Altri 140 milioni di euro nel pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario di Palermo: lo sceneggiata continua/ MATTINALE 892

16 aprile 2023
  • Uno scandalo senza fine: sei mesi fa il completamento dei lavori era previsto per il primo semestre del 2024. Ora che hanno ‘acchiappato’ altri 140 milioni di euro del Pnrr i lavori si allungano per altri quattro anni! 
  • Questa è la Sicilia di oggi: gli ospedali pubblici sono senza soldi con i medici pubblici che, se possono, scappano. Mentre il Governo nazionale getta nel pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario di Palermo 140 milioni di euro di soldi del Pnrr! Si offendono i Ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti se noi scriviamo che questi sono soldi buttati?
  • La stranezza: per sei nuove linee di Tram il Comune di Palermo non ha previsto alcuna variante urbanistica (e di un ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa, dopo il passaggio dai ‘filosofi presocratici del TAR Sicilia, non si sa più nulla!). Ora scopriamo che…
  • La ‘lezione’ ingegneristica ed economica della Cgil di Palermo…
  • La nostra intervista di qualche anno fa al professore Giovanni Tesoriere

Uno scandalo senza fine: sei mesi fa il completamento dei lavori era previsto per il primo semestre del 2024. Ora che hanno ‘acchiappato’ altri 140 milioni di euro del Pnrr i lavori si allungano per altri quattro anni! 

Un comunicato della Fillea Cgil di Palermo annuncia una nuova serie della Telenovelas appaltizia nota come “Chiusura dell’Anello ferroviario di Palermo’. Gli attori, a parte qualche piccola sostituzione in corso d’opera, sono sempre gli stessi: Rete ferroviaria italiana (Rfi), il Comune di Palermo, i sindacati, l’impresa e gli operai che hanno vinto un ‘concorso’ per altri quattro anni… Altri quattro anni di lavori? Possibile? Così leggiamo nel comunicato della Cgil: “In totale i lavori di questo secondo lotto che consentiranno di chiudere l’Anello ferroviario dureranno a 4 anni e coinvolgeranno circa 100 operai diretti”. Ma guarda un po’ che stranezze. Lo scorso anno, ad Ottobre – cioè appena sei mesi fa – le previsioni erano altre, come leggiamo in un articolo di PalermoToday: “A fine Settembre l’abbattimento dell’ultimo pezzo della galleria Amari-Politeama, negli stessi giorni l’ordinanza del Comune che proroga la chiusura di piazza della Pace dove c’è il cantiere ‘Ucciardone’ fino al 30 Giugno 2024. Ed è proprio il primo semestre 2024 la data prevista per la messa in servizio della linea, secondo quanto indicato da Rfi. Saranno passati 10 anni da quando, nel 2014, iniziarono i lavori che hanno avuto vita tormentata soprattutto a causa delle vicissitudini della Tecnis, l’azienda alla quale in un primo momento era stato affidato l’appalto” (qui potete leggere l’articolo di PalermoToday per esteso). Quindi, se abbiamo capito bene, Rfi, sei mesi fa, contava di mettere in servizio la linea entro il primo semestre del 2024 e adesso la Cgil ci dice che i lavori dureranno altri quattro anni? Leggiamo il comunicato della Cgil di Palermo:

 

Questa è la Sicilia di oggi: gli ospedali pubblici sono senza soldi con i medici pubblici che, se possono, scappano. Mentre il Governo nazionale getta nel pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario di Palermo 140 milioni di euro di soldi del Pnrr! Si offendono i Ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti se scriviamo che questi sono soldi buttati? 

