MATTINALE 527/ Dopo la disinformazione sul MES è la volta della disinformazione sul Recovery fund

28 maggio 2020

Passa la linea della Germania che, di fatto, ‘stoppa’ la Banca Centrale Europea (come richiesto dalla Corte Costituzionale tedesca) e punta su una forma di indebitamento trentennale. Il Recovery fund, nel silenzio generale, è stato ‘infilato’ dentro il Bilancio settennale della Ue: così i soldi saranno disponibili il prossimo anno. Con i tedeschi che contano di far pagare all’Europa mediterranea i costi della riconversione industriale della Germania. Mega investimenti per il 5G, nonostante i pericoli per l’ambiente e la salute umana

di Economicus

Confessiamo che siamo un po’ stanchi di ascoltare le favole che arrivano dall’Unione europea circa mirabolanti interventi per risollevare le sorti di un’economia alla quale il Coronavirus, o COVID-19 ha assestato il colpo di grazia. Dopo che è stato tolto di mezzo il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), rifiutato da Francia, Spagna, Portogallo e Grecia (in Italia è stato fino ad ora bloccato da una parte del Movimento 5 Stelle, ma un’altra parte dei parlamentari grillini, il PD, i renziani e Forza Italia sono pronti a indebitare l’Italia anche con il MES: la partita è ancora aperta, come leggerete in seguito), ora è la volta del Fondo per la ricostruzione, detto Recovery fund.

La nuova formulazione del Recovery fund è stata presentata ieri al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.  Ora esaminiamo cosa la propaganda di regime ‘strilla’ da ieri, cosa c’è di vero e cosa non hanno detto.

Di vero c’è che lo stanziamento sarà pari a 750 miliardi di euro: 500 miliardi di euro a fondo perduto (o quasi, come vedremo) e 250 sotto forma di prestiti.

Pensate un po’: la Germania ha già immesso nel proprio sistema economico quasi mille miliardi di euro. Soldi anticipati dalle banche pubbliche tedesche e garantiti dallo Stato tedesco. Per tutta l’Eurozona basteranno invece 750 miliardi di euro…

Il messaggio è chiaro: 26 Paesi della Ue valgono meno della sola Germania!

Di più. La cosa strana è che questi 750 miliardi di euro ancora non ci sono. Si tratta di una somma che deve essere raccolta con l’emissione di titoli di debito con scadenza che andrà dal 2028 al 2050.

Domanda: se ci sono 500 miliardi a “fondo perduto” come mai tale denaro viene raccolto con un indebitamento? Risposta: perché questi 500 miliardi di euro non sono affatto a “fondo perduto”, come la propaganda europeista cerca di farci credere, ma sono soldi che la Ue si riprenderà appioppando ai cittadini europei nuove tasse su produzioni e consumi e provando a fare pagare più tasse ai colossi dell’informatica che operano in Europa.

Voi credete veramente che la Ue riuscirà a ‘spremere’ i colossi dell’informatica? Noi non ci crediamo proprio; siamo invece sicuri delle nuove tasse che verranno appioppate ai cittadini europei.

Altra questione: la tempistica. Per ora si sa poco. Si sa che questo intervento da 750 miliardi di euro di titoli di debito dovrà essere approvato dai 27 Paesi dell’Unione europea. Basta il “no” di un solo Paese per bloccare tutto.

Qualcuno potrebbe obiettare: allora non passerà perché l’Olanda e i Paesi del Nord Europa potrebbero bloccarlo. Invece vi anticipiamo che verrà approvato. Per un motivo semplice: perché tutta la manovra è funzionale agli interessi della Germania, che deve fare pagare la ristrutturazione della propria industria non alla Ue, ma – come sempre – ai Paesi dell’Europa mediterranea.

L’approvazione arriverà, ma i 750 miliardi di euro fanno parte del Bilancio settennale della Ue. Ciò significa che tale somma non sarà disponibile prima del Marzo del prossimo anno. Solo che all’Italia – e pensiamo che sia così anche per altri Paesi dell’Europa mediterranea – i soldi servono ora, non tra dieci mesi!

