione ai trasporti marittimi, si fa riferimento a una “contingente carenza di marittimi comunitari”. In realtà, si tratta di lavoratori che reclamano i propri diritti e che sono stanchi di essere i nuovi schiavi del nostro tempo. Così il Governo apre all’imbarco, per un trimestre, di marittimi extracomunitari sui ro-pax italiani, sospendendo di fatto la cosiddetta legge Cociancich e riaprendo agli accordi di flotta. Per la cronaca, la legge Cociancich limita i benefici fiscali del Registro internazionale alle navi traghetto che imbarcano solo equipaggi italiani o comunitari sulle rotte di cabotaggio (quelle tra due porti nazionali) e di continuità. Sospendendo questa legge – per ora per soli tre mesi – gli armatori avranno le mani libere. Leggiamo insieme il passo del Decreto Lavoro che riguarda i marittimi (per la precisione l’articolo 31): “Al fine di mitigare gli effetti negativi derivanti dalla contingente carenza di marittimi comunitari e per consentire la prosecuzione delle attività essenziali marittime, la continuità territoriale, la competitività ed efficienza del trasporto locale ed insulare via mare, limitatamente alle navi traghetto ro-ro e ro-ro pax, iscritte nel registro internazionale, adibite a traffici commerciali tra porti appartenenti al territorio nazionale, continentale e insulare, anche a seguito o in precedenza di un viaggio proveniente da o diretto verso un altro Stato, può derogarsi, per un periodo non superiore a tre mesi, alle limitazioni di cui all’articolo 1, comma 5 e articolo 2, comma 1-ter del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998 n. 30 attraverso accordi collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentativi a livello nazionale”.

 

Lavoratori marittimi sfruttati in tutto il mondo 

Un codicillo di qua, un codicillo di là, pochissimi addetti ai lavori in grado di decifrare il nuovo sfruttamento autorizzato e il gioco è fatto! Nel provvedimento non c’è alcun riferimento a possibili interventi per risolvere i problemi legati alla formazione e all’accesso a tale professione che, secondo le stesse compagnie di navigazione e i sindacati dei lavoratori, stanno alla base della summenzionata carenza di personale. I Nuovi Vespri segue da tempo l’involuzione del mondo dei lavoratori marittimi, ai quali gli armatori, in combutta con i Governi italiani e con i sindacati tradizionali hanno tolto, ad uno ad uno, diritti essenziali, per consentire agli armatori di aumentare i profitti sulla pelle dei lavoratori. Ecco un post del sindacato ORSA, una delle poche sigle sindacali che, da anni, cerca di difendere i lavoratori marittimi italiani: “Marittimi lavoratori ‘invisibili’, marittimi sottoposti a condizioni dure di lavoro, nella trascuratezza delle regole del riposo. Mezzo milione di marittimi nel mondo, tutti i giorni dell’anno, lavorano sulle navi che trasportano merci nel mondo intero. Questi lavoratori, sebbene muovano l’economia mondiale, non hanno un adeguato riposo e trattamento. Le grandi compagnie di navigazione sono le uniche ad aver tratto un notevole profitto economico dalle crisi che hanno sconvolto il mondo intero, con riferimento all’approvvigionamento globale. È vergognoso che le aziende abbiano condiviso con i marittimi solo una piccola parte degli ingenti guadagni di cui hanno goduto. Le compagnie si arricchiscono, mentre i lavoratori marittimi pagano il prezzo sulla loro pelle: esaurimento fisico e psicologico che può portare a un errore umano con conseguenze disastrose. Un aspetto, questo, sottovalutato. L’appello è dunque a non ignorare i marittimi e anche le loro condizioni di salute mentale, che bisogna assicurare, creando le giuste condizioni di lavoro. La Convenzione sul Lavoro Marittimo del 2006 impone alle compagnie marittime di fornire alloggi dignitosi e puliti, cibo nutriente, un ambiente di lavoro sicuro, orari di lavoro adeguati e congedo a terra. Purtroppo, i notevoli progressi ottenuti dall’entrata in vigore dell’MLC nel 2013 sono stati seriamente compromessi. Questa è una grave ingiustizia. Questa discriminazione è tanto ingiusta quanto immorale. Dobbiamo tutti ricordare che la dignità dei marittimi deve essere rispettata. Devono essere trattati allo stesso modo, senza alcuna discriminazione”.

