Nuova previsione di Mario Pagliaro: il pezzo del grano duro siciliano e pugliese potrebbe schizzare a 50 euro al quintale

1 agosto 2021
  • Gli anni in cui la speculazione al ribasso faceva piombare il prezzo del grano duro del Sud Italia e della Sicilia a 18-20 euro al quintale sono solo un ricordo 
  • Italmopa prende atto che negli Stati Uniti e in Canada il calo della produzione di grano sarà sostanziale
  • A complicare il tutto c’è anche il calo di produzione di grano in Russia, che ha già deciso di ridurre le esportazioni
  • Mario Pagliaro: in questo scenario la previsione di un prezzo di 50 euro al quintale per il grano duro di Sud Italia e Sicilia “diventa realistica per chiunque abbia significative quantità di grano duro di qualità”

Gli anni in cui la speculazione al ribasso faceva piombare il prezzo del grano duro del Sud Italia e della Sicilia a 18-20 euro al quintale sono solo un ricordo 

Eh sì, gli anni in cui il pezzo del grano duro del Sud Italia e della Sicilia oscillava tra 18 e 20 euro al quintale, massacrando gli agricoltori, sembrano un lontano ricordo. Per carità, non sono finite le speculazioni al ribasso: la CUN, la Commissione Unica nazionale per il grano duro, è rimasta una delle tante promesse mancate dei soliti grillini, mentre le navi cariche di grano estero continuano ad arrivare in Italia. Ma nonostante questo ed altro, il prezzo del grano duro continua a salire, come previsto oltre due anni fa da Mario Pagliaro, chimico del Cnr, appassionato di climatologia. Uno scienziato che, attraverso lo studio del clima, ha puntualmente previsto quello che sta succedendo: ovvero i cambiamenti climatici che hanno ridotto l’offerta di grano nel mondo, grano tenero (che è quello oggetto di un grande volume di scambi) e anche del grano duro. E se, fino a qualche settimana fa, Mario Pagliaro – che negli ultimi due anni e mezzo, sui prezzi del grano, non ha sbagliato una previsione – prevedeva un aumento del prezzo del grano duro fino a 40 euro al quintale, adesso si sbilancia ulteriormente in avanti e lancia un’altra previsione: presto il pezzo del grano duro italiano si attesterà intorno a 50 euro al quintale.

Italmopa prende atto che negli Stati Uniti e in Canada il calo della produzione di grano sarà sostanziale

Nelle scorse settimane Pagliaro ha affermato che, in Autunno, il pezzo del grano duro arriverà a circa 40 euro al quintale. Eccesso di ottimismo? Non esattamente, se è vero che nell’ultima settimana di Luglio il prezzo del grano duro nel mercato di Foggia – che è il più importante mercato del grano duro italiano – si è attestato a 35 euro al quintale. Va da sé che se i produttori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia stoccheranno il prodotto, considerato che la produzione mondiale di grano segna il passo, il prezzo, in Autunno dovrebbe attestarsi, senza difficoltà, intorno a 40 euro al quintale. Ma, adesso, sempre con l’occhio rivolto al contesto economico e climatico internazionale, Pagliaro ci racconta, con un post su Facebook, una possibile, ulteriore evoluzione del prezzo del grano duro. Pagliaro cita una nota di Italmopa, l’Associazione mugnai industriali d’Italia. “Le pesanti flessioni produttive previste in Canada e negli Stati Uniti, principali Paesi esportatori; i risultati al di sotto delle iniziali aspettative, sotto il profilo quantitativo, del raccolto comunitario in generale e italiano in particolare; un livello di scorte internazionali largamente insufficiente a compensare la riduzione dei volumi di produzione costituiscono i tre principali, seppur non unici, elementi di una ‘tempesta perfetta’ che potrebbe prossimamente verificarsi nel mercato internazionale del grano duro.

A complicare il tutto c’è anche il calo di produzione di grano in Russia, che ha già deciso di ridurre le esportazioni

Insomma, per i protagonisti dell’industria molitoria italiana, che fanno capo a Confindustria, la situazione, per il grano duro – ovviamente inquadrata dal loro punto di vista (non certo dal unto di vista degli agricoltori!) – si complica. Per Italmopa lo scenario che si prospetta è “imprevedibile”. Gli industriali parlano di una riduzione sostanziale dell’offerta globale di grano e di un aumento del prezzo pari a circa il 25%. Si tratta di dati parziali, perché i veri ‘numeri’ si conosceranno quando si avrà chiara contezza del calo della produzioni di grano nel mondo. Si sussurra – ma sono solo indiscrezioni – che la riduzione della produzione del grano – con riferimento a Stati Uniti e Canada – potrebbe attestarsi intorno al 40%. Questo preoccupa l’industria molitoria italiana, che potrebbe scontare grande difficoltà nel reperire la materia prima. Anche perché un altro grande produttore di grano del mondo – la Russia – accusa una riduzione delle produzioni, con Putin che ha già deciso di ridurre le esportazioni.

Mario Pagliaro: in questo scenario la previsione di un prezzo di 50 euro al quintale per il grano duro di Sud Italia e Sicilia “diventa realistica per chiunque abbia significative quantità di grano duro di qualità”

Commenta Mario Pagliaro: “Ed ecco. I proprietari dei #mulini italiani con cui si produce la farina di #grano ‘duro’ necessaria alla produzione della pasta, parlano di #crollo della produzione nordamericana del 40%; di risultati ‘al di sotto delle aspettative sotto il profilo quantitativo’ di quello ‘comunitario’ (essenzialmente in Francia); e di aumenti ‘violenti’ di oltre il 25% dei prezzi che ‘peraltro già avevano raggiunto livelli particolarmente elevati’. In queste condizioni, oltre ad un forte aumento dei prezzi della farina (‘spirale inflazionistica’) concludono, la produzione potrebbe arrestarsi con i mulini impossibilitati ad #approvvigionarsi. In pratica, aggiungiamo noi, non solo la soglia dei 400 EUR a tonnellata, ma quella dei 500 EUR diventa realistica per chiunque abbia significative quantità di grano duro di qualità: ovvero, i latifondisti #siciliani; con enorme beneficio anche dei piccoli produttori che ancora non abbiano venduto. In queste condizioni, non c’è più alcuno spazio per il #fotovoltaico sui terreni né in Sicilia, né in Puglia”. I produttori di grano duro del ud Italia e della Sicilia debbono avere un po’ di pazienza: se non hanno particolari esigenze (e in Sicilia non sempre è così, perché i piccoli produttori per il capitale di anticipazione dipendono dai commercianti), debbono stoccare il grano duro e attendere gli eventi. Con molta probabilità, il ‘sistema’ che in questi anni ha ‘affamato’ i produttori di grano duro del Sud e della Sicilia proverà a ‘raschiare il barile’, facendo arrivare il grano duro con le navi da dove capita (incredibile quello che è successo nel porto di Ravenna). Ma, alla fine, questa volta, saranno gli industriali che avranno bisogno dei produttori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia. Certo, in Sicilia ci sono ancora speculazioni e sacche di resistenza, ma l’andamento generale è quello descritto da Pagliaro. Bisogna avere solo un po’ di pazienza.

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