“Non vado via, amo la mia terra”: grande manifestazione a Palermo contro l’emigrazione dal Sud/ MATTINALE 437

26 ottobre 2019

Il vero protagonista di questo movimento è un sacerdote di Palermo, Padre Antonio Garau. Ormai, in Sicilia, quello che non fa la politica lo fanno gli uomini di una Chiesa che non è esagerato definire “di frontiera”. Migliaia di giovani provenienti da tanti Comuni dell’Isola in piazza contro lo spopolamento della Sicilia e del Sud. La politica che continua a tradire

La manifestazione andata in scena ieri a Palermo – Si resti arrinesci – Fermiamo l’emigrazione forzata dalla Sicilia – avrebbe dovuto essere, in realtà, la manifestazione di tutto il Sud Italia. Perché il fenomeno dello spopolamento riguarda tutto il Mezzogiorno e viene da anni denunciato dalla SVIMEZ.

Il fatto che l’impegno di un sacerdote di Palermo, Padre Antonio Garau, sia riuscito a portare per le vie della città un bel numero di persone è molto positivo. Il fatto che sia riuscito, anche, a sensibilizzare una Chiesa di Palermo che, negli ultimi anni, ha messo da parte i problemi della città, della Sicilia e del Sud per abbracciare una sorta di ‘terzomondismo’ di maniera è ancora più importante.

Magari ci sbagliamo: ma noi non ricordiamo un solo intervento di Papa Francesco sulla questione meridionale, e nemmeno la CEI – la Conferenza Episcopale Italiana – ci sembra impegnata su questo fronte.

CU RESTA ARRINESCI – Grande, la partecipazione alla manifestazione di ieri a Palermo al grido di Cu resta arrinesci – Non vado via amo la mia terra”. Nelle vie del capoluogo della Sicilia sono arrivati da tanti Comuni: Balestrate, Contessa Entellina, Giuliana, Lercara Friddi, Palazzo Adriano, Ciminna, Bolognetta, Cinisi, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Corleone, Piana Degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Salemi, Partanna, Santo Stefano Quisquina,  Milazzo, Messina, Ventimiglia di Sicilia.

Padre Garau è sempre stato in prima fila nelle battaglie sociali in favore degli ultimi. Chi ha un po’ di memoria lo ricorda negli anni ’90, impegnato in prima persona in una Sicilia scossa dalle stragi di Stato e di mafia. E non siamo stupiti nel vederlo oggi, con la sua sensibilità sociale, in prima fila per una nuova sfida contro la desertificazione economica di Palermo, della Sicilia e del Sud.

Ricordiamo la manifestazione che lo stesso Padre Garau ha promosso lo scorso 1 Giugno, sempre a Palermo. Ricordiamo ancora il documento di presentazione della manifestazione del Giugno scorso:

“Oggi occorre invitare tutti ad avere il coraggio di Amare!… Parlare di Amore ai Politici Siciliani è possibile solo se sapranno guardare gli occhi dei bambini e dei giovani che hanno il diritto di sognare il loro futuro. La violenza, l’indifferenza, la distruzione dell’ambiente, il terrorismo, la mafia, il disordine e la crisi di tutti i valori sono causati principalmente dalla mancanza di lavoro per i nostri giovani che non vivono gli ideali della vita e si sentono messi da parte e invitati a fare facili guadagni”.

In quell’occasione abbiamo anche riportato un’intervista di Padre Garau ad Antudo, che potete leggere qui.

I problemi sollevati da Padre Garao, dicevamo all’inizio, sono complessi e molteplici. E sono i problemi del Sud di oggi. Infatti, negli ultimi 15 anni quasi un milione di abitanti ha lasciato il Meridione d’Italia e non è più tornato. E si tratta, per lo più, di giovani.

La SVIMEZ (Associazione per lo SVIluppo dell’industria nel MEZzogiorno) ha fatto più volte notare che, oggi, la vera emergenza italiana è rappresentata dall’emigrazione dal Sud (soprattutto emigrazione giovanile, se è vero che il 72% di chi emigra ha meno di 34 anni) e non l’immigrazione in senso generale.

I giovani lasciano il Sud per recarsi o nel Centro-Nord o all’estero per lavorare o studiare: e sono molti di più degli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle Regioni meridionali. Vanno via giovani qualificati. Un’emorragia che, come già accennato, viene parzialmente compensata dai flussi di immigrati.

Il Sud non cresce economicamente e socialmente: anzi, va indietro. E, a parte la retorica vuota di un certo sindacalismo, a tutte le forze politiche tradizionali del dramma del Sud non gliene può fregare di meno.

