Due anni fa Musumeci si era ‘innamorato’ dell’ANAS. Oggi volano gli stracci e si va in Tribunale. Ma per cortesia!/ MATTINALE 528

29 maggio 2020

Due anni fa, come il suo predecessore Rosario Crocetta, l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo fidato assessore ai Trasporti, Marco Falcone, volevano affidare la gestione di tutta la viabilità della Sicilia all’ANAS. Ora hanno cambiato idea e annunciano ricorsi ai Tribunali. Ma questa vicenda, comunque la si giri, è una sconfitta per l’attuale Governo regionale 

Così sulla gestione delle autostrade e delle strade della nostra Isola, dopo due anni e mezzo di Governo della Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Falcone, sono arrivati al capolinea. Dopo due anni e mezzo hanno capito che l’ANAS, in Sicilia, è un mezzo delirio. Non solo il Governo vuole chiudere il capitolo ANAS, ma vuole pure rivolgersi alla Giustizia. Insomma, la vertenza Regione siciliana-ANAS finirà sui tavoli dei Tribunali con la richiesta di danni. Sono 15 – così abbiamo letto sui giornali – gli avvocati che stanno lavorando al ‘caso ANAS’ per conto della Regione.

Per ora siamo nella fase delle accuse (della Regione all’ANAS); delle repliche (dell’ANAS); e delle contro-repliche (della Regione per conto dell’assessore Falcone).

A noi delle accuse e delle repliche e contro-repliche interessa poco. Noi preferiamo guardare i fatti.

Nell’Agosto dello scorso anno, in solitudine, scrivevamo un articolo dal seguente titolo:

Scommettiamo che il nuovo Ponte di Genova vedrà la luce prima del viadotto Himera sulla Pa-Ct?

Erano i giorni in cui Regione siciliana e ANAS filavano d’amore e d’accordo.

Sempre in quei giorni vedeva la luce il Governo Conte bis imperniato sull’accordo tra PD e Movimento 5 Stelle. Di lì a poco sarebbe arrivato il vice Ministro per le Infrastrutture, il siciliano Giancarlo Cancelleri, oggi noto – in linea con il Movimento del quale fa parte – per le solenni promesse mai mantenute (Cancelleri è quello del viadotto Himera, lungo l’autostrada Palermo-Catania, franato cinque anni fa e ancora bloccato e dei biglietti aerei da e per la Sicilia ‘salatissimi’ rimasti tali: è di queste ore la protesta di Federconsumatori).

In politica sono importanti i fatti, ma sono anche importanti le parole, specie quando sono fuori luogo. Oggi il presidente Musumeci e l’assessore Falcone attaccano l’ANAS e annunciano improbabili richieste di risarcimento. Ma non possiamo dimenticare quando, meno di due anni fa, precisamente nell’Agosto 2018, il presidente Musumeci sosteneva l’esatto contrario di quello che sostiene oggi.

Eh già, perché poco meno di due anni fa il presidente Musumeci voleva chiudere il CAS – il Consorzio Autostrade della Sicilia che fa capo alla Regione – e affidare all’ANAS la gestione delle autostrade targate CAS (la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela).

Per Musumeci, due anni fa, l’ANAS avrebbe dovuto gestire tutta la viabilità stradale della Sicilia.

Lo ricordiamo bene perché, mentre i mezzi d’informazione che oggi danno spago al Musumeci anti-ANAS davano spago al Musumeci pro-ANAS, noi eravamo molto critici con il presidente della Regione e con il suo assessore alle Infrastrutture e Trasporti.

Il 18 Agosto 2018, commentando l’abbraccio tra la Regione di Musumeci e l’ANAS, scrivevamo:

“A noi questa scelta annunciata dal Presidente della Regione – che leggiamo sul ‘Giornale di Sicilia on line’ – sembra una follia: una follia e una sconfitta politica, perché l’ANAS, in Sicilia, ha brillato per grande inefficienza. Evidentemente il crollo del Ponte Morandi di Genova fa paura al Presidente e all’assessore, che preferiscono la ‘fuga’ tra le braccia dell’ANAS. O forse è il prezzo che Musumeci vede pagare alla Lega di Salvini?”.

