Sulle nuove linee del Tram di Palermo spuntano il ricorso al CGA e il ‘giallo’ del PUMS/ MATTINALE 461

8 ottobre 2021
  • Un Tram senza Democrazia
  • Il ricorso degli avvocati Nadia Spallitta e Carlo Pezzino Rao
  • Le ragioni del ricorso
  • Non è che in questo progetto gira troppo denaro pubblico? 
  • E’ arrivato il momento di fare chiarezza – possibilmente vera chiarezza – su VIA e VAS  
  • Il ‘giallo’ del PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile)

Un Tram senza Democrazia

Mentre nel Consiglio comunale di Palermo è in corso una battaglia sulla ‘cementificazione’ di via Libertà – la via più nota della città – che dovrebbe essere stravolta, realizzando anche in questa arteria il Tram: progetto che una parte consistente del Consiglio comunale ‘boccia’ – arriva il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), in Sicilia organo di appello del TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale). In questa storia, piuttosto tormentata – e che, al di là del giudizio sul progetto, non è una storia di democrazia e di partecipazione – ci sono passaggi che, forse, andrebbero chiariti. Intanto cominciamo con le ragioni del ricorso.

Il ricorso degli avvocati Nadia Spallitta e Carlo Pezzino Rao

“I cittadini – dicono  i legali che stanno seguendo il ricorso, avvocato Carlo Pezzino Rao e avvocato Nadia Spallitta – ricorrono contro la sentenza del TAR Palermo che ha dichiarato inammissibile il loro ricorso per carenza di interesse. Per i giudici amministrativi, i cittadini avrebbero dovuto impugnare preliminarmente tutti i precedenti Programmi triennali delle opere pubbliche all’interno dei quali era indicata la volontà di realizzare il Tram ed ugualmente avrebbero dovuto impugnare circa una decina di delibere di Giunta Municipale che in qualche modo avevano consolidato la volontà della stessa realizzazione. Essendo divenuti questi atti inoppugnabili, non sussisteva interesse ad impugnare l’emendamento col Programma triennale delle opere pubbliche anni 2018/2020 nella parte in cui prevedeva l’approvazione del dello studio di fattibilità (o progetto preliminare) del sistema Tram tratte ABCDE1. Le tesi del TAR sono state ritenute infondate e contrarie al complesso sistema di norme che disciplina la materia della programmazione triennale e dell’approvazione dei progetti-sistemi di opere pubbliche, nonché ai principi dell’ordinamento nazionale ed europeo in materia di accesso alla giustizia che, di fatto, è stata negata in una materia così rilevante e di forte impatto ambientale e consistenti ricadute sulla salute dei cittadini. Da qui il ricorso in appello con il quale sono state confutate le tesi della sentenza”.

Le ragioni del ricorso

“La posizione assunta dal Tribunale amministrativo – che si è fermato alla disamina degli aspetti processuali preliminari – non ha tra l’altro consentito di analizzare il merito delle doglianze portate avanti dai cittadini. I cittadini ricorrenti non sono contrari al sistema del Tram a Palermo – precisano gli avvocati Carlo Pezzino Rao e Nadia Spallitta – ed anzi è giusto tentare di realizzare mobilità sostenibile; tuttavia le regole vanno rispettate e non si può immaginare di invertire il regolare ordine delle procedure previste dalle direttive europee e dalle disposizioni interne di recepimento a tutela dell’ambiente e della salute. In particolare viene contestato al Comune di Palermo di:
a) avere approvato il progetto preliminare del Tram – in modo atipico ed all’interno della Programmazione triennale che per natura non è atto di dettaglio, come invece lo è un progetto – allegando alla delibera solo un foglietto, senza alcuna documentazione tecnico o elaborato progettuale:
b) senza avere prima adottato il nuovo PRG, Piano Regolatore Generale (il Tram e le opere a corredo dello stesso non sono attualmente previste );
c) senza avere prima adottato la Variante urbanistica che il sistema Tram comporta;
d) senza avere prima adottato il PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano fermo al 2013 ) che non prevede attualmente il Tram;
e) senza avere prima adottato il PUMS Metropolitano, l’atto tipico e propedeutico alle scelte relative alla mobilità sostenibile del territorio;
f) senza avere prima acquisito la VAS e la VIA, nonostante il forte impatto ambientale, secondo procedure preliminari rivolte proprio a garantire le scelte più adeguate a tutela di salute ed ambiente prescritte come obbligatorie e preventive dal diritto europeo e da quello interno;
g) senza avere garantito la partecipazione e consultazione del pubblico (inteso nella sua accezione europea come cittadini singoli o portatori di interessi collettivi, legittimati alla partecipazione tutte le volte in cui la pianificazione e la progettazione investa la materia ambientale)”.