IL DISINTERESSE DEI GOVERNI NAZIONALI – I Governi nazionali della passata legislatura – tutti di centrosinistra – hanno massacrato il Sud per sostenere il Centro Nord del Paese. Emblematico l’atteggiamento dell’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, che nel 2015 toglieva al Sud i fondi per le ferrovie, perché, diceva, “nel Sud ci sono le rocce…”.

Attenzione: sono fatti accaduti che noi abbiamo ampiamente documentato. Oggi il PD è di nuovo al Governo dell’Italia: e, guarda caso, nella manovra economica e finanziaria 2020 messa a punto dal Governo Conte bis per il Sud non c’è l’ombra di un solo intervento! Ci sono, invece, tante microtasse (tassa sull’acqua, tassa sui funerali, tasse sulla casa, IVA sulle patenti e via continuando) che, colpendo in modo uniforme tutta l’Italia, penalizzeranno in modo più pesante i cittadini del Sud, che sono i più poveri.

Ma se i Governi di centrosinistra hanno massacrato il Sud, dai Governi nazionali di centrodestra non ci sono state cose diverse. Per il Sud il Governo Berlusconi 2008-2011 è stato una iattura. Nel 2008 risultavano non spesi montagne di fondi europei e di fondi nazionali destinati al Sud. Somme importanti confluite sotto la sigla FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate).

Ebbene, circa l’80% di questi fondi sono stati dirottati dal Governo Berlusconi al Centro Nord!

L’INGANNO DELLA LEGA DI SALVINI AI DANNI DEL SU – E che dire della Lega di Matteo Salvini? Ha presentato liste e preso voti al Sud prima alle elezioni amministrative e poi alle elezioni europee dello scorso maggio. Per tutta risposta ha provato a far passare la cosiddetta Autonomia differenziata che avrebbe consentito  a tre Regioni del Nord Italia – Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna –  di tenersi il cosiddetto residuo fiscale!

In tutte le Regioni italiane si pagano tasse e imposte. Ovviamente, il gettito delle Regioni del Centro Nord è maggiore del gettito delle Regioni del Centro Sud. Per un motivo semplice: perché sono più ricche. E sono più ricche perché, dal 1860 ad oggi, il Nord prima, il Centro Nord nel suo complesso a partire, grosso modo, dagli anni ’70 del secolo passato, non hanno fatto altro che drenare risorse dal Sud.

Anche se la storia ha fatto di tutto per nasconderlo, il Sud Italia, nel 1860, era molto più ricco (e più colto: le due cose non erano casuali) del Nord Italia. Nel 1860 in Inghilterra si emigrava dalla Liguria e, in generale, dal Nord Italia, non dal Regno delle Due Sicilie!

Poi è iniziata una parabola discendente – un continuo drenaggio di risorse economiche e umane dal Sud al Nord – che si è ridotto (ma mai interrotto) negli anni della cosiddetta Prima Repubblica. Gli anni della Cassa per il Mezzogiorno prima e dell’Agensud dopo sono stati certamente perfettibili: ma una mitigazione del divario economico e sociale tra Nord e Sud c’è stata.

Con l’avvento della cosiddetta Seconda Repubblica l’egoismo del Nord, sempre più dilagante, ha preso il sopravvento su tutto. Il fatto che la Lega di Salvini sia oggi il primo partito nel Centro Nord e in Italia non è un caso. Davanti a un’Unione Europea ‘Germanocentrica’, che drena risorse al Sud Europa (si pensi alla Grecia impoverita, costretta a cedere ai tedeschi porti e aeroporti, per non parlare dell’Italia, dove centinaia di imprese rinomate sono state rilevate da gruppi esteri), davanti a un’Unione Europea liberista che produce diseguaglianze, il Nord Italia ha pensato bene – con la citata Autonomia differenziata – di drenare altre risorse al Sud.

IL RUOLO DI PINO APRILE E GIANFRANCO VIESTI – E ci sarebbe riuscito. Perché ad appoggiare l’Autonomia differenziata non è soltanto la Lega di Salvini, ma anche il PD che Governa l’Emilia Romagna!

Se non fosse stato per l’impegno di Pino Aprile, per l’appello del professor Gianfranco Viesti contro la “Secessione dei ricchi” (questa è, in realtà, l’Autonomia differenziata chiesta dalle Regioni del Nord), l’Autonomia differenziata sarebbe già stata approvata dal passato Governo di grillini e leghisti, con la ‘benedizione’ del PD, dall’Emilia Romagna al Piemonte.

Il Sud si è salvato dalla “Secessione dei ricchi”: ha salvato quel poco di scuola pubblica e di sanità pubblica che sarebbero sparite se la Lega di Salvini fosse riuscita, d’accordo con il PD, a far passare l’Autonomia differenziata. Ma la situazione resta tragica. Il libro Zero al Sud di Marco Esposito ne è una tragica testimonianza. Una denuncia sulle risorse tolte ogni anno al Sud dallo Stato centrale che si unisce alle denunce della SVIMEZ.

