In Puglia il gruppo MEGAMARKET vende solo olio d’oliva pugliese. E in Sicilia?/ MATTINALE 506

14 gennaio 2020

In realtà, il gruppo MEGAMARKET venderà l’olio d’oliva extra vergine pugliese non solo in Puglia, ma anche nelle altre Regioni del Sud dove è presente con i propri punti vendita: Campania, Molise, Basilicata e Calabria. Enzo Leonetti: “La Gdo comincia a scommettere sui prodotti del territorio”. La Sicilia invece resta una colonia anche in questo!   

La ‘guerra’ per l’olio extra vergine di oliva segna un punto in favore del Sud Italia: il gruppo MEGAMARK ha annunciato una campagna in favore dell’olio d’oliva extra vergine italiano e, in particolare, pugliese, con la sospensione della vendita, nei supermercati DOK e FAMILA, dell’olio d’oliva comunitario.

La notizia la leggiamo su Puglia Reporter: è una notizia importante, che rompe il fronte della Grande distribuzione organizzata (Gdo), se è vero che una parte di questo mondo comincia, con azioni concrete, a legarsi al proprio territorio per tutelarne le produzioni agricole e agroindustriali.

REALTA’ LEADER NEL SUD – Per la cronaca, il gruppo MEGAMARK è una realtà leader nel Sud Italia nella Grande distribuzione organizzata, se è vero che opera con oltre 400 supermercati diretti e affiliati presenti in Puglia, in Campania, in Molise, in Basilicata e in Calabria. A questo gruppo fanno capo gli ipermercati Iperfamila i Superstore Famila, i Supermercati Dok, Supermercati Sole 365 e Sunrise e la catena dei punti vendita di prossimità A&O.

Qualche giorno addietro abbiamo raccontato la speculazione al ribasso sui prezzi che colpisce l’olio d’oliva extra vergine italiano che è un prodotto tipico del Sud:

il 90% dell’olio extra vergine d’oliva, infatti, viene prodotto in Puglia, in Calabria e in Sicilia. 

Come viene attuata la speculazione al ribasso sull’olio extra vergine di oliva: facendo arrivare sui banconi della Grande distribuzione organizzata tre tipi di olio d’oliva: olio d’oliva comunitario, olio d’origine UE e olio prodotto in Ue.

Come potete notare, in queste diciture non è spiegato, per filo e per segno, da quali olive arriva tale olio: si tratta di indicazioni generiche che non danno informazioni precise ai consumatori.

Guarda caso, questo succede quando è stato appurato, con un’analisi sulla produzione di olive da olio nel mondo, che il 2020 – cioè l’anno che è appena iniziato – registra una grande produzione di olio d’olive in Tunisia, mentre in tutto il mondo si registra una riduzione di 3 milioni di tonnellate di olio d’oliva!

Non solo. C’è anche il problema dell’olio d’oliva deodorato: olio prodotto da olive che dovrebbero andare al macero e che, invece, vengono utilizzate per produrre un olio di pessima qualità messo poi in vendita (grazie a processi chimico-industriali vengono eliminati i cattivi odori).

Le ultime ‘frontiere’ dell’olio d’oliva inventato a tavolino raccontano anche i dubbi sull’olio di palma.

Qual è il risultato? Che tanti Centri commerciali italiani mettono in vendita bottiglie d’olio d’oliva ‘extra vergine’ al prezzo di 3 euro: prezzo impossibile, perché una bottiglia di olio extra vergine italiano ha un prezzo che oscilla da 8 a 12 euro a seconda della zona.

E’ in questo scenario che si inserisce l’iniziativa del gruppo MEGAMARK: iniziativa che punta a tutelare sia i produttori di olio d’oliva pugliesi e, in generale del Sud, sia i consumatori, che magari pagheranno l’olio d’oliva extra vergine un po’ di più, ma avranno la garanzia di portare a tavola un prodotto del Sud genuino, dando una mano agli agricoltori del Sud!

COMPRASUD – Ci piace riportare un bel commento di Enzo Leonetti tratto dalla pagina Facebook di Terroni:

“Il Sud sta cambiando. Anche la Gdo meridionale scommette sui prodotti del territorio. Interrompiamo il flusso di denaro che da Sud va a Nord. CompraSud è la risposta. Aiutamoci a casa nostra”.

