In Ucraina si rischia l’emergenza umanitaria con 10 milioni di persone lasciate al freddo dell’Inverno senza corrente elettrica

22 novembre 2022
  • Di fatto la strategia militare russa, voluta dal Generale “Armageddon”, al secolo Sergei Surovikin, sta mettendo in grande difficoltà Ucraina e Occidente. Che fare?    
  • Che succederà adesso? E che succederà tra qualche settimana quando il freddo diventerà insopportabile? 
  • Quanto e cosa sono disposti a sacrificare per la pace Occidente e Ucraina? 
  • Se non si troverà una soluzione di pace qualcuno dovrà prendersi in carico l’emergenza di 10 milioni di persone senza energia elettrica in Inverno. Toccherà all’Europa dell’Est, in testa Polonia, Ungheria e Germania?  

Di fatto la strategia militare russa, voluta dal Generale “Armageddon”, al secolo Sergei Surovikin, sta mettendo in grande difficoltà Ucraina e Occidente. Che fare?     

In Ucraina ci sono circa 10 milioni di persone senza energia elettrica con l’Inverno che, di fatto, è quasi arrivato con un mese di anticipo. Lo scrive nel suo report l’analista del mercati internazionali, Sandro Puglisi, riprendendo una dichiarazione del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy. Il mondo, a cominciare dall’Occidente, coinvolto in prima persona in questa guerra, si trova davanti a un’emergenza umanitaria. Lascia ben sperare che i vertici della Russia abbiano mostrato disponibilità ad avviare, come scrive sempre Puglisi, “colloqui ad alto livello con gli Stati Uniti sulla stabilità strategica, che viene intrapresa come un altro piccolo passo verso la speranza di un cessate il fuoco definitivo”. Questo perché gli americani, in questa fase, danno un colpo al cerchio e uno alla botte: ci sono momenti in cui sembrano disponibili al dialogo, là dove sembra che vogliano ripristinare proficui rapporti commerciali con la Cina, Paese alleato della Russia; contemporaneamente gli stessi americani rimproverano ad alcuni Paesi occidentali di applicare male le sanzioni commerciali contro la Russia consentendo scappatoie, quasi a dimostrare che la guerra contri i russi, da parte degli occidentali, è tutt’altro che finita. La situazione è complicata, perché mentre 10 milioni di esseri umani in Ucraina sono stati lasciati al freddo invernale, che da quelle parti non scherza, i russi, da parte loro, sono per certi versi più determinati degli americani a proseguire nella guerra, al di là degli accenni se non alla pace, magari a una tregua. Tant’è vero che continuano a colpire senza tregua l’Ucraina. Tra ieri e oggi hanno attaccato formazioni ucraine nel villaggio di Rozhkovichi, nella regione di Sumy; attacchi anche nella regione di Kharkiv, attacchi a Lozovaya, Stelmakhivka, Novoselovsky e Terny. E ancora missili a Bakhmut, Soledar, Opytny e Yakovlevka. E anche in direzione di Donetsk, con attacchi a Vodyany e Avdiivka. E’ in questo scenario che si inseriscono i bombardamenti un po’ folli alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, costruita dai tecnici russi quando l’Ucraina faceva parte dell’Unione Sovietica e oggi occupata dai russi. E proprio perché è occupata dai russi si fa un po’ di fatica a credere che a bombardarla siano gli stessi russi!

 

Che succederà adesso? E che succederà tra qualche settimana quando il freddo diventerà insopportabile? 

Per capire quello che sta succedendo, e che potrebbe succedere nei prossimi giorni – a parte l’emergenza umanitaria in Ucraina destinata a peggiorare man mano che l’Inverno si farà più rigido – ci sembra importante anche provare a capire cosa sta succedendo in Russia. Noi facciamo molto riferimento soprattutto ai report di Puglisi che sono sempre puntuali mai di parte. Ci incuriosisce, ad esempio, la presenza dei “falchi” che dall’inizio della guerra tirano la giacca al presidente Putin per rendere sempre più dirompente la guerra in Ucraina. Sembrerebbe che adesso ‘sti benedetti ‘falchi” stiano esercitando pressioni sul Generale “Armageddon”. Per la cronaca, Armageddon è una parola che troviamo nel Nuovo Testamento, per la precisione dell’Apocalisse di San Giovanni, che sta ad indicare la battaglia finale tra Satana e Dio. In Russia chiamano con questo nome il Generale Sergei Surovikin, così soprannominato per la sua presunta spietatezza. E’ stato il Generale Surovikin a decidere il ritiro dalla città di Kherson. Una mossa che ha consentito ai russi di salvare attrezzature e di ridistribuire in altri fronti di guerra le circa 30.000 unità che operavano a Kherson. Tuttavia, alcuni blogger russi sono scontenti di tale decisione e gli stanno dando addosso con le critiche. Nel dibattito è intervenuto, tra gli altri, il filosofo arcinazionalista russo, Alexander Dugin, secondo il quale l’abbandono della città di Kherson è stato un errore. Proviamo adesso a illustrare come potrebbero stare le cose. La nomina di Surovikin a Generale è avvenuta l’8 Ottobre. Il ritiro delle truppe russe da Kherson è stato veloce e senza intoppi. L’intelligence militare britannica ha riconosciuto che le forze russe sono riuscite, di fatto, a limitare la perdita di equipaggiamento militare. Com’è nella tradizione russa dai tempi di napoleone, i militari di questo Paese, nel ritirarsi, hanno distrutto tutto quello che non potevano portarsi dietro. Il ministro della Difesa ucraino ed i diplomatici occidentali affermano che il generale Surovikin sembra aver portato una maggiore disciplina tra le truppe, ma nel contempo maggiore brutalità negli attacchi alle infrastrutture ucraine. E questo sembra che risponda al vero se, come già accennato, ci sono 10 milioni circa di cittadini ucraina senza energia elettrica: ciò significa che gli attacchi russi all centrali elettriche ucraine sono riusciti. Insomma, rispetto all’inizio della guerra, quando i russi risparmiavano la popolazione e le infrastrutture dell’Ucraina, lo scenario di guerra è completamente cambiato. Non ci sono attacchi alla popolazione civile, che in parte non può riscaldarsi, né cucinare, a meno che i cittadini ucraini non ricorrano a mezzi alternativi come la legna: cosa che ci sembra molto difficile; e ci sono stati e continuano ad esserci attacchi di missili russi alle infrastrutture.