“Si avvicina il via alla gara per il completamento della ‘seconda fase’ dell’Anello ferroviario (a quanto pare la ‘prima fase’ è durata nove anni: dal 2014 fino ad oggi! ndr). Il tratto che collegherà piazza Politeama alla stazione ‘Palermo Notarbartolo’, dal valore di 140 milioni di euro, andrà in gara tra Settembre e Ottobre. Tutti i passaggi burocratici sono stati superati”. Così, per capire: la ‘prima fase’ è costata 150 milioni di euro circa e, adesso, arriva la ‘seconda fase’ con altri 140 milioni di euro? Quindi – sempre per capire – negli ospedali siciliani mancano i medici, mancano gli infermieri, ci sono medici che se ne vanno – come accaduto in queste ore nell’ospedale di Canicattì, provincia di Agrigento, dove hanno chiuso la chirurgia per mancanza di medici, medici pubblici di casa nostra sono i meno pagati in Europa, i giovani medici italiani se ne vanno all’estero dove guadagnano di più e rischiano di meno (quando si lavora negli ospedali pubblici definanziati, si sa, a rischiare sono medici e infermieri) – e poi scopriamo che sono pronti altri 140 milioni di euro per il pozzo di denaro pubblico senza fondo dell’Anello ferroviario di Palermo? Nel comunicato della Cgil leggiamo di un incontro tra le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fillea Filca e Feneal e il commissario Christian Colaneri, “dirigente Rfi spa, nominato il 9 Maggio scorso dal Governo per il completamento del secondo lotto dell’Anello ferroviario di Palermo, opera inserita nel Pnrr, e per l’ammodernamento della tratta Caltagirone Gela”. Quindi i soldi del Pnrr verranno utilizzati per un’opera – lo scombiccherato e surreale Anello ferroviario di Palermo -in corso di realizzazione da quasi dieci anni, che dovrebbe essere completata tra quattro anni per gli ingenui che credono a questa favole? Che speranze ha la Sicilia? Che speranze ha Palermo? Per un’opera inutile hanno ‘sminchiato’ una delle Piazze cittadine più belle d’Italia (come potete vedere a destra) – Piazza Politeama per i palermitani – e, come si usa dire a Sciacca continuano a ribbattiri ca minchia a ‘u pupu con nuovi finanziamenti pubblici! hanno abbattuto gli alberi e ‘cementificato’ una Piazza bellissima che per sei mesi all’anno, da Maggio a Ottobre, dalle 10 alle 18, diventa un forno a microonde, e invece di piantare alberi gli danni altri soldi per continuare questa orribile sceneggiata che è la negazione dell’urbanistica chissà per quanti anni ancora!

 

La stranezza: per sei nuove linee di Tram il Comune di Palermo non ha previsto alcuna variante urbanistica (e di un ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa, dopo il passaggio dai ‘filosofi presocratici del TAR Sicilia, non si sa più nulla!). Ora scopriamo che…

“Un cantiere infinito – riconosce la Cgil (e meno male! ndr) che, tra varie vicissitudini, va avanti dal 2014. In origine l’opera era stata appaltata da Rfi alla Tecnis; nel Settembre 2019 è passata alla D’Agostino Costruzioni. Da queste prime positive interlocuzioni con il commissario, registriamo un’accelerazione…”. Un’accelerazione, compagni della Cgil di Palermo? Ma vi sembra proprio il caso di utilizzare la parola “accelerazione” per i lavori dell’Anello Ferroviario di Palermo? Non vi sembra un’offesa alla Fisica? “Tutti gli step sono stati completati e adesso si può andare spediti verso la gara e l’assegnazione dell’opera – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo -. A fine Dicembre è arrivata la valutazione di congruità dell’impatto ambientale del progetto da parte della commissione tecnico scientifica della Regione siciliana. Il Consiglio comunale ha approvato la variante al Prg per la fermata Turrisi. E si è già svolta la conferenza di servizio propedeutica alla messa in gara dell’opera. Ragion per cui si prevede dopo l’estate la gara d’appalto e entro l’anno l’affidamento dei lavori che, verosimilmente, potrebbero partire nella primavera del 2024. Al momento i lavori stanno interessando la prima fase dell’Anello, da Giachery al Politeama”. Ma come: per sei nuove linee di Tram non c’è alcuna variante urbanistica al Piano regolatore e un ricorso giace silenzioso nei meandri della Giustizia amministrativa in salsa siciliana (a proposito: i giudici del Consiglio di Giustizia Amministrativa ‘concederanno’ la loro ‘scienza’ per farci sapere cosa pensano di questo ricorso o ci dobbiamo rinunciare?) e per una fermata dell’Anello ferroviario hanno approvato una variante urbanistica? Ma come funziona ‘sto Comune di Palermo? Quando l’applicazione della legge – la variante urbanistica è prevista dalla legge – non intralcia gli appalti si applica e quando intralcia gli appalti si interpreta?

