Glifosato, terza condanna per Bayer-Monsanto: dovrà risarcire 2 miliardi di dollari!/ MATTINALE 280

15 maggio 2019

La sentenza storica – mai si è vista una cifra simile – è un messaggio di speranza per tutti gli abitanti della Terra: ci possiamo liberare dal glifosato che, secondo i giudici americani, favorirebbe l’insorgenza del cancro. Ma per liberarci da questo erbicida non dobbiamo più votare le forze politiche che hanno favorito gli interessi delle multinazionali. Alle imminenti elezioni europee, ad esempio, non vanno più votati PPE e PSE, che hanno imprigionato l’Europa dentro il CETA

Una nuova, pesantissima tegola si è abbattuta sul gruppo Bayer-Monsanto: per la terza volta la multinazionale che opera nella chimica e nella farmaceutica è stata condannata a pagare per i danni provocati dal glifosato. Ma questa volta la condanna è pesantissima: 2 miliardi di dollari!

La sentenza rischia di avere un effetto devastante non soltanto sui conti economici e finanziari della multinazionale tedesco-americana (è non che la Bayer si è fusa con la Monsanto), ma anche in Europa, dove l’uso del glifosato è stato prorogato per cinque anni dalla Commissione Europea e, soprattutto, da due formazione politiche: il PPE e il PSE.

La sentenza arriva a una decina di giorni dal voto per le elezioni europee. Ed è una sentenza che certifica – secondo i giudici americani – che l’uso del diserbate al glifosato ha rappresentato un “fattore significativo” nell’insorgenza del cancro.

Una ‘botta’ terribile per il Partito Popolare Europeo e per i Partito Socialista Europeo, le due forze politiche che hanno votato a favore della proroga dell’uso del glifosato in Europa per altri cinque anni. E’ chiaro che gli elettori europei, da oggi, avranno un motivo in più per non votare queste due forze politiche che, in Italia, sono rappresentati da Forza Itaia (PPE) e PD (PSE).

La ‘botta’ per l’accoppiata Bayer-Monsanto e per gli attuali governanti dell’Unione Euroepa è arrivata dalla magistratura americana, sempre più convinta che gli erbicidi a base di glifosato sono tossici e favoriscono l’insorgenza di tumori.

La decisione contro il colosso della chimica e della farmaceutica è stata adottata da una giuria di Oakland, in California, che ha condannato la multinazionale a risarcire 2,05 miliardi di dollari a una coppia di ultra settantenni che per 30 anni hanno utilizzato l’erbicida Roundup nella loro proprietà a due passi da San Francisco.

Il Roundup, per la cronaca, è l’erbicida a base di glifosato che, da anni, è tra i più venduto al mondo.

Ribadiamo: per la multinazionale tedesco-americana è un colpo durissimo, soprattutto per le ripercussioni che potrebbe avere in Borsa. Si tratta di un risarcimento tra i alti stabilito da un Tribunale. Mai, fino ad oggi, si era vista una cifra del genere.

Siamo davanti al caso di un Tribunale che è andato ben al di là della richiesta formulata da chi ha subito danni. La coppia di anziani, infatti, aveva aveva chiesto 55 milioni di dollari di risarcimento, oltre a un miliardo di dollari di ulteriori danni. La giuria, come già accennato, è andata al di là delle loro richieste, e ha stabilito che l’erbicida a base di glifosato è stato un “fattore significativo” nell’insorgenza di un linfoma non Hodgkin che ha colpito i due coniugi anziani.

La società, in pratica, viene accusata di “negligenza”, perché avrebbe dovuto avvertire i due coniugi.

La multinazionale, ovviamente, ha respinto le accuse, definendo la sentenza “eccessiva e ingiustificata”, facendosi forte delle recenti conclusioni dell’Agenzia per la protezione ambientale americana, secondo la quale “non esistono rischi per la salute con l’uso del glifosato”.

Ma una certa scienza, soprattutto quando c’è di mezzo la salute delle persone – almeno in America è così – non convince i giudici. Che negli Stati Uniti hanno ormai la mano pesante.

Ricordiamo che – sempre negli Stati Uniti – in due precedenti processi, una corte di Stato e una corte federale hanno condannato la multinazionale a risarcire con 78 e 80 milioni di dollari  a due persone che si sono ammalate dopo aver utilizzato per anni prodotti a base di glifosato.

Ora è arrivata la terza condanna.

I giudici americani, insomma, dimostrano di credere alle conclusioni a cui sono giunti gli scienziati dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc), che nel 2015 hanno dichiarato che il glifosato è “probabilmente cancerogeno”.

Anche nell’Unione Europea dell’euro controllata dalle multinazionali tedesche e americane il sistema di potere che impone il glifosato (il riferimento non è soltanto alla proroga di cinque anni di questo diserbante, ma anche all’innalzamento truffaldino di questo diserbante negli alimenti e al CETA, il trattato commerciale con il Canada) comincia a scricchiolare. Basti pensare che nella Francia dove va in scena da mesi la rivolta dei Gilet Gialli, nel mese scorso, la Corte di appello di Lione ha condannato Bayer-Monsanto a risarcire un agricoltore per i danni neurologici provocati dall’uso prolungato di veleni.

La sentenza che impone il pagamento di 2 miliardi di dollari ha gettato nel panico i vertici della multinazionale tedesco-americana. E ne hanno ben donde: sono infatti oltre 13 mila le cause in corso che potrebbero avere effetti devastanti sui conti economici del gruppo Bayer-Monsanto.

Gli analisti finanziari ricordano che il gruppo tedesco ha sborsato 63 miliardi di dollari per acquisire la Monsanto (QUI UN NOSTRO ARTICOLO). Ma da allora ad oggi il titolo ha perso il 40%, con una perdita di circa 30 miliardi di dollari.

Non è chiaro, fino a questo momento, quali potrebbero essere gli effetti nel mondo. Perché dal 2000, da quando il brevetto è scaduto, a produrre erbicidi a base di glifosato sono in tanti. A cominciare dalla Cina.

La questione non è semplice. I canadesi, ad esempio, si sono messi il ferro dietro la porta, se è vero che il CETA, là dove dovessero insorgere contenziosi (si pensi al fiume di grano duro e grano tenero che arriva in Europa dal Canada!), funziona con “Tribunali interni”: della serie, chi avvelena decide sugli avvelenati: così i signori che oggi governano l’Unione Europea hanno ‘incaprettato’ le oltre 500 milioni di persone dei 28 Paesi finiti nella ‘trappola’ della UE.

Ma nel resto del mondo non è così: e lo si è visto con le tre sentenze adottate dai giudici degli Stati Uniti.

La parola, adesso, va agli elettori. A cominciare dagli elettori italiani, che da oggi hanno un motivo in più per non votare la vecchia politica rappresentata da centrodestra e centrosinistra.

 

 

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti