I problemi dei rifiuti in Sicilia: affidamenti diretti, discariche, appalti e lentezza burocratica/ MATTINALE 501

10 gennaio 2020

C’è un’inchiesta sul Piano rifiuti della Sicilia. Ben venga. Vediamo se riusciamo a capire perché, dopo due anni, questo benedetto Piano non riesce a vedere la luce. Un fatto è certo: la Sicilia si deve liberare dalle discariche e dagli affidamenti diretti. E deve fare luce sul miliardi di euro speso negli anni della gestione commissariale da centrodestra e centrosinistra  

Le cronache di queste ore raccontano di un’inchiesta sul Piano dei rifiuti della Sicilia. Ben venga questa inchiesta. Almeno cominceremo a capire perché, da due anni, la Regione siciliana non riesce a varare questo benedetto strumento che – lo ricordiamo a chi magari l’ha dimenticato – dovrebbe porre fine al sistema delle discariche (peraltro quasi tutte private) e al sistema degli affidamenti diretti.

A conti fatti – almeno a nostro avviso – i punti nevralgici di questa storia sono tre: le discariche (che in Sicilia dovrebbe essere marginali da almeno 15 anni, per seppellire, senza inquinare, ciò che dovrebbe restare da una raccolta differenziata all’80-90%: invece le discariche esistono ancora come 15 anni fa: e questo è veramente incredibile!), gli affidamenti diretti (che non dovrebbero esistere, perché per lavori di decine e talvolta di centinaia di milioni si ricorre alle gare: per avere sollevato questo problema negli anni passati l’allora sindaco di Racalmuto, Salvatore ‘Totò’ Petrotto, ha visto le stelle!) e gli incredibili ritardi nella redazione del Piano regionale dei rifiuti.

Ci sarebbe anche un quarto elemento del quale noi non sappiamo nulla, ma che possiamo immaginare: le eventuali pressioni di gruppi criminali per entrare nel grande affare degli impianti di biometano (cioè la produzione di metano dai rifiuti).

IL TAGLIO DEGLI ALBERI – In effetti, un elemento che ci deve far riflettere, a proposito della cosiddetta ‘bio-energia’, è la solerzia con la quale, da alcuni anni a questa parte, vengono potati, quando non vengono direttamente tagliati, gli alberi di tantissime città. Con polemiche che coinvolgono milioni di cittadini, che non gradiscono affatto certe potature effettuate in tutt’e quattro le stagioni dell’anno, o il taglio degli alberi diventati improvvisamente ‘pericolosi’ (alberi che, in certi casi, sembra che vangano abbandonati per farli diventare pericolosi).

E qui gli interessi dei protagonisti delle ‘bio-energie’ si fondono e si confondono con la ‘celeberrima’ tecnologia del 5 G

Quello che a noi sembra veramente strano, in questa storia, è la lentezza della pubblica amministrazione rispetto all’adozione del Piano rifiuti.

Tant’è che noi, e non da ora, conoscendo un po’ i nostri ‘peri’ – per esempio, dentro la ‘macchina’ amministrativa della Regione siciliana – ci siamo chiesti se certe lentezze burocratiche, alla fine, siano servite e servano ancora a tenere in piedi un sistema, fatto delle citate discariche private e dei citati affidamenti diretti, che era ed è ancora in parte espressione di certi ‘industriali’.

In questo senso ci sembra molto interessante il comunicato dell’assessore regionale, Alberto Pierobon, che sta provando a mettere ordine in un settore – quello dei rifiuti in Sicilia – dove i comitati di affari non sono mai mancati:

IL COMUNICATO DELL’ASSESSORE PIEROBON – “Apprendo dalla stampa che la Procura sta indagando sul Piano rifiuti. Restiamo a completa disposizione dei pm per chiarire eventuali dubbi su questo fondamentale strumento per la Sicilia. Il Piano – ricorda l’assessore – è stato ritenuto dalla commissione tecnica per la Vas conforme alla legislazione regionale, nazionale ed europea. Con questo strumento puntiamo sulla raccolta differenziata, diamo priorità agli impianti pubblici e mettiamo ordine e trasparenza nel settore. Oggi in Sicilia la raccolta differenziata è quasi al 40 per cento, vengono conferite centinaia di migliaia di tonnellate in meno di rifiuti in discarica e questo significa milioni di euro in meno di introiti. Sono stati anche stanziati oltre cento milioni in giunta per impianti pubblici. Sono azioni concrete che ribadiscono la direzione intrapresa dal governo. Restiamo a disposizione anche della commissione Antimafia a cui continueremo a fornire puntuali riscontri in pieno spirito di collaborazione. Considerata la delicatezza delle materie trattate, invito tutti quanti a mantenere un clima di civile rispetto, anche istituzionale, nella consapevolezza che gettare indiscriminatamente discredito sulle istituzioni regionali, anche involontariamente, avvantaggia lo stesso sistema affaristico che questo governo sta cercando, non senza ostacoli e strutturate contrapposizioni, di scardinare”.