 

La ‘lezione’ ingegneristica ed economica della Cgil di Palermo…

Qui arriva la parte più bella di questo bizzarro comunicato stampa della Cgil: “In totale i lavori di questo secondo lotto che consentiranno di chiudere l’Anello ferroviario dureranno a 4 anni e coinvolgeranno circa 100 operai diretti. In quest’ultimo tratto tra il Politeama e la stazione Notarbartolo sarà realizzata una galleria naturale di 817 metri mediante scavo meccanizzato lungo la via Malaspina. E poi: la fermata Turrisi Colonna e un’altra galleria artificiale tra la fermata e la galleria esistente. Il completamento di quest’opera diventa fondamentale per mettere a regime un’infrastruttura integrata di trasporto che collegherà il centro città con una stazione periferica, la Notarbartolo, alla quale si agganceranno le linee tram – aggiunge Ceraulo -. In prospettiva chi viene in treno all’aeroporto, scende alla stazione Notarbartolo e prende la metro che lo porta al Politeama, a Turrisi Colonna o al porto. Un’opera importantissima. E chiaro che come Fillea Cgil auspichiamo che gli 80 lavoratori della D’Agostino, che oggi sono impegnati nella fase di completamento del primo lotto, possano agganciarsi ai nuovi lavori e mettere a disposizione dell’impresa aggiudicatrice del secondo lotto il loro bagaglio di competenze, considerato che tra un anno il primo lotto dovrebbe essere già definitivamente concluso”. Chissà cosa pensa il nostro amico Nino Privitera di questa spiegazione ingegneristica della Cgil. Intanto riprendiamo una nostra intervista dello scorso anno al professore Giovanni Tesoriere (nella foto a destra), preside della facoltà di Architettura e Ingegneria dell’università Kore di Enna, un docente universitario che conosce molto bene il mondo dei trasporti della Sicilia e di Palermo:

 

La nostra intervista di qualche anno fa al professore Giovanni Tesoriere

“Credo – dice il professore Tesoriere – che la prima cosa da dire sull’Anello ferroviario di Palermo si condensa in una domanda: una volta completata tale opera chi la gestirà? Treni e funzioni a chi faranno capo?”.

Possiamo entrare nel dettaglio di questa domanda?
“Cominciamo col dire che i binari che corrono da piazza Giachery in avanti sono di proprietà del Comune. Non è una cosa da poco”.

Cioè?

“La gestione e la manutenzione hanno un costo. Le Ferrovie, per la gestione di questo tratto, vorranno essere pagate. Per la precisione, si dovrà pagare Rfi (Rete ferroviaria italiana) per la gestione dei binari e Trenitalia per la gestione del treno. Il Comune di Palermo – che è titolare di tale opera – ha mai fatto i conti sui costi che dovrà sostenere? Esiste un piano economico? O finirà come per i 15 km di Tram attualmente in esercizio in città, ovvero cercando risorse inseguendo la ZTL e creando problemi di bilancio all’AMAT? La verità è che il Sindaco della città Leoluca Orlando e l’assessore comunale Giusto Catania non hanno mai affrontato la questione economica del Tram”.

