Grano, la rivolta dei sindaci dell’entroterra dell’Isola: “Pronti ad occupare i porti della Sicilia”

24 giugno 2018

A molti sindaci dell’entroterra della Sicilia non è piaciuto il nostro articolo. Abbiamo scritto che andare dietro all’attuale Governo regionale per chiedere soluzioni al dramma dell’agricoltura siciliana – e segnatamente dei produttori di grano duro – è una perdita di tempo. Siamo stati contattati dal sindaco di Santa Caterina Villermosa, Antonino Fiaccato. Con lui abbiamo fatto una chiacchierata a trecentosessanta gradi. E ci ha detto che… 

“Siamo indignati. Da voi non ce l’aspettavamo. Non potete scrivere che noi sindaci dell’entroterra siciliano andiamo a perdere tempo con il Governo regionale. Noi, come voi e più di voi, conosciamo i limiti dell’attuale Governo regionale di Nello Musumeci. Ma il passaggio a Mussomeli andava fatto. Dovevamo guardare negli occhi l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera. Che si è impegnato a fare alcune cose. Dopo di che, è chiaro, noi non lasceremo morire, giorno dopo giorno, i nostri agricoltori che producono grano duro. Noi siamo pronti ad azioni clamorose. E lo dimostreremo nei prossimi giorni. Siamo pronti ad andare a bloccare le navi cariche di grano duro che arrivano nei pronti siciliani e a farci denunciare. Siamo pronti ad andare a presidiare i porti siciliani”.

Non ci sta Antonino Fiaccato, sindaco di Santa Caterina Villermosa, Comune del Nisseno dove vivono tantissimi agricoltori che producono grano duro e che, oggi, sono colpiti da una gravissima crisi. A Fiaccato ad altri sindaci dei Comuni dell’entroterra siciliano non è andato giù l’articolo che abbiamo scritto stamattina (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Proviamo a spiegare che noi non ce l’abbiamo con i sindaci dell’entroterra della nostra Isola e con gli agricoltori: ci siamo solo limitati a scrivere che, a nostro modesto avviso, andare dietro a un Presidente della Regione che, in campagna elettorale, si era impegnato ad effettuare i controlli sulle navi cariche di grano duro e che, invece, si sta rimangiando gli impegni assunti è solo una perdita di tempo.

“E invece no – ribatte il sindaco di Santa Caterina Villermosa -. Come ho già detto, il passaggio a Mussomeli andava fatto. C’è stato un convegno. Era presente l’assessore all’Agricoltura Bandiera. Il quale ha assunto degli impegni che, comunque, sono insufficienti. Ma il convegno ci è servito per capire. Il dottore Vito Sinatra, responsabile di un importante ufficio dell’assessorato all’Agricoltura, ha detto che l’assessorato fino ad oggi ha effettuato mille e 800 controlli su tutte le derrate alimentari arrivate in Sicilia. Bene, a questo punto vogliamo capire come stanno le cose. Perché qualcuno qui sta mentendo. Alla Regione diciamo: avete effettuato questi controlli? Si possono conoscere i risultati? Il grano estero che arriva con le navi e che, di fatto, in tante aree della Sicilia, sostituisce, nell’alimentazione, il grano duro siciliano contiene o no glifosato e micotossine DON?”.

“Questo – aggiunge Antonino Fiaccato – per noi è un punto centrale. Perché il grano duro siciliano e, in generale del Sud Italia, come scrivete spesso voi, non contiene né glifosato, né micotossine DON. Il grano duro siciliano, sotto il profilo organolettico, non ha nulla da invidiare al Desert Durum americano. E invece siamo qui, a lottare con gli agricoltori siciliani, massacrati dal grano duro che arriva con le navi. Un’eccesso di offerta che ha fatto precipitare il prezzo del grano duro siciliano a 17 euro al quintale”.

Chiediamo: scusi sindaco, ma il prezzo del grano duro siciliano non oscillava tra i 18 e i 20 euro al quintale? “E adesso – ci risponde – è addirittura sceso a 17 euro al quintale. Ma noi non faremo massacrare i nostri agricoltori. Al Governo regionale di Musumeci abbiamo fatto sapere che nell’entroterra della nostra Isola il grano duro è l’unica coltura sin dal tempo dell’antica Roma. Se pensano che noi rimarremo silenziosi nel vedere chiudere le aziende agricole dei nostri territori una dietro l’altra, ebbene, si sbagliano di grosso”.

Facciamo notare che il Governo Musumeci non è un grado di dare risposte ad alcuno. Domani, a Palermo, si apre la protesta dei dipendenti della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali. Circa otto mila persone prese in giro da Musumeci e compagni.

I Comuni siciliani sono in rivolta perché una Regione di insipienti, che non è riuscita a organizzare nemmeno uno straccio di Centri per il compostaggio, vorrebbe far pagare ai cittadini il costo – che sarà esorbitante – del trasferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia.

Le ex Province sono in rivolta perché, dopo essere state lasciate senza soldi dal precedente Governo regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta, sono stata lasciate – sempre senza soldi – dall’attuale Governo Musumeci.

Gli operai della Forestale sono stati presi per i fondelli dal precedente Governo Crocetta e, adesso, vengono presi per i fondelli dal Governo Musumeci.

Persino ai giovani medici appena laureati il Governo Musumeci ha fatto sentire la propria ‘ala gelida’, imponendogli il pagamento del corso di medicina generale che nel resto d’Italia non si paga.

