Il caldo a 40 gradi e gli incendi in Sicilia: senza i forestali stabilizzati e presenti nel territorio i droni faranno solo ridere/ MATTINALE 537

27 luglio 2021
  • Oggi 28 gradi alle sei di mattina. Ciò potrebbe significare 40 gradi a metà giornata. Che Iddio protegga quello che resta del verde siciliano. la strategia criminale descritta dal professore Silvano Riggio quattro anni fa
  • I droni? Non serviranno a niente se le aree verdi della nostra Isola non verranno presidiate dalla presenza dell’uomo 
  • Le finanze della Regione siciliana ‘taglieggiate’ e i sogni del PD di vincere le elezioni regionali del prossimo anno. Qualcuno spieghi ai signori del PD che i loro sogni, per i siciliani, dopo tutto quello che hanno combinato negli anni passati, sono incubi
  • Questo non assolve l’attuale Governo regionale siciliano che si ostina a remare contro la stabilizzazione degli operai della Forestale

Oggi 28 gradi alle sei di mattina. Ciò potrebbe significare 40 gradi a metà giornata. Che Iddio protegga quello che resta del verde siciliano. la strategia criminale descritta dal professore Silvano Riggio quattro anni fa

Stamattina alle sei, a Palermo, la temperatura segnava 28 gradi centigradi. Un paio di settimana addietro – ricordiamo che era un Martedì – la temperatura, alle sei del mattino, segnava 27 gradi. Alle tre del pomeriggio di quel giorno ci trovavamo in auto e la temperatura, in via Libertà segnava 42 gradi centigradi. Per oggi e per domani le previsioni segnalano grande caldo e temperature pari a36-37 gradi. noi siamo molto più pessimisti: qualcosa ci dice che supereremo i 40 gradi. Ieri giornata di incendi in Sicilia. Tutto sommato, rispetto a quello che succede nelle giornate di calco, è andata bene. Fuoco nel Palermitano, nel Siracusamo e in qualche altra parte. Continuano le accuse ai piromani – che magari esisteranno veramente – ma nessun accenno ai problemi di fondo che stanno dietro le fiamme: la mancanza di prevenzione e la paura di guardare a una possibile realtà: la presenza di una strategia criminale e terroristica segnalata quattro anni fa dall’ecologo siciliano, Silvano Riggio: “Questi soggetti che appiccano il fuoco in tanti punti dell’Isola… non sono semplici piromani. Questo è terrorismo. Sì, siamo davanti ad atti terroristici sapientemente organizzati”. E ancora: ” Ripeto, dietro questi fatti c’è una sapiente regia. Qualcuno ha approfittato del momento per scatenare l’inferno: le aree verdi senza le attività di prevenzione effettuate, il grande caldo, in qualche caso anche il vento. Troppe coincidenze… L’autocombustione esiste in natura. Ma ci vogliono le piogge e i terreni bagnati. I funghi e i batteri, provocando le fermentazioni, fanno in modo che la temperatura nel terreno si alzi. Poi arriva un fulmine ed esplode l’incendio. L’autocombustione, in natura, è un fatto positivo perché rinnova le foreste. Evita che si distruggano per sempre. Ma questo, lo ribadisco, non è il caso della Sicilia. Da noi siamo davanti a una strategia criminale di stampo terroristico… Da anni la Sicilia è entrata nel cosiddetto anticiclone sahariano. Detto in parole più semplici, è come se la nostra Isola fosse stata inglobata nel deserto del Sahara. Il clima della Sicilia è cambiato. Queste cose gli studiosi lo sanno: in Sicilia avanza la desertificazione. Le piogge sono rare e si concentrano in due, tre settimane. E sono, spesso, piogge torrenziali, che provocano allagamenti, se non inondazioni. La Sicilia non ha mai avuto alluvioni. Negli ultimi anni le alluvioni cominciano a comparire” (qui per esteso la nostra interista al professor Silvano Riggio di quattro anni fa).

I droni? Non serviranno a niente se le aree verdi della nostra Isola non verranno presidiate dalla presenza dell’uomo 