Non è che in questo progetto gira troppo denaro pubblico? 

“Con un’inverosimile ed illegittima inversione delle procedure – dicono ancora i due legali – il Comune prima, in modo irrituale, ha approvato il progetto del sistema Tram, ha affidato i relativi incarichi ed ha impegnato e speso le risorse della progettazione (parecchi milioni di euro) e poi ha calato dall’alto un progetto già deciso prima e fuori da ogni obbligatoria consultazione, partecipazione, rapporto ed analisi ambientale e strategica, con buona pace di direttive, leggi, regolamenti e principi dell’ordinamento. Invero in questa materia le scelte non possono più essere unilaterali ed imposte dall’Amministrazione, ma proprio alla luce dei diritti fondamentali coinvolti devono nascere ed essere l’espressione ed il frutto di un percorso partecipato e condiviso. Da qui la necessità di ricorrere al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per chiedere l’annullamento della sentenza di primo grado vissuta come denegata di giustizia e che pesa particolarmente, perché è in gioco la salute dei cittadini”.

E’ arrivato il momento di fare chiarezza – possibilmente vera chiarezza – su VIA e VAS  

Dalle parole dei due legali emergono anomalie e – lo ribadiamo – la mancanza di Democrazia, come se l’attuale amministrazione comunale di Palermo, investita da una ‘luce divina’, abbia il potere di decidere di cambiare il volto della città senza ascoltare la volontà dei cittadini! Ci sono altri passaggi che andrebbero chiariti. Per i due legali, l’attuale progetto sarebbe stato adottato “senza avere prima acquisito la VAS e la VIA, nonostante il forte impatto ambientale, secondo procedure preliminari rivolte proprio a garantire le scelte più adeguate a tutela di salute ed ambiente prescritte come obbligatorie e preventive dal diritto europeo e da quello interno”; un realtà – e lo abbiamo scritto ieri – a noi risulta un’altra versione dei fatti: “E’ stata… approvata la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) con una serie di prescrizioni. Sul nuovo Tram di Palermo è stata approvata pure la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) con una serie di prescrizioni. Mentre le prescrizioni della VAS non ripassano dalla Commissione speciale VIA-VAS della Regione siciliana, ma dovrebbero essere messe in atto dall’amministrazione comunale e – supponiamo – verificate dal Consiglio comunale, le prescrizioni sulla VIA debbono invece essere adottate dal Comune e inviate alla Commissione speciale VIA-VAS: e questo deve essere fatto prima dell’inizio dei lavori. C’è qualcuno che sta verificando se si stanno rispettando questi passaggi?”. Ora, se due legali scrivono che “l’attuale progetto sarebbe stato adottato senza avere prima acquisito la VAS e la VIA”, ebbene, ci deve essere qualcosa di poco chiaro.

Il ‘giallo’ del PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile)

I legali scrivono che il progetto delle nuove linee di Tram starebbe andando avanti senza che sia “prima adottato il PUMS Metropolitano, l’atto tipico e propedeutico alle scelte relative alla mobilità sostenibile del territorio”. Questo è un passaggio centrale. Perché un PUMS è stato adottato dal Consiglio comunale di Palermo e sarebbe stato anche valutato dalla Commissione speciale VIA VAS della Regione siciliana. Ma se, come scrivono i due legali, il PUMS che fa testo nel progetto delle nuove linee di Tram è quello Metropolitano, la Commissione VIA VAS della Regione siciliana quale PUMS avrebbe valutato? Quello cittadino? Se le cose dovessero stare così, la Commissione VIA VAS avrebbe valutato il PUMS sbagliato? La tesi a noi sembra inverosimile, perché non possiamo pensare che un importante ufficio della Regione siciliana come la Commissione VIA VAS abbia valutato, per un progetto importante come le nuove linee di Tram di Palermo, un PUMS sbagliato! La verità è che, in questa storia del Tram di Palermo – corredata da tanti, forse troppi soldi pubblici – ci sono tante, troppo cose ancora da chiarire, a vari livelli. Continueremo a tenervi informati.

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