Comune di Palermo: la crisi finanziaria avanza. Ma Conte e il Coronavirus sono solo scuse/ MATTINALE 529

30 maggio 2020

Come potete leggere in questo articolo, già nel Febbraio del 2017 Il Sole 24 Ore segnalava profonde anomalie nei conti economici del Comune di Palermo. Il capo del Governo Conte e il Coronavirus, con l’attuale crisi finanziaria del Comune, c’entrano poco o nulla. Semmai la novità è che anche il sindaco di Palermo si è accorto che i soldi del Recovery fund arriveranno – se arriveranno – nel Marzo del prossimo anno…  

Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – che è anche presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) – attacca il Governo nazionale. E, in particolare, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Tema: la crisi finanziaria.

Riprendiamo dall’ANSA la sua dichiarazione:

“Così continuando il Presidente Conte darà da solo una ‘autospallata’ al proprio Governo. Da lui continuano ad arrivare risposte più che deludenti, che non rispondono alle necessità dei territori espresse dai sindaci”.

“Il Governo nazionale ed il Presidente del Consiglio – spiega Orlando – non possono continuare ad essere condizionati da strutture legate a logiche contabili incompatibili con l’emergenza e con la ripresa economica. Fino ad ora i sindaci, tutti i sindaci hanno tenuto un comportamento responsabile di fronte ai lutti di migliaia italiani e alle sofferenze di milioni di nostri concittadini. Ma questo comportamento responsabile non può essere scambiato per rinuncia ai propri compiti e ruoli”.

“Come già detto più volte – prosegue Orlando – il Governo nazionale deve immediatamente restituire ai sindaci la possibilità di agire nei propri territori e per le proprie comunità, fissando regole chiare e tempestive per livelli essenziali di sicurezza”.

Strano discorso, quello del sindaco di Palermo. Il Governo Conte, fino a prova contraria, è di centrosinistra, la stessa parte politica del sindaco di Palermo e dello stesso Orlando.

Pur di continuare a tenere l’Italia ‘impiccata’ all’Unione europea dell’euro il Governo Conte ha fatto poco o nulla per sostenere le famiglie e le imprese italiane. Ricordiamo che oggi – e siamo a fine Maggio – ci sono tantissimi cittadini italiani che non hanno ancora ricevuto i ‘famigerati’ 600 euro. E non parliamo della Cassa integrazione, che ormai è diventata una barzelletta.

Orlando queste cose le sa, perché anche lui è un difensore dell’attuale Unione europea che ha condannato l’Italia alla povertà. Il sindaco di Palermo non può non sapere che l’Unione europea serve alla Germania, non certo all’Italia.

La Germania, grazie alle risorse che ha scippato alla Grecia, all’Italia e ad altri Paesi dell’Europa mediterranea, in questa crisi da Coronavirus, ha riempito di soldi le famiglie e le imprese tedesche. Lo abbiamo scritto qualche giorno fa: mentre gli italiani ‘leccano la sarda’, in Germania, i titolari di ristoranti con cinque dipendenti hanno ricevuto dal Governo 12 mila euro a fondo perduto! (ed è soltanto un esempio: tutte le categorie, in Germania, hanno ricevuto sussidi).

In Germania i pagamenti di tutte le tasse e di tutte le imposte sono stati rinviati al 31 Dicembre. In Italia, fregandosene del fatto che il Paese è rimasto fermo per quasi tre mesi, il Governo Conte di PD, Movimento 5 Stelle renziani e Liberi e Uguali non ha bloccato una mazza: anche durante la chiusura imposta dall’emergenza Coronavirus, tutti i cittadini, ‘armati’ di guanti e mascherine, sono usciti di casa per pagare le bollette di luce, gas, acqua e telefono. E entro il 30 Giugno dovrebbero pagare IMU e TARI.

La Germania ha utilizzato l’Unione europea dell’euro per farsi i caz… propri: e oggi raccoglie i frutti tutelando i propri cittadini e le proprie imprese. 

L’Italia, nell’Unione europea, ha fatto la fine del Regno delle Due Sicilie nella ‘presunta’ unificazione italiana del 1860: è stata massacrata e ridotta in schiavitù. Dal disastro si è salvato, solo in parte, il Nord Italia derubando sistematicamente il Sud (840 miliardi di euro dal 2001 al 2017, come certificato dall’Eurispes).

