Agricoltura, pericolo caro-gasolio scongiurato? Si profila l’ombra della Patrimoniale che ‘ucciderebbe’ gli agricoltori/ MATTINALE 416

3 ottobre 2019

Ieri la Ministra renziana Teresa Bellanova ha detto che non verranno toccate le agevolazioni sul gasolio in agricoltura. Ma Cosimo Gioia lancia l’allarme sulla Patrimoniale: “… un ‘uccellino’ mi ha detto all’orecchio che la spareranno all’ultimo, quando il malcontento per questo nuovo Governo si sarà calmato…Sarebbe la fine di tutto il settore”. Disastrosi gli effetti del Reddito di cittadinanza in agricoltura. Terreni agricoli siciliani sempre più deprezzati e pronti per essere svenduti…

Un Governo nazionale sempre più confuso, che fino ad oggi ha annunciato aumenti di tasse a destra e a manca, che vorrebbe addirittura far approvare il CETA dal Parlamento, fa marcia indietro sull’aumento del prezzo del gasolio agricolo. C’è da avere fiducia nella parole della Ministra delle Politiche agricole, la renziana Teresa Bellanova, che ha annunciato questa marcia indietro?

Due dati, fino ad ora, sono certi.

Primo: alle parole della Ministra Bellanova dovranno seguire i fatti.

Secondo: la situazione, per l’agricoltura italiana resta critica. E anche se, come sembra, il Governo Conte bis si dovesse ‘rimangiare’ lo stop alle agevolazioni fiscali per il gasolio agricolo, lo scenario potrebbe complicarsi se gli USA dovessero introdurre i dazi doganali su vini e formaggi (i dazi doganali sui formaggi, da parte degli Stati Uniti, potrebbe essere giustificati anche dall’enorme numero di ‘tarocchi’).

Una nota di Confagricoltura Ragusa saluta come positivo l’annuncio del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che, al question time di ieri alla Camera dei deputati “ha assicurato che le agevolazioni fiscali per il gasolio agricolo non saranno ridimensionate. Se quanto dichiarato verrà confermato, il Governo – sostiene la Confagricoltura – mostrerà senso di responsabilità nei confronti delle imprese agricole che, in questa complessa fase economica, non possono permettersi ulteriori rincari dei costi energetici.

“Nelle attività agricole – evidenzia il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – il carburante incide fino al 20% dei costi di produzione: la riduzione o addirittura l’abolizione dei sussidi metterebbe infatti in ginocchio molte imprese penalizzando fortemente tutto il settore primario. Occorre piuttosto avviare un percorso che permetta di sviluppare la produzione di biocarburanti avanzati, e in particolare del biometano”.

Insomma, lo scorso 24 settembre abbiamo fatto bene a scrivere che la manovra sul gasolio agricolo, da parte del Governo nazionale, avrebbe fatto fallire tante aziende agricole, costringendo gli stessi agricoltori a vendere i terreni.  

“Auspichiamo pertanto l’avvio di un piano che permetta il rinnovo del parco macchine in modo che sia sempre più performante in termini di efficienza e di risparmio energetico – conclude Giansanti – con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente”.

C’è da essere ottimisti, allora? Per niente! Il Governo Conte bis – questo è quello che si ricava ascoltando le parole del presidente del Consiglio Conte e dei suoi Ministri – oltre a dare la misura di una grande confusione e di una grande improvvisazione (semplicemente incredibile, qualche giorno fa, in conferenza stampa, in occasione della presentazione della relazione sul Def, sigla che sta per Documento di economia e finanza, la mancata spiegazione sulle copertura finanziarie della prossima manovra da parte di Conto e del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, quello del Fiscal Compact...), sembra solo interessato ad andare a caccia di soldi da prendere dalle tasche degli italiani.

Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, protagonista di una pagina Facebook – AGRICOLTORI DI SICILIA – monto seguita dagli agricoltori della nostra Isola, è pessimista:

“L’intervento del Ministro dell’Agricoltura, nelle interrogazioni parlamentari di ieri alla Camera dei deputati – scrive Gioia – devo dire che un minimo di conforto me lo dà: non ci sarà, a suo dire, l’aumento del gasolio agricolo. Questa è una buona notizia se fosse vera… Ma tanti altri problemi restano irrisolti ed i frequentatori di questa pagina li conoscono tutti. Ne abbiamo abbondantemente discusso tante volte”.

