Amici di Mezzogiorno Federato, l’Occidente sta franando nello scontro tra area del dollaro e Cina e voi pensate ancora all’Italia e al Mediterraneo?/ MATTINALE 660

22 maggio 2022
  • Dall’assemblea di Mezzogiorno Federato una grande delusione: solo meridionalismo superato dagli accadimenti di oggi e nessuna analisi geopolica
  • Lo scontro tra area del dollaro e Cina ‘inghiottirà’ l’Unione europea dell’euro 
  • Sono cambiati anche gli equilibri nel Mediterraneo dove la Cina giocherà un ruolo sempre più rilevante
  • Magari finirà tutto prima con la catastrofe climatica fino ad oggi ignorata dalla dabbenaggine umana 

Dall’assemblea di Mezzogiorno Federato una grande delusione: solo meridionalismo superato dagli accadimenti di oggi e nessuna analisi geopolica

Confessiamo che siamo molto delusi nel legge il comunicato di Mezzogiorno Federato. Nessun accenno al fallimento dell’Unione europea massonica, nessun accenno allo scontro attualmente in corso tra area del dollaro da una parte e i Paesi che non si riconoscono più nel primato della moneta americana dall’altra parte: perché questo, alla fine, è quanto si sta verificando in Ucraina, ovvero il tentativo degli Stati Uniti d’America di difendere la loro moneta che in Cina, in Russia, in India, in buona parte dell’Africa e in vaste zone del Sudamerica non è più la moneta di riferimento negli scambi commerciali. “L’Assemblea di Mezzogiorno Federato riunita a Roma il 21 Maggio del 2022 (cioè ieri ndr) – leggiamo in un comunicato – a conclusione di una giornata di intenso dibattito e di confronto anche con esponenti delle istituzioni nazionali e regionali e delle parti sociali, ritiene di lanciare alle forze politiche, economiche e sociali del Paese la proposta di porre al centro del loro impegno la scelta di guardare al Mediterraneo come luogo strategico per la ripresa del Paese. In questo mare, luogo dove storicamente si sono incontrate e scontrate popolazioni diverse, oggi confluiscono e si incrociano interessi, tecnologie e culture di tutti i continenti e, in questo scenario, è possibile ed utile confrontarsi come parte dell’Europa Comunitaria, della sua civiltà e della sua economia. In questa prospettiva è necessario che il Mezzogiorno faccia ‘sistema’ candidandosi a divenire motore dello sviluppo dell’economia nazionale mentre lo Stato dovrà muoversi operando la riunificazione sostanziale del territorio attraverso il riequilibrio delle infrastrutture e dei servizi, rendendo il nostro sud moderno e attrattivo. Lavorare politicamente, quindi, per rendere l’Italia piattaforma dell’Europa nel Mediterraneo, protagonista nel sistema di interscambio con l’Oriente estremo, ma capace anche di aprirsi ad un incontro con il continente africano ed il Medio Oriente, ruolo che il nostro Paese può esercitare grazie alla centralità del suo territorio, alla grande capacità di produzione e innovazione dell’industria manifatturiera e alla forza della sua struttura sociale e culturale”.

Lo scontro tra area del dollaro e Cina ‘inghiottirà’ l’Unione europea dell’euro 

Signori di Mezzogiorno Federato, il mondo che abbiamo conosciuto sta franando. Il dollaro imposto come moneta di riferimento nel 1971, dopo la guerra del Kippur, mandando in soffitta Bretton Woods, perde terreno. La guerra in Ucraina – che non è altro che il tentativo degli americani di entrare nel cuore della Russia nella folle speranza di affondare questo Paese di 150 milioni di abitanti pensando che la Cina resterebbe a guardare – è destinata a proseguire chissà per quanto tempo ancora. Nello scontro tra area del dollaro e i Paesi che hanno scelto la Cina come punto di riferimento – Russia, India, buona parte dell’Africa, tra qualche anno tutto il Sudamerica – l’Europa che voi richiamate è ormai un’aporia politica. L’Unione europea esiste ancora perché ha il gas e il petrolio russi. La Ue vive una contraddizione: deve fare la faccia truce contro la Russia, dare soldi e armi non a sostegno dell’Ucraina – che è solo un mezzo e non un fine – ma a sostegno dell’area del dollaro, ben sapendo che se dovessero venire meno gas e petrolio russi il 50% e forse più dell’economia dell’Unione europea franerebbe insieme alla fallimentare e dannosissima monera unica europea detta euro. Il mondo sta cambiando, amici di Mezzogiorno Federato, e voi vi attardate ancora con le idee di un’Europa unita che non è mai esistita, se non nelle menti di romantici illusi. E tra questi illusi non c’è mai stato Altiero Spinelli, il primo a capire che il Trattato di Roma era “un gigantesco imbroglio”.