Leggiamo ancora il nostro articolo del 18 Agosto di due anni fa:

“Colpo di genio del Governo regionale siciliano di Nello Musumeci: il CAS, Consorzio Autostrade Siciliane chiuderà i battenti. E le tre autostrade dell’Isola gestite fino ad oggi dallo stesso CAS – la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela (che deve ancora essere completata) – passeranno in gestione all’ANAS”.

“Il Consorzio Autostrade Siciliane chiuderà entro l’anno – dice il Presidente della Regione, Nello Musumeci, al Giornale di Sicilia on line -. Questa esperienza sembra essere conclusa e c’è l’intesa con l’assessore alle Infrastrutture e l’intero Governo affinché si definisca la questione in questo senso. C’è l’ANAS interessata alla successione”.
Ancora il nostro articolo di due anni fa:
“… non possiamo che ‘complimentarci’ con il Presidente Musumeci per la scelta ‘intelligente’ e, soprattutto, ‘lungimirante’. Del resto, dal ‘miscuglio’, tutto catanese (provincia di Catania) tra Musumeci e l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, una scelta del genere non arriva inaspettata. Questo blog, da tempo, ha denunciato le storture nella gestione del CAS, riportando, spesso, le denunce del sindacato dei trasporti ORSA (COME POTETE LEGGERE NEGLI ARTICOLI ALLEGATI). Ma un conto è criticare il CAS, altra e ben diversa cosa è cedere la gestione di tre importanti autostrade all’ANAS, che in Sicilia, fino ad oggi, ha brillato per grande inefficienza. I risultati ottenuti dall’ANAS in Sicilia sono sotto gli occhi di tutti: l’autostrada Palermo-Catania è un delirio, si salva un po’ solo la Palermo-Trapani-Mazara del Vallo. Ma se passiamo alla gestione delle strade a scorrimento veloce della Sicilia – gestite dall’ANAS – c’è solo da mettersi le mani nei capelli!“.
Oggi il presidente Musumeci e l’assessore Falcone hanno cambiato idea. Oggi, sull’ANAS, la pensano come noi.
Correva l’anno 2017, Maggio. Al Governo della Regione c’era il centrosinistra. Presidente della Regione siciliana era Rosario Crocetta. E cosa proponeva il Governo Crocetta? Quello che il Governo Musumeci – come già ricordato – avrebbe proposto un anno dopo: la cessione del CAS all’ANAS.
Scrivevamo nel Maggio del 2017:
“Il progetto di cessione del CAS all’ANAS è semplicemente vergognoso. Un’idea tipica di un Governo regionale di ascari che continua a svendere la Sicilia. Semmai è lo Stato che, a titolo di anticipazione per i soldi che deve alla Regione siciliana a norma dell’articolo 38 del nostro Statuto, che deve cedere alla nostra Regione l’ANAS. Questo progetto folle e, ripetiamo, ascaro, va combattuto con tutte le forze”. 
Oggi Musumeci e Falcone, dopo essere andati dietro all’ANAS per due anni, condannando la viabilità stradale siciliana all’abbandono e all’immobilismo, passano al contrattacco.
Noi non possiamo che essere d’accordo con l’attuale Governo regionale. Però, contemporaneamente, non possiamo non chiedere: dovevano passare due anni e mezzo per capire come stavano le cose? La lungimiranza, la capacità di anticipare gli eventi, la velocità nell’adottare le scelte nell’interesse di chi viene governato – in questo caso, i siciliani – non dovrebbero essere una prerogativa di un Governo regionale?
Comunque la si giri, la polemica di queste ore tra il Governo regionale e l’ANAS è, in ogni caso, una sconfitta politica dello stesso Governo regionale. Due anni e mezzo per capire come stanno le cose sono troppi.
Così come in politica contano le parole – come quelle inutili di due anni fa – in politica contano anche i fatti. E i fatti, egregio presidente Musumeci, ci dicono che le autostrade e le strade statali della Sicilia sono in massima parte deliranti; il costo dei biglietti aerei da e per la Sicilia è elevato; i trasporti marittimi sono costosi e inefficienti.
E l’assessore Falcone – che alla fine è il responsabile amministrativo e, soprattutto, politico di questi disastri – è ancora al suo posto e annuncia ‘cause’. Ma per cortesia!

 

 

 

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