Polemiche (correttissime) per il primo allevamento intensivo di polpi che sorgerà in Spagna

3 aprile 2023
  • Perché, per allevarli, non rispettare il loro ciclo naturale, visto che la loro vita è breve, un anno-un anno e mezzo al massimo, evitando i crudeli allevamenti intensivi?
  • I polpi provano dolore psicologico proprio come i mammiferi 

Perché, per allevarli, non rispettare il loro ciclo naturale, visto che la loro vita è breve, un anno-un anno e mezzo al massimo, evitando i crudeli allevamenti intensivi?

I polpi sono creature marine solitarie. L’idea di allevarli tenendo milioni di esemplari in un ambiente ristretto – vasche sottomarine affollate in un sistema di acquacoltura su terraferma – è già una crudeltà, perché soffrirebbero tanto. Non solo. Come già accennato, essendo animali solitari non è da escludere che si attacchino l’un l’altro. Insomma, il solito abuso dell’uomo contro la natura nel nome del denaro. I soliti allevamenti intensivi che provocano grandi sofferenze. La notizia che in Spagna stanno per iniziare ad allevare polpi ci ha molto colpiti. L’allevamento è stato realizzato nel porto di Las Palmas, in Gran Canaria. Il progetto, che punta a produrre 3 mila tonnellate di polpi all’anno, è della Nueva Pescanova, una multinazionale spagnola. Non sappiamo cosa abbiano studiato per la riproduzione. Sappiamo, però, che il polpo comune (Octopus vulgaris) è un mollusco cefalopode della famiglia Octopodidae. Di questo mollusco si conosce il rituale del corteggiamento. Dopo che la femmina del polpo ha deposto le uova (in numero che varia da 50.000 a 400.000) le difende da possibili predatori. La protezione delle uova dura da uno a due mesi. In questo periodo la femmina del polpo non si nutre e perde gran parte del suo peso e muore dopo la schiusa delle uova. Il polpo comune vive un anno, al massimo un anno e mezzo. Perché, per allevarli, non rispettare il loro ciclo naturale, visto che la loro vita è breve? Invece di imprigionarli in aree anguste, che mal si adattano alle esigenze di questi animali, perché non allevarli in vaste aree marine? E che senso ha – così almeno abbiamo letto – ucciderli lentamente con il ghiaccio, provocando sofferenze atroci?

 

I polpi provano dolore psicologico proprio come i mammiferi 

Peraltro, il polpo è un animale molto intelligente. Leggiamo su Wikipedia: “È considerato uno degli invertebrati più intelligenti; è stato, per esempio, dimostrato che il polpo comune ha la capacità di apprendere se sottoposto a test di apprendimento per associazione e osservando gli altri della sua specie, capacità che era stata dimostrata solo in alcuni mammiferi. Quest’ultima evidenza è alquanto sorprendente, poiché, essendo il polpo un animale fortemente solitario, sembrerebbe inspiegabile un comportamento simile, tipico di animali con rapporti sociali. Una volta pescato, è in grado di riguadagnare la libertà uscendo attraverso i boccaporti delle navi. Sottoposto a test durante i quali gli è stata somministrata una preda rinchiusa in un barattolo, il polpo ha dimostrato di essere in grado di aprire il barattolo per raggiungere il cibo. Talora usa acquattarsi sotto gli anfratti rocciosi del fondo marino. In altri casi vive in tane preparate con pietre e conchiglie disposte in circolo, a difesa dell’imboccatura. Nonostante il polpo sia uno degli invertebrati più intelligenti, non sono stati condotti molti studi con loro nel campo del dolore. Secondo una nuova ricerca, i polpi provano dolore psicologico allo stesso modo dei mammiferi”. Giustissime le proteste delle associazioni animaliste.

Foto tratta da Il Fatto Alimentare 

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