Morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele: nuovo video molto polemico (forse un po’ sopra il rigo) del criminologo Carmelo Lavorino

26 luglio 2021
  • Il video è la risposta a un articolo di un quotidiano nel quale si torna a ipotizzare la tesi dell’omicidio-suicidio
  • I toni un po’ troppo sopra il rigo del criminologo Lavorino
  • I due punti della tesi dei consulenti della famiglia Mondello che, forse, andrebbero illustrati con maggiore chiarezza

Il video è la risposta a un articolo di un quotidiano nel quale si torna a ipotizzare la tesi dell’omicidio-suicidio

E un video dai toni molto duri, quello pubblicato su Facebook dal criminologo Carmelo Lavorino, consulente della famiglia di Daniele Mondello. Un video per ribadire che Viviana Parisi e il figlioletto Gioele sono stati uccisi. Un video che si contrappone alla tesi stando alla quale la donna prima avrebbe ucciso il figlioletto e poi si sarebbe tolta la vita. Un video dove il criminologo non lesina critiche a quella che definisce “la libertà di stampa strumentalizzata”. Noi, stamattina, in un certo senso, abbiamo anticipato la piega che sta prendendo questa bruttissima storia, pubblicando una nota e un video, piuttosto breve, dello stesso Lavorino. Da quello che si capisce ascoltando il nuovo video postato dal criminologo Lavorino, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti avrebbe abbracciato la tesi dell’omicidio-suicidio che i consulenti della famiglia Mondello hanno sempre contestato. Consulenti che hanno già elaborato una propria tesi che, sostanzialmente, è quella del duplice omicidio: qualcuno, secondo i consulenti, avrebbe gettato in un pozzo Viviana Parisi e il figlioletto Gioele, che lì sarebbero deceduti. Poi una “combinazione criminale” avrebbe trasportato i corpi nel luogo dove sono stati ritrovati. Tesi che i consulenti hanno messo nero su bianco in una relazione di circa quaranta pagine.

I toni un po’ troppo sopra il rigo del criminologo Lavorino

Noi pubblichiamo tutto, però, in questa storia, non possiamo non ricordare che quelle dei consulenti della famiglia Mondello sono deduzioni che hanno la stessa valenza del lavoro svolto dai consulenti della Procura della Repubblica di Patti. Questa storia – che I Nuovi Vespri ha seguito sin dal primo giorno (qui un nostro articolo del 28 Agosto dello scorso anno) cercando una difficile verità – è complessa, tormentata e difficile. Che ci siano ancora oggi dei punti oscuri in questa vicenda non ci sono dubbi. Ciò posto, non condividiamo i toni usati dal criminologo Lavorino nei riguardi dei magistrati della Procura di Patti e nei riguardi dei consulenti della stessa Procura. Si può anche non essere d’accordo su una tesi, ma non per questo si è legittimati a utilizzare toni esagerati nei riguardi di chi la pensa in modo diverso. Anche perché, utilizzando certi toni, si rischia di passare dalla parte del torto nel caso in cui si dovesse avere ragione. Se poi ci sono stati degli impedimenti – che Lavorino ha sempre denunciato e che noi abbiamo sempre riportato – è giusto che questi impedimenti che ostacolano il lavoro dei consulenti della famiglia Mondello vengano rimossi.

I due punti della tesi dei consulenti della famiglia Mondello che, forse, andrebbero illustrati con maggiore chiarezza

Ci sono poi due punti, nel ragionamento del criminologo lavorino che a noi non sembrano molto chiari. Si parla di un pozzo d’acqua – dove sarebbero stati fatti precipitare la donna e il figlioletto – della profondità di 3-5 metri. Poi, però, si afferma che la donna e il suo figlioletto sarebbero precipitati in 50 centimetri di acqua. Forse questo punto andrebbe chiarito meglio. Il secondo punto che a noi – magari per nostre carenze – non appare chiaro nella ricostruzione del dotto Lavorino – è là dove si cerca di illustrare le modalità del decesso di Viviana Parisi. si dice che la donna sarebbe morta per asfissia, o meglio, dovrebbe essere per asfissia da annegamento; poi però si parla anche della rottura della colonna vertebrale all’altezza del collo. Con molta probabilità, noi non abbiamo molte conoscenze tecniche in questo settore e, magari, siamo noi a non capire bene la dinamica dei fatti descritta. Però una domanda la vogliamo porre: la mamma di Gioele sarebbe deceduta per asfissia da annegamento o per la rottura della colonna vertebrale all’altezza del collo?

QUI IL NUOVO VIDEO DEL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO  

 

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