“Il Piano – leggiamo ancora nel comunicato dell’assessore Pierobon – è stato esitato dalla Giunta nel dicembre 2018 e a fine novembre 2019 ha ricevuto il parere favorevole della commissione tecnica per la Vas. A questo punto sono previsti ulteriori passaggi in Sicilia che rendono l’iter più lungo rispetto alle altre Regioni. Il parere motivato con prescrizioni è stato inviato all’assessorato il 12 dicembre per le integrazioni. Il documento finale sarà esitato dall’assessorato entro gennaio. A quel punto sarà inviato prima alla commissione Ambiente all’Ars, poi all’Ufficio legislativo e legale. Quindi sarà inviato tutto, testo e pareri, al Cga. Infine il piano sarà emanato dal presidente della Regione con decreto che verrà inviato alla Corte dei conti. L’ultimo passaggio prevede la pubblicazione in Gurs per l’adozione finale”.

Ci chiediamo: perché tutti questi passaggi burocratici?  

LA SAGRA DEI RIFIUTI TRA MOTTA SANT’ANASTASIA E MISTERBIANCO – E’ di questi giorni la sentenza del Tribunale di Palermo che ha rifilato una condanna a nove anni all’ex funzionario della Regione siciliana, Gianfranco Cannova, e sei anni a Domenico ‘Mimmo’ Proto, titolare della Oikos, la società che gestisce la discarica Valanghe d’inverno, tra le proteste dei cittadini di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Attenzione: è una sentenza di primo grado e lo scenario giudiziario è ancora aperto. (QUI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA SICILIA SULLA SENTENZA)

Ma noi conosciamo molto bene la discarica Valanghe d’inverno, se è vero che ne abbiamo cominciato a scrivere dal 2016.

Noi non possiamo dimenticare proprio il 2016, quando questa discarica è stata prima chiusa e poi riaperta. Qui di seguito quello che scrivevamo nel 2016 a proposito di questa discarica:

“Semplicemente incredibile quello che succede a Misterbianco e Motta Sant’Anastasia i cui cittadini, da anni, si battono per la chiusura di una discarica che si trova proprio tra questi due centri della provincia di Catania. La discarica si chiama ‘Valanghe d’inverno’. Ed è stata chiusa qualche mese fa dopo le proteste, durissime, delle popolazioni. Ci sono state marce, fiaccolate, scioperi della fame. Ebbene: cos’hanno fatto il Governo nazionale di Matteo Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta? Semplice: hanno riaperto, per altri sei mesi, la discarica ‘Valanghe d’inverno’. Ricordate il gesto di Alberto Sordi in un celebre film? ‘Lavoratori’, gridava alberto Sordi all’indirizzo dei braccianti agricoli. E poi, portando il braccio destro sull’avambraccio sinistro gridava: ‘Tiè!’. Una cosa simile è stata fatta con i cittadini siciliani che non vogliono vivere con le discariche sotto casa: ‘Cittadini…’. Il resto lo potete immaginare”.

Siamo tornati sulla vicenda di questa discarica nel 2017, quando Motta Sant’Anastasia e Misterbianco sono diventate, con una metafora amara, le ‘capitali della munnizza siciliana.

Tra anni fa erano già prevedibili i problemi della discarica Valanghe d’inverno e della discarica di Bellolampo di palermo, altra storia incredibile.

LE FOLLIE SICILIANE SUI RIFIUTI – Rileggiamo una parte di un articolo che abbiamo scritto nel marzo del 2017, quasi tre anni fa. Allora segnalavamo alcune follie:

E’ stata una follia, nei primi anni del 2000, istituire gli ATO rifiuti costituendo società per azioni tra Comuni per assumere a umma umma oltre 13 mila persone senza concorso, consentendo agli ‘amministratori’ degli stessi ATO rifiuti di mettersi in tasca ricche indennità.

E’ stata una follia, a partire dal 2008, azzerare la raccolta differenziata dei rifiuti che, bene o male, dal 2001 aveva cominciato a diffondersi, per concentrare quasi tutto il ‘business’ in quattro discariche private.

