Rimpasto in vista nel Governo Crocetta: una ciaone a Baccei e alla divina Vania?

6 dicembre 2016

Dopo essersi schierato con i renziani per il Sì alla riforma, adesso il Presidente di se stesso, accarezza l’idea di farli fuori dalla Giunta. Un’ipotesi, quella del rimpasto, che aveva definito ‘fantascienza’. Ma non fatevi illusioni: il loro siluramento sarebbe solo una mossa di opportunismo politico. Nulla a che fare con l’interesse dei Siciliani…

Aveva definito “fantascienza” l’ipotesi di un rimpasto del Governo rispondendo, piccato, ad un articolo di Manlio Viola su Blogsicilia.it pubblicato il 23 Novembre scorso.  Alla base di questo scenario, secondo il collega che ha anticipato la notizia, la voglia di Rosario Crocetta di sbarazzarsi di quegli esponenti del PD che non hanno raccolto la palla di una sua possibile ricandidatura. L’articolo accennava alla possibilità che il rimpasto potesse andare in scena prima del referendum. Alla fine, però, il governatore (di se stesso) ha deciso di aspettare l’esito delle urne e non avrebbe potuto fare diversamente visto che lui stesso si è schierato per il Sì (anche se, adesso, tenta di ridimensionare la portata della sua scelta:”L’ho fatto solo per rispetto al mio partito”).

La fantascienza (e la coerenza) a cui lui ci ha abituato, adesso è quasi realtà. E, all’orizzonte, si staglia un altro rimpasto della sua Giunta. Parola d’ordine: fuori i renziani: “Non cerco vendette e non apro le Antifaraoniadi. Ma alcuni toni utilizzati dai renziani nei miei confronti sono stati eccessivi, e se non sono diventato il leader del No in questo referendum è solo per il mio senso di appartenenza al Partito democratico e il rispetto per Renzi. Se avesse vinto il Sì, oggi Faraone e i suoi chiederebbero le mie dimissioni” dice Crocetta a Repubblica Palermo. Sorvolando, ovviamente, sul fatto che in questo referendum lui con Faraone, comunque la voglia mettere, si è schierato.

Chi rischierebbe, dunque, la poltrona? Alessandro Baccei, l’assessore-commissario all’Economia, le cui dimissioni sarebbero d’uopo per i motivi che vi abbiamo esposto in questo articolo in cui noi stessi invochiamo un suo ritorno a Roma con il primo aereo. Per inciso, un vero Presidente dei Siciliani, non lo avrebbe mai imbarcato in Giunta, né gli avrebbe consentire di fare tutte le cose che ha fatto. Il suo eventuale siluramento da parte di Crocetta, ancora una volta, non sarebbe un atto in difesa dei diritti dei Siciliani, ma solo una mossa di opportunismo politico.

Poi, la faraoniana per antonomasia: Vania Contrafatto, alla guida dell’assessorato all’Energia e ai Rifiuti, dove si è cambiato tutto per non cambiare nulla. E, a quanto pare, pure Baldo Gucciardi, titolare della Sanità (è renziano?).

Va da sé che nessuno rimpiangerebbe questi assessori. Ma non si illuda Crocetta di potere fare come Checco Zalone in ‘Cado dalle Nubi’, né di scaricare solo su di loro i misfatti. Ha già dato prova del suo attaccamento alla Sicilia facendo il servo del Governo nazionale. Si è schierato per il Sì alla riforma bocciata dal 72% dei Siciliani. Cosa pensa, che basta muovere qualche pedina al fotofinish, per recuperare un credito che ha già perso da tempo?

AGGIORNAMENTO:

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