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Il Giro d’Italia che in RAI celebra il razzista Cesare Lombroso e il suo museo degli orrori a Torino: l’Italia è veramente alla frutta!

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  • Quello che è successo non è normale. A distanza di oltre 150 anni si continua ad offendere la memoria di meridionali e siciliani 
  • Cosa devono pensare, oggi, i 20 milioni di cittadini del Sud Italia e della Sicilia? 
  • Su Lombroso, oggi, sappiamo tutto: e sappiamo, soprattutto, che le sue teorie non erano affatto scientifiche!
  • L’articolo de Il Mattino di Napoli
  • La replica di Gennaro De Crescenzo
  • Cosa dicono i politici del Sud e della Sicilia? cosa dicono i presidenti della Regioni del Sud? Cosa dice il presidente della Regione siciliana?  

Quello che è successo non è normale. A distanza di oltre 150 anni si continua ad offendere la memoria di meridionali e siciliani 

Può la RAI, durante il Giro d’Italia – la gara ciclistica più famosa di quello che dovrebbe essere il ‘nostro Paese’ – raccontare le ‘gesta’ del razzista antimeridionale Cesare Lombroso e parlare dell’incredibile Museo che Torino dedica ancora oggi allo stesso Lombroso? Sembra assurdo, ma è successo proprio questo: in un collegamento in occasione del Giro d’Italia – che quest’anno al Sud si vede poco o niente – è arrivato un incredibile panegirico su Lombroso e sul suo museo pieno di teschi di meridionali e siciliani scannati dai Savoia negli anni successivi alla ‘presunta’ unificazione italiana: “Non possiamo non citare Cesare Lombroso – sono le parole della telecronaca che noi leggiamo su Il Mattino di Napolianche perché qua a Torino c’è il suo splendido museo di antropologia criminale. E’ il padre della criminologia moderna, sosteneva che i criminali non fossero criminali per le condizioni di vita difficili, ma per nascita. Le caratteristiche del criminale si potevano capire da subito dalla forma del suo cranio e da come era fatto fisicamente“.

Cosa devono pensare, oggi, i 20 milioni di cittadini del Sud Italia e della Sicilia? 

C’è da diventare matti! Credeteci: non abbiamo parole per commentare una frase del genere, pronunciata, tra l’altro, in televisione in un programma che, fino a prova contraria, arriva anche ai 20 milioni di meridionali. Noi abbiamo scritto decine di articoli su Lombroso e sulle sue teorie prive di valore scientifico e fondamentalmente razziste: di un razzismo che, ai tempi in cui Lombroso le formulava, doveva giustificare le stragi che i militari piemontesi commettevano nel Sud Italia e in Sicilia. Al di là delle bugie che ancora oggi si raccontano su quegli anni, gli abitanti del Sud e della Sicilia si sono difesi da quella che è stata una conquista della nostra Isola e del Mezzogiorno ad opera di quel grande bandito di Garibaldi e dai suoi mercenari – ungheresi in testa – pagati dagli inglesi. I piemontesi hanno ‘svaligiato’ prima il Banco di Sicilia e poi il Banco di Napoli, hanno stabilito che alcune colture – per esempio il riso – non dovevano più essere coltivate nel Sud e in Sicilia per non fare ‘ombra’ all’agricoltura del Nord. Hanno piano piano bloccato le industrie che erano presenti nel Sud; e hanno creato i presupposti per fare fallire le attività commerciali che erano molto fiorenti nel Sud e in Sicilia ai tempi del Regno delle Due Sicilie. Quegli uomini e quelle donne che la storia scritta dai vincitori del Nord Italia (grazie ai soldi degli inglesi) ha chiamato “Briganti” erano, in realtà, meridionali che si ribellavano alle prepotenze piemontesi: sette anni di servizio militare, tasse e imposte di ogni tipo, ruberie e angherie di ogni tipo. E’ stata una lotta di liberazione e, in alcuni casi i patrioti del Sud – che non erano affatto Briganti: i Briganti erano gli invasori piemontesi! – hanno dato battaglia come si usava fare nelle vere guerre, come ha fatto l’immenso Carmine Crocco, al quale tutti i Comuni del Sud Italia e della Sicilia dovrebbero dedicare vie, piazze e scuole! Altro che Garibaldi!

Su Lombroso, oggi, sappiamo tutto: e sappiamo, soprattutto, che le sue teorie non erano affatto scientifiche!