Quando abbiamo intervistato il professore Tesoriere c’era ancora la passata amministrazione comunale. Oggi Sindaco è Roberto Lagalla e assessore comunale a tale ramo, Maurizio Carta. Entrambi docenti presso l’Università di Palermo. Ovviamente, le domande poste dal professore Tesoriere sono ancora valide. Torniamo all’intervista al professore Tesoriere:

Questo vale anche con le sei future nuove linee di Tram?

“Certo. I conti vanno fatti prima. Bisogna sapere prima se un opera per il trasporto pubblico delle persone avrà un’utenza e sarà in attivo, oppure se non sarà in attivo e verrà pagata con la fiscalità, in questo caso comunale”.

Insomma, è giusto che i cittadini sappiano prima e non dopo se dovranno pagare, con tasse e imposte comunali aggiuntive il Tram, o se il Tram si manterrà da sé.

“Esattamente”.

Quanto è costato fino ad oggi l’Anello ferroviario di Palermo?

“Non lo so. So che per il completamento mancano poche opere. E so che c’è il problema dell’occlusione della falda”.

Possiamo illustrare questo aspetto?

“Certo. Ricordo che una volta abbiamo affrontato il problema. Circa quarant’anni fa, quando abbiamo progettato e realizzato lo svincolo di Piazza XII Vittime, che si trova a pochi metri dove oggi sono stati segnalati gli allagamenti, abbiamo dovuto affrontare enormi problemi dovuti alla presenza di una grossa falda acquifera. Così abbiamo sistemato dei tubi drenanti sotto la soletta dello svincolo per consentire all’acqua che arriva da monte di defluire verso il mare”.

Gli allagamenti che si registrano tra via Emerico Amari, in via Crispi e in Piazza o Piazzetta della Pace sono legati a una falda?

“Evidentemente sì. I problemi di via Emerico Amari e via Crispi potrebbero essere legati alla stessa falda che passa sotto Piazza XIII Vittime. Anche in Piazza della Pace c’è una falda. Anzi, per essere precisi, c’è un fiume sotterraneo. Ed è una cosa che si conosceva”.

Scusi, professore, l’appalto per l’Anello ferroviario di Palermo come si articola?

“L’appalto fa capo al Comune di Palermo, la gestione e la direzione dei lavori sono stati affidati a Rfi”.

Insomma, chi è che dovrebbe risolvere i problemi degli allagamenti? Sono problemi seri. I palazzi non possono certo andare avanti con le fondamenta piene d’acqua. Per non parlare di Piazza della Pace, dove da cinque anni viene in superficie acqua mista a fogna. Su Piazza della Pace, oltre alla battaglia condotta da cinque anni dall’Associazione Comitati Civici di Palermo, c’è anche un intervento estremamente preciso dell’ASP, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, che ha segnalato pericoli per la salute pubblica”.

Mi rendo conto che è una vicenda complessa”.

Per ora che succede in Piazza della Pace?

“So che sono in azione le pompe per eliminare l’acqua”.

Da quanto tempo sono in azione le pompe?

“Non lo so”.

Le pompe in azione hanno un costo.

“Questo è chiaro”.

E chi sta sostenendo questo costo: il Comune di Palermo o chi sta effettuando i lavori?

“Non lo so”.

Riassumendo: in Piazza della Pace, durante i lavori per la realizzazione dell’Anello ferroviario, hanno trovato l’acqua che risale in superficie non prima di incontrare una fogna. E’ anche intervenuta l’ASP per segnalare pericoli per la salute pubblica. Quanto andrà avanti questa storia?

“Non lo so”.

Qualcuno dovrà intervenire o le pompe funzioneranno in eterno e l’acqua mista a fogna continuerà a risalire in strada in eterno?

“Questa è una bella domanda…”.

Ah, dimenticavamo: nell’articolo di PalermoToday che abbiamo citato i vertici delle Ferrovie dicono che i lavori dell’Anello ferroviario non hanno nulla a che spartire con l’acqua e fogna trovata in Piazzetta della Pace. Chissà ‘st’acqua ‘ricca’ di fogna da dove arriva…

Foto di prima pagina tratta da FSNews 

 

 

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