 

Quanto e cosa sono disposti a sacrificare per la pace Occidente e Ucraina? 

Di più: in alcuni circoli russi la nomina del Generale Surovikin è stata interpretata anche come la creazione di un potenziale scudo a protezione di Putin e, in misura minore, del ministro della Difesa Sergei Shoigu, da eventuali critiche dirette! “È ovvio che la nomina di Surovikin si adatta al contesto”, ha detto Baunov, esperto di politica internazionale, giornalista, pubblicista ed ex diplomatico russo -. Un siberiano disposto ad usare tattiche brutali per ottenere risultati piace ai nazionalisti russi, ha autorità ai loro occhi, ma può anche supervisionare una ritirata senza aprire troppe pericolose divisioni interne. Il generale fino ad ora ha utilizzato metà del suo mandato. Ed ora dovrà utilizzare l’altra metà”. Questo porterebbe a pensare che tutte le ritirate sono state in realtà strategiche. Ovvero parte di una manovra tattica. In effetti, lo scenari spettrale della città di Kherson che i media occidentali hanno dato per riconquistata non convince gli stessi ucraini, che peraltro, in Inverno, con la neve che sta arrivando, non sanno che farsene di una città semidistrutta, senza infrastrutture e, in buona parte, senza corrente elettrica e senz’acqua. C’è anche un altro volto della possibile strategia russa, per costringere l’Ucraina ad avviare colloqui di pace. Della serie: ecco a voi la Kherson ed elettricità, acqua e riscaldamento nelle città ucraine in cambio della pace. Ma pace, per i russi, questo va da sé, significa che gli ucraini, con in testa il presidente Zelensky, dovrebbero prendere atto che le Regioni dell’Ucraina russofone resterebbero alla Russia. E questo, per l’Ucraina e l’Occidente non sarebbe certo una vittoria!

 

Se non si troverà una soluzione di pace qualcuno dovrà prendersi in carico l’emergenza di 10 milioni di persone senza energia elettrica in Inverno. Toccherà all’Europa dell’Est, in testa Polonia, Ungheria e Germania?  

Intanto incombe l’emergenza umanitaria. E’ chiaro che l’Occidente, che ha partecipato attivamente alla guerra in Ucraina, non potrà certo far morire di freddo e di fame circa 10 milioni di ucraini. Né è pensabile portare l’energia elettrica nell’aree dell’Ucraina bombardate, sia perché sarebbe molto problematico sotto il profilo logistico, sia perché i russi, se non si interromperà il conflitto, continueranno a bombardare. Così si ritorna alla pace, con i russi che si terranno le Regioni abitate dai russi. L’alternativa è il proseguimento della guerra ma, in questo caso, tra mille difficoltà, l’Europa si dovrebbe caricare i 10 milioni di ucraini per evitare che patiscano fame e freddo. Una prospettiva tutt’altro che piacevole per i Paesi dell’Europa dell’Est, o per Paesi come la Moldavia, dove i cittadini sono già disperati perché non riescono a pagare le bollette. Cosa vogliamo dire? Che, gli piaccia o no, l’emergenza che si sta materializzando in Ucraina rischia di riversarsi soprattutto in Germania; così i tedeschi, che qualche anno fa hanno imposto all’Unione europea di pagare ogni anno una barca di denari alla Turchia di Erdogan per – di fatto è così – tenere ‘prigionieri’ i migranti che arrivano dalla Siria e da altri Paesi del mondo, adesso si ritroverebbe a dover fronteggiare l’eventuale emergenza migranti in arrivo dall’Ucraina. Non meno paradossale lo scenario che si prospetta per i Paesi del cosiddetto Gruppo di Visegrád, ovvero Polonia, Unghearia, Repubblica Ceca e Slovenia, che non sono Paesi particolarmente felici di ricevere migranti. In tutto questo non va esclusa l’ipotesi che salti in aria la centrale nucleare di Zaporizhzhia o i depositi di materiale radioattivo impoverito: cosa, questa, che provocherebbe un disastro ambientale non soltanto in Ucraina e in alcune zone della Russia, ma anche nell’Europa dell’Est, Polonia, Ungheria e Germania in testa, ma anche nell’Europa mediterranea che, seppur in minor misura, non verrebbe certo risparmiata dalle scoria nucleari!

Foto tratta da Il Riformista 

 

 

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