“La mia paura – aggiunge Gioia – è che, sotto sotto, esiste un piano scellerato per distruggere la nostra agricoltura portandoci al fallimento e costringerci a vendere tutto. Non ci sono altre spiegazioni plausibili per giustificare questa colpevole disattenzione verso le nostre problematiche. Ho timore che, per mantenere le scelte precedenti, insostenibili, e contenere l’aumento dell’IVA c’è alle porte una Patrimoniale che sarebbe la morte definitiva”.

“Dicono di no – scrive sempre Gioia – ma un ‘uccellino’, con le mani in pasta, mi ha detto all’orecchio che la spareranno all’ultimo, quando il malcontento per questo nuovo Governo si sarà calmato…Sarebbe la fine di tutto il settore”.

Molto critico, Gioia, sul Reddito di cittadinanza:

“Il Reddito di cittadinanza – scrive sempre Gioia – ha spiazzato tutti i bilanci e, per di più, ha fatto un danno enorme al settore agricolo. Non si trova più un operaio anche a pagarlo a peso d’oro. Hanno tutti paura di perdere l’agevolazione e sono tutti nei bar ad aspettare che i ‘Navigator’, ammesso che entrino in funzione, li chiamino. Nemmeno in nero, giustamente, lavorano ammesso che qualcuno voglia rischiare perché, se scoperti, finiscono di stare al bar. Martedì prossimo avremo un incontro con i 5 stelle all’Ars e parleremo di questo. Abbiamo anche chiesto una urgente audizione, sempre all’Ars, in Commissione Attività Produttive per esporre la grave situazione creatasi e stiamo sollecitando il famoso incontro degli 80 Sindaci al Ministro: chiesto al Governo precedente che se n’è abbondantemente fregato. Vediamo questa Ministra cosa fa“.

“Sono fortemente sfiduciato – scrive sempre Gioia – e, con me, tutti gli altri colleghi. Dieci anni fa si fece la protesta dei ‘Forconi’, che è finita come sapete. Ora coloro che vogliono protestare e fare valere i propri diritti sono gli stessi di allora con la differenza di avere dieci anni in più e, per motivi anagrafici, sono stanchi, delusi e demotivati, col risultato che preferiscono affidare, specie durante il periodo elettorale, le loro ambasce al politico di turno che, passato il periodo delle elezioni, se ne frega altamente e non si fa più vedere. E sapete perché gli agricoltori sono gli stessi di allora? Semplice: non c’è stato il ricambio generazionale e i giovani hanno cercato riparo altrove lasciando i genitori a godersi i guai. Più di così…mi fermo qui. Riflettiamoci”.

Un altro agricoltore che, dieci anni fa, fu tra i protagonisti de Forconi siciliani, Franco Calderone, che produce olive da olio, grano duro e uva da vino (è titolare della cantina Buceci, tra Bolognetta e Marineo) ci racconta che un suo amico agricoltore, non volendo più occuparsi dei propri terreni dislocati tra Alcamo e Camporeale, gli ha offerto di coltivarli:

“Ma li darebbe gratuitamente – dice -. Ho risposto di no. Può sembrare incredibile quello che sto dicendo, ma è così. Se decidessi di prenderli, anche gratuitamente, dovrei effettuare ingenti investimenti per metterli in produzione. Per produrre che cosa? L’uva da vino che ha un prezzo bassissimo? O il grano duro siciliano massacrato dalla speculazione al ribasso del prezzo? O ortofrutta che verrebbe massacrata dall’ortofrutta estera che invade la Sicilia a prezzi stracciati? Il problema è serio. I terreni agricoli, in Sicilia, non li vuole più nessuno. Gli agricoltori, anche i più bravi, anche i più volenterosi, cominciano ad essere stanchi. Troppe difficoltà. Con la politica assente. Ripeto: in moti casi i terreni agricoli non li vuole più nessuno. E rischiano di diventare cibo per speculatori o riciclatori. Lavatrice di denaro…”.

 

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