Questo lo scenario che è rimasto sempre lo stesso. E che non riguarda solo la Sicilia: basti pensare al fuoco che nei giorni scorsi si è ‘mangiato’ mezza Sardegna e, in generale, al fuoco che colpisce le aree verdi di mezzo mondo. Che si sta facendo per fronteggiare questo enorme problema? Niente di serio. In Sicilia, anzi, siamo agli esperimenti. Invece di far presidiare il territorio dagli operai e dai tecnici della Forestale sono stati acquistati i droni, sembra una cinquantina. Che cosa vogliono fare? Semplice: i droni dovrebbero segnalare la presenza di piromani e incendi. E qui viene fuori la contraddizione: se l’attuale Governo regionale è veramente convinto che dietro il fuoco che minaccia e distrugge quel poco di verde che è ormai rimasto in Sicilia cosa gli fa pensare che i criminali che stanno dietro a questi fenomeni non se la prenderanno anche con i droni? Noi – che siamo antichi – torniamo alla nostra vecchia idea che negli anni ’80 del secolo passato dava risultati positivo concreti: inizio dei lavori di prevenzione del fuoco a metà Aprile e non a Giugno; lavoratori forestali stabilizzati che, per otto mesi all’anno, debbono garantire la presenza nelle aree verdi della nostra Isola, per intervenire il fuoco e intervenire tempestivamente alle prima fiamme. Peraltro, se il sottobosco è stato ripulito dalle erbe secche e dagli arbusti e se sono stati realizzati i viali parafuoco, le fiamme, anche in presenza di vento di scirocco, si propagano lentamente; se il sottobosco non è stato ripulito e se non ci sono i viali parafuoco e se soffia il vento di scirocco con temperature vicine ai 40 gradi, droni e personale si possono attaccare al tram, perché il fuoco inghiottirà tutto comunque.

Le finanze della Regione siciliana ‘taglieggiate’ e i sogni del PD di vincere le elezioni regionali del prossimo anno. Qualcuno spieghi ai signori del PD che i loro sogni, per i siciliani, dopo tutto quello che hanno combinato negli anni passati, sono incubi

Purtroppo la politica siciliana certe cose non le vuole capire. E, bisogna dirlo, non è aiutata dalla politica nazionale che continua a taglieggiare le finanze della regione siciliana. In questo giorni alcuni esponenti del PD – in assoluto, la forza politica che ha creato più danni in Sicilia – gongolano perché la Regione è senza soldi e non può pagare i fornitori, dovrà effettuare tagli e via continuando. Peccato che a ridurre le finanze regionali nell’attuale stato pietoso sono stati i Governi nazionali e regionali del PD tra il 2014 e il 2016. Chi ha un po’ di memoria ricorderà i ‘Patti scellerati’ siglati dall’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi (che allora era anche il segretario nazionale del PD) e l’allora presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, anche lui degno esponente del PD. Era il Luglio del 2016 e noi anticipammo quello che sta succedendo in questo anno: “‘Patto’ Renzi-Crocetta3/ La Sicilia saluta l’Autonomia finanziaria: a Roma a 90°…“. Qui trovate tre articoli che illustrano, per filo e per segno, il fallimento finanziario della Regione siciliana che si sta materializzando in questo amaro 2021 (in questo momento, per la cronaca, mancano 900 milioni di euro per chiudere il Bilancio della Regione siciliana 2022). A questa vergogna si aggiunge la cancellazione, dal Bilancio regionale della Sicilia, di 10 miliardi di crediti, poi ridotti a quasi 6 miliardi di euro (crediti che la Regione vantava verso lo Stato). Forti di queste bravate, gli amici del PD pensano di addossare all’attale Governo d Nello Musumeci ciò di cui loro sono i veri responsabili e, magari, di vincere le elezioni. Li ‘tranquillizziamo’: amici del PD, voi le elezioni regionali siciliane del prossimo anno non le vincerete, perché siete già stati ‘inquadrati’: i danni che avete già prodotto bastano, la Sicilia non ha bisogno di altri cinque anni con voi.

Questo non assolve l’attuale Governo regionale siciliano che si ostina a remare contro la stabilizzazione degli operai della Forestale

Detto questo, non è che la situazione assolve l’attuale Governo regionale, che persevera nell’errore di sottovalutare il ruolo degli operai della Forestale, adesso sostituiti dai droni! Proprio ieri abbiamo ripreso un comunicato del coordinatore in Sicilia di Equità Territoriale, Franco Calderone, che denuncia i ‘maneggi’ parlamentari in atto per bloccare il disegno di legge sulla stabilizzazione degli operai forestali proposto dal sindacato Sifus e appoggiato da un gruppo di parlamentari. ‘Maneggi’ parlamentari ai quali non sarebbero estranei il presidente della Regione Musumeci e il presidente del Parlamento dell’Isola, Gianfranco Miccichè. Egregi politici siciliani, mettetevelo in testa: avete stabilizzato tutti – a parte i precari ASU, ultimi arrivati – e adesso, che vi piaccia o no, dovrete stabilizzare gli operai della Forestale. Roma si opporrà? Vedremo. Se verranno stabilizzati con i fondi regionali – quei fondi che Roma ha scippato e che continua a scippare alla Regione siciliana (il furto sull’IRPEF e sull’IVA che a norma dello Statuto autonomista spettano per intero alla Regione siciliana grida vendetta) – lo Stato e la Corte Costituzionale non potranno mettere bocca. E se dovessero mettere bocca si andrà alla ‘guerra’. Così si governa la Regione siciliana, scatenando ‘bordelli’ su ‘bordelli’, non andando a Roma con i cappelli in mano…

Foto tratta da La Gazzetta del Sud

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