Silurato don Palmiro Prisutto, il prete che parla di strage di Stato e olocausto industriale

12 marzo 2016

Il sacerdote di Augusta che da sempre si batte contro l’indifferenza di media e istituzioni dinnanzi al dramma dell’inquinamento del polo petrolchimico siracusano verrà rimosso. Si mobilitano i cittadini che hanno aperto una pagina Facebook in suo sostegno e che parlano apertamente di poteri forti a cui il prete non va giù…

Ha già più di mille fan la pagina Facebook aperta qualche giorno fa in sostegno di Don Palmiro Prisutto, sacerdote di Augusta da sempre impegnato contro la piaga dell’inquinamento ambientale nel “triangolo della morte” di Augusta-Priolo-Melilli.  Un sacerdote ‘speciale’ che, senza alcun timore, negli anni, ha denunciato l’indifferenza delle istituzioni e dei media nei confronti di un’area martoriata da tumori e malformazioni neonatali.

Una situazione drammatica che il sacerdote non ha esitato a definire “olocausto industriale”. Così come non ha esitato a parlare di “strage di Stato”. A lui sono andati diversi riconoscimenti -come il premio Nenni 2015-  che hanno tributato onore al suo impegno civile e cristiano.

“Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni” ha scritto in una lettera indirizzata alle redazioni giornalistiche un paio di anni fa (che pubblichiamo integramente qui sotto). Dello stesso tenore la missiva inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui parla di uno Stato che ha abbandonato la gente della sua terra ad un triste destino (ne pubblichiamo uno stralcio in calce), mentre a Giorgio Napolitano aveva rivolto un invito a recarsi ad Augusta, per vedere con i propri occhi quello che la colonizzazione industriale aveva provocato.

Un prete coraggioso, un prete vero. Un prete troppo scomodo? Così pare. E’ notizia di questi giorni, infatti, che il vescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, ha chiesto le sue dimissioni. Da qui la protesta dei cittadini di Augusta e dintorni che hanno aperto la pagina Facebook e che per domani hanno organizzato un flashmob. 

In pochi credono alle voci che parlano di dissapori con le confraternite locali. E non è difficile capire perché.

“Per chi non è di Augusta (SR), Don Palmiro Prisutto, sacerdote augustano, da circa trent’anni, combatte contro la piaga dell’inquinamento ambientale, nel “triangolo della morte”, Augusta-Priolo-Melilli, l’alta mortalità di cancro e l’alta incidenza di natalità con malformazioni- – si legge sulla pagina Facebook Io sto con Don Palmiro Prisutto–  Quindi, per i poteri forti, e nella Chiesa ce ne sono e come, sin dai tempi del sommo sacerdote del tempio, Kaifa, risulta essere un personaggio scomodo.
Noi, persone dall’alta coscienza civile, che prediligono la luce del Bene, dobbiamo fermare l’ennesimo scempio tutto italiano e tutto eclesiastico: la rimozione di un arciprete, di un uomo di buona volontà e di sano spirito cristiano, guida e faro di civiltà, cultura della legalità e spiritualità, anche per non credenti o diversamente credenti, da parte di un alto prelato dell’arcidiocesi di Siracusa spinto, dal fango buttato dalle confraternite interne alla chiesa Madre di Augusta. Fermiamo questa autentica vergogna, magari organizzando un sit in silenzioso e pacifico d’innanzi alla sede dell’arcivescovado di Siracusa”.

Di lui Terra e Liberazione scrive:  “Vescovo e confraternite “tradizionaliste” (?!) vogliono tappare la bocca a padre Palmiro Prisutto… Padre Palmiro Prisutto, che ogni ventotto del mese, nella gremita Chiesa Madre di Augusta, dedica la messa serale ai tanti concittadini morti a causa di un tumore. Grazie al nostro vecchio amico “prete combattente” il censimento dell’Olocausto petrolchimico&affini è giunto a circa 800 nomi e cognomi. Altro che confraternite “tradizionaliste” dell’altro ieri!. Chi le usa contro padre Prisutto?. Non hanno altro da fare, nella Vita? Ad Augusta? Ne riparleremo. Don Palmiro lo conosciamo da trentanni. Lo abbiamo affiancato sempre nella battaglia contro l’Olocausto dei vel-ENI. Don Palmiro è un vero siciliano. Un anticolonialista cristiano come ce ne sono pochi”. 

