Coronavirus: crescono i contagi al Nord e anche al Sud. Non è il caso fare come in Cina?/ MATTINALE 464

20 marzo 2020

E’ inutile girarci attorno: la strategia messa in atto dall’attuale Governo nazionale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus non sta funzionando. Se i contagi aumentano e la pressione sulle strutture sanitarie aumenta bisogna cambiare strategia. Abbiamo l’esempio della Cina. E sono arrivati in Italia i medici cinesi. Seguiamo il loro esempio. Le vite umane valgono più dell’economia  

Scriviamo queste righe dopo aver letto il bollettino Coronavirus in Italia di ieri sera. I morti, nel nostro Paese, hanno superato i morti in Cina. Non solo. Crescono in modo preoccupante i contagi a Milano e in provincia. E, seppur in modo minore, crescono i contagi nel resto d’Italia. Certo, aumentano anche i guariti. Nel complesso, però, l’infezione non si ferma. Anzi.

Ci rendiamo conto che il momento è difficile. Che governare in una fase come questa è difficile. Ma è un fatto oggettivo che quello fatto fino ad oggi dal Governo Conte bis non ha sortito i risultati sperati.

Inutile rivangare sugli errori di sottovalutazione commessi dal 21 Febbraio fino ad oggi. Serve a poco. L’unica cosa da dire è che bisogna cambiare strategia.

Intanto dobbiamo essere onesti: anche se non nutriamo particolari simpatie per i leghisti, dobbiamo ammettere che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è stato bravo. Ha seguito la propria strada, ignorando anche le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità (OMS):

“Praticamente Zaia – leggiamo su scenarieconomici.it – decise di testare TUTTI, soprattutto nei primi centri colpiti come Vò Padovano, per identificare ed isolare i portatori sani, coloro che, non sapendolo e senza colpa, sono gli agenti di diffusione del virus e che erano in numero assai superiore a quanto ci si attendeva. La sua scelta sta pagando e la crescita dei contagi è più lenta in Veneto rispetto alla Lombardia, all’Emilia Romagna ed al Piemonte. Una strategia che ora viene anche consigliata dall’OMS, che ha cambiato idea: bisogna fare test di massa. Zaia ha fatto questo ed ha limitato i contagi, organizzando anche dei laboratori mobili per fare i tamponi”.

Non sappiamo cosa sia successo in Lombardia: ma sappiamo che se i contagi aumentano bisogna cambiare approccio e metodologia d’azione.

Non sappiamo se – come ha intuito il nostro amico Domenico Iananntuoni e come ha scritto anche Medicina Democratica – il problema della Lombardia e, in generale, della Pianura Padana sia legato all’inquinamento.

Una cosa, però, sembra piuttosto chiara: in quello che è stato fatto fino ad oggi ci sono cose che non vanno. Bisogna provare a capire che cosa non sta funzionando e, magari, che cosa fino ad oggi non è ancora stato fatto.

In queste ore sono giunti in Italia medici cinesi e aiuti sempre dalla Cina. Le zone della Cina colpite in modo pesante dal Coronavirus sono inquinate come la Pianura Padana. Bene. Siccome lì hanno risolto il problema in appena 40 giorni si dovrebbe fare come hanno fatto in Cina.

Da quello che abbiamo capito, i cinesi hanno detto che in Italia ci sono ancora troppe persone in giro. Si trovi il modo per ridurre la presenza di queste persone ancora in giro. Se in Cina, per fermare l’epidemia, hanno bloccato i movimenti delle persone e le attività economiche, bene, che si blocchino i movimenti delle persone e le attività economiche.

Il Governo Conte avrà questo coraggio? Fino ad oggi – lo torniamo a scrivere – non ha anticipato il virus: lo ha inseguito, mediando al ribasso tra esigenze economiche ed esigenze sanitarie. I risultati, purtroppo, non sono quello che ci si attendeva.

 

Nel Sud Italia la situazione peggiora. Non è come al Nord Italia, ma il problema c’è. Dovuto, con molta probabilità, al gran numero di meridionali che vivevano al Nord e che sono rientrati al Sud. Si poteva evitare questo esodo? Sì, ma non è stato evitato. E questo è un altro elemento negativo di questa storia che va messo sul conto dell’attuale Governo nazionale e dei partiti che ne fanno parte.

Anche in Sicilia l’ulteriore stretta sulla vita pubblica è arrivata solo in queste ore. Ci sono uffici pubblici rimasti aperti che, forse, avrebbero potuto essere chiusi un paio di settimane fa. Gli uffici della Regione siciliana – è una denuncia che abbiamo registrato ieri dal DIRSI – sono senza disinfettanti e senza sanificazione. Tutto questo è normale?

A Palermo circolano ancora i bus pubblici e il Tram, le banche sono aperte, gli uffici postali pure. Se gli uffici rimangono aperti bisogna assicurare la presenza dei mezzi pubblici: ma questo aumenta il numero delle persone in giro. E’ veramente impossibile fermare quasi tutto per 15 giorni?

Chiediamo al presidente della Regione, Nello Musumeci: a che serve dire alle persone di stare in casa se poi la stretta non è molto più severa per tutti?

Noi capiamo tutto: ci sono quelli che vogliono tornare in Sicilia, bisogna assicurare i servizi minimi, tutto ci sta. Ma forse servirebbe una stretta maggiore.

 

Non per essere camurriusi, ma la possibilità di contagio è direttamente proporzionale al numero delle persone in circolazione. Meno persone circolano, più difficile diventa la vita per il virus.

Ora sono arrivati i militari. Va bene anche questo. L’importante è che non aumenti la confusione.

Foto tratta da Wikipedia

 

 

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