Coronavirus: il Nord non può continuare ad affamare il Sud, perché la natura non glielo consente più/ MATTINALE 524

25 maggio 2020

Il Nord Italia (e, in particolare, la Lombardia) non può pensare di avere tutto e di più – industrie, autostrade, ferrovie, aeroporti – per accumulare denaro. La natura comincia a ribellarsi. Il virus ha penalizzato il Nord perché ha trovato terreno fertile nello spaventoso inquinamento di questa zona. Nel mondo globalizzato certe malattie saranno sempre più frequenti. Meno denaro, meno inquinamento e più salute 

Coronavirus: in queste ore, dopo settimane di passione, anche in Lombardia la situazione sembra leggermente migliorata. Anche se i sindaci delle città lombarde, a cominciare da Milano, sono molto preoccupati per la movida e per gli assembramenti.

Sicuramente la presenza di tante persone, a breve distanza l’una dall’altra, che prendono l’aperitivo e chiacchierano, in presenza di una pandemia, non è raccomandabile. Ma noi, oggi, torneremo su un tema che ha lanciato, per primo, in solitudine, il nostro amico Domenico Iannantuoni, un ingegnere pugliese che, da decenni, vive in Lombardia e, in particolare, a Milano.

Iannantuoni – ribadiamo: per primo e in solitudine – il 12 Marzo, diceva:

“Non lo dicono per ora, ma tra breve sarà un mantra! I virus viaggiano sempre attaccati a qualcuno o a qualcosa! Ebbene, la Pianura Padana è tra le aree più inquinate nel mondo ed il tasso di PM 10 (polveri sottili) così elevato che non ci meravigliamo affatto della situazione COVID 19 in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna!”.

LO STUDIO DELLA YALE SCOOL – Ora leggiamo cosa scrive in queste ore Ambiente bio. Già il titolo dell’articolo dice tutto:

“L’aria più pulita durante il lockdown della Cina ha salvato migliaia di vite”.

Andiamo al testo dell’articolo:

“In uno studio sorprendente della Yale School of Public Health , i ricercatori hanno scoperto che durante la pandemia in Cina, sono state evitate più morti premature a causa di aria più pulita di quelle perse a causa del Coronavirus. Dopo che il virus ha iniziato a diffondersi, il governo cinese ha emesso restrizioni di viaggio in tutto il Paese dal 10 al 14 Marzo che limitavano le emissioni automobilistiche e miglioravano drasticamente la qualità dell’aria. Il team di Yale ha scoperto che l’aria più pulita ha evitato 12.125 morti premature”.

“Gli autori dello studio – leggiamo sempre nell’articolo di Ambiente bio – hanno stimato le diminuzioni del biossido di azoto (NO2) e del particolato (PM2.5) in tutta la Cina. Successivamente, hanno calcolato il numero di decessi evitati in base all’associazione a breve termine tra questi inquinanti e la mortalità giornaliera” (qui trovate per esteso l’articolo di Ambiente bio).

Chi legge I Nuovi Vespri avrà notato che, da quando è iniziata la pandemia di Coronavirus o COVID-19, abbiamo più volte posto l’attenzione sul rapporto tra inquinamento e virus.

Lo abbiamo fatto riprendendo un articolo di Medicina Democratica

E anche pubblicando uno studio del chimico Eugenio Cottone:

Coronavirus: i casi di Bergamo, Brescia, Milano (e un po’ Catania) e l’inquinamento di biossido di azoto.

Oggi torniamo sull’argomento per invitare i nostri amici del Nord Italia e, segnatamente, della Lombardia a rivedere il sistema economico che hanno creato nel corso di tanti decenni. Perché è lì, nel sistema economico perverso che hanno creato, la possibile risposta positiva all’attuale pandemia. Proviamo ad illustrare meglio la nostra posizione.

Intanto facciamo una premessa. Non sappiamo come finirà con l’attuale pandemia. Non sappiamo se scomparirà o se, in Autunno, inizieranno altre ondate, come sostengono alcuni scienziati, secondo i quali il COVID-19 non ci abbandonerà presto.

Prendendo per buono quanto dicono gli scienziati convinti che la pandemia durerà un po’ di tempo, alla luce del rapporto diretto che sembra ormai piuttosto chiaro tra questa malattia e l’inquinamento, consigliamo ai nostri amici lombardi e, in generale, del Nord Italia di rivedere, da subito, il proprio sistema di sviluppo economico.

Alla fine, ‘avere concentrato in una sola parte del Paese la stragrande maggioranza delle imprese industriali e agro-industriali, la stragrande maggioranza di autostrade, la stragrande maggioranza di porti, la stragrande maggioranza delle reti ferroviarie, Alta velocità in testa, insomma, la stragrande maggioranza di tutto ha sicuramente fatto gioire i titolari dei conti correnti bancari, ma ha ridotto la qualità della vita di questa parte dell’Italia a livelli bassi.

