All’esame di Edward Luttwak la crisi dei mercati agricoli mondiali dal grano al riso allo zucchero/ MATTINALE 647

8 maggio 2022
  • Lo racconta Annibale Chiriaco, presidente della sezione agroalimentare di Sicindustria e imprenditore di terza generazione del settore, amico di famiglia di Luttwak
  • Perché sta crescendo il prezzo del riso 
  • Perché sta crescendo il prezzo dello zucchero 
  • La FAO continua a segnalare prezzi dei cibi alle stelle

Lo racconta Annibale Chiriaco, presidente della sezione agroalimentare di Sicindustria e imprenditore di terza generazione del settore, amico di famiglia di Luttwak

Abbiamo intervistato Annibale Chiriaco, presidente della sezione agroalimentare di Sicindustria e imprenditore di terza generazione del settore, nel Settembre dello scorso anno. Poiché si registra un aumento dei prezzi di tanti prodotti agricoli, a cominciare dal grano, abbiamo chiesto se è vero che c’è grande preoccupazione anche per il riso e per lo zucchero. “E’ vero – ci dice Annibale Chiriaco – c’è una grande preoccupazione per gli effetti della siccità che sta colpendo buona parte dell’Europa. A questi si aggiungono gli effetti della guerra in Ucraina. Ci sono problemi per il grano in primo luogo, ma anche mais, riso e zucchero. Credo che tra Settembre e Ottobre la situazione diventerà complicata. C’è da augurarsi che i Governi adottino le soluzioni migliori per fronteggiare la carenza di alcuni prodotti agricoli di largo consumo e, in generale, per fronteggiare l’aumento dei prezzi mondiali del cibo. Su tali questioni mi ha chiesto vari pareri in questi giorni anche Edward Luttwak, amico di famiglia ed attento studioso delle dinamiche sociali che possono scaturire nel mondo, in Africa in particolare, per la possibile riduzione dei raccolti agricoli”. Se anche un attento osservatore e commentatore di fatti geopolitici come Luttwak, economista, politologo, saggista ed esperto di strategie militari comincia a interessarsi di possibili crisi alimentari – che un tempo si chiamavano carestie – ebbene, allora c’è da preoccuparsi.

Perché sta crescendo il prezzo del riso 

Per la cronaca, il prezzo del riso è in salita perché, tra siccità e guerra in Ucraina, in tanti allevamenti di animali da carne mancano mais e soia. In Cina, ad esempio, ci sono tanti allevamenti di animali. Così i cinesi, vista la riduzione della produzione di mais e di grano, hanno cominciato ad acquistare il riso di qualità inferiore, ovvero il riso che subisce danni durante la lavorazione. Siccome la Cina è un Paese con un miliardo e 400 milioni di persone e quando effettua acquisti o fa richiedendo grandi partire di prodotti, ecco che il prezzo del riso sta schizzando all’insù. A questo si aggiunge l’aumento dei costi di produzione dello stesso riso. Ricordiamo che l’Italia è un grande produttore di riso, se è vero che il nostro Paese produce il 40% circa del riso d’Europa. Ma anche i risicoltori italiani debbono fare i conti con l’aumento dei costi di produzione, a cominciare dall’energia. Poi c’è un terzo fattore che prescinde dalla guerra in Ucraina: la decisione della Russia di ridurre anche le esportazioni di riso (oltre che quelle di grano e olio di girasole). Questo riduce ulteriormente l’offerta mondiale di riso e fa aumentare i prezzi.

Perché sta crescendo il prezzo dello zucchero 

Per lo zucchero, invece, l’aumento del prezzo sembra essere legato a vari fattori. In tanto ci sono i problemi creati dai cambiamenti climatici che hanno danneggiato e continuano a danneggiare le coltivazioni di canna da zucchero (nel mondo si producono poco meno di 2 miliardi di tonnellate di zucchero di canna e circa 275 mila tonnellate di zucchero di bietola). problemi alle coltivazioni di canna da zucchero causati dai cambiamenti climatici si registrano in Brasile 8primo produttore al mondo di canna da zucchero), in India e anche in Cina. Ai cambiamenti climatici si sommano gli aumenti dei costi di produzione, considerato che il costo dei fertilizzanti è in continua crescita. Riassumendo, per lo zucchero da un lato c’è il clima che fa i caprici e riduce la produzione, dall’altro lato l’aumento dei costi di produzione. Risultato: l’aumento del prezzo dello zucchero.

La FAO continua a segnalare prezzi dei cibi alle stelle

Un articolo di scenarieconomici.it segnala che ad Aprile l’indice FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) dei prezzi alimentari è sceso di qualche linea rispetto a Marzo. Ma è una discesa minima, perché a Marzo l’indice segnato un aumento dei prezzi di quasi venti punti! La tendenza al rialzo dei prezzi dei cibi è stata segnalata dalla FAO lo scorso Ottobre. Sei mesi fa c’era il problema dei cambiamenti climatici che nel 2021, tra siccità e inondazioni, hanno ridotto – in alcuni casi drasticamente – alcune produzioni agricole. Su questo si è innescato un effetto perverso: alcuni Paesi hanno iniziato ad acquistare più prodotti agricoli (Cina in testa); altri Paesi hanno iniziato a ridurre le esportazioni di grano e mais (Russia). Poi è arrivata la guerra in Ucraina con la riduzione di offerta mondiale di grano e olio di girasole. Oggi, scrive scenarieconomici.it “l’Indice FAO dei prezzi alimentari è sceso dello 0,8% su base mensile a 158,5 punti ad Aprile 2022, ma è rimasto comunque vicino al massimo storico di 159,7 punti a Marzo. I prezzi dell’olio vegetale sono diminuiti in modo significativo (-5,7%), dopo aver toccato il massimo storico a marzo sotto la pressione degli oli di palma, girasole e soia. Inoltre, i prezzi dei cereali sono scesi leggermente (-0,4%), dopo essere saliti anche ai massimi storici a marzo. Nel frattempo, i prezzi dei prodotti lattiero-caseari sono aumentati per l’8° mese consecutivo (0,9%) a causa del rallentamento della produzione in Europa occidentale e Oceania e dell’aumento della domanda di burro a causa della carenza di olio di girasole e margarina nell’Europa occidentale. Infine, i prezzi della carne (2,2%) sono aumentati in modo deciso a causa della scarsità di forniture nell’emisfero settentrionale e delle interruzioni in Ucraina, nonché dello zucchero (3,3%), sostenuto dalla produzione di etanolo”. Non si escludono manifestazioni popolari in alcuni Paesi del mondo, come sta già avvenendo nello Sri Lanka.

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