Mezza Italia in piazza contro il green pass. Draghi? Governa come un direttore di banca e andrà a sbattere/ MATTINALE 535

25 luglio 2021
  • Mario Draghi sta dimostrando di essere il peggiore presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana. Il suo Governo è una sommatoria confusionaria gente senza idee 
  • La rabbia delle multinazionali farmaceutiche che si erano illuse di appioppare il vaccino anti-Covid al 70% almeno della popolazione italiana. Invece si attaccheranno al tram!
  • Draghi, il banchiere trasformato frettolosamente in ‘statista’, è riuscito ad aprire quattro-cinque fronti che non controllerà: sblocco dei licenziamenti e dei fitti, scippi fondi Pnrr a Sud e Sicilia, confusione sulla Giustizia e, adesso, la ‘genialata’ del green pass
  • Le manifestazioni popolari di ieri in oltre 800 città italiane contro il green pass sono solo l’inizio di una stagione di lotte che si annuncia estremamente dura  

Mario Draghi sta dimostrando di essere il peggiore presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana. Il suo Governo è una sommatoria confusionaria di gente senza idee 

Mezza Italia è in rivolta. Qualcuno ha contato manifestazioni contro il green pass e, in generale, contro il Governo di Mario Draghi in 80 citta italiane. In realtà, la protesta è molto più diffusa e coinvolge anche tantissime persone che, per svariati motivi, ieri non sono potute scendere in piazza. E’ una protesta corale, quella che ieri si è diffusa in tante città italiane grandi e piccole. Milano, Bergamo, Trento, Torino, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania. Ribadiamo: queste sono solo le città che hanno avuto maggiore visibilità sui grandi media: quei media che, ormai da tempo, non ‘leggono’ più tutto il territorio italiano. La Rai di Ezio Zefferi e Sergio Zavoli è finita, sostituita da una lottizzazione che è di gran lunga peggiore delle lottizzazioni che si vedevano nel passato. Se oggi, in Italia, si vuole andare al di là delle grandi città e dei grandi centri, bisogna ‘smanettare’ tra i giornali on line, i siti e, perché no?, anche tra i blog locali. Se poi si mettono insieme le grandi città e le realtà locali (ma non per questo meno importanti), si ha la vera misura della rivolta che monta in Italia contro il Governo nazionale – prima il Governo Conte, oggi il Governo Draghi – un Governo accusato di aver distrutto e di continuare a distruggere l’economia e le libertà personali. Ieri la televisione italiana – che abbiamo cercato di descrivere illustrando come racconta il binomio Covid-Olimpiadi di Tokyo – ha ‘strillato’ che il 50% dei cittadini è vaccinato contro il Covid. Ebbene, questa è la misura quasi esatta della disperazione in cui versa il potere in Italia. Riuscite a immaginare un potere che tiene ancora nascosta la verità su Portella delle Ginestre e che continua a coprire i depistaggi sulle stragi di Stato del 1992 che dice la verità su Covid e vaccinazioni anti-Covid nel nostro Paese? Bisogna essere molto fessacchiotti per credere a queste balle.

La rabbia delle multinazionali farmaceutiche che si erano illuse di appioppare il vaccino anti-Covid al 70% almeno della popolazione italiana. Invece si attaccheranno al tram!

Gli atti politici forzati – soprattutto quelli sbagliati come il green pass – sono in molti casi espressione della paura. E’ evidente che ‘qualcuno’, in Italia, ha promesso alle multinazionali farmaceutiche un bel numero di vaccinati, magari, chissà!, non meno del 70% della popolazione. Se ieri la televisione ha detto che nel Belpaese si è arrivati al 50% di vaccinati (con due dosi di vaccino), beh, significa che il numero di vaccinati italiani contro il Covid è inferiore, forse di gran lunga inferiore al 50%. E alle multinazionali farmaceutiche – che oggi governano il mondo – il fatto che il potere italiano non sia riuscito a mettere l’anello al naso al 70% della popolazione non va proprio giù. Il green pass italiano, con molta probabilità, chissà da dove arriva; e chissà che fine farà il Governo Draghi tra la bomba sociale dello sblocco dei licenziamenti, il caos in divenire dello sblocco dei fitti, la solita, vecchia riforma della Giustizia cucita su misura per i soliti furbi, le risorse del Pnrr derubate al Sud e alla Sicilia in favore del Nord e via continuando. Per non parlare del balordo green pass per raggranellare vaccinati da qui alla fine di Ottobre, quando i vaccini anti-Covid andranno in scadenza. Draghi, poco più che un banchiere trasformato frettolosamente in ‘statista’, ha aperto quattro o cinque fronti che non sarà in grado di gestire.