Musumeci governa ormai da sette mesi la Regione siciliana e tutto quello che ha toccato lo ha peggiorato: non c’è una sola branca dell’amministrazione regionale che abbia manifestato qualche segnale positivo: va a rotoli l’artigianato, la tutela dell’ambiente è un disastro, la gestione dell’acqua è ridicola, idem quella dei rifiuti, i sindaci protestano, gli appalti pubblici sono un delirio, i trasporti marittimi sono sempre nelle mani di camarille che fanno il bello e il cattivo tempo, le strade e le autostrade cadono a pezzi, l’agricoltura non solo va a rotoli, ma il Governo, per tappare i ‘buchi’, vorrebbe far pagare agli agricoltori in crisi canoni idrici stratosferici  eccetera eccetera eccetera.

Insomma, facciamo osservare al sindaco Antonino Fiaccato una realtà che è sotto gli occhi di tutti. Di più: come si può riporre fiducia in un Presidente della Regione immobile, bloccato dalle contraddizioni della sua stessa maggioranza di centrodestra e che, per salvarsi, adesso cerca la sponda dei grillini?

Come si può pensare che un personaggio come Gianfranco Miccichè – che non riusciva a campare con 4 mila euro al mese e che ha impostato tutta la sua azione politica per andare a sedersi di nuovo alla presidenza dell’Ars per arraffare 20 mila euro al mese – come si può pensare, dicevamo, che un soggetto del genere possa fare qualcosa di utile per la Sicilia e, in particolare, per i produttori di grano duro della nostra Isola?

Il sindaco di Santa Caterina Villermosa prende fiato. Poi sbotta:

“Mai voi dei I Nuovi Vespri pensate veramente – replica – che noi non sappiamo come stanno le cose? Noi sappiamo che c’è un problema politico: i danarosi importatori di grano sono amici di personaggi politici molto influenti. Ma – e lo ripeterò fino alla noia – il passaggio a Mussomeli andava fatto. L’assessore Bandiera si è impegnato ad iniziare i controlli sulle navi cariche di grano duro che arrivano in Sicilia? Bene, noi lo stiamo aspettando.”.

Facciamo notare al sindaco di Santa Caterina Villermosa che sì, i controlli per scongiurare la presenza di glifosato e di micotossine DON sul grano che arriva con le navi sono indispensabili. Ma che ci sono altri due problemi.

Primo problema: chi dovrebbe effettuare i controlli? L’Istituto Zooprofilattico per la Sicilia? Non avrebbe alcun senso! Il Governo regionale e il Governo nazionale – ai quali risponde tale Istituto – non danno alcuna garanzia. I controlli dovrebbero essere effettuati da soggetti abilitati e accreditati – con la partecipazione attiva degli stessi agricoltori siciliani – esterni alla nostra Isola.

Il modello, insomma, è quello che ha seguito GranoSalus, che ha promosso i controlli sulla pasta e sulle semole. L’Istituto Zooprofilattico andrebbe tenuto fuori da questa storia.

Secondo problema: un carico di grano, per solcare gli oceani, deve, per forza di cose, essere trattato con pesticidi per controllare gli insetti e con altri prodotti chimici per controllare gli eventuali attacchi fungini. Ciò significa che, a prescindere dal glifosato e dalle Micotossine DON, il grano che arriva con le navi deve, per forza di cose, contenere prodotti chimici che non fanno bene alla salute.

Ora, se si deve portare il grano in una terra desolata, dove non c’è agricoltura, pazienza. Ma che bisogno c’è di portare il grano estero nel Sud Italia – e segnatamente in Sicilia – dove il grano duro ha una tradizione millenaria? Insomma, sindaco Fiaccato, lo volete capire o no che, questa, è tutta una manovra delle multinazionali che controllano l’Unione Europea dell’euro, da un lato, per favorire la grande industria della pasta e, dall’altro lato, per massacrare gli agricoltori del Sud Italia per poi scippargli i terreni?

“L’abbiamo capito benissimo – risponde Antonino Fiaccato – ed è per questo che abbiamo iniziato una battaglia che porteremo avanti fino in fondo. Al Governo regionale, al Presidente Musumeci e all’assessore Bandiera abbiamo detto, a chiare lettere, che la situazione, per il grano duro siciliano,  è diventata insostenibile. Prima la siccità in inverno, poi le piogge tardo primaverili: due condizioni che hanno ridotto la produzione. In tutto questo il prezzo del grano duro è precipitato. Adesso basta. Non ci ascolteranno? Siamo già pronti ad andare a presidiare i porti siciliani con le fasce tricolori. Ci denunceranno? Siamo pronti anche ad affrontare questi problemi”.

Avvertiamo il sindaco di Santa Caterina Villermosa che sabato prossimo, a Palermo, nei locali del Don Orione, alle 10 e 30, l’Associazione I Nuovi Vespri terrà un’assemblea che affronterà anche il tema del grano duro siciliano.

“E noi ci saremo – ci risponde Antonio Fiaccato -. Se c’è da condurre una battaglia sociale noi ci saremo”.

Vedremo.

Foto tratta da vinoveritas

Aggiornamento:

il sindaco di Santa Caterina Villermosa ci fa notare di aver detto che non si possono addossare tutte le responsabilità del problema grano duro al Governo Musumeci.

Con molta probabilità, visto che l’intervista è stata fatta telefonicamente, questo passaggio ci è sfuggito. Rimediamo.

Detto questo, non possiamo non notare che, da tre mesi, è l’attuale Governo regionale che non ne vuole sapere di effettuare i controlli sulle navi cariche di grano che arrivano in Sicilia.

Controlli – lo precisiamo a scanso di equivoci – significa prelevare campioni di grano ed effettuare le analisi per escludere l’eventuale presenza di contaminanti.

 

 

 

 

 

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