Ma adesso non c’è più cosa scippare, al Sud, mentre la Lombardia è ancora incasinata con il Coronavirus e, filosoficamente parlando, si sta attaccando al tram…

Tutte queste cose il sindaco di Palermo le sa: e allora perché se la prende con Conte? Bisogna o no difendere a tutti i costi l’Unione europea dell’euro e la Germania? Non è forse questa la nuova ‘missione’ dell’attuale Governo italiano?

Ma come: Leoluca Orlando non è felice per il Recovery fund, ovvero 173 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia? O, come noi, il sindaco di Palermo si è accorto che i soldi del Recovery fund arriveranno – se arriveranno – nel Marzo del prossimo anno, mentre il Comune di Palermo i soldi li vuole ora?

Via, che siamo noi a scrivere che il Recovery fund è una presa per i fondelli ci sta, visto che noi, da sempre, vorremmo vedere sprofondare nel Cocito la Ue dell’euro! Ma che il sindaco di Palermo voglia ora i soldi perché i Comuni – e soprattutto il Comune di Palermo – stanno sprofondando nel baratro finanziario, beh, ci sembra troppo!

Invitiamo il sindaco di Palermo a ritrovare il suo spirito ‘europeista’: l’Italia, ormai, è una colonia della Germania, pardon, della Ue (volendo è la stessa cosa, la differenza è una sottigliezza); gl’italiani imparino – ovviamente a proprie spese come hanno fatto fino ad oggi – a mantenere la Germania e i sui abitanti.

Lo sappiamo: fino ad ora i tedeschi hanno avuto un occhio di riguardo per la casta italiana, cioè per gli ‘ascari’ che hanno consegnato l’Italia alla Germania, pardon, alla Ue: solo che oggi, con la crisi del Coronavirus, la Germania, sotto il profilo economico, è con il culo a terra e, di conseguenza, anche la casta ‘ascara’ italica deve fare sacrifici: la Germania, pardon, la Ue, prima di tutto!

Su Palermo, poi, c’è un retro-pensiero. Vediamolo.

Tutti i Comuni siciliani, oggi, sono in crisi. Lo ha spiegato molto bene nei giorni scorsi – senza attaccare il capo del Governo Conte, ma con la forza dei numeri – il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta. Rispetto ad Marza e ad Aprile dello scorso anno, i Comuni dell’Isola registrano un crollo dei tributi locali del 70%. Più altri problemi strutturali – legati alla specificità siciliana – che potete approfondire in questo articolo.

Tutti i Comuni siciliani, insomma, versano in condizioni finanziarie difficili, se non critiche. Con molta probabilità, tra qualche mese assisteremo a un’ondata enorme di dichiarazioni di dissesto da parte dei Comuni. E la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi se dovesse arrivare una seconda ondata di Coronavirus.

Però la nostra sensazione – da qui il retro-pensiero – è che il sindaco di Palermo voglia cogliere la palla al balzo per far apparire la crisi economica e finanziaria del Comune come frutto del Coronavirus e non di una gestione sbagliata.

La bellezza della rete è che le cose restano: basta cercarle. Non noi, ma Il Sole 24 Ore – il quotidiano della Confindustria – già nei primi mesi del 2017, cioè più di tre anni fa, descriveva in termini molto critici i conti economici del Comune di Palermo.

Ecco alcune anomalie segnalate oltre tre anni fa, quando Leoluca Orlando era già sindaco di Palermo:

“Una voce importante è quella delle entrate.

Nel 2013 le entrate tributarie del Comune di Palermo ammontavano a quasi 337 milioni di Euro.

Nel 2014 sono passate a a 487 milioni di Euro circa.

Nel 2015 siamo arrivati a poco più di 463 milioni di Euro.

Di fatto, i palermitani pagano oltre 230 milioni di Euro in più di tributi”.

Già tre anni fa i palermitani pagavano tasse e imposte più ‘salate’, ma la situazione peggiorava.

Non c’è bisogno di ricordare la riduzione dei trasferimenti di fondi ai Comuni da parte dello Stato: “Ce lo chiede l’Europa” e quindi dobbiamo stare zitti!