Sono cambiati anche gli equilibri nel Mediterraneo dove la Cina giocherà un ruolo sempre più rilevante

Insistete ancora con il Mediterraneo, amici di Mezzogiorno Federato, facendo finta di non sapere che, nel 2011, con l’assassinio di Gheddafi, nel Mediterraneo è cambiato tutto. Nel 1800 il Mediterraneo è stato un “grande lago inglese”. L’Inghilterra non si affaccia nel Mediterraneo, ma grazie alla sua flotta – con le sue navi da guerra sostenute dagli zolfi siciliani rubati al Regno delle Due Sicilie – faceva il bello e il cattivo tempo. Insieme con i massoni e senza Dio decisero di eliminare gli Stati cattolici, dal Regno delle due Sicilie a Vienna, fino alla Russia degli Zar. Sud e Sicilia vennero consegnati alla più sgarrupata dinastia europea, perché così piaceva agli inglesi: da qui la pessima nascita dall’Italia che, dal 1860. deruba sistematicamente Sud e Sicilia. Sapete, amici di Mezzogiorno Federato, perché finirà la questione meridionale? Perché finirà l’Italia, non sappiamo se anticipando la fine della Ue o insieme con la fine dell’Unione europea dell’euro. Non ci credete? Dal 1943 al 2011 il Mediterraneo è stato un ‘grande lago’ a stelle e strisce; ma dopo l’uccisione di Gheddafi – ucciso perché voleva creare una moneta africana – lo scenario è cambiato. Ci sono ancora gli americani, ma ci sono anche i cinesi che ormai da anni hanno una grande influenza in Africa e che, piano piano, si affacceranno nel Mediterraneo. Il Mediterraneo mare di pace? Ma quando mai! Allo scontro tra area del dollaro e i Paesi che non riconoscono più, negli scambi internazionali, il primato della divisa americana, si aggiungerà l’inevitabile scontro tra la Cina, ormai sempre più presente in Africa, il residuale imperialismo francese che si è salvato con l’eliminazione di Gheddafi e naturalmente gli americani. Sarà un inferno, altro che pace!

Magari finirà tutto prima con la catastrofe climatica fino ad oggi ignorata 

In questo scenario, amici di Mezzogiorno Federato, voi coniate lo slogan “Prima il Mezzogiorno”, che sembra l’equivalente del “Prima l’Italia” della Lega. Impressiona il fatto che, davanti a un’Italia con un’economia in parte colonizzata e in parte impoverita prima dalla pandemia e, adesso, dalla crisi energetica, voi volete rendere “ancora una volta prima l’Italia”. L’Italia, l’economia italiana, andava bene negli anni ’80, nonostante il tranello massonico del ‘divorzio’ tra Tesoro e Banca d’Italia contestato dal solo PSI di Craxi. Ma già allora era vano il tentativo di Achille Piè veloce di raggiungere la tartaruga, perché la truffa del debito pubblico italiano – era solo questione di tempo – avrebbe avuto la meglio sull’economia reale. Ad accelerare l’esplosione del debito pubblico italiano hanno pensato Tangentopoli e la scalcagnata Seconda Repubblica. Avevano ragione da vendere Craxi e Rino Formica, quando negli anni nefasti del Governo Spadolini dicevano che il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro avrebbe portato solo guai, mentre i ‘geni’ della Democrazia Cristiana, da Ciriaco De Mita in giù, si affidavano a Beniamino Andreatta che, guarda caso, filava d’amore e d’accordo con Carlo Azeglio Ciampi… Amici di Mezzogiorno Federato, mentre voi continuate a baloccarvi nell’obiettivo di “federare nei progetti e negli interessi le Regioni del Mezzogiorno, per farle divenire strumento fondamentale per una nuova fase di sviluppo, questa volta sostenibile, fortemente ancorato alle energie rinnovabili che il clima e la posizione del territorio rendono favorevoli”, l’Italia – con Mario Draghi sulla plancia di comando, quello del Britannia e delle privatizzazioni degli anni ’90 (leggere smantellamento dell’IRI) –  segna un debito pubblico di 2 mila e 800 miliardi di euro. Coloro i quali, oggi, in Italia, percepiscono laute pensioni e privilegi vari pensano che Draghi li salverà. E’ un’illusione. L’affermazione che i 2 mila e 800 miliardi di euro di debito pubblico potranno essere abbattuti aumentando la produttività è una grandissima fesseria. E un’altra fesseria è pensare, con tutto quello che sta succedendo e che succederà – tra crisi dell’area del dollaro, Africa in fermento e Mediterraneo in imminente subbuglio – che tutto resterà bloccato. Non sarà così. Le armi inviate in Ucraina sono il segnale preciso che la guerra continuerà trascinando a fondo l’Unione europea e il suo euro. Non è da escludere che chi oggi mette in discussione l’area del dollaro decida di alleggerire la pressione sulla Russia ‘accendendo qualche fuoco’ nel Mediterraneo. A meno che… A meno che non pensi a sistemare tutto il clima… Scriveva a fine Marzo scorso Alfonso Luigi Marra commentando i 40 gradi centigradi in più registrati nell’Antardite: “A questo punto la sola ‘salvezza’ è la catastrofe climatica, che calmerà i bollenti spiriti di questi idioti e psicopatici, anche se subito dopo ci ucciderà. La cultura occidentale ha insomma impiegato 3.400 anni per distruggere l’umanità ma, alla fine, attraverso una delle sue peggiori espressioni — il consumismo di matrice USA — c’è ormai quasi riuscita. 27.3.22, ALM”.

Foto tratta da Man21

 

 

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