 

Una delle poche organizzazioni sindacali che in Italia difende i lavoratori marittimi è l’ORSA. Un sindacato che viene visto come fumo negli occhi, soprattutto dalle organizzazioni sindacali tradizionali asservite al padronato marittimo 

Come si può notare, il problema è mondiale. E siccome in Italia è spuntata un’organizzazione sindacale – l’ORSA marittimi – che cerca di difendere i lavoratori italiani, ecco che il Governo italiano “apre al mondo”, per ora per tre mesi. Il messaggio è chiaro: ormai in tutto il bellissimo mondo liberista e globalista i lavoratori marittimi si sfruttano perché le imprese debbono fare “utili”, e indietro non si torna. Ecco alcuni passaggi di un nostro articolo dello scorso anno: “Ci sono decine di annunci di molte società di navigazione che cercano personale. Ma non lo vogliono capire! La gente non vuole navigare più a 1.350 euro al mese, facendo 16 ore di lavoro al giorno. E’ lavoro di schiavitù”. E ancora: “Gli armatori non lo vogliono capire: l’ORSA Marittimi non firma accordi al ribasso, non è intenzionata a siglare CCNL con le aziende che non rispettano i lavoratori trattandoli come schiavi. Noi siamo un sindacato che tutela i lavoratori marittimi non gli armatori. E’ inutile che cercate di impaurire i nostri iscritti invitandoli a cancellarsi dalla nostra organizzazione sindacale. Non non ci fermeremo. Il nostro compito è difendere i lavoratori, non calpestare la dignità. Non ci fate paura. Uniti si vince”. Ecco un articolo dei I Nuovi Vespri del 2019, quanto per ‘risparmiare’ e aumentare gli utili, nel silenzio generale del Governo e del Parlamento dell’epoca, le compagnie di navigazione sparecchiavano: “Personale vessato con orari di lavoro oltre ogni limite 14, 15 ore – si legge nel comunicato del sindacato ORSA – per colpa dei ritardi di linea e privato dei pasti giornalieri. Crediamo che le sigle sindacali Confederali siano al corrente di tutto, ma fanno finta di niente…”.  Insomma, “malessere grave che attanaglia il personale” dovuto anche alla “chiusura delle cucine di bordo”. Risultato: i lavoratori non possono “usufruire di una corretta alimentazione: è stato negato pure il diritto al pasto”. Problemi per la colazione, per il pranzo e per la cena: “I lavoratori si devono arrangiare da soli con fornellini, scaldavivande, piastre, materiale collocato in salette che normalmente dovrebbero essere impiegate per lo svago e l’aggregazione degli equipaggi. Ci si domanda: ma ci sono le condizioni igieniche e di sicurezza previste dalle normative in materia di Sanità e del Codice della Navigazione”? E ancora: “Siamo tempestati di telefonate – si legge sempre nel comunicato dell’ORSA -. C’è un malcontento generale degli equipaggi”. Equipaggi che, in molti casi, sarebbero “in disaccordo” con i sindacati che hanno “siglato accordi scellerati, calpestando la loro dignità”. “Al momento – conclude il comunicato dell’ORSA – si assiste ad una diaspora dalle sigle sindacali confederali e pseudo autonome con la complicità delle Segreterie nazionali che cadono dalle nuvole quando vengono investite dalle richieste dei lavoratori sulle malefatte che accadono a livello locale dalle rispettive Segreteria regionali”. Lavoratori marittimi italiani trattati come schiavi, 14-16 ore al giorno di lavori e nemmeno il tempo per sedersi a tavola: un panino in piedi e via. “E cercate di non lamentarvi perché appena arriva il Governo giusto vi sostituiamo con i lavoratori extra comunitari”. E così è stato. Viva l’Italia Repubblica fondata sul lavoro…

Foto tratta da Corriere Marittimo 

 

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