Per capire chi è Don Prisutto e, soprattutto, per capire a chi possa veramente dare fastidio, basta leggere alcuni sui scritti. Ecco dunque la lettera alle redazioni e, a seguire, uno stralcio di quella inviata al Presidente Mattarella nel Febbraio del 2015:

LA LETTERA AI GIORNALI:  prisutto_palmiro

“Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni! C’era una volta… Marina di Melilli. Non è l’inizio di una favola, ma una delle pagine più oscure e vergognose della storia italiana. Io sono un cittadino di Augusta, quarantamila abitanti, una città tra Catania e Siracusa, dove c’era anche Marina di Melilli. Il nome di Augusta, di solito, ormai, si trova unito a Priolo e Melilli, con le quali condivide un destino amaro: l’olocausto industriale. Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Minamata, Seveso, Hiroshima, Auschwitz. 

“Sono poche, credo, in Italia, – prosegue Don Prisutto nella lettera- le città che come Augusta, si trovano esposte a ben tre rischi: sismico, chimico-industriale e militare. Ma di questa città e del suo triste destino si preferisce non parlare. Ma quando se n’è parlato, lo si è fatto quasi sempre perché era successo qualcosa di grave. Non è di tutti questa sorta di “guiness dei primati”: su 40 kmq di territorio sono stati concentrate 12 industrie ad alto rischio (tre centrali termoelettriche, una fabbrica di cloro a celle di mercurio, quattro raffinerie, un cementificio, un inceneritore, una fabbrica di magnesio, un depuratore, ed altro). Un territorio con viabilità fatiscente ed insufficiente, disseminato di discariche – non se ne conoscerà mai il numero esatto; un territorio più volte interessato da eventi sismici rilevanti; un territorio su cui insistono basi militari italiane, Nato ed Usa; un territorio con una grave emergenza igienico-sanitaria in atto (accertato tasso di mortalità per cancro superiore al 30%; 1000 bambini nati malformati negli ultimi dieci anni; patologie legate al degrado ambientale del territorio; mare non balneabile dove è stato scaricato perfino mercurio in enormi quantità… su un territorio dichiarato dal ministero dell’Ambiente nel 1990 ad alto rischio di crisi ambientale, e recentemente definito dal prof. Corrado Clini, assimilandolo a Porto Marghera, area in piena crisi ambientale, come se tutto ciò non bastasse, per decisione dell’attuale classe politica dirigente della Regione Sicilia, una centrale termoelettrica sarà, in parte, riconvertita a carbone ed in parte trasformata a “termovalorizzatore” per il trattamento di 500.000-650.000 tonnellate annue di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle province di Enna, Catania, Siracusa e Ragusa”.

“Rimane irrisolto un altro problema: dove saranno smaltite le altre 173.000 tonnellate/anno di rifiuti tossici e nocivi della zona industriale di Augusta-Priolo? Non c’è da preoccuparsi: detti rifiuti è stato decretato che verranno smaltiti nella progettata piattaforma polifunzionale che, guarda caso, sarà costruita anch’essa ad Augusta. All’inquinamento attuale, che si protrae da oltre 50 anni, si aggiungerà anche quest’altro voluto dal presidente della Regione Cuffaro.

“Se mettessimo insieme il numero dei morti e dei feriti degli incidenti industriali, degli infortuni sul lavoro, e se unissimo ad essi il numero di morti per tumori ed il numero dei bambini malformati, potremmo parlare, senza alcuna retorica, di strage: ma di una strage di stato. Forse un giorno, – chiosa il sacerdote- verranno le telecamere a documentare l’ennesimo disastro, ad innescare polemiche, dibattiti e passerelle. Ma non sarebbe opportuno che le telecamere venissero ora per evitare ulteriori disastri”?

Distinti saluti. Sac. Prisutto Palmiro. 

LA LETTERA A MATTARELLA:

Don Prisutto invita il Presidente Mattarella ad occuparsi di  una strage silenziosa che ha fatto più vittime dell’incidente di Marcinelle e delle Fosse Ardeatine che lei da presidente, ha recentemente visitato. L’assassino silenzioso è il cancro, provocato dall’inquinamento industriale che dura pressocchè impunito da oltre sessanta anni. Quella Repubblica di cui lei è capo da qualche giorno, ha abbandonato al suo triste destino questa città, la Costituzione sulla quale lei ha giurato e che in teoria avrebbe dovuto tutelare la salute, la vita, il lavoro, il territorio e gli stessi abitanti di questa città, qui, è palesemente violata da chi ritiene che col denaro si può fare tutto: dalla corruzione delle istituzioni che ci dovrebbero difendere fino a comprare il silenzio delle vittime e delle loro famiglie. Una logica aberrante – ha aggiunto- il ricatto occupazionale, la monetizzazione del rischio, da oltre mezzo secolo unitamente all’inquinamento generale di tutto l’ecosistema costringe gli abitanti di Augusta e dintorni ad affermare che è meglio morire di cancro che di fame”.

Distinti saluti. Sac. Prisutto Palmiro

AGGIORNAMENTO

DON PRISUTTO RIMANE

 

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