Non sappiamo cosa faranno da qui al Marzo del prossimo anno Francia, Spagna, Portogallo e Grecia: ma siamo curiosi di sapere cosa farà l’Italia da qui al Marzo del prossimo anno: continuerà a indebitarsi con l’emissione di altri titoli o proverà a far ‘digerire’ il MES ai grillini riottosi? 

Stiamo entrando nel vivo di questa manovra che, come già accennato, è molto ampia e abbraccia sette anni. Il Recovery fund si inquadra nel Bilancio settennale della Ue. Dove si prevedono tagli alle politiche agricole e agli interventi sulla pesca e, in generale, tagli alle politiche marittime.

Perché questi tagli? Perché la Germania ha bisogno di soldi per effettuare la riconversione industriale, detta pomposamente “transizione ecologica”, e deve puntare sul digitale. Tradotto: qualcuno dovrà pagare ai tedeschi le vecchie auto che non venderanno più e la trasformazione dell’attuale industria automobilistica tedesca: dalle attuali auto a benzina e diesel, i tedeschi dovranno iniziare a produrre auto elettriche. E dovranno recuperare lo svantaggio sul digitale.

Così spunta la magica sigla 5G. Scienziati di mezzo mondo stanno studiando gli effetti di questa tecnologia. C’è il dubbio che possa essere dannosa per l’ambiente e per l’uomo. Non mancano le prime osservazioni sugli animali, soprattutto i volatili, che verrebbero storditi da questi mega campi magnetici.

Si temono effetti pesanti sulla salute umana. Si sta studiando per capire cosa potrebbe succedere all’uomo travolto dalle onde del 5G. Si dovrebbe applicare il Principio di precauzione: bloccare tutto in attesa di saperne di più. Invece la Ue già prevede massicci investimenti sul 5G, sotto la spinta delle multinazionali, che condizionano sia la Commissione europea, sia un sempre più inutile e vuoto Parlamento europeo.

Insomma: anche in quest’occasione, l’Unione europea si conferma quello che è: un’espressione geografica controllata dai tedeschi.

Di più. Quello che non è stato detto è che tutta la manovra è condizionata dall’imposizione di riforme strutturali. Non solo il Recovery fund, ma tutto il Bilancio settennale si impernia sulla richiesta di cambiamenti radicali sul fronte della spesa pubblica.

Per chi avesse dubbi, la Ue resta liberista a convenienza. Nel senso che è liberista per imporre ai Paesi del Sud Europa le solite “riforme strutturali” quali tagli alla spesa pubblica, tagli ai dipendenti pubblici, tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici e, soprattutto, tagli alle pensioni.  In altre parole, il MES, buttato fuori dalla porta, rientra dalla finestra con le politiche settennali di Bilancio.

L’Italia, a partire dal Marzo del prossimo anno, dovrebbe ricevere 170 miliardi di euro circa, ma non due terzi a fondo perduto e un terzo da restituire: infatti, solo 80 miliardi di euro sarebbero a fondo perduto e 90 miliardi di euro sotto forma di prestiti.

Per i bisogni dell’Italia – per i danni che l’Italia ha subito dal Coronavirus – la somma è insufficiente e tardiva (ribadiamo: non abbiamo ancora capito cosa farà il nostro Paese da qui al Marzo del prossimo anno).

Chi ci guadagnerà, e tanto, è invece la Germania che, come già ricordato, farà pagare alla Ue la propria riconversione industriale e lo sviluppo del digitale. In questo caso il liberismo non vale più: valgono le regole del protezionismo a tutela dell’economia tedesca.

Già, gli interessi della Germania. Nella ‘confusione’ i grandi commentatori economici si sono dimenticati di sottolineare che il Piano presentato dalla signora Ursula von der Leyen (tedesca) va nella direzione richiesta dalla dalla Corte Costituzionale tedesca: riduzione del Quantitative easing da sostituire con il ricorso all’indebitamento, riducendo al minimo il ruolo della Banca Centrale Europea.

Sbagliamo o è quello che sta avvenendo?

Foto tratta da Il Messaggero

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