Augusta, Priolo, Melilli: chi ha paura di don Palmiro Prisutto? Chi vuole mandare via un sacerdote che ha sempre difeso i deboli?

13 luglio 2021
  • Fatta questa introduzione, siccome seguiamo e stimiamo Padre Palmiro Prisutto, abbiamo posto al sacerdote alcune domande.
  • MA IL VESCOVO DI SIRACUSA COSA DICE DI QUESTA STORIA?
  • “QUI, PARADOSSALMENTE, BISOGNA TUTELARE I CITTADINI DALLE ISTITUZIONI”
  • LE DONAZIONI DELLE AZIENDE CHE SERVONO “AD OTTENEBRARE LA MENTE”
  • “AD AUGUSTA NON ESISTE NEANCHE LA FIGURA DEL DIFENSORE CIVICO”

In Sicilia quando si difendono i deboli e si cerca la legalità si continua a rimanere soli

Da quando siamo in rete abbiamo sempre seguito con grande attenzione e rispetto le battaglia di don Palmiro Prisutto, un sacerdote che svolge la propria attività pastorale in una parte molto ‘complicata’ della Sicilia: l’area industriale di Siracusa, dove l’inquinamento, l’ascarismo della politica, il finto sindacalismo e l’abbandono delle istituzioni la fanno da padroni. Le malattie e le morti nell’area che si snoda tra Augusta, Melilli e Priolo non si contano più. Malattie dell’apparato respiratorio. E tanti, troppi morti di cancro. Nel 2016, dopo le sue denunce, tentarono di mandarlo via: “Silurato don Palmiro Prisutto, il prete che parla di strage di Stato e olocausto industriale“. Operazione non riuscita, ma ci provarono. Nel 2019 la Magistratura, e non certo la politica imbelle, scoperchiò un pentolone di malaffare e veleni. Noi abbiamo provato a raccontare la storia dell’inquinamento in questo angolo della Sicilia e il miracolo che salvò Marina di Noto dalla chimica ‘pesante’. Qualche giorno fa è intervenuto l’onorevole Pippo Gennuso, che in provincia di Siracusa è sempre stato un politico fuori dal coro: “Nella zona industriale di Siracusa si muore per l’inquinamento, ma il silenzio è assoluto”. Da qualche tempo leggiamo di attacchi scomposti a don Palmiro Prisutto, anche da parte di ‘autorità’ che dovrebbero difenderlo. Nella nostra Isola le tragedie delle persone per bene che hanno lottato contro i potenti non insegnano niente. La Sicilia rimane un romanzo di Manzoni scritto al contrario, dove il male ha sempre la meglio sul bene. Con l’ipocrita ‘benedizione’, a partire dal 1992, dell’antimafia di facciata.

Fatta questa introduzione, siccome seguiamo e stimiamo Padre Palmiro Prisutto, abbiamo posto al sacerdote alcune domande.

Abbiamo letto che lei – pur avendo alle spalle una storia di impegno nel sociale molto importante – ha qualche problema con il Vescovo di Siracusa. O meglio, lei non c’entra, è il vescovo di Siracusa che le ha chiesto di ritirare una querela.

“Se ho sporto querela, ed è in atto un processo, un motivo doveva pur esserci. Sporgere querela per diffamazione è un legittimo diritto di qualunque cittadino italiano. Per quale motivo dovrei ritirare la querela? Incute paura a qualcuno? Ad Augusta, sotto tanti punti di vista, la situazione non è affatto tranquilla. Oltre il mare inquinato ha anche un mare di ‘problemi umani e sociali’ che pochi hanno il coraggio di affrontare o anche solo di denunciare. I miei problemi non sono stati col vescovo, ma con coloro che hanno, a mio avviso, strumentalizzato il vescovo. Mi è sembrato di rivivere in prima persona quanto descriveva Manzoni a proposito del trasferimento di Fra Cristoforo: c’è un padre provinciale, c’è un conte zio, c’è il signorotto di turno, ma dopo ci fu anche il cardinale Federico Borromeo. Forse questa è la figura che qui è mancata. Potrebbe esserlo Papa Francesco?”

Se una persona come lei querela qualcuno, beh, è evidente che questo qualcuno avrà fatto qualcosa di non bello. Ci può raccontare come stanno le cose? Sembra che tutto sia nato da un’eredità legittima che viene contestata. E’ vero?