In questo caso, per qualità della vita non intendiamo il denaro, ma la qualità dell’aria, la qualità dell’ambiente, la qualità del cibo.

Così facendo il Nord Italia ha danneggiato se stesso e i propri cittadini e ha affamato il Sud Italia. La natura, prima che la politica, si è ribellata. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

ATTENTI ALL’INQUINAMENTO – Noi non crediamo che l’emergenza Coronavirus in Lombardia sia stata gestita male. Se ci sono stati errori nelle diagnosi, ebbene, questi errori sono stati fatti in tutta l’Italia. Coloro i quali, oggi, dicono e scrivono che il sistema sanitario della Lombardia è franato perché è stato gestito male, lo fanno solo per una volgare speculazione politica: in parole semplici, perché debbono colpire la Lega di Salvini.

A nostro modesto avviso, l’emergenza del Coronavirus nel Nord Italia e, segnatamente, in Lombardia ha poco a che vedere con una presunta cattiva gestione della sanità e molto a che vedere, invece, con l’inquinamento. 

La situazione, per circa un mese e mezzo, è stata grave in tutto il Nord Italia: molto grave in Lombardia dove il ricambio dell’aria è molto limitato e meno grave nelle altre parti del Nord dove il ricambio dell’aria funziona un po’ meglio.

Nel complesso, è tutto il sistema industriale del Nord Italia che non è più compatibile con esplosioni di malattie che, se non si limiterà al minimo la libera circolazione delle merci e, soprattutto, delle persone saranno sempre più frequenti.

Certe patologie, in alcune aree del mondo – Africa e Asia in testa – ci sono sempre state. Ma sono sempre rimaste circoscritte nelle aree dove vedevano la luce. La globalizzazione dell’economia, con la libera circolazione delle merci e e delle persone, le può trasformare in  pandemie, come avvenuto con il COVID-19.

Di più: c’è il dubbio – che è più che un dubbio – che questo virus sia stato creato in laboratorio e che sia sfuggito dalle mani di chi lo stava studiando. Se uno scienziato del calibro del premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, lo afferma a chiare lettere avrà i suoi buoni motivi, visto che per quasi cinquant’anni ha lavorato sui microganismi.

ARMI BIOLOGICHE – Tra l’altro, nel mondo ormai non si contano più i Paesi che trafficano con i virus e i batteri per creare “armi biologiche”. Ciò significa che l’attuale potrebbe non essere l’unica pandemia: ne potrebbero arrivare altre.

In questo scenario, soprattutto dopo quello che hanno vissuto nei mesi scorsi, i nostri amici del Nord Italia – i lombardi, ma anche i piemontesi, i veneti e gli emiliani – non possono fare finta che non sia successo nulla.

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna non possono pensare di continuare a tenersi tutte le industrie che hanno avvelenato i propri territori nel nome del denaro. Se non hanno capito questo, non hanno capito nulla!

La prima cosa che queste tre Regioni debbono fare è rivedere il rapporto perverso che hanno instaurato con l’agricoltura. Pensare di continuare ad allevare maiali e galline distruggendo l’ambiente e provocando immani sofferenze a questi animali solo per rimpinzarsi di denaro è un’offesa alla natura e a nostro Signore Iddio.

I maiali e le galline debbono tornare a vivere nelle aziende agricole, non in spazi angusti che provocano solo sofferenza agli animali! L’utilizzazione sbagliata della Soccida va abolita. Questo contratto agrario è stato stravolto e utilizzato per finalità errate che hanno solo creato sofferenza agli animali e uno spaventoso inquinamento dell’ambiente.

I nostri amici emiliani produrranno il 70% del prosciutto crudo in meno? Bene: se ne faranno una ragione!

Lo stesso discorso vale per il Veneto e per il suo vino ‘frizzantino’. L’inquinamento delle zone dove viene prodotto questo vino è intollerabile. Ne approfittiamo per aprire un capitolo sulla viticoltura da vino, che deve cominciare a ridurre drasticamente l’uso di pesticidi ed erbicidi. Gli amici del Veneto se ne facciano una ragione: guadagneranno meno, ma ci guadagneranno in salute.

Ultima notazione per i nostri amici della Lombardia. Meno industrie, meno autostrade, meno ferrovie, eliminate l’Alta velocità (godetevi di più il tempo, imparate da noi meridionali, studiate un po’ di filosofia presocratica), meno agricoltura inquinata e, soprattutto, cambiate l’aria.

Vi invitiamo a prendere in considerazione la tesi che, nel lontano 1978, venne illustrata nel corso di una puntata di Portobello, la fortunata trasmissione televisiva di Enzo Tortora: spianate il Passo del Turchino e cambiate l’aria della vostra Regione e, in generale, della Pianura Padana. Riducendo l’inquinamento e cambiando l’aria le pandemie diventeranno gestibili anche dalle vostre parti.

Foto tratta da Icona Clima

 

 

 

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