Leonetti tocca un punto cruciale: oggi, infatti, la Grande distribuzione organizzata è lo strumento con il quale il Sud Italia è stato trasformato – anche per i prodotti agricoli e alimentari – in un mercato di consumo di prodotti che arrivano dal Nord Italia e da altre parti del mondo (in questo secondo caso – cioè nel caso di prodotti esteri – si tratta di prodotti di pessima qualità: si pensi al grano duro e tenero al glifosato, o all’ortofrutta trattata con pesticidi che in Italia sono stati banditi da decenni perché dannosi per la salute).

Tutto questo, come sottolinea opportunamente Leonetti, impoverisce il Sud, perché acquistare prodotti del Nord significa che i soldi dei cittadini del Sud vanno a sostenere le imprese e i territori del Nord: cosa, questa, segnalata dai promotori dell’iniziativa CompraSud.

La Sicilia, sotto questo aspetto, è un esempio emblematico: su 13 miliardi di euro annui spesi dai siciliani per il cibo, solo 2 miliardi sono utilizzati dai siciliani per l’acquisto di prodotti siciliani: 11 miliardi circa vengono invece spesi dai siciliani per l’acquisto di beni alimentari che arrivano dal Centro Nord Italia e dall’estero!

SICILIA TERRA DI POLITICI ASCARI – Tutto questo avviene a causa di una classe politica di ascari che in tutti questi anni non hanno fatto altro che penalizzare gli agricoltori siciliani e il piccolo commercio artigianale in favore dei grandi centri commerciali!

E mentre in Sicilia non c’è alcun cambio di rotta (in Sicilia si contano circa 50 centri commerciali tedeschi!), in Puglia si cambia rotta:

“Apprendiamo con favore – scrive Leonetti – il cambio di strategia commerciale del più grande gruppo meridionale della Distribuzione Organizzata, la MEGAMARK di Trani, dell’imprenditore Giovanni Pomarico. A favore della promozione dell’olio italiano e pugliese in particolare, sugli scaffali delle centinaia di supermercati di proprietà. La Puglia è risaputo è il principale produttore italiano di olive da olio ed il principale produttore italiano di olio extra vergine di oliva. E’ un importante segnale di promozione del #CompraSud per la valorizzazione del territorio e per invitare i consumatori a scelte consapevoli, salutistiche e sostenibili”.

“Di prodotti agroalimentari del Sud – scrive sempre Leonetti – i nostri supermercati non sono ancora tanto forniti, in quanto le catene di distribuzione hanno il cervello ed il cuore al Nord, preferendo prodotti realizzati da aziende settentrionali. Con l’effetto di togliere la liquidità al territorio meridionale, con un flusso di denaro costante, giornaliero, che da Sud va a Nord, facendo progredire le aziende settentrionali che vedono piazzata la loro produzione, dando lavoro agli operai e impiegati settentrionali. Si tratta di miliardi di euro che ogni giorno dal Sud vanno al Nord. E purtroppo non vale il contrario”.

Il consumatore del Nord va a fare acquisti nelle catene di supermercati del Nord. E in questi supermercati trova prodotti del Nord.

“Per loro – osserva ancora Leonetti – è naturale acquistare un prodotto del Nord. Sono a casa loro. Mentre il meridionale è orgoglioso di comprare un prodotto del Nord, è fiero di far vedere che può spendere soldi, per un’esigenza di visibilità sociale e di imitazione. Con la conseguenza di impoverire sempre più il territorio meridionale di aziende produttrici, o abbandonate a fare da contoterzisti per le famose catene di distribuzione settentrionali, con prezzi di conferimento ridicoli, oltraggiosi e che costringono alla fame i produttori agricoli ed artigianali”.

E qui Leonetti tocca un altro punto cruciale che noi abbiamo più volte approfondito: come la Grande distribuzione organizzata ‘strozza’ agricoltori e piccolo commercio artigianale.  

“E’ ora di interrompere la catena perversa per cui sugli scaffali dei supermercati del Sud siano presenti, per la stragrande parte, prodotti del Nord Italia – dice ancora Leonetti -. Questa colonizzazione economica non può più essere tollerata”.

Siamo totalmente d’accordo con lui!

Foto tratta da Quotidiano di Bari

 

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