“Nel 1944, mediante testamento, un augustano devoto di San Giuseppe lasciava in eredità alla chiesa di San Giuseppe un terreno con un caseggiato, specificando che tale lascito doveva essere amministrato dall’arciprete pro tempore che, sempre in forza del testamento, veniva costituito anche esecutore testamentario. Nel testamento non si fa menzione alcuna di confraternita. Si sono succeduti pacificamente ben sei arcipreti nell’amministrazione del terreno. Quando è toccato a me essere amministratore, ho eseguito delle visure catastali e sugli atti dell’ufficio risultava ancora il primo arciprete. Presentando copia del testamento ho fatto eseguire regolare e legale voltura cambiando solo l’anagrafica che si riferiva all’arciprete. Ad una visura successiva ho scoperto che qualcuno aveva fatto modificare dati: era sparito l’arciprete come amministratore ed era subentrata la confraternita di San Giuseppe: rimaneva immutato il dato della proprietà ‘chiesa San Giuseppe’. Tutto questo, probabilmente, al fine di poter poi dichiarare che l’arciprete aveva illegalmente affittato il terreno e così poterlo accusare. Il consiglio di amministrazione della confraternita con diversi articoli di stampa mi accusò perfino di aver tenuto nascosto il testamento, di aver arbitrariamente affittato il terreno di cui la confraternita era ‘ignara proprietaria’ e di aver intascato i soldi”.

MA IL VESCOVO DI SIRACUSA COSA DICE DI QUESTA STORIA?

Queste cose che lei ha illustrato il Vescovo di Siracusa le conosce? E se le conosce perché ha preso di mira lei?

“Io ho messo a conoscenza dei fatti entrambi gli ultimi due Vescovi, specificando che in questo comportamento c’era evidente il reato di falso in atto pubblico. Ricordo bene che riferii al vescovo Pappalardo come avevano agito questi signori: ‘con perfidia’ e il vescovo mi rispose dicendo di stare attento alle parole perché erano parole pesanti. Ma quando mai la verità è stata ‘leggera’”?

Non è che con questa storia vogliono spegnere una delle pochissime voci che parla in difesa dei cittadini dell’area industriale di Siracusa martoriata dall’inquinamento?

“Nessuno lo ha detto mai apertamente, ma così lo pensano in tanti”.

Appena qualche giorno fa c’è stata una denuncia piuttosto forte da parte dell’onorevole Pippo Gennuso.

“Nulla di nuovo: il 30 Novembre 1990 il territorio Augusta Priolo Melilli, con apposito decreto, veniva dichiarato dal Ministero dell’Ambiente area ad elevato rischio di crisi ambientale, ma nulla di quanto prevedeva il decreto è stato attuato per quanto riguarda le bonifiche. Nel 1998 l’area è stata dichiarata Sito di Interesse Nazionale, ma le bonifiche annunciate ed anche finanziate non sono state ancora fatte. L’unica ‘bonifica’ effettuata è stata la ‘bonifica di Marina di Melilli’, cioè la cancellazione di un intero centro abitato per fare spazio all’ultima grande raffineria in un territorio già saturo”.

“QUI, PARADOSSALMENTE, BISOGNA TUTELARE I CITTADINI DALLE ISTITUZIONI”

Lei, da anni, si batte in difesa di cittadini inermi, che non vengono tutelati dalle istituzioni. Ci riferiamo, ovviamente, sempre all’inquinamento.

“Ho sempre sostenuto che le istituzioni devono tutelare i cittadini nel loro diritto alla vita, alla salute e al lavoro. Qui, paradossalmente, bisogna tutelare i cittadini dalle istituzioni. Anche la Chiesa è una istituzione. Uno dei compiti della Chiesa vera è quello di dare voce a chi non ha voce e di non rendersi complice di ingiustizie; da parte mia l’ho fatto e mi sento la coscienza a posto. Se altri non l’hanno fatto avranno anche loro una coscienza”.

Continua a celebrare le Sante Messe per la gente che ad Augusta, a Priolo e a Melilli continua a morire a causa dell’inquinamento?

