Nel mondo il prezzo del grano è 50 euro/quintale, in Puglia 40 euro/quitale, in Sicilia è bloccato a 32 euro! La denuncia di Agostino Cascio (video)

13 agosto 2021
  • Le previsioni di crescita del prezzo del grano di Mario Pagliaro si sono rivelate esatte. Ma in Sicilia il prezzo del grano duro non riesce ad andare oltre i 32 euro al quintale. Proviamo a illustrare quello che succede, anche con le parole forti di Agostino Cascio 
  • Il paradosso siciliano: è probabile che, a breve, anche il grano duro del Sud Italia verrà pagato 50 euro al quintale. Ma la Sicilia sembra essere ancora ferma al latifondo e ai gabelloti… 
  • Ma cosa combinano alla Camera di Commercio di Catania?
  • In Sicilia i bassi prezzi del grano duro hanno creato, negli anni, una sorta di sistema ‘feudale’ con i commercianti in un ruolo-chiave. Oggi il sistema sta franando e gli agricoltori dell’Isola, forti anche dei prezzi in rialzo del grano, vanno acquistando fiducia in se stessi e autonomia 
  • Il gioco delle navi cariche di grano estero – spesso canadese – comincia ad entrare in crisi. E questo cambia tutto. E la politica siciliana? Latitante. Con l’assessorato regionale all’Agricoltura che conferma il proprio ‘nullismo’

Le previsioni di crescita del prezzo del grano di Mario Pagliaro si sono rivelate esatte. Ma in Sicilia il prezzo del grano duro non riesce ad andare oltre i 32 euro al quintale. Proviamo a illustrare quello che succede, anche con le parole forti di Agostino Cascio 

Eh sì, anche questa volta Mario Pagliaro, chimico, ricercatore del CNR, appassionato di climatologia, ha colpito ancora. Poco meno di tre anni fa, quando il grano duro del Sud Italia e della Sicilia veniva pagato a 18-20 euro al quintale (18-20 centesimi di euro al kg), in solitudine, sulla base dell’andamento del clima, ha affermato che il grano duro, piano piano, avrebbe acquistato valore. All’inizio nessuno ha preso in considerazione le sue previsioni (a parte noi, che abbiamo sempre creduto alle tesi economiche e scientifiche di Pagliaro). Poi, però, anche i più scettici sono stati costretti a prendere atto che il prezzo del grano duro, piano piano, cominciava a crescere. Due anni fa – era il Luglio del 2019 – sempre in solitudine – Mario Pagliaro ha ribadito la sua tesi e ha invitato gli agricoltori siciliani e del Sud Italia a cominciare a stoccare il grano duro (ricordiamo che il grano duro è un prodotto che si può conservare senza problemi con opportuni accorgimenti) per venderlo quando il prezzo sarebbe schizzato all’insù. Nel 2019, in Sicilia, il prezzo del grano duro era già passato da 18-20 euro al quintale a 24-26 euro al quintale (24-26 centesimi di euro al kg). Questo mentre nei mercati pugliesi il prezzo sfiorava già i 30 euro al quintale (30 centesimi di euro al kg).

Il paradosso siciliano: è probabile che, a breve, anche il grano duro del Sud Italia verrà pagato 50 euro al quintale. Ma la Sicilia sembra essere ancora ferma al latifondo e ai gabelloti… 