Draghi, il banchiere trasformato frettolosamente in ‘statista’, è riuscito ad aprire quattro-cinque fronti che non controllerà: sblocco dei licenziamenti e dei fitti, scippi fondi Pnrr a Sud e Sicilia, confusione sulla Giustizia e, adesso, la ‘genialata’ del green pass

Sono due i fronti che Draghi difficilmente riuscirà a controllare. Il primo è il regalo fatto a Confindustria: il citato sblocco dei licenziamenti. Da Nord a Sud lo sblocco dei licenziamenti sta prendendo una piega bruttissima. Le multinazionali che si sono fatte ‘i bagni’ in Italia, stanno smobilitando per trasferirsi dove il costo del lavoro è più basso. Pensate un po’: nemmeno la legge infame del Jobs Act (leggere lavoro precario e tutele ridicole per i lavoratori precarizzati) oggi è un grado di ‘saziare’ la bramosia di guadagni facili del capitalismo liberista; e la cosa più incredibile è che a fare le scarpe all’industria e anche all’agricoltura italiana non sono solo la Cina e l’Africa, ma anche alcuni Paesi della sempre più fallimentare Unione europea dell’euro dove il costo del lavoro – questi sono i fatti – è da dieci volte a venti volte inferiore al costo del lavoro in Italia. In pratica, al di là delle buttanate dei politici italiani che celebrano “l’Europa unita” (ma unita da che cosa?), l’economia italiana – l’economia, l’economia che dà lavoro e crea ricchezza diffusa, non l’economia delle quattro aziende che esportano – è in braghe di tela. L’unica speranza di Draghi è che “qui qui qua”, ovvero Cgil, Cisl, Uil e Partito Democratico riescano a bloccare lo sciopero generale del mondo del lavoro proposto dal sindacato ORSA, che ormai si avvia a diventare, insieme con gli altri sindacati autonomi, il vero interlocutore dei lavoratori (in prospettiva, forse, Cgil, Cisl e Uil conserveranno i pensionati, più per disperazione che per convinzione). A Napoli, per esempio, il Governo Draghi è stato capace di un ‘capolavoro’, riuscendo a saldare le proteste – molto sentite – contro le restrizioni con la vicenda dei lavoratori della Whirpool che sembrano ormai condannati alla perdita del posto del lavoro. Stiano tranquilli Draghi e i suoi sostenitori che da Napoli sono in arrivo ‘augelli senza zucchero’… Nel momento in cui l’Italia sta per entrare nel ‘Semestre bianco’ – l’impossibilità di sciogliere del Camere in attesa dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica previste per Gennaio del prossimo anno – il Governo Draghi è già in crisi e si appresta a fronteggiare una crisi economica e sociale spaventosa che, per molti versi – sblocco dei licenziamenti e dei fitti, scippi a Sud e Sicilia, green pass – è stata provocata dalla dabbenaggine politica dell’attuale Governo-armata Brancaleone presieduto dallo stesso Draghi. Non era facile riuscire a trovare la ‘formula’ che avrebbe provocato più danni all’Italia e al Governo: eppure Draghi ci è riuscito. Un genio…  

Le manifestazioni popolari di ieri in oltre 800 città italiane contro il green pass sono solo l’inizio di una stagione di lotte che si annuncia estremamente dura  

Un altro errore enorme – che forse in questo caso gli è stato imposto – è il citato green pass. Che, sotto il profilo politico, considerando che su tale questione il Paese è spaccato a metà, è una minchiata colossale. Torniamo così alle manifestazioni di piazza di ieri, che sono soltanto l’inizio e non il culmine di una stagione che si annuncia bollente. E su questo tema il migliore articolo che abbiamo letto – il più veritiero è quello scritto da Byoblu: “Un grido, scandito da decine di migliaia di italiani, ‘libertà, libertà!. E poi ancora ‘No al green pass!’. Da Milano a Catania, da Roma a Bologna, passando per Vicenza, Padova, Treviso, Biella e Cosenza. Ma sono molte di più le città italiane in cui i cittadini, lavoratori e lavoratrici, disoccupati, giovani e adulti, si sono dati appuntamento per gridare forte la loro opposizione al green pass e a tutte le misure che, ormai da oltre un anno e mezzo, stanno mettendo in ginocchio l’Italia e, soprattutto, stanno privando i cittadini delle loro libertà costituzionali. Le piazze e le strade italiane si sono riempite di tanta gente comune, quella che i media di regime non hanno tardato ad apostrofare come ‘no vax’, ‘no mask’, ‘negazionisti’ e ‘di estrema destra’. Ma basta vedere le immagini per capire che la dimensione del coinvolgimento popolare questa volta non si può etichettare così facilmente. Se c’è qualcosa che è stato ‘negato’ agli italiani (e non da oggi) è la dignità del lavoro e la libertà di poter vivere una vita normale. Si è invece preferito, e la conferenza stampa di Mario Draghi lo ha dimostrato ancora una volta, terrorizzare la gente, dividerla, mettere le persone le une contro le altre. Raccontando balle, se necessario. La reazione delle piazze che vedete in queste immagini ha invece un segno opposto e dimostra che c’è ancora tanta gente nel nostro Paese che è capace di dire ‘No’ alla dittatura sanitaria, ‘No’ alla restrizione della libertà, ‘No alla paura ingiustificata. L’auspicio dei moltissimi che oggi (ieri per chi legge ndr) si sono incontrati per marciare insieme è che questa giornata non sia un punto d’arrivo, ma di partenza: un’onda nuova di persone consapevoli in grado di riprendere in mano la propria vita e di lottare per un mondo migliore, per sé e per i propri figli”.

Foto tratta da Tg Com 24 – Mediaset 

 

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