Per la Santa Pasqua di quest’anno li vogliamo lasciare in pace gli agnellini con le loro mamme?/ MATTINALE 881

4 aprile 2023
  • Le tradizioni – ammesso che uccidere gli agnellini sia una tradizione – se sono sbagliate si cambiano
  • Nel Nuovo Testamento non c’è l’ossessione per i sacrifici rituali 

Le tradizioni – ammesso che uccidere gli agnellini sia una tradizione – se sono sbagliate si cambiano

Allora riusciamo a lanciare, per la Santa Pasqua di quest’anno, un messaggio diverso? Ce la facciamo a lasciare in pace gli agnellini con le loro mamme? Lo sappiamo, c’è la tradizione. Ma anche le tradizioni possono essere sbagliate. E se le tradizioni sono sbagliate, ebbene, non c’è nulla ma proprio nulla di male a cambiarle. Ieri abbiamo raccontato della crudeltà che va in scena in Spagna, dove hanno intenzione di realizzare il primo allevamento intensivo di polpi del mondo. Ecco, se non vogliamo diventare vittime di un’altra forma di fondamentalismo – la carne prodotta in laboratorio – dobbiamo cominciare a eliminare gli allevamenti intensivi di animali che portano sofferenza per gli animali e inquinamento dell’ambiente. Così come dobbiamo bandire la tradizione di uccidere gli agnellini per la santa Pasqua. Qualcuno obietterà: gli agnelli a tavola fanno parte della tradizione cristiana, se ne parla nella Bibbia, nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. Tutto vero, per carità. Ma esiste anche un’evoluzione. E’ così necessario rifarsi ancora all’Esodo, che peraltro richiama la Pasqua ebraica, quando Dio disse a Mosè e Aronne: “Ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa… In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere”. Ok, questa è la citazione che dovrebbe mettere a tacere chi contesta l’uccisione degli agnelli. E’ veramente così necessario richiamarsi a questa tradizione? E c’è solo questa tradizione?

 

Nel Nuovo Testamento non c’è l’ossessione per i sacrifici rituali 

No. Da quello che sappiamo noi, nel Nuovo Testamento non c’è la ricerca di sacrifici rituali. Esageriamo se scriviamo che non tutti i cristiani sono d’accordo sull’uccisione degli agnelli a Pasqua? No, perché è così. C’è anche una tradizione cristiana che non prevede l’uccisione degli agnelli. Non lo stiamo ricordando per valorizzare una contraddizione, ma per rispondere a chi continua a sostenere ciecamente che la tradizione pasquale si materializzi nell’uccisione degli agnellini. Non è così. Non c’è alcuna giustificazione. E’ solo barbarie. Sulla CUCINA ITALIANA leggiamo un passo molto importante: “Tuttavia, nei Vangeli e nel messaggio di Gesù Cristo non c’è traccia dell’ossessione per i sacrifici rituali, così frequenti invece nell’Antico Testamento. L’Agnello era Gesù stesso. Quindi molti credenti sostengono tuttora che mangiare l’agnello a Pasqua non sia affatto una tradizione cristiana. Già durante il dibattito di Laodicea (165) sulla Pasqua, si disse che il vero sacrificio era stato compiuto con Cristo, e che quello pasquale dell’agnello propugnato dagli Ebrei convertiti non aveva ormai più senso. Una cesura sottolineata nel 2007 anche dal Papa Benedetto XVI: ‘Il gesto nostalgico, in qualche modo privo di efficacia, che era l’immolazione dell’innocente ed immacolato agnello, ha trovato risposta in Colui che per noi è diventato insieme Agnello e Tempio’”. Allora, per quest’anno, durante la Santa Pasqua, lasciamo gli agnellini in pace con le loro mamme?

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