Su Lombroso – per tornare a questo finto scienziato – abbiamo più volte dato spazio al nostro amico Domenico Iannantuoni, un ingegnere pugliese che da anni vive a Milano e che, da anni, si batte per fare chiudere il museo dei crani di meridionali di Torino dedicato a Lombroso! Lo Stato italiano, in quegli anni, aveva un problema: doveva giustificare gli eccidi che i generali dei Savoia perpetravano da Napoli in giù. Fu così che si saldarono due interessi: l’interesse dello Stato italiano che doveva giustificare agli occhi del mondo lo sterminio di migliaia di meridionali (si pensi alla fortezza piemontese di Fenestrelle, alla strage di Pontelandolfo e Casalduni, alla Rivolta del Sette e Mezzo di Palermo, alla Rivolta dei Cutrara a Castellammare del Golfo, solo per citare alcune stragi); e la ‘dimostrazione’ sul campo delle teorie di Lombroso che partecipò ad alcune spedizioni piemontesi a caccia di ‘briganti’ da scannare. I generali piemontesi scannavano i meridionali ribelli; mentre Lombroso spiegava con le sue teorie che i meridionali nascevano delinquenti  e che, in quanto tali, bisognava combatterli e ucciderli per tutelare la società. Tutto perfetto! Ecco cosa scrivevamo cinque anni fa: “Mentre il Comitato No Lombroso continua la sua battaglia per la  chiusura del Museo Lombroso di Torino, vero e proprio insulto alla dignità dei meridionali oltre che a quello della scienza, a Catania parte una petizione online per chiedere che questo nome infame sparisca dalla toponomastica della città. Non sarebbe l’unico nome a dovere essere cancellato (come sosteniamo qui) dalla toponomastica meridionale ed in parte lo si sta cominciando a fare: in diversi Comuni – tra i quali Casa Massima in Puglia, Lamezia e altri– il nome dell’assassino Enrico Cialdini è stato cancellato dalle vie cittadine”.

L’articolo de Il Mattino di Napoli

Da anni si discute di chiudere questo museo degli orrori di Torino e che cosa racconta la RAI? Che Lombroso è il padre della criminologia moderna! “Parole – leggiamo sempre su Il Mattino di Napoli – che hanno scatenato le ire di quanti hanno interpretato il racconto dei telecronisti Rai come una vera e propria apologia di un museo, quello di Cesare Lombroso, che una parte sempre crescente dell’opinione pubblica italiana ritiene un vero e proprio museo degli orrori. E, del resto, le stesse teorie di Lombroso furono più volte smentite dagli studiosi d’epoca. Non a caso, per queste sue discusse idee, lo stesso Lombroso fu radiato dalla Società Italiana di Antropologia ed Etnologia nel 1882. Oggi il museo ospitato nella città di Torino contiene circa 700 crani e poco meno di 200 cervelli umani. La gran parte di questi ‘reperti anatomici’ fu raccolta personalmente dallo stesso Lombroso che, all’epoca, era medico militare al seguito dell’esercito Piemontese inviato nell’ex Regno delle Due Sicilie per reprimere le rivolte scatenate dopo l’annessione forzata al regno Sardo. Negli ultimi anni si sono formati vari comitati ‘No-Lombroso’ che, oltre a chiedere a gran voce la chiusura del museo, spinge per la restituzione dei reperti ai Comuni di appartenenza allo scopo di dare a quegli uomini e a quelle donne vittime di un visionario e delle sue teorie una degna sepoltura”.

La replica di Gennaro De Crescenzo

Su Facebook leggiamo una riflessione di Gennaro De Crescenzo, del Movimento dei Neo Borbonici: “Non bastava il Giro che celebra i 160 anni dell’Italia unita con un percorso che taglia di fatto l’Italia del Sud. In RAI gli enti del turismo locale e i telecronisti hanno fatto di meglio: parlando di Torino hanno celebrato Lombroso, il ‘padre della criminologia moderna’ e il suo ‘splendido museo’ con le sue teorie nelle quali si dimostrava che si era criminali ‘per nascita e in base al proprio cranio aprendo un museo dopo i suoi tanti studi’. Peccato che quel museo con quei crani macabri esposti come trofei (molti quelli dei meridionali) non sia per tutti ‘splendido’. Peccato che quelle teorie fossero false e razziste e, secondo diversi scienziati, sono state alla base delle successive teorie razziste del nazismo. Peccato che con Lombroso nasca un razzismo anti-meridionale che, con forme subdole, resista da allora ad oggi, prima come alibi per massacrare i cosiddetti ‘briganti’ e poi per giustificare la mancata risoluzione di una questione meridionale sempre più drammatica. Peccato che la RAI resti comunque un servizio pubblico pagato anche dai meridionali. Peccato che la RAI anche questa volta, dopo che gli avremo girato questa nota, resterà in silenzio… I telecronisti ‘non potevano non citare Lombroso’. Noi non possiamo non denunciare la loro coerenza: i 160 anni italiani, il giro del Nord e Lombroso. Qualcuno ancora non ha capito come e perché l’Italia è nata e resta divisa e perché il Sud ha la metà dei diritti del Nord?”.

Cosa dicono i politici del Sud e della Sicilia? cosa dicono i presidenti della Regioni del Sud? Cosa dice il presidente della Regione siciliana?  

A parte il senatore della Basilicata, Saverio De Bonis, che ha chiesto la chiusura del Museo Lombroso di Torino, che cosa ne pensano gli altri parlamentari nazionali del Sud e della Sicilia? E cosa ne pensano di questa storia i presidenti delle Regioni del Sud e il presidente della Regione siciliana? E’ normale che un fatto così grave – che non ha solo una valenza storica ma anche attuale, visto che il Museo Lombroso è ancora aperto! – non susciti la reazione della classe dirigente meridionale e siciliana? Ma come: dobbiamo togliere dalle vie e dalle piazze dei Comuni della nostra Isola i nomi dei generali piemontesi che hanno massacrato i siciliani tra il 1860 e il 1870 e ci ‘sciroppiamo’ in silenzio la celebrazione di Cesare Lombroso e del suo assurdo Museo?

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