Lo Stato – in Sicilia – ha scippato un sacco di soldi alla Regione – soprattutto a partire dal 2014. Sono i ‘regali’ dei Governi nazionali di centrosinistra avallati dai Governi regionali.

A Palermo che è successo? Ecco altri dati, sempre con Leoluca Orlando sindaco di Palermo:

“Nel 2013 le entrate extratributarie del Comune di Palermo ammontano a 55 milioni e 323 mila Euro.

Nel 2014 passano a 64 milioni di Euro circa.

Nel 2015 si attestano intorno a 94 milioni e mezzo.

Come i lettori possono notare, a Palermo, in tre anni, si registra un aumento delle entrate extratributarie del 45% circa.

Se entriamo nel dettaglio, notiamo che i proventi del Comune per l’erogazione dei servizi pubblici, nel 2013, ammontano a un po’ più di 30 milioni di Euro.

Nel 2014 i proventi del Comune per servizi pubblici resi ai cittadini sono passati a 41 milioni e 270 mila Euro, con un aumento di quasi 11 milioni di Euro pagati da famiglie e imprese della città.

Nel 2015 si registra ancora una crescita: i proventi del Comune per i servizi resi passano a 76 milioni e mezzo circa.

Ne consegue che, in tre anni, i palermitani hanno pagato, per i servizi offerti dal Comune, 46 milioni di Euro circa in più. E poiché, negli ultimi anni, i servizi del Comune sono peggiorati, ne deduciamo che i palermitani hanno pagato di più per avere servizi più scadenti”.

Ancora:

“Il rating di Bilancio del Comune di Palermo – come già accennato – è debolissimo, ovvero tendente al default (quindi, come già accennato, segnato con E).

Il rating del bilanci delle società partecipate è indicato con C4: quindi sufficiente.

Il rating complessivo torna ad essere debolissimo, tendente al default, cioè segnato con la E.

Per completezza d’informazione va detto che il rating del Bilancio del Comune di Palermo, nel 2011 era C4.

Nel 2012 era C3.

Nel passaggio dal 2012 al 2013 si registra un salto di ben quattro classi in negativo: da C3 si passa a D2.

Nel 2014 il rating rimane D2.

Nel 2015 si passa a E: rischio default”.

Se volete approfondire potete leggere per esteso questo articolo.

Insomma, per dirla in breve, l’emergenza economica Coronavirus – che è tipica di tutti i Comuni italiani – ha solo accentuato una crisi finanziaria che nel Comune di Palermo è strutturale da anni. Uno scenario di crisi che si è accentuato con le tre linee di Tram in funzione, che hanno fatto saltare i conti dell’AMAT, l’Azienda comunale (leggere spa partecipata al 100% circa dal Comune) per il trasporto pubblico delle persone.

Prima di prendersela con il capo del Governo nazionale, il sindaco di Palermo dovrebbe guardare tra gli sprechi delle società comunali partecipate: a cominciare dai servizi ‘esternalizzati’ di AMAT e RAP, cioè dei servizi che queste due società appaltano all’esterno. Per non parlare delle entrate, come dire?, un po’troppo ottimistiche inserite nel Bilancio comunale.

Tutte cose che Nadia Spallitta ha denunciato negli anni passati (tra un po’ rilanceremo su Facebook alcuni articoli con le puntuali denunce di Nadia Spallitta fatte al tempo in cui ricopriva l’incarico di presidente del Consiglio comunale di Palermo).

Tra l’altro  – cosa non meno importante – la crisi economica provocata dal Coronavirus ha fatto venire meno, con le riprogrammazioni dei fondi europei, la ‘comodità’ dei progetti di sponda, o progetti ‘trascinati’ grazie ai quali tanti Comuni siciliani, in questi anni, hanno attinto a piene mani, complice la Regione siciliana, in un valzer osceno che ha trasformato i fondi europei per infrastrutture in sperpero di denaro pubblico per clientele.

Già tre anni fa scrivevamo che, prima o poi, continuando di questo passo, il Comune di Palermo sarebbe andato a sbattere. Abbiamo l’impressione che il momento topico si stia avvicinando. Ma, per favore – almeno su Palermo – non gettiamo la croce addosso a Roma o addosso al Coronavirus: le responsabilità vere sono nel capoluogo siciliano!

Foto tratta da La Mescolanza

 

 

 

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