Leggiamo un comunicato del presidente dell’ANCI Sicilia, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e del segretario generale della stessa ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano:

“l contrasto del fenomeno dello spopolamento, il superamento delle carenze infrastrutturali e le azioni di sviluppo per superare il progressivo impoverimento territoriale costituiscono temi centrali per il futuro in quanto coinvolgono non soltanto i Comuni delle aree interne della Sicilia, ma tutti i Comuni dell’Isola… e saranno certamente fra le problematiche che affronteremo nel corso dell’Assemblea ANCI in programma ad Arezzo a partire dal 19 novembre prossimo”.

Nel leggere queste parole ci siamo chiesti: ma sono gli stessi rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani della Sicilia che, appena qualche anno fa, quando l’allora capo del Governo, Matteo Renzi, depredava le risorse del Sud, non avevano nulla da dire? Sono gli stessi che non hanno detto nulla davanti ai ‘Patti scellerati’ firmati dallo stesso Renzi e dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta?

Ieri, insomma, ci mancava solo l’adesione alla manifestazione del PD e della Lega, in assoluto le due forze politiche più antimeridionali del momento!

LA BATTAGLIA DI DON PALMIRO PRISUTTO – Come si può notare, Padre Garau ha toccato ‘fili’ molto delicati. La battaglia di Padre Garau può essere associata a quella di un altro sacerdote siciliano di prima linea: don Palmiro Prisutto, il prelato che, da anni, si batte per fermare l’inquinamento di Augusta, Priolo e Melilli nella Sicilia orientale.

Quello che non fa la politica provano a farlo alcuni sacerdoti. E’ importante, però, non solo avere chiari gli obiettivi, ma anche i compagni di strada.

A Palermo – e questo Padre Garau l’ha capito benissimo – manca il lavoro. Bisogna sensibilizzare lo Stato e, in generale, la politica, sui problemi del Sud, della Sicilia e di Palermo. Ma bisogna anche conservare quel poco di lavoro rimasto nel capoluogo della Sicilia.

Ora, leggere che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, abbia partecipato alla manifestazione di ieri fa sorridere amaro. L’attuale amministrazione comunale di Palermo, nel nome del Tram e degli appalti ferroviari senza fine – con l’aggiunta della Zona a Traffico Limitato (ZTL) – sta contribuendo a desertificare l’economia della città.

IL TRA DI PALERMO CHE DESERTIFICA LA CITTA’ – Padre Garau dovrebbe ascoltare i commercianti di via Sicilia, i commercianti di via Emerico Amari, i commercianti di via Roma: parli con loro e si faccia illustrare quanti posti di lavoro sono stati persi.

Parli, ovviamente, anche con il sindaco. Che gli magnificherà la bontà di 15 Km di Tram costati una barca di soldi (320 milioni di euro solo per il tracciato senza gallerie, carrozze a parte). Un Tram che, per molte ore del giorno, gira quasi vuoto e che costa, ogni anno, oltre 10 milioni di euro!

Sappia, Padre Garau, che l’attuale amministrazione comunale vorrebbe realizzare altre tratte di Tram in via Libertà, in via Roma, in via Marchese di Villabianca, in via Marchese di Roccaforte.

Per i prossimi tre anni queste ed altre aree della città saranno sconvolte da lavori micidiali che metteranno a dura prova altre attività commerciali. Come avvenuto in altre parti della città, molte di queste attività commerciali chiuderanno (non a caso le stesse organizzazioni commerciali della città si stanno svegliando, perché hanno capito quello che succederà). E crescerà ancora la disoccupazione.

Sappia, Padre Garau, che tutto questo avrebbe potuto essere evitato se – com’è stato ricordato ieri sempre a Palermo nel corso di una conferenza stampa (più tardi leggerete un articolo su quanto detto ieri in questa conferenza stampa) – invece di realizzare costose e micidiali linea di Tram, fossero stati acquistati,  prezzi inferiori, i bus elettrici presenti già n tante città del mondo grandi e piccole.

Ma a Palermo va in scena l’impostura del Tram, che avrà un impatto tremendo sulla vita dei cittadini e che – come ricordato – produrrà altri disoccupati che lasceranno la città.

Cu arresta arrinesci, è il titolo della manifestazione di ieri. Ma chi resterà nel Sud se lo Stato – come sta facendo il Governo Conte bis – continuerà ad ignorare il Sud?

Chi resterà a Palermo se la città, invece di essere aiutata, viene usata per gestire appalti milionari che continuano a desertificare l’economia?

Foto tratta da Palermo Today

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