“La celebrazione di questa messa (ogni 28 del mese) dove ricordiamo e preghiamo per tutte le vittime dell’inquinamento è stata l’iniziativa più forte che ha scosso l’opinione pubblica, ma a cui le istituzioni non hanno mai voluto partecipare per vigliaccheria. Qui di fronte alla lettura delle vittime non potevano fare, certo, passerelle. Non vennero neanche quando ci furono i funerali delle vittime del terremoto del 1990, figuriamoci”.

LE DONAZIONI DELLE AZIENDE CHE SERVONO “AD OTTENEBRARE LA MENTE”

La situazione in questo martoriato angolo della Sicilia qual è? Rispetto a qualche anno fa è migliorata? E’ peggiorata? E’ sempre la stessa?

“Se è migliorata è dovuta solo al fatto che i cittadini hanno protestato, sono diventati ‘sentinelle’ e stanno creando una nuova coscienza. Purtroppo le ‘donazioni’ delle aziende servono solo a ottenebrare la mente”.

Noi, rispetto agli annosi problemi dell’area industriale di Siracusa, esprimiamo un giudizio molto severo sulla vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra e sul sindacalismo imperniato su Cgil, Cisl e Uil. Lei che idea ha maturato, in questi anni, sulla politica e sull’attività sindacale che vanno in scena in provincia di Siracusa?

“I politici gestiscono ancora in modo clientelare il mercato del lavoro; i sindacati, per la tutela dei lavoratori, si muovono sul ‘terreno minato’ dei compromessi, e finiscono col ritrovarsi più vicini alle posizioni degli imprenditori più che a quelle dei lavoratori. Credo che il numero degli iscritti ai sindacati sia fortemente sceso”.

I grillini, da queste parti, hanno fatto qualcosa per i cittadini costretti a vivere nell’inquinamento?

“Nel 2015 ad Augusta e Gela la vittoria dei sindaci a cinque stelle sembrava indicare una svolta vera: purtroppo una serie di errori, l’inesperienza, ma soprattutto la subdola pressione dei poteri forti delle lobby hanno annullato la speranza di un reale cambiamento. Grillini o non grillini qui il problema si pone per tutti i partiti: nessuna forza politica è in grado di opporsi al ricatto occupazionale”.

“AD AUGUSTA NON ESISTE NEANCHE LA FIGURA DEL DIFENSORE CIVICO”

A parte la politica, in questa parte della Sicilia dove lei opera esiste un associazionismo che si batte per difendere gli interessi reali dei cittadini?

“A mio avviso, qui non esistono associazioni che abbiano una forza tale da difendere ‘con libertà’ i diritti dei cittadini: ad Augusta come in tanti Comuni non esiste neanche la figura del difensore civico”.

La Chiesa di Papa Francesco sembrerebbe aperta alla tutela del Creato. Questa idea protezione dell’ambiente lei la respira dentro la Chiesa siciliana di oggi?

“Non conosco direttamente le altre realtà siciliane, ma quello della tutela del Creato in molti ambienti ecclesiali è solo uno slogan. Nel 2005 le chiese di Sicilia pubblicarono un documento: Lavoro e salvaguardia del creato in Sicilia. Provi a chiedere quanti sacerdoti e vescovi siciliani lo conoscono o l’hanno letto”.

I cittadini hanno apprezzato e apprezzano il suo sforzo?

“Un ruolo molto importante lo svolge l’informazione: su questo ho impostato la mia ‘solitaria’ battaglia. Se la gente non è informata come può sapere? Alcuni giornali hanno un padrone con tanti soldi; anche l’informazione può essere pilotata per confondere le coscienze. Dalle motivazioni espresse apertamente in queste ore dai cittadini so di avere migliaia di sostenitori, a differenza di chi, per corruzione, collusione, paura, ricatto occupazionale preferisce non esporsi. Ma io ritengo di non essere certo minoranza”.

Qual è il messaggio che vuole lanciare ai fedeli di questi luoghi?

Quello che mi suggerisce il mio ruolo e la mia coscienza: ‘Per amore del mio popolo non tacerò’. Lo dissero sacerdoti come Don Pino Puglisi e Don Peppe Diana nella Campania della Terra dei fuochi. Quest’ultimo, la camorra lo uccise dentro la sua chiesa. Ma non si uccide solo con le armi… Poi, magari, dopo un po’, un Papa verrà a pregare su qualcuna di quelle tombe”.

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