Il ragionamento di Pagliaro è semplicissimo: nel mondo la produzione di grano sarebbe diminuita a causa del clima. E così è stato. Quest’anno il clima ha creato problemi in Canada, negli Stati Uniti d’America, in Russia e in altre aree del mondo (la Russia, ad esempio, ha ridotto le esportazioni di grano). Quando l’offerta di un prodotto si riduce, è noto, il prezzo aumenta. E questo vale anche per il grano. La questione riguarda soprattutto il grano tenero, che è il grano che registra nel mondo il maggiore volume di scambi; ma riguarda anche il grano duro. Nel Luglio scorso Pagliaro ha detto che il grano duro sarebbe stato venduto a 40 euro al quintale (40 centesimi di euro al kg). Previsione esatta, perché in questi giorni nei mercati di Foggia, Bari e Altamura, in Puglia, il grano duro viene venduto a 40 euro al quintale più IVA! Non solo: lo scorso 1 Agosto Pagliaro si è cimentato in un’ulteriore previsione: “Il prezzo del grano duro arriverà presto a toccare il pezzo di 50 euro al quintale (50 centesimi di euro al kg)“. E così è stato: in questo momento, nel mercato mondiale, il grano è quotato 50 euro al quintale! Ed è probabile che, a breve, anche il prezzo del grano duro del Sud Italia verrà pagato 50 euro al quintale.

Ma cosa combinano alla Camera di Commercio di Catania?

Sì, grano duro a 50 euro al quintale. Questo avverrà nel Sud Italia, ma non in Sicilia. Perché? E qui entra in scena un altro nostro amico che, da anni, si batte contro la speculazione al ribasso che colpisce i produttori di grano duro della Sicilia: Agostino Cascio. Più volte, nel corso degli ultimi anni, Agostino Cascio è intervenuto per denunciare chi specula ai danni degli agricoltori siciliani che producono grano duro. Lo fa mettendo in rete video con le proprie battagliere dichiarazioni. Lo scorso anno, ad esempio, ha denunciato che mentre in Puglia il grano duro si vendeva oltre 30 euro al quintale (30 centesimi di euro al kg), in Sicilia non si andava oltre i 24-26 euro al quintale (26 euro al quintale, cioè 26 centesimi di euro al kg quando andava bene). Così Cascio ha messo in rete un video nel quale invitava gli agricoltori siciliani a non vendere più i prodotti agricoli in Sicilia. Ovviamente, la sua era una provocazione per portare all’attenzione della società siciliana e della politica siciliana un problema serio. In queste ore Agostino Cascio ha postato in rete un nuovo video in cui denuncia un fatto estremamente grave: mentre nel mercato mondiale – come abbiamo già accennato – il prezzo del grano si attesta intorno a 50 euro al quintale, mentre nei mercati di Foggia, di Bari e di Altamura, in Puglia, il grano duro viene pagato a 40 euro al quintale più IVA (40 centesimi di euro al kg), in Sicilia il grano duro non si riesce a vendere a più di 32 euro al quintale! Perché? Perché, spiega Cascio, i commercianti fanno muro e sopra 32 euro si rifiutano di acquistare il grano duro siciliano! Nel video Agostino Cascio, con parole semplici, comprensibili a tutti, spiega come si forma il prezzo del grano duro, calcolato dalle Camere di Commercio sulla base delle fatture di acquisto del prodotto. In Puglia le Camere di Commercio registrano una media di 40 euro per ogni quintale di grano venduto. E in Sicilia? L’attacco di Cascio alla Camera di Commercio di Catania.

In Sicilia i bassi prezzi del grano duro hanno creato, negli anni, una sorta di sistema ‘feudale’ con i commercianti in un ruolo-chiave. Oggi il sistema sta franando e gli agricoltori dell’Isola, forti anche dei prezzi in rialzo del grano, vanno acquistando fiducia in se stessi e autonomia 