E’ stata una follia finanziare centinaia di centri di compostaggio – con decine e decine di milioni di Euro di fondi pubblici (per la precisione, quasi un miliardo di euro!) – senza premurarsi di effettuare accertamenti sull’andamento dei lavori: tant’è vero che, ancora oggi, tanti centri di compostaggio non sono stati completati; la dimostrazione che, nei fatti, non c’è stata e non c’è alcuna volontà di far crescere la raccolta differenziata dei rifiuti.

E’ stata una follia gestire la questione rifiuti in Sicilia in regime commissariale dalla fine degli anni ’90 del secolo passato fino al 2014. Regime commissariare che è servito solo a gestire appalti all’insegna della somma urgenza, mantenendo in piedi il sistema delle discariche.

E’ una follia che, ancora oggi, si proceda con le discariche.

E’ una follia avere programmato la realizzazione di inceneritori di rifiuti per fronteggiare un’emergenza rifiuti creata ad arte, pur sapendo che gli inceneritori sarebbero operativi – bene che vada – tra cinque anni. Dove si dimostra che, sempre nel nome dell’emergenza, la politica vorrebbe realizzare altri affari senza risolvere i veri problemi.

E’ stata una follia avere allontanato l’ex assessore regionale con delega alla gestione dei rifiuti, Nicolò Marino, che aveva perfettamente individuato i grumi affaristici che stanno dietro questo settore. Illuminante, al riguardo, quello che ha scritto, qualche giorno fa sulla propria pagina facebook, in occasione degli arresti operati dalla magistratura nel mondo dei rifiuti di Catania, dal professore Aurelio Angelini, uno dei massimi esperti di gestione dei rifiuti in Sicilia:

“Crocetta, che oggi plaude all’operazione della magistratura, è colui che ha rimosso l’assessore Marino che stava cercando di riportare nella legalità la gestione dei rifiuti, e successivamente, i nuovi assessori e dirigenti ai rifiuti nominati dal presidente hanno completato l’opera, smantellando l’ufficio creato da Marino, composto da funzionari al servizio delle istituzioni, nonché validi tecnici”.

E’ stata una follia, in una situazione già gravissima aver fatto arrivare in Sicilia anche i rifiuti dell’ILVA di Taranto come vi abbiamo raccontato qui:

I rifiuti e la discarica di Melilli: l’intreccio tra mafia, politica, imprenditoria e funzionari pubblici

andando a inquinare ulteriormente l’area di Melilli, Priolo e Augusta già provata da decenni di cattiva gestione del territorio.

E’ una follia ‘giocare’ – come continua a fare il Governo regionale di Rosario Crocetta – con le discariche, aprendole e chiudendole, senza aver messo in piedi una reale alternativa a questo sistema affaristico. Il tutto all’ombra della solita antimafia di facciata.

Nel caso di Palermo – con riferimento alla discarica di Bellolampo – non possiamo non segnalare il rapporto quanto meno strano tra l’Amministrazione Orlando e alcuni deputati regionali del Movimento 5 Stelle, che all’atto della fine del regime commissariale in materia di gestione dei rifiuti, ‘condividevano’ con il sindaco del capoluogo siciliano ‘preoccupazioni’ che dovrebbero essere prerogativa di chi governa, non di chi dovrebbe fare opposizione”.

IL DISASTRO DI PALERMO – Ben venga l’inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. Magari approfondendo anche quello che succede a Palermo, la più grande città della Sicilia che somma alcuni record:

è riuscita a saturare la discarica di Bellolampo;

Palermo non ha un’alternativa, a tutt’oggi, alla stessa discarica di Bellolampo, se è vero che ormai da mesi scarica su altri Comuni della Sicilia la propria immondizia: e questa è un’assurdità!;

Palermo registra il fallimento della raccolta differenziata e la città è sempre sporca.

Noi, da cittadini, ci chiediamo quanto deve ancora durare questa vergogna, a fronte di una TARI che è tra le più ‘salate’ d’Italia!

P.s.

Il Piano rifiuti messo a punto dall’attuale Governo regionale, oltre a eliminare gli affidamenti diretti, non prevede la realizzazione di nuovi impianti: scelta corretta, anche perché, prima di investire altro denaro pubblico, sarebbe opportuno fare chiarezza sul miliardo di euro speso negli anni passati.  In ogni caso, quello degli impianti sarà un problema degli Ambiti, non della Regione. 

Foto tratta da allEvents.in

 

 

 

 

 

 

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