Per capire il perché succede questo bisogna illustrare qual è stata e qual è, ancora in parte, la situazione in Sicilia nel mondo del grano duro. Nella nostra Isola non mancano le aziende cerealicole di grandi e di medie dimensioni. Ma ce ne sono anche tante di piccole dimensioni frammentate e polverizzate. Queste ultime, di solito, non sono capitalizzate; e nell’ultimo decennio (e forse più) il fenomeno della sottocapitalizzazione, a causa dei bassi prezzi dei prodotti agricoli, ha colpito sempre più aziende agricole, soprattutto cerealicole. Così, a causa del prezzo del grano duro che per anni è stato bassissimo, tanti produttori di grano duro della Sicilia (non soltanto i piccoli, ma anche i medi e persino alcuni grandi proprietari terrieri) hanno finito per siglare accordi con i commercianti: questi ultimi forniscono il grano per la semina e i concimi, gli agricoltori seminano e raccolgono il grano e lo consegnano agli stessi commercianti ad un prezzo pattuito prima. Da quando il grano duro ha cominciato piano piano a prendere valore, con prezzi ogni anno crescenti, questo accordo con i commercianti funziona poco e, in alcuni casi, non funziona più. In questo momento il mondo del grano duro della Sicilia vive una fase di passaggio dal vecchio sistema in cui i commercianti, di fatto, dettavano le regole del gioco (un vecchio sistema, detto per inciso, che conveniva alla grande industria della pasta, che acquistava il grano duro del Sud e della Sicilia a prezzi bassi) a un sistema nel quale il grano duro ha preso valore, con gli agricoltori dell’Isola che, piuttosto che vendere il grano duro, lo stoccano per provare a rivenderlo quando il prezzo salirà.

Il gioco delle navi cariche di grano estero – spesso canadese – comincia ad entrare in crisi. E questo cambia tutto. E la politica siciliana? Latitante. Con l’assessorato regionale all’Agricoltura che conferma il proprio ‘nullismo’

Fino ad oggi a ‘sistemare’ le cose hanno pensato le navi cariche di grano duro estero – soprattutto canadese – che, scaricando questo prodotto nei porti pugliesi e siciliani, hanno fatto regolarmente crollare il prezzo del grano duro pugliese e siciliano. Ma adesso il gioco delle navi comincia ad entrare in crisi, sia perché – come aveva previsto Pagliaro – l’offerta di grano duro mondiale si è ridotta, sia perché i consumatori chiedono pasta di qualità, prodotta con grano duro italiano, che è privo di contaminanti. La grande industria del Nord Italia ha risposto aumentando la produzione di grano duro nel Centro Italia – Emilia Romagna e Marche – ma, con tutto il rispetto, non sempre il sole romagnolo e marchigiano eguaglia il sole del Sud Italia e della Sicilia: e quando manca il sole nella fase di maturazione del grano – e magari arrivano piogge e umidità – cominciano i problemi… Insomma, cominciamo ad assistere ad uno scontro che per l’agricoltura siciliana si annuncia epocale. Da una parte i commercianti, che vogliono pagare il grano duro siciliano a 32 euro al quintale; dall’altra parte ancora non tutti, ma una parte dei produttori di grano duro siciliano che si rifiutano di vendere il proprio prodotto a 32 euro al quintale e preferiscono stoccarlo; anche perché, come fa notare nel video Agostino Cascio, se gli agricoltori siciliani dovessero vendere il loro grano duro a 32 euro al quintale, beh, finirebbero con il penalizzare tutti i produttori di grano duro del Sud. C’è, poi, un altro problema: il grande caldo che ha colpito e che continua a colpire la Sicilia è arrivato, per fortuna, subito dopo la mietitura della maggior parte del grano duro; ma in Sicilia ci sono grani duri che si raccolgono ad Agosto sino ai primi di Settembre: e con il gran caldo e con gli incendi che hanno funestato la Sicilia – caldo e incendi che continuano in queste ore a martoriare la nostra Isola – non è facile capire quanta produzione di grano duro tardivo si sarà salvata. In ogni caso, ci sarà una riduzione dell’offerta con i prezzi che potrebbero crescere ulteriormente. E’ ‘interessante’ notare l’assenza pressoché totale della politica siciliana, con l’assessorato regionale all’Agricoltura che si conferma quello che è sempre stato: un assessorato che non serve all’agricoltura siciliana!   

 

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